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Ciclismo, razzismo & Co.


guido
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36 minuti fa, lelegab ha scritto:

O.T.

Mi spiace essere cinico ma già dalle elementari alcuni bambini cominciano ad essere parecchio stronzi.

La disparità sociale in molti casi è visibile ed alcuni bambini la fanno notare neanche tanto velatamente.

Riconosci abbastanza velocemente chi proviene  da un ambito famigliare tranquillo ma modesto, chi da famiglie benestanti/arricchite, chi ha famiglie scoppiate separate (in alcune classi di scuole di provincia superano il 50%).

L'inclusione viene insegnata in parte, i figli arroganti non vengono ripresi , spesso hanno genitori arroganti che rompono e la scuola/professori non vogliono aver rogne/ denunce.

Fine O.T.

oggi in DAD, volevo mandare affanculo una bambina di 6 anni.....sono serio. Mi ha risposto in un modo che se lo facesse mia figlia, una strigliata se la prendeva di sicuro.

Ri-fine OT

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3 ore fa, guido ha scritto:

. per non farci mancare un po' di sano cinismo non mi vedo un rider di deliveroo pensare all'ekar campagnolo perché nella campagna pubblicitaria c'è un ragazzo di colore.

 

ma mi sa che forse ci legge ancora il buon Patrick! Sempre educato e gentile, simpaticissimo, veloce ed obbiettivamente un vero figo! @Edo belt era in squadra con lui per qualche stagione se ben ricordo

1 ora fa, white-scorpion ha scritto:

esperienze personali:

1. chi ha frequentato la RHC nelle ultime edizioni ha visto il ragazzo di colore che correva per specialized (un treno), ma qui arriva dal mondo USA che è molto diverso dal nostro.

2. chi ha frequentato le criterium nel centro-nord italia dal 2015 ha conosciuto Patrick di verona, persona sportiva e gentilissima non ho fortunatamente mai avuto l'impressione che fosse discriminato per il colore della pelle.

3. come detto già da qualcuno, anni fa' al lambro c'era una grossa comunità di filippini che correvano tutti rigorosamente coi cinelli.
comunità molto chiusa, faticavano a relazionarsi con gli autoctoni, solo in rari casi si sono uniti ad allenamenti che ho organizzato.

 

 

1. eh cazzo Justin Williams è fortissimo ed in USA devo dire che il ciclismo mi sembra molto più trasversale rispetto alla cara vecchia europa

48 minuti fa, BobsHaero ha scritto:

 

 

La mia idea però è che:

1- manchino idoli di colore. Non essendoci cilcisti storici di colore, una comunità fortemente legata dal proprio colore della pelle (sentimento dovuto alla ghettizzazione etc), è plausibile ricerchi in altri sport altri idoli. Questo mi spiega perchè nel quintetto di basket c'era in campo sempre almeno un non caucasico, shaq/kobe/michael piazzateci chi volete...è chiaro che se ti appassioni come me alle vicende di coppi e girardengo prima o poi finisci a pedalare, se ti appassioni a quelle di altri campioni, il passo verso quello sport è più breve.

[...]

Il punto principale è il numero 1 per me.

 

 

 

Bob, quello è proprio il focus predominante, se non desideri non  fai e al momento non ci sono (ancora) veri campioni di colore anche se per certo ti dico che Froome è amatissimo dalla comunità keniana. Lo dico perchè di recente qui a Torino si è stabilita una ragazza del kenia a cui ho venduto a prezzo di estremo favore una mia bici e va veramente bene (ok, nella corsa a piedi fa paura... ma si sa). Detto questo però il fatto è che lei ha imparato relativamente da piccola ad andare in bici e per una serie di fattori evolutivi umani, certi concetti di equilibrio o li fai tuoi da piccolo o non ci riesci più, quindi anche con le possibilità guadagnate e con  un talento atletico di rilevo, una bici in discesa non la guidi come un pro se non hai iniziato da piccolissimo e questo, per ora, è un limite bello grosso purtroppo.

