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specialized sequoia 2018


Teo81
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Pare che "Max" (l'ultimo ancora in gara dietro di me, l'ipotetico arrivo nr.75) abbia un altra "gara" di fronte a se, più importante della NC stessa. Sono tre giorni che non scrive, oggi sulla pagina FB della NC leggo quello che non vorrei mai aver letto.

Il comunicato dice: 

cit. "

We are deeply sorry to inform all of you that Maksym has been involved in a car accident yestarday, september 9, in Karasjok, following the accident he was taken to the hospital of Hammerfest and he was conscious. Actually we haven't other information.

We are in contact with the police of Karasjok and we are trying to contact him. "

Karasjok è a neanche 20km da Skoganvarri, dove si è interrotto il racconto. A meno di 270km dal "mappamondo" di CapoNord. Quel paese che vi parlavo appena entrato in Norvegia, quello "coi picci, camion Scania e Volvo costose" per intenderci. Spero con tutto me stesso che sia una cosa da poco, spero che Max possa riprendere la sua corsa al più presto. Questa notizia mi lascia con l'amaro in bocca. Dopo averci fatto tre tappe insieme, gli tenevo pure un "apristrada" in quanto lui era di qualche tappa dietro. Lo contattavo in privato per avvertirlo della difficoltà delle varie tappe, dove potersi rifornire di acqua, cibo, dormire e le varie avversità. Vuoi perché adesso non è più periodo per affrontare al meglio Magerøya, , vuoi perché a tutti gli effetti fosse l'ultimo di noi ancora in gara, mi portava ad avere un occhio di riguardo per lui, nutrendo un sentito affetto. Era diventato la nostra "mascotte". Il simbolo di colui che se ne sbatte altamente della classifica, per viversi appieno con la massima energia e spirito la cosa. Max faceva una gara e sé. Vivendo in maniera pura,solitaria e selvaggia il territorio. Ex militare, è un campione di sopravvivenza, in un Ucraina devastata dalla guerra. Che Odino il grande Signore del Nord lo protegga. Il numero "75" lo sta aspettando. Tra i fiordi un solo grido.. Forza Max!!

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Daje MAX cazzo!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I L FINALEEEEE!!!! :D

