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"pochi capivano il jazz, troppe cravatte sbagliate"


sursum corda
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Vista la passione per la chitarra e la poca confidenza jazzistica mi limito a consigliarte un certo Pat Metheny.

http://www.youtube.com/watch?v=Ly-0nXL1H-k

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bellissimo l'intervento di Dane!

mio papà a casa ha una vecchia raccolta di 100 e più dischi uscita credo negli anni '60.. si chiama "i grandi del jazz" e segue la scansione di generi fatta da Dane: origini, big band, crooners, be bop, hard bop, avanguardia, etc etc etc

da bambino i miei mi hanno "nutrito" con quei dischi (e ora ascolto i neurosis.. uuhm.. :D) ed ero andato in fissa totale per sidney bechet, poi crescendo in mezzo ai dischi punk e hardcore ho fatto spazio a parker, monk, coltrane, davis, cannonball adderley, archie shepp, mingus e compagnia... non ho mai retto granchè invece fusion, acid e compagnia bella, non ci sento il "cuore", sicuramente c'è molto cervello, ma non riesco a sentire la vibrazione giusta...

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Ciao! Che spettacolo tanti amanti del jazz!!

Io posso consigliare di ascoltare jazz dal vivo!! Cercare le serate nei jazz club locali...senza aspettarsi nomi famosi...

Io così ho conosciuto grandi personaggi del jazz italiano vecchio stampo! e così si assapora l'atmosfera del jazz...

Salette piccole...pochi posti a sedere...a 2 o 3 metri dai musicisti...Secondo me è così che si assapora veramente il jazz!

Niente da dire ovviamente su tutti gli artisti proposti nei precedenti post! e complimenti a Dane per il suo intervento!!!

Ciao a tutti!! e buone dissonanze!

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mmm, credo non sia stato nominato, ma un artista che a me personalmente piace molto è Bill Evans ( e il Bill Evans Trio):

Riguardo a Brubeck, questa improvvisazione mi fa morire:

Bel thread, comunque! Anche io è solo di recente che sto avvicinandomi meglio al jazz, nonostante abbia studiato e suonato sax per 5 anni.

mmm, credo non sia stato nominato, ma un artista che a me personalmente piace molto è Bill Evans ( e il Bill Evans Trio):

quotonone ..... Bill Evans è il mio preferito: bianco, sfigato, depresso ... ma che dita ragazzi !!!

"Conversations with myself" ascoltato mentre guardi sconsolato dentro al tuo frigo vuoto a conclusione di una giornata storta è un'esperienza che ogni Vero Maschio dovrebbe fare

ma come non citato, dieci minuti prima io "citossi"! ;)

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Bill Evans, che è partito dal modale di Davis per creare la sua strada fatta di atmosfere rarefatte e perdita dell'unità di tempo (inversioni dalle armonie pazzesche, cascate di sedicesimi con la destra e floating ritmico di basso e batteria), Keith Jarret, che ha creato la sua strada per un free jazz più facilmente fruibile (con o senza trio ad accompagnarlo), e Michel Petrucciani che navigando sulle atmosfere dell'uno e surfando sulle sperimentazioni dell'altro ha chiuso la cerniera impacchettando un secolo di storia della musica. Come diceva Charlie Parker: "Non è vero che un bianco non possa suonare il jazz, basta che abbia sofferto come un negro..."

di evans in trio ho tutto (in vinile) e Petrucciani son ancora riuscito a vederlo dal vivo in epoca insospettabile (1996), che effetto mi fece vederlo a fianco di Chopin al Pere Laçaise...

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di evans in trio ho tutto (in vinile) e Petrucciani son ancora riuscito a vederlo dal vivo in epoca insospettabile (1996), che effetto mi fece vederlo a fianco di Chopin al Pere Laçaise...

Cos'è Riky? Un cognac? ;-)

Scherzi a parte, quando ci son stato io, ancora Petrucciani suonava e c'era

ancora il busto di un altro noto "residente".

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mmm, credo non sia stato nominato, ma un artista che a me personalmente piace molto è Bill Evans ( e il Bill Evans Trio):

Riguardo a Brubeck, questa improvvisazione mi fa morire:

Bel thread, comunque! Anche io è solo di recente che sto avvicinandomi meglio al jazz, nonostante abbia studiato e suonato sax per 5 anni.

mmm, credo non sia stato nominato, ma un artista che a me personalmente piace molto è Bill Evans ( e il Bill Evans Trio):

quotonone ..... Bill Evans è il mio preferito: bianco, sfigato, depresso ... ma che dita ragazzi !!!