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1 ora fa, Visconte Cobram ha scritto:

Ti sei fatto un idea della situazione in base a queste tue tre esperienze citate?

penso che sia un problema sociale da ambo le parti,
la società sta cambiando e si iniziano a vedere atleti, a tutti i livelli, di origini evidentemente non italiane; che nel ciclismo non sia ancora successo può essere dovuto a molti fattori alcuni dei quali già espressi.
la mancata integrazione in ambito sportivo la vedo come una causa che arriva sia dall'integrato che dall'integrante.

in realtà più piccole e "chiuse" si guarda meno al colore della pelle o alla provenienza e più all'atleta, in ambiti più commerciali conta tanto l'apparenza ed è inutile fare finta di non sapere che il "diverso" in italia (volutamente minuscola) spaventa.
 

questo di conseguenza porta a non appassionarsi a realtà nuove dove si rischia di trovare una barriera sociale.

 

non ultimo un fattore fisiologico di cui però non conosco nulla, ma mi vengono in mente certe etnie del centro africa particolarmente dotate nella corsa, etnie dell'estremo oriente dotate in ambito propiocettivo e delle arti marziali...

non può essere che alcune etnie sono fisiologicamente meno portate per l'esercizio fisico della pedalata e quindi risulta meno probabile atleti di livello?

 

 

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Il possedere il mezzo (la bicicletta) è il primo passo poi ci sono i successivi 

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Dando pari opportunità poi saranno le persone ad evolvere liberamente secondo le loro scelte e preferenze.

Per spiegarmi meglio, un esempio,  se un bimbo per recarsi a scuola ci può andare solo a piedi avrà una buona probabilità di diventare un ottimo podista, ma se gli dai l'alternativa d'utilizzare una bici, che ti permette di arrivare al sito scolastico in 1/3 del tempo magari se gli piace diventerà un ciclista o magari un ottimo podista, comunque ha avuto un opportunità in più di scegliere.

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34 minuti fa, riky76 ha scritto:

Bob, quello è proprio il focus predominante, se non desideri non  fai e al momento non ci sono (ancora) veri campioni di colore anche se per certo ti dico che Froome è amatissimo dalla comunità keniana. Lo dico perchè di recente qui a Torino si è stabilita una ragazza del kenia a cui ho venduto a prezzo di estremo favore una mia bici e va veramente bene (ok, nella corsa a piedi fa paura... ma si sa). Detto questo però il fatto è che lei ha imparato relativamente da piccola ad andare in bici e per una serie di fattori evolutivi umani, certi concetti di equilibrio o li fai tuoi da piccolo o non ci riesci più, quindi anche con le possibilità guadagnate e con  un talento atletico di rilevo, una bici in discesa non la guidi come un pro se non hai iniziato da piccolissimo e questo, per ora, è un limite bello grosso purtroppo.

Si però non chiamiamolo razzismo questo.

al massimo è una ghettizzazione, ma molto alla lontana. 


Ceh non è che ci sia stato razzismo al contrario nel rap dal 90 al 2010 perchè il 99% erano di colore,
e il metal non era razzista perchè eran tutti bianchi o quasi... 
son cose che si autoalimentano.
ma se non si genera interesse in una comunità non è per forza questione di esclusione o discriminazione razziale.
 

La differenza è chiara: potresti farlo e non lo fai, oppure vorresti farlo ma non te lo fanno fare.

In italia, siamo al "potresti farlo e non lo fai".

Le barriere economiche all'ingresso sono inferiori nel ciclismo che in un sacco di altri sport, per altro. e il concetto li è
"vorresti farlo ma non te lo puoi permettere". 

E anche io non ho mai fatto vela, pur avendone avuto voglia. O girare in kartodromo tutti i sabati. E la lista va avanti..lo sci è un altro esempio, ma quello non ho mai voluto farlo io..

 

 

Se poi usciamo dall'italia e guardiamo al Ghana o che, la mancanza è anche relativa alle strutture/associazioni sul territorio. Mancano quelle, mancano i vivai, mancano i soldi per tirarli su..manca tutto.

E il ciclismo offre meno vie di altri sport (e quindi meno investimenti, speranze, sogni).

IO parlavo dell'italia (anzi, di quel che ho visto io in italia), perchè è l'unica cosa che ho visto abbastanza da conoscerla per parlarne.

