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Ciclofficina e riferimenti politici


FAGGIO
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Argomento succoso giustamente portato alla luce. Io invito sempre a valutare le cose in maniera obiettiva e senza farsi trascinare dalla fazione a cui si appartiene, cosa che anche qui vedo sta succedendo. Spiego.

 

1) La questione del cicloattivismo odierno di cui le ciclofficine sono un'espressione pratica ricorda un po' quella dei sindacati di sinistra (quelli "veri", quelli di una volta, non quella congrega di parassiti difensori di scaldascrivanie e privilegi vari...): nessun lavoratore di destra può negare come molti dei propri diritti di lavoratore siano stati ottenuti grazie alle battaglie dei sindacati di sinistra, a cui dovrebbe essere eternamente grato.

Allo stesso modo è indubbio che in Italia la questione del ciclismo urbano sia stato smosso da alcune aree di sinistra, un po' perchè vagamente affine ad una certa filosofia politica e non solo, e un po' perchè a destra certi temi siano sempre stati di poco interesse (qualcuno dirà "ma perchè, quali sono gli argomenti di interesse del cdx italiano oltre a via i negri e difendiamo le tv?!" ma cerchiamo di non andare OT...).

 

2) Attenzione, però, perchè dove tali temi sono nati (cioè all'estero) la cosa non ha mai avuto connotazione politica. Al di là dei Provos olandesi (che discendono dai figli dei fiori) e rari altri casi, sebbene i movimenti non siano certo nati presso aree repubblicane statunitensi vicine a lobby petrolifere per ovvi motivi, l'appartenenza politica (intesa come partitica) non ha mai caratterizzato il movimento in maniera diretta come in Italia dove poi è arrivato (Critical Mass non è di sinistra, forzando il cocnetto potremmo dire che nacque perchè dei ciclisti pretesero diritto d'accesso al ponte di San Francisco, punto). Perchè?! Per due motivi:

a) Il primo è quello che ho detto, e cioè che in Italia certi temi sono stati più di interesse di una certa parte politica e abitualmente snobbati da una certa altra parte politica.

b) un certo vizio della sinistra italiana che spesso si appropria di battaglie, movimenti e filosofie straniere e le importa cercando più o meno strumentalmente di metterle sopra un marchio. Successe anche negli anni 90, quando gli ambienti dei centri sociali si appropriarono del movimento hip-hop cercando di spacciarlo come un movimento di sinistra e dando origini all'epoca delle Posse, quando negli USA dove nacque il movimento aveva sì caratterizzazione politica (come ha detto qualcuno "politica" non è solo "partito") ma non schieramento partitico (molte frange hip-hop avevano una connotaizone di destra, per quanto destra particolare: clamoroso il caso di Eazy-E, in cui la rabbia verso i bianchi sfociò in vero e proprio odio ad un certo punto da farlo bollare dai colleghi come "nazista nero", tano che gli NWA (Niggers With Attitude) ad un certo punto litigarono e cullarono l'idea di rifondarsi col nome di NWE (Niggers Without Easy-E).

 

3) Al di là di tutto credo che molto stia nella coscienza di ognuno e nel scelgiere come vivere la questione. La cosa che a me personalmente dà fastidio è una certa ipocrisia con cui si strumentalizzano certi temi. Una volta litigai con una blogger che scrisse "la bici è di sinistra", una puttanata che non vorrei mai leggere e con cui Marinetti si rivolta nella tomba (anche senza andare così indietro nel tempo potrei star qua 2 giorni a spiegare provocatoriamente perchè la bici è più destra che di sinistra, sia perchè giocando con le parole si può dire tutto, sia perchè ci sono esempi pratici). Ma ancora più rabbia mi fanno quei politici che come documentato da qualcuno si fanno belli sulla bici in campagna elettorale per blandire un certo elettorato vicino alla loro area politica e poi (eletti o non eletti) per il resto della vita non se la cagano di pezza.