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Skoganvarre la lascio dietro come ci si lascia dietro un affetto. Non è stato facile. Non che me ne freghi molto di quel paesino Norvegese qualunque, è che provo come un senso di abbandono. Per questo forse ho smesso di scrivere. Tutto sta per finire, come ogni cosa infondo a questo mondo. Non vedo perché la mia storia faccia differenza. Non cerco pubblicità per queste pagine. Questo racconto è quasi clandestino, mi piace per questo. Se un giorno si cancellasse , amen.. moriremo tutti prima o poi. Rimaniamo vivi solo nel ricordo, spero queste mie righe vi restino affinché troviate lo spunto per fare la vostra NC, o qualcosa di simile. Quando alcuni di voi, troveranno il coraggio di sfidare il proprio “mostro”. Magari chissà, prendendo spunto anche da questa storia, tratta da un ciclista qualunque quale io sono. “La bianca balena” mi osserva al largo di Magerøya.. attende il mio passaggio. Mi accorgo di essere ad un passo dalla meta, dalla mia piccola gloria eterna.. dall’altra, il ritorno alla vita banale che da qualche periodo stavo conducendo, la stessa che iniziava a starmi sempre più stretta. Son sempre stato un tipo abbastanza tosto, una testa di cazzo bella calda. Tutto si può dire della mia vita, fuorché passarla come ordinaria.. tranne gli ultimi anni, forse mi stavo rincoglionendo. Oramai sono vecchio e stanco per certe cazzate, i pruriti di gioventù son belli che passati da tempo.. e fidatevi se vi dico che li ho “grattati” tutti o quasi. Sapete, quando il giro di amici smette di presidiare la piazza, quando vai al supermercato e ti danno del “Lei”, quando metà di quelli che facevano parte della tua compagnia sono sotto terra, gli altri al gabbio o sposati beh.. inizi a vivere di ricordi. Inizi a “fermarti” mentre il resto ti scorre addosso. A te la scelta se rimanere fermo, o se accettare una nuova sfida. A 37 anni per me la NC rappresentava questo: “Il mio modo per sentirmi ancora vivo”. E lo son stato, oh se lo son stato.. Vi scrivo adesso che ho una boccia di moscato in corpo, affinché faccia da tramite per ciò che vorrei dirvi. Sono oramai a casa da 3 lunghissime settimane. Quel “lasciare Skoganvarre” alle spalle, rappresentava da una parte andare a prendermi la mia personale vittoria, dall’altra tornare a breve in quel contesto di vita “in scatola” passata tra polaroid sempre più sbiadite. Stavo riscrivendo una nuova storia, un qualcosa di mio e solo mio.. e adesso dopo 32 giorni, mancano solo 2 tappe. Pedalo, è una giornata di sole, non pianifico nulla.. sali scendi, alcuni strappetti. Non sono di certo Pantani, ma abitando nel bel mezzo delle Dolomiti queste salite lasciano il tempo che trovano. Colli, colline e nulla più. Sono le 11.00 di mattina,  il meteo dice “male” da metà pomeriggio fino alla mattina seguente. “Male” da queste parti, equivale ad un “molto male” da noi. L’idea della nottata in tenda sfuma, cerco un posto sull’ultimo lembo di costa percorribile verso nord ,  180 km da dove mi trovo e poi la terra finisce.. se volessi proseguire per arrivare a Magerøya (che è un isola) , mi aspetterebbe un tunnel di quasi 7km che passa 200 e passa metri sotto il livello del mare. Una discesa nell’abisso.. l’entrotetra finisce, così l’effetto collinare. Ora un vento forte dall’odore marino, mi appiccica la faccia di salsedine e si diverte a giocare con me, buttandomi da una parte all’altra della carreggiata come fossi di pezza. Ho la bocca aperta dallo stupore nonostante il vento.. mai in vita mia ho visto una natura così selvaggia. Questi fiordi sono di una bellezza rara e allo stesso tempo di una potenza impressionante. Muraglioni di lastre di pietra scura frantumate come vetro si estendono come una barriera antica e impenetrabile  alla mia sinistra. Come a proteggere le estese colline che seguono, cosparse di muschio verdissimo dove le renne pascolano libere in gruppi numerosi. “Così non sono solo in Lapponia” mi dico.. era da un po’ che non le vedevo. La strada davanti a me è un biliardo, alla mia destra beh.. tutta la potenza del mare del nord, selvaggio, puro, freddo, vivo e scuro. Brulicante di qualsiasi creatura marina, compresa lei, la mia “Mobydick”. Il mio mostro immaginario. Colei che ho sfidato per tutti questi fottuti giorni. Tra poco su Magerøya ci sarà la resa dei conti, lo scontro finale con le mie paure più recondite , la mia gioia, il mio dolore, il perché infondo ho lasciato l’Italia più di un mese or sono. (Continua.. domani lo correggo, oggi sto ubriaco)