 

Modificato da BobsHaero (visualizza cornologia modifica)
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1 ora fa, BobsHaero ha scritto:

2-la questione economica è marginale. non ho mai avuto grandi attrezzature (finchè non ho potuto permettermele), anche perchè cambiando spesso sport non ha mai avuto senso comprarle. Settimana scorsa ho usato la sottomaglia termica tecnica che ho comprato per giocare in inverno a rugby nel 2007, marchiata kipsta, per dire. Ma ricordo perfettamente i 3 o 4 paia di scarpe and1 &co, che costavano 4 volte l'una le mie scrausissime, che sfoggiavano i miei compagni di colore. Le magliette official NBA, per esempio, mentre io giocavo con quelle della decathlon al parchetto. Insomma, nel mio piccolo non ho mai visto una così grande problematica nello spendere. ma non è il fatto che non ti puoi comprare una bici che ti ferma..
anche perchè le giovanili hanno spesso delle bici da darti, per dire..e non è che ti serve una bici da 7000 euro per correre a 10 anni o a 15..

Grazie per il contributo e il punto di vista.
Vorrei precisare una cosa io, visto che sembrerebbe quasi che smentisci il mio scritto sulla questione economica, magari offrendo un ulteriore spunto: ho semplificato riducendo tutte le minoranze etniche presenti in Italia a prima o al massimo seconda generazione; semplificato ma non credo di essere andato troppo lontano dalla realtà. E perciò, insisto che nel mio immaginario un immigrato, magari irregolare, magari con figli, lavora su sé stesso per migliorare la propria condizione e quella dei familiari (vedi quanto scritto da @MauroMN88). Sempre nel mio immaginario, forse estremo, lui o lei non ce l'avrà il tempo o i cazzi di trovarsi un hobby, un passatempo, qualcosa da fare per sport; tantomeno credo riesca ad offrire questa possibilità ai figli. Per questo mi chiedo se il tuo paragone regge: attrezzatura economica e povertà relativa non sempre vanno di pari passo.
Sempre per questo il tuo commento è interessantissimo, non avevo proprio considerato minoranze agiate come o più del bianco italiano medio (vivo in una piccola città e di termini di paragone ne ho il giusto anche nella vita non sportiva).

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10 minuti fa, BobsHaero ha scritto:

Si però non chiamiamolo razzismo questo.

al massimo è una ghettizzazione, ma molto alla lontana. 

 

 

no chiaro, non è razzismo ma è un fatto.. per lo stesso motivo per la quale i velodromi qui in italia sono vuoti ed in inghilterra, francia, australia, sono pieni! Il ragazzino alla tv di quelle nazioni vede le sfide in pista e si gasa, sogna! certo vede anche il calcio ma non SOLO il calcio come in sto paese di merda fondato sul dio pallone, con tutto il seguito di arrivismo e arroganza che ne segue

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34 minuti fa, white-scorpion ha scritto:



non può essere che alcune etnie sono fisiologicamente meno portate per l'esercizio fisico della pedalata e quindi risulta meno probabile atleti di livello?

 

 

mmm no perchè ad es gli sprinter di colore in pista fan paura, Bauget su tutti... secondo me, come già dicevo prima, la differenza su strada la fa ahimè la discesa... se non hai imparato da piccolissimo non scenderai mai come loro ed il gap diventa incolmabile in salita/pianura per quanto forte tu possa essere... però voglio essere ottimista che nel giro di qualche generazione ce ne siano molti... keniani ed etiopi nelle tappe alpine e senegalesi nelle gare di un giorno a far dei bei numeri

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Inviata (modificato)
1 ora fa, BobsHaero ha scritto:

Si però non chiamiamolo razzismo questo.

al massimo è una ghettizzazione, ma molto alla lontana. 


Ceh non è che ci sia stato razzismo al contrario nel rap dal 90 al 2010 perchè il 99% erano di colore,
e il metal non era razzista perchè eran tutti bianchi o quasi... 
son cose che si autoalimentano.
ma se non si genera interesse in una comunità non è per forza questione di esclusione o discriminazione razziale.
 

La differenza è chiara: potresti farlo e non lo fai, oppure vorresti farlo ma non te lo fanno fare.

