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[How to] Sponsorizzazioni


mariazzo
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4 ore fa, Alb ha scritto:

mio consiglio completamente controcorrente o diverso rispetto alla maggioranza.

comprati quella roba che ti serve, usa quel tempo che dovresti spendere sui social per pedalare di piu, bere birre con persone vere o lavare la bici.

non fermarti a fare foto per IG, fai foto con i tuoi occhi.

non venderti per due barrette, davvero.

io ho smesso di seguire persone che conoscevo (+ o -) perche' sono stomacato dal livello di compravendita influencer-style osservata.

 

Il confine e' sottile...

 

 

Però io ho sempre ammirato Roberto da Crema, detto il Baffo. Di influencer non seguo nessuno perché la categoria è ampia e dato che - pure se li butto fuori a pedate dalla porta, tante volte rientrano dalla finestra - le cose non le seguo ma le vedo, vedo anche tanti deficienti ignoranti come scarpe seguiti da migliaia se non milioni di persone. Gente che tolto questo non sa fare nulla. 

Ci sarebbe poi da aprire la parentesi su chi professa determinate idee, anche politiche, ma poi intrallazza con la peggio merda perché tiene famiglia (e ho anche amici e conoscenti fra questi e la cosa mi mette sempre molto tristezza). Ma non è il caso.

Nel mio piccolo ho sempre pensato che sarebbe bello aiutare qualcuno. Lo faceva già mio padre decenni fa con la locale squadra di calcio (Casale F.C.).

E sottoscrivo tutto quello che hai detto.

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1 ora fa, EcoBalle ha scritto:

@riky76 tu non eri/sei brand ambassador? C'illumini d'immenso, suvvia

beh, giornata pesante ma ora ho un momento e, letto tutto a modo, porto la mia esperienza.

Premesso che oramai si tratta solo di "ero" e che in nessun modo mi sono lasciato male con le aziende con cui sono entrato in contatto... che poi la base nei rapporti più che le aziende ovviamente lo fanno le persone.

Non sono figo, non ho le tette (beh ultimamente considerando il grasso corporeo spunta qualcosina che mi ostino a chiamar pettorali...), non ho mai vinto un cazzo di importante... ma: scrivo. E probabilmente un po' scrivo anche benino dato che non ho mai cercato aziende in campo bici ma son sempre stato da loro contattato. Epoca (nota essenziale) 2014-15.

Sembra pochi anni fa ma sul web è un'era geologica fa e in quel tempo la gente o mediamente chi si interessava di bici in generale era un utente con una voglia di imparare attiva, ovvero leggendo e valutando qua e là le opinioni sui prodotti e facendosi ispirare dai racconti a tema bici. Io ancora oggi sostanzialmente solo quello so fare: provare qualcosa e parlarne con coscienza di causa e raccontare quello che mi capita in sella facendo idealmente salir su anche chi legge.

In questo modo aziende anche grosse (sapete quali sono) per qualche anno mi hanno supportato non per la visibilità in se (che comunque con 4k su instagram, 2k su strava e twitter qualche utente finale veniva chiaramente raggiunto) ma per come sapevo raccontare quanto sia bello spingersi al di fuori della propria confort zone (anni che volevo scrivere sta frase e finalmente l'occasione buona!) e far immedesimare chi ancora era indeciso sul provarci o meno.

 

Bene, ora come ora alle aziende di questa cosa non frega più un cazzo di niente. Se vogliamo il mio difetto è il non essermi evoluto, il continuare a dover tenere l'attenzione di chi sta sul web per 5-8 minuti, cosa che invece, oggi, è assestata in termini di qualche secondo, al massimo. Ah, e l'unico social di cui frega qualcosa alle aziende è instagram, puoi avere i follower di elon musk su twitter, non conti un cazzo per loro...

Per cui, in maniera velata o esplicita (ed apprezzo di più la seconda) mi è stato detto: "ok, grazie ma basta così, a noi servono i grossi numeri su ig, non sapere che hai provato a fondo un prodotto e ne sai tratteggiare tutti i pregi in un articolo. 

Quindi pazienza, ho dalla mia l'esser restato amico con le persone con cui dal giorno uno avevo creato un intesa bidirezionale e non solo un ritorno secco, e con loro ho ancora la fortuna di aver qualche agevolazione o via preferenziale che mi pone su di un piano di "best stakeholder" come fa fico dire ora... spero appunto per l'amicizia e non per un concetto del tipo "se questo ci sputtana su internet poi qualcuno magari non compra più da noi..."

