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About Mondiale Gravel


mariazzo
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1 ora fa, filixeo ha scritto:

Premessa: scrivo senza intento polemico, eh, voglio solo capire e quindi chiedo.

Ma a te e a qualcun altro fa piacere che ci siano queste quadrate e marcate limitazioni? Solo a me sembra che si facciano regole per fare la stessa cosa solo con un mezzo diverso (vedi le già citate Tro Bro Leon, Roubaix, ecc.)? Ancora, non preferiresti che il "gravel" come disciplina "codificata" si avvicini a quelle gare che, per quanto mi riguarda, erano un sogno oltreoceano (Unbound ex-Dirty Kanza, Lost And Found, Grinduro...) che scimmiottavamo con eventi al limite della legalità e a cui saltuariamente partecipavano professioniste e professionisti?
Ho visto (e partecipato a) un flame su questo forum perché nella mia visione erano gravel gli eventi e non le biciclette. Anche perché, ma se riesci a smentirmi lo leggerò volentieri, secondo me dire dischi, drop e gomme maggiori di 36mm vuol dire anche

questa

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O almeno la sorella minore di qualche anno fa

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Quindi un'altra domanda (ma sempre perché io la penso così, se mi spiegate leggo volentieri): è meglio che tutti i produttori che sponsorizzano o ambiscono a sponsorizzare squadre pro si mettano a produrre nuove gravel racing o sarebbe preferibile che ogni atleta si scegliesse il mezzo più adatto al percorso?

Parto dal fondo: non ho capito cosa intendi con queste 2 immagini 😅

Poi io la penso così: in ogni disciplina c'è la parte pro e la parte amateur. 
Se le istituzioni decidono che in questo settore (gravel) debba esserci un campionato mondiale, secondo me è giusto che sia in qualche modo ben categorizzato dando delle regole e direttive ben precise. per cui chi si sfida, si sfida sullo stesso livello.
Altrimenti torniamo al discorso amateur. dove in una gara/evento/chiamalocomevuoi partecipi con quel cazzo che vuoi che nessuno ti dice niente, anzi più il mezzo è meno idoneo allo scopo e più sarai visto come eroe assoluto (non è una critica). Sono il primo che appena può partecipa agli eventi "organizzati dal basso" che sicuramente sono i più genuini.
Però anche in questi eventi, un pizzico di competizione c'è sempre: contro se stessi, contro l'amico, voglia di rivalsa tra i merdesimi, ecc. il fine ultimo alla fine comunque è "portarla a casa".
Anche le granfondo se ci pensi sono cominciate per far conoscere le bellezze di certi luoghi e pedalare dove magari si è fatta la storia del ciclismo, ma inesorabilmente poi si sono trasformate in gare vere e proprie. Però ognuno è libero di prenderla come vuole.
Per cui viva il ciclismo dal basso sempre, ma viva anche le competizioni.

poi ci sarebbe tutto quel discorso "burocratico" da affrontare sul fatto che certi eventi dal basso non possono essere più organizzati.

aggiungo:
"l'eroica" non ha delle regole per parteciparci? non è nata come un evento dal basso?

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15 minuti fa, mariazzo ha scritto:

Parto dal fondo: non ho capito cosa intendi con queste 2 immagini 😅

Poi io la penso così: in ogni disciplina c'è la parte pro e la parte amateur. 
Se le istituzioni decidono che in questo settore (gravel) debba esserci un campionato mondiale, secondo me è giusto che sia in qualche modo ben categorizzato dando delle regole e direttive ben precise. per cui chi si sfida, si sfida sullo stesso livello.
Altrimenti torniamo al discorso amateur. dove in una gara/evento/chiamalocomevuoi partecipi con quel cazzo che vuoi che nessuno ti dice niente, anzi più il mezzo è meno idoneo allo scopo e più sarai visto come eroe assoluto (non è una critica). Sono il primo che appena può partecipa agli eventi "organizzati dal basso" che sicuramente sono i più genuini.
Però anche in questi eventi, un pizzico di competizione c'è sempre: contro se stessi, contro l'amico, voglia di rivalsa tra i merdesimi, ecc. il fine ultimo alla fine comunque è "portarla a casa".
Anche le granfondo se ci pensi sono cominciate per far conoscere le bellezze di certi luoghi e pedalare dove magari si è fatta la storia del ciclismo, ma inesorabilmente poi si sono trasformate in gare vere e proprie. Però ognuno è libero di prenderla come vuole.
Per cui viva il ciclismo dal basso sempre, ma viva anche le competizioni.

poi ci sarebbe tutto quel discorso "burocratico" da affrontare sul fatto che certi eventi dal basso non possono essere più organizzati.

