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Caro Cliente, una lettera dal tuo telaista


revanche
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Possibile che non trovi una soluzione per mettere il tuo logo e il nome del cliente?

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C'e'.

Ma non so quanto senso abbia. 

Anche se arrivi secondo, la colpa e' del telaio perche' non e' di crabonio.

 

 

E' proprio questo il punto (attenzione, non intendo dire che il carbonio sia meglio

dell'acciao. Mi riferisco alla percezione comune. 

Da ciò l'impossibilità (ammesso di avere voglia e soldi) di ripercorrere

la strada dei grandi telaisti italiani del passato 

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Si dice Crabonio.

:)

Alla fine, montare un telaio strada in acciaio sui 6,5-6,8 non e' difficile.

E sta diventando sempre piu' facile.

 

Quindi, secondo me e' fattibile.

 

Non ho certo i numeri per pensarci ora, ma ci penso gia' da ora.

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Si dice Crabonio.

:)

Alla fine, montare un telaio strada in acciaio sui 6,5-6,8 non e' difficile.

E sta diventando sempre piu' facile.

Quindi, secondo me e' fattibile.

Non ho certo i numeri per pensarci ora, ma ci penso gia' da ora.

tutti seguono la moda.. quello che va al momento.. se fai una bici in acciaio che pesa come una in carbonio e costa la metá non ti caga nessuno comunque.. fino a quando scott o specialized o altri faranno uguale e allora ti diranno che hai copiato loro

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Alla fine, montare un telaio strada in acciaio sui 6,5-6,8 non e' difficile.

E sta diventando sempre piu' facile.

 

Quindi, secondo me e' fattibile.

 

Non ho certo i numeri per pensarci ora, ma ci penso gia' da ora.

esco dall' ibernazione e se mi posso permettere, il topic è interessante, e certo più sensato che non quello similoide dall' altra parte; per la questione del nome, uno dalle mie parti scriveva mario rossi by revanche ( o quello che è ). dopodichè andando sul tecnico la mia opinione è che l' acciaio è stato sostituito darwinianamente, checchè se ne pensi, anche se in certi ambiti si può difendere, tipo cx o pista, e non c'entra  il peso, ma le caratteristiche di risposta in base anche al fondo di scorrimento, che a volte sono quantomeno comparabili e c'è gara, altre volte sono di un' inferiorità imbarazzante, anche perchè andando alla ricerca del peso si perdono tutte le caratteristiche positive mantenendo le negative.

secondo me, per la questione gare potresti puntare li, sempre se il caso, per il resto, alta gamma con le politiche degli oggetti di lusso.

ps: ah, per il logo, il nome, la grafica ecc ecc secondo me, ascolta qualcuno del mestiere tipo anche chi è intervenuto qui, che in proposito due ritocchi possono far miracoli. della serie che non ho idea del tuo nome/cognome, ma  per esempio chi faceva mozzi, pignoni ecc ecc ( fixkin tanto per essere chiari ) magari di cognome per destino fa cogo e non lo sfrutta nel marchio, beh vabbè cosa altro aggiungere ?

Modificato da giorgibe (visualizza cornologia modifica)
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Non conosco il nome del chirurgo che mi ha operato di appendicite eppure ha fatto un bel lavoro e glie ne sono grato, sono arrivato sotto i ferri in peritonite in piena notte e due ore dopo ero salvo. E non venitemi a dire che nel lavoro di un chirurgo non ci sia estro, nulla al mondo ti costringe ad improvvisare più che trattare con la vita  degli uomini.

Non conosco i nomi di chi nei secoli ha costruito e modificato la casa con cui vivo eppure ne aprezzo e condivido le scelte, vivo dentro a quelle scelte, fanno parete di me condivido la loro esperienza un nome cosa aggiungerebbe?

Personalmente non mi frega nulla che si sappia se un lavoro l'ha fatto Damiano o Paperino mi frega che sia fatto come Damiano vuole che sia fatto la mia soddisfazione sta tutta li.

Ammirando il David non vedo scritto il nome dello scultore, ma non gli manca nulla.

Comprendo questa lettera al cliente ma non la condivido il valore non sta nel nome e la soddisfazione non sta nell'essere riconosciuti, io la vedo così.

Modificato da Dens (visualizza cornologia modifica)
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Non conosco il nome del chirurgo che mi ha operato di appendicite eppure ha fatto un bel lavoro e glie ne sono grato, sono arrivato sotto i ferri in peritonite in piena notte e due ore dopo ero salvo. E non venitemi a dire che nel lavoro di un chirurgo non ci sia estro, nulla al mondo ti costringe ad improvvisare più che trattare con la vita  degli uomini.