 

Finisco dicendo che in 10 anni di blog, l'articolo in assoluto più letto è la mia prova del CAAD12, bici che mi aveva prestato il mio negoziante per una settimana e che non ho comprato ma che, tramite il mio articolo, hanno comprato almeno almeno cinque miei amici, fatto non trascurabile... 

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4 ore fa, Alb ha scritto:

mio consiglio completamente controcorrente o diverso rispetto alla maggioranza.

comprati quella roba che ti serve, usa quel tempo che dovresti spendere sui social per pedalare di piu, bere birre con persone vere o lavare la bici.

non fermarti a fare foto per IG, fai foto con i tuoi occhi.

non venderti per due barrette, davvero.

io ho smesso di seguire persone che conoscevo (+ o -) perche' sono stomacato dal livello di compravendita influencer-style osservata.

 

Il confine e' sottile...

 

 

sì e no...

nel senso che oggi una foto conta 1/100 rispetto ad un video ed è pieno di #youtuberdenojartri che passano necessariamente i pomeriggi in montaggio video per rendere appetibili le cazzate che sparano... e questo è abbastanza avvilente e sì, un pomeriggio a pedali vale mille volte di più di un pomeriggio a montare un video, per quanto figo possa essere il video che fa il pieno di like...

ma fermarsi a far foto per condividere la bellezza che trovi solo arrivando in certi posti in bici, oltre a far davvero innamorare la gente di questa disciplina, è anche un fantastico diario personale di quanto di bello c'è la fuori quindi io per primo mi fermo ben spesso a far foto (telefono eh, non ho più la mano sulla reflex e lo stesso peso l'ho convertito in panza da birra...) proprio per legare meglio i miei ricordi.

Sono la cosa più triste del mondo i selfie su ig con di fianco le barrette o gli integratori, per una roba del genere come minimo vorrei uno stipendio, altro che "ti paghiamo in visibilità"

 

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9 minuti fa, riky76 ha scritto:

beh, giornata pesante ma ora ho un momento e, letto tutto a modo, porto la mia esperienza.

Premesso che oramai si tratta solo di "ero" e che in nessun modo mi sono lasciato male con le aziende con cui sono entrato in contatto... che poi la base nei rapporti più che le aziende ovviamente lo fanno le persone.

Non sono figo, non ho le tette (beh ultimamente considerando il grasso corporeo spunta qualcosina che mi ostino a chiamar pettorali...), non ho mai vinto un cazzo di importante... ma: scrivo. E probabilmente un po' scrivo anche benino dato che non ho mai cercato aziende in campo bici ma son sempre stato da loro contattato. Epoca (nota essenziale) 2014-15.

Sembra pochi anni fa ma sul web è un'era geologica fa e in quel tempo la gente o mediamente chi si interessava di bici in generale era un utente con una voglia di imparare attiva, ovvero leggendo e valutando qua e là le opinioni sui prodotti e facendosi ispirare dai racconti a tema bici. Io ancora oggi sostanzialmente solo quello so fare: provare qualcosa e parlarne con coscienza di causa e raccontare quello che mi capita in sella facendo idealmente salir su anche chi legge.

In questo modo aziende anche grosse (sapete quali sono) per qualche anno mi hanno supportato non per la visibilità in se (che comunque con 4k su instagram, 2k su strava e twitter qualche utente finale veniva chiaramente raggiunto) ma per come sapevo raccontare quanto sia bello spingersi al di fuori della propria confort zone (anni che volevo scrivere sta frase e finalmente l'occasione buona!) e far immedesimare chi ancora era indeciso sul provarci o meno.

 

Bene, ora come ora alle aziende di questa cosa non frega più un cazzo di niente. Se vogliamo il mio difetto è il non essermi evoluto, il continuare a dover tenere l'attenzione di chi sta sul web per 5-8 minuti, cosa che invece, oggi, è assestata in termini di qualche secondo, al massimo. Ah, e l'unico social di cui frega qualcosa alle aziende è instagram, puoi avere i follower di elon musk su twitter, non conti un cazzo per loro...

Per cui, in maniera velata o esplicita (ed apprezzo di più la seconda) mi è stato detto: "ok, grazie ma basta così, a noi servono i grossi numeri su ig, non sapere che hai provato a fondo un prodotto e ne sai tratteggiare tutti i pregi in un articolo. 

Quindi pazienza, ho dalla mia l'esser restato amico con le persone con cui dal giorno uno avevo creato un intesa bidirezionale e non solo un ritorno secco, e con loro ho ancora la fortuna di aver qualche agevolazione o via preferenziale che mi pone su di un piano di "best stakeholder" come fa fico dire ora... spero appunto per l'amicizia e non per un concetto del tipo "se questo ci sputtana su internet poi qualcuno magari non compra più da noi..."