 

4) In sostanza quindi che le ciclofficine siano animate da una certa area politica in Italia non è un problema, a me frega neinte del marchio, se una cosa è buona è buona, se è negativa è negativa. Quello che certi attivisti però dovrebbero evitare è il marchio così forzato e quell'atteggiamento così sprezzante nei confronti degli "altri", e qui torniamo ai discorsi fatti per le elezioni: finchè continuerai a sputare sull'altro, come farai a convincerlo ad avvicinarsi?!...finchè insisterai nel far credere che andare in bici significa avere i dreadlocks, piercing, tatuaggi (che a proposito di strumentalizzazioni una volta eran di destra, oggi son considerati di sinistra, da morir dal ridere...) ascoltare i 99 posse, andare in giro coi pantaloni che sembra che ti sei cagato addosso, sedersi per terra col cane pulcioso, votare Democrazia Proletaria, disprezzando tutti i "diversi" bollati inequivocabilmente come fighetti, etc., quando mai riuscirai ad avvicinare alla bicicletta chi legittimamente preferisce uno stile di vita differente e fargli capire determinate cose su ciclabilità urbana, mobilità sostenibile, etc.?!...

Non facciamo l'errore di certi partiti di chiudersi nella propria torre d'avorio rifiutando e spaventando i diversi per poi piangere e lamentarsi perchè il mondo non cambia: la filosofia va veicolata, non è la figa che più si nega e più viene rincorsa...

 

5) Al di là di tutto, che è solo un discorso generale, devo dire che io nelle ciclofficine milanesi non ho mai vissuto il problema. Conoscendo la gente capisci che l'orientamento politico è quello (ma forse più anarchico" che "comunista", tanto per capirci...) ma sinceramente non ho mai sofferto il problema. Io che non amo molto determinati ambienti devo dire che non mi son mai sentito a disagio e mai nessuno mi ha dato modo di sentirmene. Non ho mai visto cartelli o manifesti partitici, ne tentativi di propaganda o strumentalizzazioni politiche, ho sempre visto solo l'applicazione pratica della filosofia descritta.

Non ho mai visto nessuno che facesse l'esame a chi entrava, nè ho visto rifiutare l'accesso a qualcuno che non appartenesse alla fauna dread&piercing, tantomeno qualcuno mi ha interrogato sulle mie simpatie politiche (e meno male, dato che non avrei avuto la risposta...). Una volta addirittura è capitato che chiacchierassimo di politica ed io spiegassi perchè per mie vicende familiari mi dico anti-fascista quanto anti-comunista, senza che nessuno si scandalizzasse di ciò o mi facesse capire di essere indesiderato.

 

In conclusione: io spero solo che tutti possano trovare ciclofficine come quelle che ho frequentato io, e mi spiace per chi non ne trovi di eguali e per chi ne gestisca di differenti, perchè è un vero peccato.

ecco questo è esattamente quello che volevo esprimere io

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Troppo lungo per essere ripostato, ma condivido tutto ció che ha scritto Dane. Cazzo piú prolisso di me.:) Si, confermo a Roma stiamo messi male, e chi parla di mobilitá urbana lo fa spinto piú da interessi politici che per vero amore per la bicicletta. Ma é il dato demografico che regola tutto. Un auto equivale ad una tassa, una bici no! Ragion per cui non si parla di biciclette, ma di alternative vaghe, ragion per cui, si rifanno le strisce blu scolorite dal tempo per i parcheggi a pagamento e non si tappano le buche o si fanno piste ciclabili, ma solo parcheggi auto.

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Troppo lungo per essere ripostato, ma condivido tutto ció che ha scritto Dane. Cazzo piú prolisso di me.:) Si, confermo a Roma stiamo messi male, e chi parla di mobilitá urbana lo fa spinto piú da interessi politici che per vero amore per la bicicletta. Ma é il dato demografico che regola tutto. Un auto equivale ad una tassa, una bici no! Ragion per cui non si parla di biciclette, ma di alternative vaghe, ragion per cui, si rifanno le strisce blu scolorite dal tempo per i parcheggi a pagamento e non si tappano le buche o si fanno piste ciclabili, ma solo parcheggi auto.

se a roma stiamo messi male è anche colpa dei romani che c'hanno un culo che pesa tonnellate

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Hai detto tutto.

 

E comunque mi vien da ridere quando sento i discorsi riguardo ai pankabbestia/dread/marcioni ed eccetera in alcuni topic e poi vivete di questo mito:

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ovviamente non riferito a Dane

Ah, ecco, infatti stavo per rispondere "Vivete chi?!"