In italia, siamo al "potresti farlo e non lo fai".

 

non molto d'accordo sul punto "potresti farlo ma non lo fai" però capisco il tuo punto di vista e il tuo ragionamento.

Quello che mi chiedo io è perché nel mondo del ciclismo tutti i fatti successivi all'assassinio di Floyd, per citare l'ultimo, sono passati sotto silenzio o ignorati. Un esempio: nella F1 si è molto discusso dell'iniziativa portata avanti da Hamilton che, condivisibile o meno, ha avuto il merito di aprire una discussione sull'argomento. Nel ciclismo cosa hanno fatto? hanno indossato delle mascherine con la scritta no racism prima dell'ultima tappa del tour sotto invito specifico dell'unico ciclista di colore del gruppo, di cui adesso non ricordo il nome. Wow indossare delle mascherine prima di una tappa di una sola gara del word tour, poca roba. io ad esempio l'ho scoperto solo ora facendo un po' di ricerche sull'argomento. adesso per fortuna qualcuno ha avuto il coraggio di tirare fuori la questione di nuovo, guarda caso è stato un giovane britannico, parlo di Teo Geoghegan Hart.

altro esempio, questa volta riguardante i brand nostrani, facendo un po' di ricerca mi sono imbattuto in un panorama un po' desolante:

Cinelli: 6 giugno post con grafica Cinelli che piange (e lasciamo stare il gusto di voler mettere il proprio logo anche su sta cosa), testo ispirato, volemose bene e poi "ciao" niente più traccia dell'argomento. a proposito di "ciao" quanto avranno pagato il vichingo per quella canzone di merda? forse con quei soldi si poteva fare altro

Campagnolo, Pedaled e Met: campagna con atleta di colore (ad onore del vero pedaled lo faceva già da tempo) e basta, nessun altro tipo di iniziativa, neanche su social o blog dei rispettivi marchi

tutte le altre (Pinarello, Colnago, bianchi, per citarne alcuni) non pervenuti, come se non fosse successo niente. 

poi ecco magari qualcosa mi è sfuggito ma l'impressione è quella che il problema del razzismo non sia percepito dai maggiori attori ed esponenti dello sport che tanto amiamo.

Modificato da guido (visualizza cornologia modifica)
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10 minuti fa, filixeo ha scritto:

Grazie per il contributo e il punto di vista.
Vorrei precisare una cosa io, visto che sembrerebbe quasi che smentisci il mio scritto sulla questione economica, magari offrendo un ulteriore spunto: ho semplificato riducendo tutte le minoranze etniche presenti in Italia a prima o al massimo seconda generazione; semplificato ma non credo di essere andato troppo lontano dalla realtà. E perciò, insisto che nel mio immaginario un immigrato, magari irregolare, magari con figli, lavora su sé stesso per migliorare la propria condizione e quella dei familiari (vedi quanto scritto da @MauroMN88). Sempre nel mio immaginario, forse estremo, lui o lei non ce l'avrà il tempo o i cazzi di trovarsi un hobby, un passatempo, qualcosa da fare per sport; tantomeno credo riesca ad offrire questa possibilità ai figli. Per questo mi chiedo se il tuo paragone regge: attrezzatura economica e povertà relativa non sempre vanno di pari passo.
Sempre per questo il tuo commento è interessantissimo, non avevo proprio considerato minoranze agiate come o più del bianco italiano medio (vivo in una piccola città e di termini di paragone ne ho il giusto anche nella vita non sportiva).

C'è una differenza culturale (e l'ho notata spesso in varie situazioni) che porta a avere diverse percentuali medie del rapporto guadagni/spesa. Ad esempio, io arrivo da una famiglia dove si guadagna agiatamente e si spende il giusto, ma meno di molti altri che ho conosciuto, magari con situazioni meno agiate. Semplicemente, il conto in banca a fine mese lievita a due ratei differenti.