"Conversations with myself" ascoltato mentre guardi sconsolato dentro al tuo frigo vuoto a conclusione di una giornata storta è un'esperienza che ogni Vero Maschio dovrebbe fare

ma come non citato, dieci minuti prima io "citossi"! ;)

ops, pardon! Ammetto di aver scorso i commenti un po' frettolosamente, preso dall'euforia di aver trovato questo thread interessante...

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Vabbè nomi se ne potrebbero fare a centinaia, quanti ne ho tralasciati?! Sonny Rollins per tutto l'excursus bop (si, ok, Oleo, ma che pezzo è St Thomas?!...) , Zoot Sims per il Cool Jazz (assenza di vibrato e batteria spazzolata?!...), McKoy Tyner per la Trane Addiction (non avesse fatto il musicista avrebbe fatto l'interprete-traduttore), etc...Questo invece è il mio amico e maestro Fabrice, a saperlo che c'erano tanti amanti del jazz vi invitavo al suo concerto di dicembre. Tanto per farvi capire di chi parlo, si tratta del più grande pianista di boogie al mondo, l'uomo che sta sul guinnes dei primati per aver suonato 24 ore consecutive, maestro assoluto di tutto il jazz tradizionale, dal blues di Memphis Slim al swing di Errol Garner, dal rag-time di Jelly Roll Morton allo stride di Fats Waller, tecnica inarrivabile, fantasia ecellente e tanto ironia che diverte anche gli spettatori non strettamente appassionati del genere.

Questo è un teaser che feci per un suo vecchio concerto basato più che altro sulle "guasconate" ma rende l'idea:

http://www.facebook.com/video/video.php?v=282432695142458

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Vabbè nomi se ne potrebbero fare a centinaia, quanti ne ho tralasciati?! Sonny Rollins per tutto l'excursus bop (si, ok, Oleo, ma che pezzo è St Thomas?!...) ,....

e che pezzo è lo standard "on green dolphin street" che il nostro provvede a rigirare come un calzino nell'album "on impulse" sembra che giri sempre intorno ad unsa sola nota, pazzesco!

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Ecco, io sono uno di quelli che non ne capisce nulla di jazz.

Qualcuno di voi potrebbe illuminarmi e consigliarmi qualcosa da ascoltare?

Conosco solo Chet Baker, ma vorrei approfondire la conoscenza.

Forza fuori i consigli!!

uomini scimmia del jazz... così eravamo noi

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Vabbè, quante pagine ho a disposizione per rispondere?!... :-D

Suono dall'età di 3 anni (figlio di musicista, e quando nasci nella mia famiglia impari a suonare prima di andare in bicicletta...), il jazz da quando ne avevo 5 (ho imparato a leggere il pentagramma prima di saper leggere e scrivere), quindi ho un impatto sull'argomento molto "pedagogico". In breve: per capire il jazz devi ascoltarlo tutto, poi scegli cosa ti piace ma non puoi andare a cazzo........

Prima di tutto, la cosa che mi piace di più di queste pagine è la varieta degli ascolti, da zorn a bill evans passando per moon dog. In Italia l’intelligenza non si è ancora spenta !

Poi, grazie a Dane per la bella e appassionata ricostruzione.

Per alimentare un po’ il dibattito, direi però che sono assolutamente d’accordo a metà.

Se certo il rapporto/scontro afroamericani/bianchi è stato rilevante, non ridurrei il jazz a una battaglia di appropriazione identitaria. Il meglio del Jazz è stato dato quando le identità si sono confuse : del resto, il jazz stesso nasce come « perversione » del blues, come « disidentificazione » dai canoni. Se il jazz ha una tradizione, questa consiste forse proprio nell’essersi a ogni volta strappato dalla propria identità.

Penso, per esempio, a Charlie Parker, che ammirava Stravinskj, penso a Mingus che si interessava al lavoro di Joni Mitchell o agli Art Ensemble of Chicago che mettevano in atto una singolare convergenza fra riscoperta della musica africana e avanguardia atonale, attaccando su due fronti il rapporto fra jazz e ‘intonazione’.

Proprio partendo da questa considerazione, arriva il mio secondo punto benevolmente polemico con Dane : il jazz, lungi da essere morto o comatoso, a partire dagli anni ’70 si è ramificato in una impressionante varietà di contaminazioni ben più varie e ben più interessanti che il solo jazz-rock o jazz-funk. Sostenere poi - come fanno alcuni - che queste varie derive « non sono jazz » per me vuol dire poco, in quanto - per tornare al punto di prima - la tradizione del jazz per me consiste proprio nella costante « perdita » della propria identità, nella costante capacità di costruire la propria tradizione, disfando ad ogni passo l’identità della propria forma presente.