 

Finisco dicendo che in 10 anni di blog, l'articolo in assoluto più letto è la mia prova del CAAD12, bici che mi aveva prestato il mio negoziante per una settimana e che non ho comprato ma che, tramite il mio articolo, hanno comprato almeno almeno cinque miei amici, fatto non trascurabile... 

Bisogna anche considerare una cosa e non sto parlando necessariamente di ciclismo.
Ora tutti guardano solo ai numeri. Aziende, editori, agenzie, curatori, manager, ecc. Conta solo il numero. Demandano tutto il loro lavoro ai numerini in alto e al numero di cuoricini. La qualità, la capacità, lo stile, i modi, contano poco o nulla. Devo ancora avere delle mail di editori francesi (almeno un paio) che molto francamente mi dicono che a loro interesserebbero anche le mie fotografie (non che mi creda chissà chi eh, chiarisco subito) ma non ho i numeri e senza numeri non vendono. Quindi il furbo che a tempo debito si è accaparrato i followers ora lavora e magari ci campa pure, facendo vendere.
Chiaramente non serve nemmeno grattare la superficie per capire tutto ciò. Il fatto che Glenn O'Brien avesse meno followers di Chiara Ferragni - uno che era influencer quando internet come lo conosciamo ora non era nei pensieri di nessuno - la dice lunga sul funzionamento di certe dinamiche. Chiara Ferragni per me è spazzatura, nemmeno riciclabile. Glenn O'Brien era un grande scrittore e icona di stile sul serio. E questo ragionamento è applicabile a decine, centinaia di persone e personaggi.

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7 minuti fa, legnogrezzo ha scritto:

Bisogna anche considerare una cosa e non sto parlando necessariamente di ciclismo.
Ora tutti guardano solo ai numeri. Aziende, editori, agenzie, curatori, manager, ecc. Conta solo il numero. Demandano tutto il loro lavoro ai numerini in alto e al numero di cuoricini. La qualità, la capacità, lo stile, i modi, contano poco o nulla. Devo ancora avere delle mail di editori francesi (almeno un paio) che molto francamente mi dicono che a loro interesserebbero anche le mie fotografie (non che mi creda chissà chi eh, chiarisco subito) ma non ho i numeri e senza numeri non vendono. Quindi il furbo che a tempo debito si è accaparrato i followers ora lavora e magari ci campa pure, facendo vendere.
Chiaramente non serve nemmeno grattare la superficie per capire tutto ciò. Il fatto che Glenn O'Brien avesse meno followers di Chiara Ferragni - uno che era influencer quando internet come lo conosciamo ora non era nei pensieri di nessuno - la dice lunga sul funzionamento di certe dinamiche. Chiara Ferragni per me è spazzatura, nemmeno riciclabile. Glenn O'Brien era un grande scrittore e icona di stile sul serio. E questo ragionamento è applicabile a decine, centinaia di persone e personaggi.

d'accordo su tutto tranne su quello messo in grassetto, nel senso che ferragni è una delle aziende con un modello di business tra i più dinamici ed efficienti oggi. Con un team ben cazzuto alle spalle che analizza, trova strategie e si muove alla velocità di un colibrì circondato da elefanti. Per cui nulla da dire, anzi, buon per lei/loro. Non esprimo giudizi sulla persona non conoscendola direttamente, ma il fatto che (pare) abbiano realmente comprato due bici cargo che usano per spostarsi, far la spesa ed andar al parco coi figlioli me la fa diventare quasi simpatica

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9 minuti fa, riky76 ha scritto:

d'accordo su tutto tranne su quello messo in grassetto, nel senso che ferragni è una delle aziende con un modello di business tra i più dinamici ed efficienti oggi. Con un team ben cazzuto alle spalle che analizza, trova strategie e si muove alla velocità di un colibrì circondato da elefanti. Per cui nulla da dire, anzi, buon per lei/loro. Non esprimo giudizi sulla persona non conoscendola direttamente, ma il fatto che (pare) abbiano realmente comprato due bici cargo che usano per spostarsi, far la spesa ed andar al parco coi figlioli me la fa diventare quasi simpatica

Ha comunque promosso un modello di vita e business basato praticamente solo sulle apparenze e sul consumismo più sfrenato, intrallazzando naturalmente con Amazon e penso che su Amazon non debba aggiungere altro. Che poi come azienda funzioni bene non lo metto in dubbio. Ma per me rimane spazzatura che fa produrre spazzatura e inquinamento. Per non parlare del di lei marito, altrimenti mi becco una denuncia.