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Il tempo peggiora, passo in mezzo a due temporali venendo graziato. A vista d’occhio si nota come tutte intorno a me le nuvole scarichino tutto il loro potenziale.. fulmini, tanti fulmini impattano a cazzo producendo boati immediati. Ho molti pezzi in carbonio su questa bici, mi tocco le palle, ho poca voglia di fare il parafulmine abbrustolendo a 250km dall’arrivo. “Sai che bruciore al culo fottermi ad un passo dalla meta?”.. col senno di poi impossibile non rivolgere il mio pensiero a Max.. pare che abbiano smesso di dargli ossigeno artificialmente, ma è messo male, molto male. L’assicurazione non copre, dicono che era fuori tempo massimo. È in ospedale a  “Honningsvag” senza grano. Honningsvag è l’ultima cittadina a Nord della Norvegia, dopo il famoso tunnel. Unica parte “civilizzata” di Magerøya, l’isola maledetta. La sorella ha fatto un appello per una colletta. Appena mi entra lo stipendio una 50euro gliela mando. “Così alla fine è toccato a me essere l’ultimo tra quelli che ce l’han fatta”.. Destino beffardo quello di Max, sarebbe potuto essere il mio. Quando una macchina ti centra nella nebbia non ci puoi fare nulla, se hai culo ti risvegli in un letto di ospedale. Peccato per Max, quello che si sarebbe visto più avanti, valeva il “prezzo del biglietto”. Ma torniamo sulla questione “bufera-fulmini-vento-fiordo incazzato e pirla che ci pedala in mezzo”.. mi fermo sotto una gigantesca parete di roccia a “V” che mi garantisce un minimo di protezione. Mi aggiudico una stanza su Booking a “Repvåg”.. 2 ore di marcia verso Nord dopo “Olderfjord”, la mia ipotetica meta precedentemente scartata per il costo astronomico delle stanze. Repvåg dista a 3 ore da dove sono, e il tempo si fa da lupi.. di mare ovviamente. Cerco di darci dentro, ma l’unica cosa che riesco a fare è rimanere in sella avanzando a 10-15kmh. Mi sento come nella “tempesta perfetta” e in un men che non si dica, attacca a piovere. Sta puttana viene giù fissa, mi lascia appena il tempo di mettere l’antipioggia e il copri casco. Oramai metto la tuta ad una velocità stile militare in guerra batteriologica.. la Finlandia insegna, quanta acqua ho preso da quelle parti.. se dovessi assegnare un elemento per ogni nazione, la Finlandia sarebbe senz’altro “l’acqua”. Ma qui siamo in Norvegia, impossibile non dire “vento”. Avanzo sotto il putiferio. Ai piedi sempre i miei fedeli sacchetti della spesa nastrati, in puro stile castaway. Ogni 45 minuti devo mangiare e oramai è passata un ora buona dall’ultimo Snack. Prendo delle fette imbevute d’acqua, ci squirto il miele sopra e inghiottito il polpettone mi rimetto sulle appendici per cercare di prendere meno raffiche possibili. Continuò a pedalare, mi fanno male i reni, troppa umidità e vento hanno lasciato il loro segno. “Appena arrivo in albergo mi sparo una bella doccia calda, dai tien botta!” penso.. Oldedjord è passata da parecchio, il gps mi dice che tra un 20mim sarò a Repvåg.. vedo la strada biforcarsi, la traccia NC va a sx seguendo la costa, Repvåg a dx. Da lontano vedo questa penisola, presenta una montagnetta centrale. Renne anche qui e mare tutto attorno..”mare dentro” forse risulterebbe più corretto. La strada a destra è un lembo di terra tra due “mari”, dopo 10minuti arrivo in cima alla penisola. Una strada in discesa porta nell’unica zona abitata.. il porto. Io e la Sequoia scivoliamo in mezzo al pontile, passiamo una gru e diversi pescherecci d’altura. Un odore potente di pesce mi chiude lo stomaco. Vedo che molti uomini si stanno dando da fare in una specie di scannatoio dietro il piccolo porto. Lo scannatoio... è il retro del mio “albergo”. Mi viene incontro un tipo identico a “Kevin Bacon” , si quello di “Tremors”. Difatti più che pesci, quello che stava smembrando con “l’allegra” compagnia, pareva più uno di quei vermi-tampax giganti del film. Mi chiede se fossi io quello della “doppia matrimoniale economica”, gli rispondo con un “roger”. La struttura è una specie di albergo-scannatoio-chiatta galleggiante-pontile. Nessuna donna. Solo pescatori dalle facce segnate, alla DeAndrè. Hanno occhi di chi “va per mare”..da queste parti è meno affabile del “mare nostrum” a cui siamo abituati. Gli chiedo se ha del cibo, mi dice che domani mattina fanno pesce. Gli dico “pensavo più ad una brioche”.. mi guarda male e fa cenno di seguirlo. Mi apre una casa a schiera con tante stanzette affacciate sul molo. Mi mostra il funzionamento della stufetta, mi mette in mano una chiave-portachiavi trash a forma di salvagente e sparisce. Metto le cose ad asciugare vicino alla stufa, la stanza in legno rigonfia dall’umidità è quasi del tutto occupata da un letto matrimoniale vecchio ed enorme, Vikings size. Vado in bagno.. questa sera mangerò solo qualche fetta col miele e della frutta secca, ma una bella doccia calda non me la toglie nessuno.. Non ci sono rifornimenti o supermercati già da parecchi km, devo andare avanti con quello che ho. Il prossimo sarà a Honningsvag, dopo il tunnel. “Ci arriverò domani” penso,  “tanto dista solo una trentina di km”. La pioggia si era fermata al mio arrivo, ora riprendeva con vigore. Sghignazzo chiudendomi la testa tra le spalle, sono al sicuro e sono felice.. sono in odore di vittoria. Attenderò che passi il temporale al calore della stufa. Sulla pagina FB della NC , l’organizzazizone risponde ad un mio ottimistico “manca poco” dicendomi : “non abbassare la tua tensione agonistica, o Magerøya domani ti farà presto ricredere”..  (continua)