Detto questo, metto qui un personalissimo e discutibilerrimo assaggio di sperimentazioni che secondo me vale la pena ascoltare, anche se non sono sempre facili di primo acchito.

allora

l'art ensemble of chicago: apparentemente "regressivo", ripesca la tradizione delle brass band ed usa largamente infulenze di muisica africana, combinandole con elementi di ripetitività molto funk, ma producendo un risultato in cui il suono risulta aperto, in cui soprattutto le improvvisazioni e i temi non si alternano, ma i musicisti sono largamente liberi di sovapporsi

qui miles davis, dopo essere stato fra gli iniziatori della svolta modale, sperimenta qualcosa di nuovo. I suoni sono grezzi, la ritmica è piatta, ripetitiva e ossessiva: il risultato è molto violento, un suono sbattuto in faccia, senza variazioni d'umore o leziosismi. Miles si interessa al funk, ma ne tralascia gli aspetti facili o accattivanti. Il funk diventa così "free" non già diluendone la struttura ritmica, ma portandola invece al suo parossismo. (si noti che un ruolo maggiore è dato a Dave Liebman, sassofonista bianco)

alla scuola di Thelonious Monk si forma poi un altro sassofonista di genio, Steve Lacy, che trova un punto di contatto fra le strutture minimali, ripetitive, di Monk, e l'avanguardia minimalista newyorkese dell'epoca (da Glass a Brion Gysin passando per Laurie Anderson).

questo modo minimalista di affrontare le strutture dei pezzi lacy lo prende da monk, il cui genio compositivo e pianistico, stava per me proprio nella sua capacità di spogliare i temi, portarli alla loro essenza, distorcendone però l'armonia e la struttura ritmica attraverso un suono grezzo, quasi "stonato" e con degli intervalli che ne spezzano il fluire ordinato della struttura ritmica

http://www.youtube.com/watch?v=woMpVEXDHC8

per me in questo antisentimentalismo c'è un'emotività molto superiore a mille sdolcinature di un certo jazz facilone

il genio compositivo di monk mi fa pensare subito a un'atra delle grandissime compositrici e arrangiatrici del secolo: carla bley.

suona anche lei il piano da 'compositrice', senza fronzoli e mettendo in risalto le strutture. Il primo pezzo è un duo con steve swallow, che per me sta al basso come dio sta al creato e io al cazzeggio. Il secondo è un live dell'orchestra da lei diretta. una reinterpretazione di uno standard, in cui, anzichè far "swingare" l'orchstra, intesse tutto il pezzo intorno a un assolo (che si mescola con parti di tema) infinito di Gary Valente.

concludo con un po' di confusione

a- un chitarrista noise che suona con un bassista di funk

http://www.youtube.com/watch?v=5MyqzG3Y86E&feature=related

b- il punto in cui il free jazz incontra il noise di provenienza metal

http://www.youtube.com/watch?v=BnJGVzrYdUs

c- e una bravissima violoncellista di formazione classica, che suona free, con un forte influsso di musica "concreta", esplorando il confine fra suono notato, suono improvvisato, e rumore

trovo emozionante il modo in cui lo strumento venga esplorato al di là della sua funzione principale, del suo "produrre note": del violoncello viene fatto risuonare il legno, vengono usati i suoni prodotti dallo sfregamento delle corde contro le dita. O ancora vengno prodotti suoni non già facendo vibrare le corde in modo che il suono venga amplificato dalla cassa armonica, ma pressando eccessivamente l'archetto, in modo che il suono risulti strozzato. Le potenzialità espressive, mi pare, aumentano in questo caso trovando tanto dei suoni-limite quanto dei limitazioni al suono.

henry threadgill, che ha messo insieme musica classica contemporanea, free jazz e tradizione popolare americana, invece in un prossimo post.

Modificato da oromisso (visualizza cornologia modifica)
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Ecco, io sono uno di quelli che non ne capisce nulla di jazz.

Qualcuno di voi potrebbe illuminarmi e consigliarmi qualcosa da ascoltare?

Conosco solo Chet Baker, ma vorrei approfondire la conoscenza.

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uomini scimmia del jazz... così eravamo noi

Così ervamo noi!

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