Ne faccio una questione culturale prima che di "razza", ma rimane il fatto che le due cose son legate a doppio filo. Le generalizzazioni sono sbagliate, ma il rapporto indebitamento privato /ricchezza privata è molto diverso da paese a paese e non è un caso. Giudizi non pervenuti, ovviamente. Io spendo in percentuale sulle entrate più di quanto fa mio padre a tutt'oggi. Meno di molti che conosco, tipo operai con l'alfa giulia quadrifoglio verde..

Detto questo, posso dire che ho escluso dal mio ragionamento le situazioni meno agiate in assoluto perchè sono troppi gli sport dove serve un ingresso che prevede una spesa economica. e se pensiamo anche solo alle scarpette da calcio, 50 euri posson essere tanti o pochi o fare la differenza a fine mese..

Non a caso tu dici: lui o lei non ce l'avrà il tempo o i cazzi di trovarsi un hobby, un passatempo, qualcosa da fare per sport; tantomeno credo riesca ad offrire questa possibilità ai figli.

Allora mi dico: dove è il limite per cui il ciclismo è razzista, lo sci è razzista, ma il calcio no?

La cosa non regge. credo di averla spiegata bene nel post precedente:

 "potresti farlo e non lo fai".-->interesse/cultura/voglia/mancanza di idoli/mancanza di radicamento sul territorio, ma comunque scelta personale

"vorresti farlo ma non te lo puoi permettere". ---> non è razzismo. è applicabile a tutto e a tutti, non c'è discriminazione. io non mi posso permettere un renoir originale in salotto. tu non puoi permetterti il salotto grosso come il mio. Lui ha l'attico, il salotto e il renoir. non è razzismo, è solo la normalità. e la soluzione a questo non è mai stata trovata, chi ci ha provato ha generato mostri epici. ma usciamo molto dal seminato.

"vorresti farlo ma non te lo fanno fare."--> questo è razzismo. preclusione di possibilità a un gruppo definito per chiara scelta di un gruppo terzo. ma sinceramente, non lo vedo.

 

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3 minuti fa, BobsHaero ha scritto:

C'è una differenza culturale (e l'ho notata spesso in varie situazioni) che porta a avere diverse percentuali medie del rapporto guadagni/spesa. Ad esempio, io arrivo da una famiglia dove si guadagna agiatamente e si spende il giusto, ma meno di molti altri che ho conosciuto, magari con situazioni meno agiate. Semplicemente, il conto in banca a fine mese lievita a due ratei differenti.

Ne faccio una questione culturale prima che di "razza", ma rimane il fatto che le due cose son legate a doppio filo. Le generalizzazioni sono sbagliate, ma il rapporto indebitamento privato /ricchezza privata è molto diverso da paese a paese e non è un caso. Giudizi non pervenuti, ovviamente. Io spendo in percentuale sulle entrate più di quanto fa mio padre a tutt'oggi. Meno di molti che conosco, tipo operai con l'alfa giulia quadrifoglio verde..

Detto questo, posso dire che ho escluso dal mio ragionamento le situazioni meno agiate in assoluto perchè sono troppi gli sport dove serve un ingresso che prevede una spesa economica. e se pensiamo anche solo alle scarpette da calcio, 50 euri posson essere tanti o pochi o fare la differenza a fine mese..

Non a caso tu dici: lui o lei non ce l'avrà il tempo o i cazzi di trovarsi un hobby, un passatempo, qualcosa da fare per sport; tantomeno credo riesca ad offrire questa possibilità ai figli.

Allora mi dico: dove è il limite per cui il ciclismo è razzista, lo sci è razzista, ma il calcio no?

La cosa non regge. credo di averla spiegata bene nel post precedente:

 "potresti farlo e non lo fai".-->interesse/cultura/voglia/mancanza di idoli/mancanza di radicamento sul territorio, ma comunque scelta personale

"vorresti farlo ma non te lo puoi permettere". ---> non è razzismo. è applicabile a tutto e a tutti, non c'è discriminazione. io non mi posso permettere un renoir originale in salotto. tu non puoi permetterti il salotto grosso come il mio. Lui ha l'attico, il salotto e il renoir. non è razzismo, è solo la normalità. e la soluzione a questo non è mai stata trovata, chi ci ha provato ha generato mostri epici. ma usciamo molto dal seminato.

