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La situazione italiana nella pista


sfrenato
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Non si può però parlare della crisi della pista italiana facendo i paragoni con un come Taylor Phinney destinato a sdraiare gli avversari per anni non foss'altro che per questioni genetiche!...quello è il figlio di Dio!... :-D

A parte gli scherzi i motivi della crisi sono evidenti, e sta nella visibilità di uno sport. Prendete ad esempio il tennis, ci si lamenta da anni che il tennis italiano è in crisi e non offre nemmeno un giocatore decente. Ma quando cazzo mai verrà voglia ad un bambino italiano di impugnare una racchetta se non vede mai un incontro in tv?! O hai il padre fanatico che da ragazzo sognava di emulare Panatta o il tuo destino è segnato e consegnato a calcio, motocicletta o ciclismo da lustrini

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Fa tutto parte di un progetto ben preciso (che non sto a spiegare perchè non mi basterebbe una pagina intera) e per nient'affatto causale (chi si ricorda la Polisportiva Mediolanum?!...), la pista a Milano non morì a causa del crollo della copertura del Vigorelli: quello fu solo un pretesto, un'enorme occasione colta al volo. State tranquilli che fosse crollato San Siro lo ricostruivano in un attimo...

La mia ricetta per far ripartire il tutto è già stata detta, ed è quella delle scommesse legali durante gare giornaliere (come per i cavalli). Io ho in mente il modello sudamericano col quale risolleverei le sorti della pista italiana in 10 anni e arricchirei la città in meno di due (il tempo di ammortizzare le spese iniziali), ma il tutto si scontrerebbe col progetto dei Men in Black a cui facevo riferimento prima.

Un grazie comunque a chi mi ha citato Sercu, uno dei più favolosi all-around ch'io abbia mai visto, il cui ricordo mi ha riportato alla mente alcune delle emozioni più forti della mia giovinezza.....

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che tristezza,proprio adesso che mi sto avvicinando alla pista:-(

secondo me dovrebberero cambiare i vertici della dirigenza che si sono rivelati inappropriati

Proprio adesso? La situazione è questa da almeno una decina d'anni (se salviamo Chiappa e qualche altro sprazzo di gloria di altri atleti).

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faccio un po' di cross-posting delle parole di Chiappa nel 2007:

"è vero vinco poco..... ma la verità è che ora che ho scoperto come si allenano gli altri e nello stesso tempo so come allenarmi, non riesco più ad avere continuità per girare in pista..... grazie alla federazione che non ci porta in piste coperte.......

ormai il velocista per essere competitivo ad alti livelli deve girare tutto l'anno in pista 250, legno, coperta.....

Io sto facendo miracoli, sono 2 anni che entro negli otto ai mondiali...... con una preparazione ridicola.....

ricordati una cosa, sono anni che dico questo ma nessuno ci crede...... se non cambiano le cose in Italia non si vincerà mai niente nelle prove contro il tempo..... dove c'è una specializzazione atroce.... noi ci dobbiamo accontentare nelle gare di gruppo rassomiglianti alla strada..... dove lo stradista può far bene... ma si deve adattare con un minimo di specializzazione....."

L'ho detto più volte come la penso, senza le strutture non si combina un cazzo.

Per non parlare del fatto che la maggior parte dei dirigenti della federazione sono pensionati, che per l'amor del cielo, avranno tutto il tempo e la passione di questo mondo, ma probabilmente non sono i più portati al cambiamento...

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E' anche un problema di politica spicciola, la si vede in tutti gli sport.....se un ex-campione olimpico sta a spiegare a me in un negozietto di periferia che tale corridore vince spesso le volate perchè venendo dalla pista ha imparato a "succhiare le ruote" all'avversario, a sgomitare per prendere posizione e a partire al momento giusto e l'allenatore della nazionale invece è in diretta tv a spiegare che i suoi corridori non sanno far surplace perchè nelle gare di oggi non serve a niente, c'è qualcosa che non funziona.....E il problema è generalizzato in tutti gli sport, basti vedere la nazionale di rugby.....

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