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oh bravo! finalmente si continua.

@Teo81 ti ho trovato la prossima sfida.

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20 minuti fa, mariazzo ha scritto:

oh bravo! finalmente si continua.

@Teo81 ti ho trovato la prossima sfida.

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No ragazzi.. ora tocca a voi.

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Non ho capito cosa vuol dire che l'assicurazione non copre le spese per Max, é sbandierato ai 4 venti che NON c'è tempo massimo. Non voglio aprire una polemica su questo topic che é bellissimo e tale deve rimanere ma sono appena tornato dal Tuscany Road e sinceramente non ho capito cosa ho pagato considerato che delle foto è di fare il figo su Never Alone non me ne frega niente. 

@Teo81 se vuoi posta le info per partecipare alla colletta che una mano gliela la si da volentieri. 

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18 minuti fa, Dens ha scritto:

Non ho capito cosa vuol dire che l'assicurazione non copre le spese per Max, é sbandierato ai 4 venti che NON c'è tempo massimo. Non voglio aprire una polemica su questo topic che é bellissimo e tale deve rimanere ma sono appena tornato dal Tuscany Road e sinceramente non ho capito cosa ho pagato considerato che delle foto è di fare il figo su Never Alone non me ne frega niente. 

@Teo81 se vuoi posta le info per partecipare alla colletta che una mano gliela la si da volentieri. 

Ciao Dens, non l’ho compreso bene neanch’io. È tutto sulla pagina Fb “NorthCape4000” gruppo pubblico..  

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  tra l’altro leggo adesso che ha una frattura alla schiena e che l’operazione costa 50.000€ . Assurdo.. guardateci voi, che io di traduzioni e tecnologia non ci capisco un cazzo. Non so il motivo del “perché L’assicurazione non copra”, non voglio pronunciarmi a riguardo senza conoscere tutta la questione. Indagatela voi per favore, sicuro più portati del sottoscritto riguardo lingue e tecnologia. Poi per la colletta a Max ci sta tutta, è una bella azione che aumenterà sicuramente il prestigio e la stima del forum. Basta organizzare. Io come detto non ci capisco un tubo, ma se qualcuno ha qualche idea, ben venga. Allego ciò che dice il comunicato su faccidilibro (pare sia stato trasferito in un altro ospedale) :

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