"vorresti farlo ma non te lo fanno fare."--> questo è razzismo. preclusione di possibilità a un gruppo definito per chiara scelta di un gruppo terzo. ma sinceramente, non lo vedo.

 

Cristallino

Il dibattito è di una profondità enorme, non c’è un giusto e uno sbagliato (imho,), sei stato chiaro

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15 minuti fa, guido ha scritto:

l'impressione è quella che il problema del razzismo non sia percepito dai maggiori attori ed esponenti dello sport che tanto amiamo.

Questo è un punto diverso. L'attenzione mediatica sul fenomeno nel mondo sportivo.

1-l'attenzione mediatica di uno sport è ovviamente diversa da quella di un altro. paragonare la F1 col ciclismo, il calcio col rugby..beh parliamo di campionati diversi. Il baseball in italia credo sia importante solo per Elio e le storie tese. in america ci si ammazzano. Quindi che non si sappia di qualche iniziativa, magari locale, è ovvio.

2- Finchè non ci son stati campioni -per quanto umanamente non mi esalti, da fan della F1 di quelli che si svegliano all'alba per vedere i test pre stagionali- come Hamilton (neri) che han fatto saltare il banco, con il peso che hanno, neanche la F1 si è mossa molto. Non stento a credere che in un ambiente dove la penetrazione di gente di colore è molto ridotta rispetto a altri ambienti, questa cosa non sia arrivata a grandi livelli.

3- credo ci siano pochi dubbi a chi ha conosciuto vari sport come me, che il più pulito e "nobile" sia il rugby, per statuto e modalità trasversali che ho visto, in 4 nazioni in cui ho giocato. Ma non ho sentito neanche dal rugby (che considero un mio personale benchmark morale tra lo sport, possiamo discuterne) storie alla Hamilton così eclatanti. E ci sono più neri che giocano a Rugby che non Ciclisti neri, a occhio. 

è normale: combatti le battaglie che ti sembrano più vicine. sempre, chiunque. sulle morti in strada di ciclisti non mi pare che nessuno si dia da fare, tranne i ciclisti. non è forse la stessa cosa? non è razzismo, è solo opportunità/sentirla a cuore. 

C'è anche il mio bias di vedere quanto male possa fare, per contrappasso o contrasto, il vedere razzismo/sessismo ovunque. condanniamo il razzismo, ma arrivare a dire che gli aristogatti sono razzisti per il gatto siamese/cinese e non per il gatto russo, o perchè in una banda di jazzisti non c'era un gatto nero coi labbroni, eddai. battaglie idiote che sminuiscono quelle vere, de facto togliendo alle battaglie vere la dignità che meritano, compensazioni non richieste che fanno solo ridere, se non storcere il naso.

Di queste cose ne ho parlato ampiamente con la mia ex, una ragazza splendida con la pelle d'ebano, ma non africana.
Ha anche una pagina attivista antirazzismo. Ha detto che questi ragionamenti non sono da trattare su una pagina antirazzista perchè la comunita li rigetterebbe. Ho risposto "questo è autoghettizzarsi". Ha risposto "esatto."

(per evitare che qualcuno pensi che stia dicendo "non sono razzista, ma")


PS, visto che siamo in argomento, un gioco:

è morto uno nelle stesse modalità di Floyd, con soffocato da un ginocchio di un poliziotto.

nessuno ne ha parlato (o quantomeno io non l'ho sentito da fonti di informazione italiane)

indovinate da questi due dati solamente di che colore aveva la pelle. 

non tiro conclusioni, ma se avete risposto "bianco", tiratele voi.

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4 ore fa, BobsHaero ha scritto:

1-l'attenzione mediatica di uno sport è ovviamente diversa da quella di un altro. paragonare la F1 col ciclismo, il calcio col rugby..beh parliamo di campionati diversi. Il baseball in italia credo sia importante solo per Elio e le storie tese. in america ci si ammazzano. Quindi che non si sappia di qualche iniziativa, magari locale, è ovvio.

2- Finchè non ci son stati campioni -per quanto umanamente non mi esalti, da fan della F1 di quelli che si svegliano all'alba per vedere i test pre stagionali- come Hamilton (neri) che han fatto saltare il banco, con il peso che hanno, neanche la F1 si è mossa molto. Non stento a credere che in un ambiente dove la penetrazione di gente di colore è molto ridotta rispetto a altri ambienti, questa cosa non sia arrivata a grandi livelli.