A parte che i Messengers newyorkesi di cui tanti si riempiono la bocca non sono punkabbestia, in ogni caso il mio mito semmai è questo: :-D

 

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Tu sei davvero un ruffiano ;-)

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 se oggi lavoriamo 8 ore al posto che 16 e` perche e` morta un sacco di gente nelle piazze lo scorso secolo (ad esempio)

 

In Italia la riduzione dell'orario di lavoro (abbassata ad 8 ore) è stata opera del fascismo.

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Beh, se in Italia, le ciclofficine sono gestite da personaggi con cultura "di sinistra" dove sta il

problema? Non c'è lucro, non c'è trucco e non c'è inganno. Ben vengano le ciclofficine e chiunque

abbia piacere di spartire una conoscenza con altri. 

 

Se poi esistessero anche calzolai/sarti/idraulici/muratori "popolari" io sarei ancora più contento

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Tu sei davvero un ruffiano ;-)

 

Touchè! :-P

 

Cosa vuoi, gli avvocati costano e visto che loro stessi ti insegnano che "il fine giustifica i mezzi" ci si prova anche con l'adulazione... :-D

 

Beh, se in Italia, le ciclofficine sono gestite da personaggi con cultura "di sinistra" dove sta il

problema? Non c'è lucro, non c'è trucco e non c'è inganno. Ben vengano le ciclofficine e chiunque

abbia piacere di spartire una conoscenza con altri.

Se poi esistessero anche calzolai/sarti/idraulici/muratori "popolari" io sarei ancora più contento

Ma infatti....ripeto: finchè non entra in ballo un certo razzismo culturale o una certa strumentalizzazione di comodo non vedo problemi... ;-)

Modificato da Dane (visualizza cornologia modifica)
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io non ho mai visto un fascio in bici.

 

 

peace

(si scherza eh)

mussolini_bici.jpg

 

A00015818.JPG

 

comunque, saltando il duce in bici,

le cicloofficine sono legate bla bla bla bla ma schierarle politicamente con bandiere ed altro e' secoe bello vederndo me un peccato  soprattutto per la loro vocazione originaria: dare la possibilita' a tutti di mettersi a posto la bici imparando ed insegnando agli altri come fare.

Essere di destra o sinistra non ha nulla a che vedere con la bicicletta.

 

(i fascisti non esistono piu', come anche i comunisti. si sono tutti imborghesiti)

e bello veder il mio discorso (che gia` di per se era una mega sintesi di cose viste e studiate in 10 anni) in "le ciclofficine sono legate bla bla bla bla"... ben inteso, non la prendo assolutamente sul personale, ma mi offende un po' lo sminuire un pensiero in cui credo profondamente,  quello che ho scritto e` il sunto spicciolo di PRATICHE che centinaia di migliaia di persone praticano quotidianamente!  ...non e` bla  bla. e` la spiegazione per cui ciclofficina=cultura=politica.

tutti hanno la possibilita` di entrare in una ciclofficina popolare, gli si presta attrezzi, camere d'aria copertoni, pezzi vari, competenze e CULTURA (con questo non dico che nelle ciclofficine inculchino concetti o ti facciano il lavaggio del cervello, la cultura di cui parlo non si tramanda con discorsi, ma con azioni e pratiche di vita). se vuoi prendere a gratis una ruota ti tocca prendere a gratis anche un po' di CULTURA. poi magari monti la ruota, torni a casa e vai a pulire il SUV, cazzi tuoi. comunque non esistono queste sacche asettiche, sterili e apolitiche  nella societa`. ce lo fanno credere, e` comodo convincere la gente che le ideologie siano superate. le ideologie si evolvono. scusate le discoteche non fanno ideologia? (anti)cultura? e quindi politica?

 

OT

carlomarrone smettila di scrivere cose giuste e che mi piacciono...così mi fai passare la voglia di ricoprire le selle...

eh eh eh

go veg and burn!!! ;)

 

 

premetto che non mi sono letto le 2 pagine di discussione che si sono sviluppate MA

il bla bla bla non voleva essere denigratorio.

qualcuno sopra di me aveva descritto perfettamente da dove vengono le cicloofficine, era mattina, io e la lingua italiana non siamo amici, non avevo voglia di fare copia-incolla e ho riassunto in bla bla bla, altrei potuto usare [...] che forse sarebbe stato meglio.

detto questo, so cosa sono le ciclo officine, le frequento spesso ( ruota libera e stecca ) e non le ritengo dei covi di comunisti/anarco-comunisti/fascisti di sinistra ecc ecc. Che dietro ci sia una cultura e' verissimo ma vestirla con una casacca ben definita e' secondo me un controproducente oltre che incoerente.