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In questo momento, legnogrezzo ha scritto:

Ha comunque promosso un modello di vita e business basato praticamente solo sulle apparenze e sul consumismo più sfrenato, intrallazzando naturalmente con Amazon e penso che su Amazon non debba aggiungere altro. Che poi come azienda funzioni bene non lo metto in dubbio. Ma per me rimane spazzatura che fa produrre spazzatura e inquinamento. Per non parlare del di lei marito, altrimenti mi becco una denuncia.

ah, palese... così come ogni grosso business dal 1982 ad oggi, per lo meno qui in italia

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3 minuti fa, riky76 ha scritto:

ah, palese... così come ogni grosso business dal 1982 ad oggi, per lo meno qui in italia

Diciamo che abbiamo anche badato molto alla qualità e in alcuni casi lo facciamo pure ora. E io pur essendo stato un tempo appassionato di moda e per appassionato non intendo quegli isterici maniaci che scambiano il pettegolezzo e l'ostentazione per passione, ora mi trovo davvero in difficoltà ad esserlo perché l'industria della moda è troppo potente, troppo inquinante, poco trasparente. E il discorso torna a quello che ho scritto poco più sopra sul conciliare idee (anche politiche) con quello che poi si fa in realtà nella vita di tutti i giorni e scusate tutti per l'OT.

:)

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1 ora fa, legnogrezzo ha scritto:

Però io ho sempre ammirato Roberto da Crema, detto il Baffo. Di influencer non seguo nessuno perché la categoria è ampia e dato che - pure se li butto fuori a pedate dalla porta, tante volte rientrano dalla finestra - le cose non le seguo ma le vedo, vedo anche tanti deficienti ignoranti come scarpe seguiti da migliaia se non milioni di persone. Gente che tolto questo non sa fare nulla. 

Ci sarebbe poi da aprire la parentesi su chi professa determinate idee, anche politiche, ma poi intrallazza con la peggio merda perché tiene famiglia (e ho anche amici e conoscenti fra questi e la cosa mi mette sempre molto tristezza). Ma non è il caso.

Nel mio piccolo ho sempre pensato che sarebbe bello aiutare qualcuno. Lo faceva già mio padre decenni fa con la locale squadra di calcio (Casale F.C.).

E sottoscrivo tutto quello che hai detto.

Altra cosa che non mi suggerisci tu ma che stavo ragionando.

tutte ste sponsorizzaziano poi..come risultano ai fini di pagar tasse?

mi spiego meglio, se non ti danno 100 euro in pezzi di carta o bonifico ma ti danno un paio di SCARPERANDOM...come viene questo "monitorato" in un Stato (l'Itaglia) dove ci sono circa 930 miliardi di Euro di tasse (dico novecentotrentamiliardi di euro) NON pagati??

 

E non parlo della Ferragni che sicuramente dichiara e paga piu tasse dell'imbianchino che ha appena rifatto casa a mia zia (esempio random) ma parlo dei vari influencer che gravitano attorno alla biga....

Modificato da Alb (visualizza cornologia modifica)
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54 minuti fa, riky76 ha scritto:

sì e no...

nel senso che oggi una foto conta 1/100 rispetto ad un video ed è pieno di #youtuberdenojartri che passano necessariamente i pomeriggi in montaggio video per rendere appetibili le cazzate che sparano... e questo è abbastanza avvilente e sì, un pomeriggio a pedali vale mille volte di più di un pomeriggio a montare un video, per quanto figo possa essere il video che fa il pieno di like...

ma fermarsi a far foto per condividere la bellezza che trovi solo arrivando in certi posti in bici, oltre a far davvero innamorare la gente di questa disciplina, è anche un fantastico diario personale di quanto di bello c'è la fuori quindi io per primo mi fermo ben spesso a far foto (telefono eh, non ho più la mano sulla reflex e lo stesso peso l'ho convertito in panza da birra...) proprio per legare meglio i miei ricordi.

Sono la cosa più triste del mondo i selfie su ig con di fianco le barrette o gli integratori, per una roba del genere come minimo vorrei uno stipendio, altro che "ti paghiamo in visibilità"

 

Bhe chiaro, IG che intendevo era l'IG dei selfi solitari con barretta in mano.

Per me che ho problemi di memoria, IG mi ricorda dove sono stato e cosa ho visto in bici etc. nessuno vieta l uso dei social per se stessi e congiunti..altra cosa e' la marchetta continua che si vede...