 

Certo che sì, anzi (anche se sono una pippa) la penso come te e la competizione è sacra. Non sponsorizzo slogan che pubblicizzano la libertà dell'andare in fuoristrada, i bassi costi, lo slow tourism e quelle cose lì, anche a me piace andare in bici per correre e fare sport più che per passeggiare (ma non vuol dire che disapprovo chi ha il tempo di perdersi, di viaggiare e sfruttare al massimo bici strafighe).

E mi piace guardare le gare, sono uno di quelli che non si annoiano a guardare il ciclismo in tivù.

Intendo proprio dire che: mi sembra che si cerchi di dare una limitazione alle bici con questi regolamenti e non ci si accorge che, mentre si limitano le bici, i percorsi rimangono (rischiano di rimanere) gli stessi di una classica del nord. Io, se fossi l'organizzatore e vorrei esserlo, mi occuperei di puntare l'occhio dell'UCI su percorsi e dell'assistenza: lunghezza, autosufficienza (per slegarli dalle altre competizioni), coperture mediatiche (imho). Se guardiamo solo le bici (e qui ci colleghiamo alle mie immagini) va a finire che nel catalogo i produttori scrivono "Gravel" sulla bici top di gamma da strada e l'anno prossimo vediamo le stesse bici di quest'anno.

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22 minuti fa, filixeo ha scritto:

Certo che sì, anzi (anche se sono una pippa) la penso come te e la competizione è sacra. Non sponsorizzo slogan che pubblicizzano la libertà dell'andare in fuoristrada, i bassi costi, lo slow tourism e quelle cose lì, anche a me piace andare in bici per correre e fare sport più che per passeggiare (ma non vuol dire che disapprovo chi ha il tempo di perdersi, di viaggiare e sfruttare al massimo bici strafighe).

E mi piace guardare le gare, sono uno di quelli che non si annoiano a guardare il ciclismo in tivù.

Intendo proprio dire che: mi sembra che si cerchi di dare una limitazione alle bici con questi regolamenti e non ci si accorge che, mentre si limitano le bici, i percorsi rimangono (rischiano di rimanere) gli stessi di una classica del nord. Io, se fossi l'organizzatore e vorrei esserlo, mi occuperei di puntare l'occhio dell'UCI su percorsi e dell'assistenza: lunghezza, autosufficienza (per slegarli dalle altre competizioni), coperture mediatiche (imho). Se guardiamo solo le bici (e qui ci colleghiamo alle mie immagini) va a finire che nel catalogo i produttori scrivono "Gravel" sulla bici top di gamma da strada e l'anno prossimo vediamo le stesse bici di quest'anno.

eh, il "gravel" lo sappiamo è una terra di mezzo un purgatorio. una via di mezzo tra la strada e la mountain bike. 
dal punto di vista del mezzo, come per le bdc,  si arriverà (se non si è già arrivati) a realizzare top di gamma dedicati alla competizione. anzi una 3Texploro per esempio (primo nome venutomi in mente), non mi sembra una bici (anche per i costi che ha) per farsi i giretti il fine settimana, è fatta con un ottica race. per i giretti mi basta anche la spillo della bianchi. Perchè se veramente intendo il gravel come una bici per perdersi in giro per il  mondo allora dovrebbero essere tutte in acciaio e freni meccanici con cablaggio esterno, "facili" da mantenere e all'occorrenza aggiustare.

per quanto riguarda i percorsi torniamo di nuovo sul discorso dell'ibrido. non è MTB e non è BDC. ed il punto di partenza per forza di cose sono le classiche del nord, ma con 85% sterrato e 15% di asfalto. poi ci sta la gara ultra veloce tutta piatta come quella di "montagna". Sulle lunghezze diciamo che se devono essere appetibili anche mediaticamente, non dovrebbero mai diventare eccessivamente lunghe. altrimenti sconfiniamo nell'ultracycling.

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20 minuti fa, mariazzo ha scritto:

per quanto riguarda i percorsi torniamo di nuovo sul discorso dell'ibrido. non è MTB e non è BDC. ed il punto di partenza per forza di cose sono le classiche del nord, ma con 85% sterrato e 15% di asfalto. poi ci sta la gara ultra veloce tutta piatta come quella di "montagna". Sulle lunghezze diciamo che se devono essere appetibili anche mediaticamente, non dovrebbero mai diventare eccessivamente lunghe. altrimenti sconfiniamo nell'ultracycling.

Perfettamente d'accordo! Se gli amatori facevano cento miglia, il range di un pro è (credo dovrebbe essere) 200÷300km, a seconda delle fondo e del dislivello.

A me è piaciuto quello che hanno scritto su Bicidastrada.it, che per chi se li è guardati, questi mondiali, c'è stato un ritorno al ciclismo ancestrale, sulle strade "dietro casa", senza radioline, polvere, sudore. Ribadisco che è questo che mi piacerebbe rivedere. Per citare di nuovo gli Scavezzon: 

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Vorrei leggere la versione pro di questo, ecco.

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