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Troppo lungo per essere ripostato, ma condivido tutto ció che ha scritto Dane. Cazzo piú prolisso di me.:) Si, confermo a Roma stiamo messi male, e chi parla di mobilitá urbana lo fa spinto piú da interessi politici che per vero amore per la bicicletta. Ma é il dato demografico che regola tutto. Un auto equivale ad una tassa, una bici no! Ragion per cui non si parla di biciclette, ma di alternative vaghe, ragion per cui, si rifanno le strisce blu scolorite dal tempo per i parcheggi a pagamento e non si tappano le buche o si fanno piste ciclabili, ma solo parcheggi auto.

se a roma stiamo messi male è anche colpa dei romani che c'hanno un culo che pesa tonnellate

A proposito di Roma, ricordo quando da ragazzino delle medie ci andai la prima volta. Già allora trovavo un po' insopportabile un certo traffico milanese, ma a Roma restai sconvolto quando vidi che sul ciglio della strada e col semaforo verde mi era impedito l'attraversamento dalle auto che non si fermavano snobbandomi. Io restai perplesso fino allo sgomento quando mi accorsi che ad un metro da me, con un braccio appoggiato al semaforo e l'altra mano a far roteare svogliato il fischietto come le mignotte fanno con la borsetta c'era un vigile che ad un certo punto mi notò e mi apostrofò: "'A regazzi'!....va che se 'n te butti in mezz' a' strada 'n ze fermeno..."

Quindi parliamo anche di un certo problema culturale nel tessuto sociale, senza per questo negare le colpe della politica che a volte ci regala capolavori di puro dadaismo come questi:

 

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Argomento succoso giustamente portato alla luce. Io invito sempre a valutare le cose in maniera obiettiva e senza farsi trascinare dalla fazione a cui si appartiene, cosa che anche qui vedo sta succedendo. Spiego.

 

1) La questione del cicloattivismo odierno di cui le ciclofficine sono un'espressione pratica ricorda un po' quella dei sindacati di sinistra (quelli "veri", quelli di una volta, non quella congrega di parassiti difensori di scaldascrivanie e privilegi vari...): nessun lavoratore di destra può negare come molti dei propri diritti di lavoratore siano stati ottenuti grazie alle battaglie dei sindacati di sinistra, a cui dovrebbe essere eternamente grato.

Allo stesso modo è indubbio che in Italia la questione del ciclismo urbano sia stato smosso da alcune aree di sinistra, un po' perchè vagamente affine ad una certa filosofia politica e non solo, e un po' perchè a destra certi temi siano sempre stati di poco interesse (qualcuno dirà "ma perchè, quali sono gli argomenti di interesse del cdx italiano oltre a via i negri e difendiamo le tv?!" ma cerchiamo di non andare OT...).

 

2) Attenzione, però, perchè dove tali temi sono nati (cioè all'estero) la cosa non ha mai avuto connotazione politica. Al di là dei Provos olandesi (che discendono dai figli dei fiori) e rari altri casi, sebbene i movimenti non siano certo nati presso aree repubblicane statunitensi vicine a lobby petrolifere per ovvi motivi, l'appartenenza politica (intesa come partitica) non ha mai caratterizzato il movimento in maniera diretta come in Italia dove poi è arrivato (Critical Mass non è di sinistra, forzando il cocnetto potremmo dire che nacque perchè dei ciclisti pretesero diritto d'accesso al ponte di San Francisco, punto). Perchè?! Per due motivi:

a) Il primo è quello che ho detto, e cioè che in Italia certi temi sono stati più di interesse di una certa parte politica e abitualmente snobbati da una certa altra parte politica.

b) un certo vizio della sinistra italiana che spesso si appropria di battaglie, movimenti e filosofie straniere e le importa cercando più o meno strumentalmente di metterle sopra un marchio. Successe anche negli anni 90, quando gli ambienti dei centri sociali si appropriarono del movimento hip-hop cercando di spacciarlo come un movimento di sinistra e dando origini all'epoca delle Posse, quando negli USA dove nacque il movimento aveva sì caratterizzazione politica (come ha detto qualcuno "politica" non è solo "partito") ma non schieramento partitico (molte frange hip-hop avevano una connotaizone di destra, per quanto destra particolare: clamoroso il caso di Eazy-E, in cui la rabbia verso i bianchi sfociò in vero e proprio odio ad un certo punto da farlo bollare dai colleghi come "nazista nero", tano che gli NWA (Niggers With Attitude) ad un certo punto litigarono e cullarono l'idea di rifondarsi col nome di NWE (Niggers Without Easy-E).