3- credo ci siano pochi dubbi a chi ha conosciuto vari sport come me, che il più pulito e "nobile" sia il rugby, per statuto e modalità trasversali che ho visto, in 4 nazioni in cui ho giocato. Ma non ho sentito neanche dal rugby (che considero un mio personale benchmark morale tra lo sport, possiamo discuterne) storie alla Hamilton così eclatanti. E ci sono più neri che giocano a Rugby che non Ciclisti neri, a occhio. 

è normale: combatti le battaglie che ti sembrano più vicine. sempre, chiunque. sulle morti in strada di ciclisti non mi pare che nessuno si dia da fare, tranne i ciclisti. non è forse la stessa cosa? non è razzismo, è solo opportunità/sentirla a cuore. 

C'è anche il mio bias di vedere quanto male possa fare, per contrappasso o contrasto, il vedere razzismo/sessismo ovunque. condanniamo il razzismo, ma arrivare a dire che gli aristogatti sono razzisti per il gatto siamese/cinese e non per il gatto russo, o perchè in una banda di jazzisti non c'era un gatto nero coi labbroni, eddai. battaglie idiote che sminuiscono quelle vere, de facto togliendo alle battaglie vere la dignità che meritano, compensazioni non richieste che fanno solo ridere, se non storcere il naso.

Di queste cose ne ho parlato ampiamente con la mia ex, una ragazza splendida con la pelle d'ebano, ma non africana.
Ha anche una pagina attivista antirazzismo. Ha detto che questi ragionamenti non sono da trattare su una pagina antirazzista perchè la comunita li rigetterebbe. Ho risposto "questo è autoghettizzarsi". Ha risposto "esatto."

(per evitare che qualcuno pensi che stia dicendo "non sono razzista, ma")


PS, visto che siamo in argomento, un gioco:

è morto uno nelle stesse modalità di Floyd, con soffocato da un ginocchio di un poliziotto.

nessuno ne ha parlato (o quantomeno io non l'ho sentito da fonti di informazione italiane)

indovinate da questi due dati solamente di che colore aveva la pelle. 

non tiro conclusioni, ma se avete risposto "bianco", tiratele voi.

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forse non mi sono spiegato bene nel paragone tra quello che è successo in F1 e quello che è successo al Tour. al di la dell'esposizione mediatica che ovviamente è differente tra i due sport quello che secondo me stride è la partecipazione e la visibilità che, all'interno dell'evento stesso, è stata data al messaggio che si voleva far passare. Se da una parte abbiamo visto i piloti di F1 più volte comunicare la cosa visivamente e non sia prima delle gare, che dopo, sia sui social che nelle varie interviste (il tutto col benestare della FIA e delle scuderie immagino) dall'altra abbiamo visto i ciclisti fare più casino per una tappa troppo lunga e con la pioggia che per la questione del razzismo nello sport. Conta che questa osservazione non è mia ma di Wiggins che lo ha detto senza troppi giri di parole durante la diretta, o presunta tale, della tappa di Morbegno.

Questo va di pari passo col tuo discorso riguardo alle figure di riferimento di colore nel ciclismo; secondo te non essendoci atleti neri è normale che ci sia meno interesse nelle comunità nere, e questo è in parte vero cosi come è vero che non ci sono atleti neri anche perché è un ambiente a predominanza bianca che non fa nulla per muoversi verso una maggiore inclusione. Poi con questo ragionamento finiremmo in una spirale: no atleti neri porta a poco interesse da parte delle comunità nere che porta a non avere atleti neri che porta a poco interesse da parte delle comunità nere e via dicendo.

Chi può spezzare questo concatenarsi di eventi per assurdo non sono le minoranze ma chi al momento ha il controllo della baracca. 

poi, sinceramente, non ho capito il tuo paragone con il ragazzo ucciso a NY. in America la polizia fa fuori gente (bianchi e neri) ogni giorno, alcuni fanno notizia altri no a prescindere dal colore della pelle.

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