Gravel Road series

[riky76]

Notizia di ieri, sulla formula della B-road enduro di un paio di anni fa nelle langhe, arriva questa granata nel ciclo panorama

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campionato di tre gare, di cui due qui in piemonte ed una in toscana.

Il bello è la formula di gara allestita sul modello del superenduro, ovvero prove speciali cronometrate, intervallate da trasferimenti da pedalare ma senza esasperazione... al momento la formula pare essere molto molto valida ed innovativa, anche se temo per come potrebbe reggere con centinaia di partecipanti, ma è tutto da scoprire

 

via al dibattito:

@Dens @oldschool 

[robertofrr]

Tanto innovativa che negli anni 90 si correva sul lago di Garda il Jazz Band Rally con le prime MTB, gara di due giorni con road book, trasferimenti e prove cronometrate.

Poi la formula e' stata abbandonata in favore dell'agonismo vero e la poesia e' finita.

Secondo me con questa formula, il gravel diventa un'altra cosa rispetto a quanto fatto finora (vedi LLL che e' bella proprio perche' e' cosi)

[lone wolf]

Era brutta b-road, questa non è meglio

[riky76]

8 minuti fa, robertofrr ha scritto:

Tanto innovativa che negli anni 90 si correva sul lago di Garda il Jazz Band Rally con le prime MTB, gara di due giorni con road book, trasferimenti e prove cronometrate.

Poi la formula e' stata abbandonata in favore dell'agonismo vero e la poesia e' finita.

Secondo me con questa formula, il gravel diventa un'altra cosa rispetto a quanto fatto finora (vedi LLL che e' bella proprio perche' e' cosi)

beh, non immagino un ciclo mondo senza la LLL...

ma il concetto è molto bello ed è mutuato dal superenduro mtb che imperversa da molti anni ormai, purtroppo anche con pagine molto tragiche dovute all'agonismo esasperato...

 

detto questo secondo me è una via eccellente, l'evento pilota era stato stupendo a detta di TUTTI quelli che avevano partecipato e ne conosco diversi, poi Monchiero non è uno sprovveduto, anzi è un organizzatore super e vedo sul sito che ha anche una grossa collaborazione con i ragazzi di supernova 

 

insomma, a me attira e molto... si è già capito vero?

[mariazzo]

ma ma ma la prima gara il 15 maggio??? di lunedì??? :| spero sia un refuso.

cmq l'idea non è malvagia.

[riky76]

1 minuto fa, lone wolf ha scritto:

Era brutta b-road, questa non è meglio

conosco almeno 5-6 persone da anni che la pensano in maniera opposta, ma il mondo è bello perchè è vario

[riky76]

In questo momento, mariazzo ha scritto:

ma ma ma la prima gara il 15 maggio??? di lunedì??? :| spero sia un refuso.

cmq l'idea non è malvagia.

penso anche io sia un refuso

[lone wolf]

In questo momento, riky76 ha scritto:

conosco almeno 5-6 persone da anni che la pensano in maniera opposta, ma il mondo è bello perchè è vario

Conosco anch'io quelle persone e provo solo pena per loro

[oldschool]

@riky76

quello che penso è raccolto nell'articolo che scrissi e pubblicai sul ns sito subito dopo la prima edizione dell To.Pa.Gravel e che riporto integralmente. Credo il concetto sia chiaro. Lunga vita a LLL e figlie.

"Perché ho tolto la cravatta … emozioni di una giornata “ciclicamente” diversa.

La cravatta è un accessorio di 

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 occidentale che simboleggia l'eleganza maschile. Consiste, come sai,  di una striscia di tessuto che viene annodata attorno al colletto della 

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, lasciandone scendere l'estremità più lunga sul torace.

Pura avendo origini antiche, la cravatta è ancora oggi uno degli accessori più utilizzati, taluni la amano taluni la odiano.

Rappresenta , seconda la lettura di alcuni, il perbenismo, la classe, il rigore ostentato, la sicurezza, l'eleganza formale ed altro ancora.

Se sei un impiegato, un colletto bianco, oppure un commerciale che ha a che fare con una certa clientela sicuramente il tuo guardaroba ne sarà pieno. Se non è così sicuramente avrai conoscenze tra chi ne è schiavo.

Personalmente ho cominciato ad usarla dopo la laurea, già da neoassunto, frutto di un percorso di per se tipico e stereotipato del tipo: vai a scuola, prendi i migliori voti, trovati un posto fisso (e bisognerebbe continuare con : fatti un mutuo, compra casa, e per i più temerari prolifica e perpetua la specie) . Immancabile ogni mattina dei giorni feriali.

Ma che c’entra la cravatta con una giornata di ciclismo e cosa c’entra in particolare con la prima edizione della To.Pa. gravel Race?