 

3) Al di là di tutto credo che molto stia nella coscienza di ognuno e nel scelgiere come vivere la questione. La cosa che a me personalmente dà fastidio è una certa ipocrisia con cui si strumentalizzano certi temi. Una volta litigai con una blogger che scrisse "la bici è di sinistra", una puttanata che non vorrei mai leggere e con cui Marinetti si rivolta nella tomba (anche senza andare così indietro nel tempo potrei star qua 2 giorni a spiegare provocatoriamente perchè la bici è più destra che di sinistra, sia perchè giocando con le parole si può dire tutto, sia perchè ci sono esempi pratici). Ma ancora più rabbia mi fanno quei politici che come documentato da qualcuno si fanno belli sulla bici in campagna elettorale per blandire un certo elettorato vicino alla loro area politica e poi (eletti o non eletti) per il resto della vita non se la cagano di pezza.

 

4) In sostanza quindi che le ciclofficine siano animate da una certa area politica in Italia non è un problema, a me frega neinte del marchio, se una cosa è buona è buona, se è negativa è negativa. Quello che certi attivisti però dovrebbero evitare è il marchio così forzato e quell'atteggiamento così sprezzante nei confronti degli "altri", e qui torniamo ai discorsi fatti per le elezioni: finchè continuerai a sputare sull'altro, come farai a convincerlo ad avvicinarsi?!...finchè insisterai nel far credere che andare in bici significa avere i dreadlocks, piercing, tatuaggi (che a proposito di strumentalizzazioni una volta eran di destra, oggi son considerati di sinistra, da morir dal ridere...) ascoltare i 99 posse, andare in giro coi pantaloni che sembra che ti sei cagato addosso, sedersi per terra col cane pulcioso, votare Democrazia Proletaria, disprezzando tutti i "diversi" bollati inequivocabilmente come fighetti, etc., quando mai riuscirai ad avvicinare alla bicicletta chi legittimamente preferisce uno stile di vita differente e fargli capire determinate cose su ciclabilità urbana, mobilità sostenibile, etc.?!...

Non facciamo l'errore di certi partiti di chiudersi nella propria torre d'avorio rifiutando e spaventando i diversi per poi piangere e lamentarsi perchè il mondo non cambia: la filosofia va veicolata, non è la figa che più si nega e più viene rincorsa...

 

5) Al di là di tutto, che è solo un discorso generale, devo dire che io nelle ciclofficine milanesi non ho mai vissuto il problema. Conoscendo la gente capisci che l'orientamento politico è quello (ma forse più anarchico" che "comunista", tanto per capirci...) ma sinceramente non ho mai sofferto il problema. Io che non amo molto determinati ambienti devo dire che non mi son mai sentito a disagio e mai nessuno mi ha dato modo di sentirmene. Non ho mai visto cartelli o manifesti partitici, ne tentativi di propaganda o strumentalizzazioni politiche, ho sempre visto solo l'applicazione pratica della filosofia descritta.

Non ho mai visto nessuno che facesse l'esame a chi entrava, nè ho visto rifiutare l'accesso a qualcuno che non appartenesse alla fauna dread&piercing, tantomeno qualcuno mi ha interrogato sulle mie simpatie politiche (e meno male, dato che non avrei avuto la risposta...). Una volta addirittura è capitato che chiacchierassimo di politica ed io spiegassi perchè per mie vicende familiari mi dico anti-fascista quanto anti-comunista, senza che nessuno si scandalizzasse di ciò o mi facesse capire di essere indesiderato.

 

In conclusione: io spero solo che tutti possano trovare ciclofficine come quelle che ho frequentato io, e mi spiace per chi non ne trovi di eguali e per chi ne gestisca di differenti, perchè è un vero peccato.

sposami.

divento donna, promesso.