 

cmq dopo tutto sto pippone di millemila reply @mariazzomandami l indirizzo che a parita' di non fare l'ennesimo influencer mi dici cosa ti vuole e te lo regalo 😛

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4 minuti fa, Alb ha scritto:

Altra cosa che non mi suggerisci tu ma che stavo ragionando.

tutte ste sponsorizzaziano poi..come risultano ai fini di pagar tasse?

mi spiego meglio, se non ti danno 100 euro in pezzi di carta o bonifico ma ti danno un paio di SCARPERANDOM...come viene questo "monitorato" in un Stato (l'Itaglia) dove ci sono circa 930 miliardi di Euro (dico novecentotrentamiliardi di euro) NON pagati??

 

E non parla della Ferragni che sicuramente dichiara e paga piu tasse dell'imbianchino che ha appena rifatto casa a mia zia (esempio random) ma parlo dei vari influencer che gravitano attorno alla biga....

Ma fa affari con aziende che non le pagano e con altre che molto probabilmente sfruttano manodopera di gente che lavora in fabbriche lager, senza contare che avrà fior di commercialisti che qualche sconticino legalizzato sfruttando tutte le pieghe del sistema, glielo faranno ottenere.

Sugli altri piacerebbe capire anche a me e penso anche a Mariazzo che ha posto la domanda. 

Io ho un amico che gestendo un blog, anni fa, ha ricevuto molti regali, ma davvero tanti (qualcuno è passato anche a me) e la parola influencer nemmeno esisteva e non esisteva nemmeno instagram. Appena lo sento chiedo informazioni. Se non erro era tutto registrato e alla luce del sole.

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Mi pare sia da poco entrata in vigore una norma (o ne stanno ancora parlando) che evita agli influencer di fare gli evasori poiché devono dichiarare quando in una foto un bene è pubblicizzato.

 

Prima eludevano il sistema dicendo che erano regali/omaggi/cose comprate.

 

O.T. Tornando al discorso Ferragni, sarà anche una "azienda moderna e dinamica", ma non da lavoro a un cazzo di persone (si e no una trentina tra programmatori/fotografi/designer/commercialisti), non offre nemmeno un servizio terziario, ne ridistribuisce ricchezza, anzi.

Se dobbiamo basare l'economia futura su realtà aziendali così mi do ad un corso di brigantaggio .

Fine O.T.

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14 ore fa, Alb ha scritto:

Altra cosa che non mi suggerisci tu ma che stavo ragionando.

tutte ste sponsorizzaziano poi..come risultano ai fini di pagar tasse?

mi spiego meglio, se non ti danno 100 euro in pezzi di carta o bonifico ma ti danno un paio di SCARPERANDOM...come viene questo "monitorato" in un Stato (l'Itaglia) dove ci sono circa 930 miliardi di Euro di tasse (dico novecentotrentamiliardi di euro) NON pagati??

semplicemente non vengono pagate...
se non c'è una compravendita con passaggio di denaro non c'è tassazione

 

in realtà il fornitore del bene o servizio cede il bene a titolo gratuito ma per la sua produzione avrà usato materie prime e servizi che sono tassati, ma banalmente l'IVA non c'è

 

altro discorso è la pubblicità

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Negli anni ho avuto a che fare con parecchi influencer/ambassadors e non ho ne ho mai conosciuto uno/una di sveglio/a.

Le aziende risparmiano soldi in pubblicità (avete presente quanto costa una pagina su un giornale?) regalando gadget/prodotti.

conosco persone con 3k follower che pubblicano la storia con le nuova Adidas e scrivono “grazie Adidas”. Questi sono influencer wannabe. Le scarpe se le sono comprate da soli e si fingono ambassador di stocazzo solo per sentirsi fichi.

poi ci sono le varie liisa kiddo & Chris, clippinandfree ecc. che in realtà non pedalano un cazzo, mostran tette e culi (ma guai a farlo notare) si atteggiano da star di Hollywood, si portano a casa i telai cinelli/engine cazzi&mazzi ma non hanno un vero lavoro e addirittura non pagano gli affitti (a Berlino chris&liisa è meglio che non si facciano più vedere) e fanno una vita di merda perché non hanno nulla se non qualche copertone ed un paio di Jersey.

Poi c’è chi se la costruisce tipo cherybom che col tempo mi pare faccia solo pubblicità pure ai fazzoletti per pulire i culi dei bambini... finché non ne arriverà una più bella e più giovane.

ma se domani instagram morisse, sai quante persone dovrebbero trovarsi un lavoro?

Io son del pensiero che se ci si può permettere una cosa si prende, altrimenti ciccia.

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@Oliotocca un altro punto sulle sponsorizzazioni e uso libero della propria persona e del proprio corpo [tento di toccarla piano] da cui ci sarebbe da discutere ma levatimovimentometoo

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