C’entra eccome. Ed ora ti dico perché.

Se anche tu hai iniziato a pedalare quando J.Tomac e T.Juarez facevano faville sulla prime MTB negli USA, se avevi il poster di Paola Pezzo appesa in cameretta , se ti ricordi il record dell’ora di Moser e le grandi sfide con Saronni, allora sicuramente hai conosciuto un ciclismo fatto di grandi imprese, competizione, cronometro, innovazione tecnologica, colori sgargianti….

Una immagine, questa, spesso proposta e filtrata dai media ed a cui spesso senza volerlo ci si uniforma.

Ed ecco allora il ritrovo domenicale ove ognuno ha modo di sfoggiare la propria specialissima, il completino della squadra che profuma di ammorbidente, la gamba depilata, la volata per tagliare il traguardo in paese. E poi ancora il misuratore di potenza, il cardiofrequenzimetro e Strava… I più preparati si spingono nella mischia delle GranFondo , il calendario oggi è ricchissimo, ove i concetti di cui sopra sono esasperati.

E’ così. Basta girare per strada la domenica mattina.

Per molti, e forse anche per te questo è il modo unico di vivere la bicicletta.

Così come per molti non esiste non mettersi la cravatta la mattina per andare in ufficio.

E se ci fosse una realtà diversa?

Veniamo a noi.

Sabato scorso si è svolta la prima edizione della To.Pa. Gravel Race.

Se c’eri non c’è bisogno che ti racconti nulla, sono sufficienti le emozioni che ti porti dentro.

Se invece non hai potuto partecipare ecco qualche pennellata.

Già al ritrovo, arrivi alla spicciolata, gente silenziosa, niente chiasso, del resto siamo in una zona protetta e questo i ns. amici lo hanno ben compreso. Registrazione, a penna su foglio di carta, ci si presenta, sorrisi e tranquillità. Stretta di mano, due chiacchere , caffè.

Pian piano l’elenco si chiude, le bici adagiate a terra attendono di essere spronate. Ce n’è di tutti i tipi. I complimenti vanno per lo più ad una acciaiosa Kona adattata a gravel bike, curva cowbell d’obbligo. La mia iperattuale Niner BSB9 quasi stona nel mezzo di tanta creatività. Ci sono anche tante MTB oltre a qualche stradale adattata per l’occasione. Non manca la SS.

Alle 8:50 puntuali raduno a voce il gruppo per il briefing pre partenza, non c’è bisogno di urlare ne di richiamare l’attenzione …tutti e 65 ascoltano in religioso silenzio…sono commosso.

Tutti pronti, ci si avvia al “cancello” e si parte, tranquilli, senza foga, senza fretta, senza dormire ma senza spinte, strappi….niente urla.

Purtroppo la mia To.Pa. finisce poco dopo il primo kilometro, un taglio al copertoncino non mi lascia scampo. Il mio socio si ferma con me, cerchiamo insieme di riparare il danno ma presto capiamo che sono spacciato.

“Vai!” gli urlo…”Vai e corri almeno tu….ci abbiamo messo il cuore per organizzare questo evento….vai e arriva con i primi!”

Lui mi guarda, per un attimo non sa cosa fare, più mortificato di me. Poi capisce. Salta in bici e in un attimo non lo vedo più.

Rimango solo. Mi guardo attorno. Siamo alle porte di Milano ma mi sembra di essere lontano centinaia di kilometri. Il mais tagliato di recente, il marrone ed il verde dell’erba, un contrasto che riempie il cuore. Qualche stormo già si forma in cielo. Volatili che si preparano a migrare verso terre più calde. Una leggera e fresca brezza riempie i polmoni.

Mi avvio lentamente a piedi verso la partenza. Ho tempo per stare con i miei pensieri. Avrei preferito farlo pedalando ma tantè, fa parte del gioco inutile crucciarsi. In altre occasioni lo avrei fatto. Oggi no. Sono ugualmente felice. Penso alle persone che si stanno godendo il percorso.

Qualcuno lo ha fatto anche per me, ghiaia, sabbia, radici, qualche guado. Il parco del Ticino è tosto da domare.

All’arrivo il mio socio è con i primi. Ha sputato l’anima per recuperare il gruppo che ha raggiunto in solitaria solo dopo 30km.

E’ stata la soddisfazione più grande.

Un ciclismo diverso, vissuto in maniera diversa, fatto di gente che vuole star bene, senza fretta, senza stereotipi, fatto di amicizia di rispetto reciproco, di aiuto nel momento del bisogno (oggi oltre a me han forato in diversi). Un diverso modo di vivere le ruote, meno convenzionale, più votato alla ricerca della sfida con se stessi che con il cronometro o altri mille cristiani. Fatto di semplicità, di contatto con la natura (dove si può si passa dove non si può si torna indietro). Forse, mi auguro, non l’unico.