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Quest'estate dopo aver stortato un cerchio a Lubljana son entrato nello squat fichissimo in centro alla città cercando una ruota a prezzo modico.Ho trovato un ragazzo super disponibile che mi ha portato in soffitta piena di pezzi di bici e mi ha cambiato cerchio smontandola dalla sua bici e copertone.

Presumo tu parli di metelkova e vedi, li gli ideali politici di chi occupa il quartiere sono percepibili ma sono mascherati da quell'aria culturale e artistica che si respira. Se ci fossero stati degli enormi simboli politici sui muri invece che murales coloratissimi probabilmente sia io che te l'avremmo rimosso dal cervello e non citato in questa discussione.

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Qualsiasi dubbio va sviscerato. Big up per te, Faggio.;-)

Però tu muovi pretese un pelo egocentriche, lasciatelo dire.:-D

Provo a scrivere un pippone logorroico tutto mio, spero di giusta sintassi; pazientate, al solito e se non sintassi (voce del verbo sintare) abbiate pietà....

Ho cercato nel web qualche riferimento alle tue impressioni.

Dopo un paio di ‘avvisi polizieschi’ che invitano a non leggere certi contenuti, dopo aver ‘consentito eccezione’, entro nei siti e provo a cercare qualche riferimento ad una “ciclofficina popolare Asti”.

Non trovo moltissimo, probabilmente gli/animatori/animatrici utilizzeranno quei Social Forum per la comunicazione via web, di cui ne ignoro il contenuto.

Da quel poco che ho potuto vedere in qualche foto e leggendo qualche salamelecco hastag o chiocciola, non ho scovato nessun contenuto che potesse turbare le coscienze.

Dacci qualche indicazione, ci fosse, della ciclofficina astigiana.

 

(A proposito, non sarebbe male qualcuno/a adatto/a, aprisse nella sezione DIY, un thread che tracci una mappa delle ciclofficine e dove si possano postare ogni loro singola attività!).

 

Mi dispiace che certi posti provochino repulsione a chi entra una prima volta.

Non si può però per questo pretendere che i certi posti debbano essere cambiati dall’esterno, senza una partecipazione attiva e diretta.

 

Appurato è il fatto dell’esistenza di associazioni di persone che provano a promuovere idee ed altri stili, mai calcati fino ad ora dall'intera società.

Esse mettono in atto esperimenti lontani dai canoni offerti (in cambio di assoluta fedeltà) dalle istituzioni.

L’espressione di codeste entità si manifestano nelle lotte a difesa di certa cultura, difficilmente riconosciuta ma molto spesso osteggiata dall’ufficialità dell’esistente.

Negli ambiti dove si discute quale strada sia la migliore o ottimale, per raggiungere lo scopo prefisso condiviso, sperimentando modi di comportamento che si riconoscono a cultura ecologica, a difesa degli spazi, per una nuova socialità, la Cultura della Bicicletta ne è perfetta sintesi.

Inutile ricordare qui che la nostra comune esigenza sia di difendere con ogni mezzo a nostra disposizione il deambulare in bicicletta ed il poter spacciar saperi senza l’aiuto del Monopoly.

 

 

-Dov’è il problema?

Le bandiere sono un problema?

La faccia di #cheguevara, o il drappo di @narchia disturbano la pubblica quiete?

Sono sintesi anche quelle, che piaccia o no, vanno rispettate.

Siempre!:-DDD

 

-Oppure il problema è come meglio poter apparire ostico, per scacciare un comin’ out politico?

 

Quello che ti consiglio, non fosse nulla di tutto questo, se hai voglia, è di partecipare alle attivita della ciclofficina locale, non credo ti faranno baciare alcuna bandiera, se dichiari di avere solo voglia di sporcarti le mani di grasso.

 

La mia esperienza di ciclofficina, accolta nel csoa spezzino, si è purtroppo esaurita quasi subito: non ho avuto né la voglia, né il tempo di mantenerla attiva, essendone rimasto quasi l'unico all'opera.

Ironia della sorte, dopo il pistolotto retorico propagandistico che vi ho fatto, tutta la poca attrezzatura che fu della Ciclofficina Dinamo, è oggi in uso da un ristretto numero di ciclisti in fondo privato.:-D

Lì non vi è nessuna esigenza di pratica sociale o rivendicazione politica, però chi ha bisogno di tocchi di bici o trovare chiavi, sa di quel posto e non è cosa da poco.;-)

 

 

 

Non entro nel merito fascisti, ché sennò posto l'immagine dell'infame e traditore dal muso lungo in modalità P.zzale Loreto ON no cordless.

;-)

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Wizard secondo me a ha ragione, non esistono più certi estremismi tipici italiani, ma a qualcuno giova ancora tenerli vivi. Quando ho smontato la bici per farne la fissa, i pezzi li ho portati alla ciclofficina a Roma,pur non essendo Io di sinistra. Piena di bandiere tipiche di area, me ne sono fregato, perché il gesto mio era quello di non buttare al secchio materiale che invece poteva essere riusato, ed ho portato ruote nuove, freni,lasciandomi solo il telaio che poi mi avete scoprire con forcella incidentata. (pensa che cojone) ed altro che comunque avevo pagato. Non ho preso nulla in cambio se non un timido grazie, da qualcuno che vedendo sto marziano che donava, aveva più di qualche dubbio sulla veridicità del gesto. Pregiudizio un tantinello pesante perché appunto si ideologizza tutto in questo paese mediocre, anche dove pisci. Retorica che non serve a nulla se non a restare fermi. Quindi meno male che vado in bicicletta pur non essendo di sinistra, perché altrimenti sarei pervaso anche io di retorica inconcludente.

retorica inconcludente potevi proprio risparmiartela

lo sai che e` merito soprattutto di quei retori inconcludenti che sono 20 anni che provano a rivalutare la bici se oggi ci vai in giro?

lo sai che la riscoperta della bici, la partecipazione dal basso, l'ambientalismo etc... sono temi indissolubilmente legati a quei retori inconcludenti che da venti anni in europa e negli stati uniti si stanno sbattendo come dei pazzi anche per te? visto che ci vivi su questo pianeta

perdonami la schiettezza, ma leggendo tutti i tuoi vari commenti, qui e altrove, non ho potuto esimermi dal pensare... "ma dove vive questo? parla di "urban" ma m i sembra che abbia la testa solo sui libri" stai offrendo una visione piatta, astratta, irreale e soprattutto comoda della realta`. ti offro un suggerimento non richiesto (e quindi se sgradito mi scuso) prova a mettere il naso fuori dal tribunale e a vedere il mondo con un occhio meno miope/cinico... il mondo sta cambiando... sveglia! 10 anni fa col cazzo che andavi in tribunale in bici x roma con la tua fissa... se hai finalmente il diritto di scegliere anche a roma il mezzo con cui muoverti lo devi soprattutto a squotters, messangers, critical massers che si sbattono da 20 anni, un po' di rispetto se proprio non riesci ad essere riconoscente

 

p.s.

sabato sera sono stato all'XM24 un posto occupato davvero (non scherzo!) marcio e sporco (che ospita la splendida ciclofficina popolare Ampioraggio, gestita da gente generosa e simpatica).

c'era un concerto screamo core, robba abbestia piena zeppa di punk e scoppiati... un bordello.

io ci sono andato ben pettinato,  in completo grigio, camicia nera e cravatta bordeaux... sapevo che nessuno dall'ingresso in poi mi avrebbe detto niente o guardato strano e così è stato.

chissà se uno qualsiasi di quei punk avesse frequentato un qualsiasi altro posto come sarebbe stato accolto... se con il civilissimo atteggiamento con cui sono stato accettato io (in un certo senso ero provocatorio con quel look...) o con diffidenza/fastidio/disprezzo.... in alcuni casi violenza.

 

Ma a Bologna?

Di imbecilli ce ne sono molti anche li (scusate la franchezza), ma spesso e volentieri, per fortuna direi, non si bada all'aspetto. Vieni in un paesone del cazzo che si crede città e purtroppo cambierai idea. Non faccio esempi ma penso sia chiaro il concetto.

: )

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-Dov’è il problema?

Le bandiere sono un problema?

La faccia di #cheguevara, o il drappo di @narchia disturbano la pubblica quiete?

Sono sintesi anche quelle, che piaccia o no, vanno rispettate.

Siempre!:-DDD

 

Infatti, rispettiamole tutte.

 

casapound_italia2.jpg

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