Gli applausi più grandi sono andati agli ultimi arrivati.

Oggi mi son tolto la cravatta. Definitivamente.

Il resto è storia di birra, salsicce e torte fatte in casa

Ps.: con sommo gaudio posso evitare di ringraziare, il parroco, la protezione civile, comune e assessori vari, sponsor più o meno interessati, associazioni di promozione e pseudo tali…. Abbiamo fatto tutto da soli (grande il Direttivo tutto!), mettendoci anche del nostro, anche se ovviamente senza di voi ci saremmo divertiti molto meno. Vi aspettiamo per la prossima! "

[robertofrr]

Comunque la formula in se non e' male, allora il Jazz Band Rally si rifaceva come stile alla Parigi Dakar motociclistica che allora era molto di moda, un misto tra avventura e gara adatta a tutti, si respirava un'aria amichevole. E' stato poi l'agonismo a snaturarlo. Se volete approfondire se ne era parlato nel forum dedicato alle MTB, avevo postato anche dei road book, non so se posso mettere il link. 

[mariazzo]

18 minuti fa, oldschool ha scritto:

@riky76

quello che penso è raccolto nell'articolo che scrissi e pubblicai sul ns sito subito dopo la prima edizione dell To.Pa.Gravel e che riporto integralmente. Credo il concetto sia chiaro. Lunga vita a LLL e figlie.

"... Vi aspettiamo per la prossima! "

 

mah, capisco bene certi sentimenti e li appoggio in pieno. Però come si dice di solito "la verità sta nel mezzo".
Le "garette" autogestite hanno tutto il loro fascino per la "spensieratezza" che si portano con se. del pedalare per il gusto di farlo.
E sicuramente li preferisco.
Però lo stesso sentimento puoi averlo anche con manifestazione organizzate di tutto punto che ti costano 40/50€. Ovvio che lo scenario (o meglio i personaggi) sono diversi. e sono diversi anche i numeri dei partecipanti. non ci sono più solo le persone che corrono per il gusto di farlo, ma quelli che vogliono vincere a tutti i costi... ma li sta a te prenderla nel modo giusto e "farti scivolare via" questi atteggiamenti.

Purtroppo succede in tutti gli ambiti... guarda ad esempio il circuito delle criterium in fissa.

Altra cosa invece è: a fronte di tot euro di iscrizione, io mi aspetto almeno una bella organizzazione, che a volte fa un pò acqua (es: senza fare polemiche, l'eroica che a fronte di 60€ non ti assicura nemmeno l'autoscopa -  che in un contesto come quello secondo me è fondamentale)

 

[Woodstock]

Ma che 2 palle,sempre al nord!!

[riky76]

 

2 ore fa, oldschool ha scritto:

@riky76

quello che penso è raccolto nell'articolo che scrissi e pubblicai sul ns sito subito dopo la prima edizione dell To.Pa.Gravel e che riporto integralmente. Credo il concetto sia chiaro. Lunga vita a LLL e figlie.

2 ore fa, mariazzo ha scritto:

mah, capisco bene certi sentimenti e li appoggio in pieno. Però come si dice di solito "la verità sta nel mezzo".

 

 

il tipo di gara è pensato proprio per accontentare un po' tutti gli animi del ciclismo amatoriale...

 

si pedalicchia in gruppo fino alla PS, chi vuol scannare scanna, chi forza solo un minimo e chi passeggia... dopodichè ci si ritrova a fine speciale ed in gruppo di amici ci si trasferisce alla speciale successiva, pedalando senza guardar troppo il cronometro... 

 

sulla carta la formula, avendo le due facce della medaglia di ciascuno di noi, è abbastanza convincente per come la vedo io

[arwen]

La mia paura è che visto l'improvviso interesse su larga scala per gli eventi gravel i vari enti e comitati a breve vorranno cavalcare l'onda del momento inserendo l'agonismo anche in questo tipo di gare che avevano più il sapore di sfida con senstessi in primis

[riky76]

29 minuti fa, arwen ha scritto:

La mia paura è che visto l'improvviso interesse su larga scala per gli eventi gravel i vari enti e comitati a breve vorranno cavalcare l'onda del momento inserendo l'agonismo anche in questo tipo di gare che avevano più il sapore di sfida con senstessi in primis

la stessa identica frase vale detta qualche anno fa per le criterium a scatto fisso...

 

(non è una polemica eh, ma pura constatazione delle cose...)

 

PS: a fine gravel son sempre arrivato concio come un asino