Non conosco i nomi di chi nei secoli ha costruito e modificato la casa con cui vivo eppure ne aprezzo e condivido le scelte, vivo dentro a quelle scelte, fanno parete di me condivido la loro esperienza un nome cosa aggiungerebbe?

Personalmente non mi frega nulla che si sappia se un lavoro l'ha fatto Damiano o Paperino mi frega che sia fatto come Damiano vuole che sia fatto la mia soddisfazione sta tutta li.

Ammirando il David non vedo scritto il nome dello scultore, ma non gli manca nulla.

Comprendo questa lettera al cliente ma non la condivido il valore non sta nel nome e la soddisfazione non sta nell'essere riconosciuti, io la vedo così.

lettera.......direi più un modo per farsi pubblicità

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Che poi la firma se vuoi ce la metti anche senza scrivere il nome... e non mi riferisco alla scritta Pinarello...

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Parlando invece di marchi, intesi come "nome" del produttore (Es. Colnago, De Rosa, Bianchi ecc ecc)

mi son spesso chiesto quanto sia possibile lanciare oggi il proprio marchio e renderlo famoso costruendo

bici in acciaio. 

Mi spiego: i campioni del passato correvano e vincevano con bici in acciaio: per questo i nomi 

che ho citato sopra, sono diventati famosi e richiesti, e lo sono ancora, nonostante vendano soprattutto

bici in carbonio fabbricate a Taiwan e lontane da quella artigianalità che li rese famosi. 

 

Oggi un giovane telaista, con tutta la maestria e l'impegno possibile, potrà al massimo raccogliere

grandi consensi nell'ambito di una ristretta cerchia di appassionati, ma dubito che possa farsi

conoscere al grande pubblico senza avere la possibilità di correre e vincere tra i PRO. 

Più facilmente, il grande pubblico conosce Specialized, Cannondale, BMC; Canyon ecc ecc,

che, pur non avendo tradizioni "secolari" come le nostre, sono i mezzi che corrono e vincono oggi. 

 

Forse mi sbaglio e mi piacerebbe conoscere il tuo parere in merito

Correre costa troppo.

La simoncini forniva le biciclette a delle squadre, arrivo' 20ma ai campionati del mondo con 

Loggati per vedere il contenuto

Ritorno d'immagine secondo me zero.

 

Richard Sachs corre nel Cx. Ma ha un'approccio di marketing diverso, di riferimento.

 

Vedo che il ritorno, senza i grandi numeri (che non puoi fare se li fai da solo) non c'e'.

Ci sono dei marchi piccoli che si impegnano, anche a livello alto, guardate Ancillotti, ma non credo sia un buon investimento, e neanche me lo posso permettere.

Ho parlato di recente con un'amica ex pro Canadese (strada) , per una squadra femminile, ma mi sembra ancora molto lontano.

 

 

Ho proprio ciò che ho detto. Non c'è la possibilità di correre, e ancor meno proponendo bici in acciaio

 

il tuo bacino di utenza, se sei un artigiano che propone bici in acciaio , non e' suicuramente la massa... quindi non serve diventare famigerati come colnago o de rosa

sempre e comunque mie opinioni, ma forse, essendo un apprendista telaista, povero in canna, designer e appassionato di fancazzismo .. non ho capito un cazzo ;)

 

proprio per quello il valore di marchio e' piu' alto, e' un prodotto di nicchia.

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Parlando invece di marchi, intesi come "nome" del produttore (Es. Colnago, De Rosa, Bianchi ecc ecc)

mi son spesso chiesto quanto sia possibile lanciare oggi il proprio marchio e renderlo famoso costruendo

bici in acciaio. 

Mi spiego: i campioni del passato correvano e vincevano con bici in acciaio: per questo i nomi 

che ho citato sopra, sono diventati famosi e richiesti, e lo sono ancora, nonostante vendano soprattutto

bici in carbonio fabbricate a Taiwan e lontane da quella artigianalità che li rese famosi. 

 

Oggi un giovane telaista, con tutta la maestria e l'impegno possibile, potrà al massimo raccogliere

grandi consensi nell'ambito di una ristretta cerchia di appassionati, ma dubito che possa farsi

conoscere al grande pubblico senza avere la possibilità di correre e vincere tra i PRO. 

Più facilmente, il grande pubblico conosce Specialized, Cannondale, BMC; Canyon ecc ecc,

che, pur non avendo tradizioni "secolari" come le nostre, sono i mezzi che corrono e vincono oggi. 

 

Forse mi sbaglio e mi piacerebbe conoscere il tuo parere in merito

Correre costa troppo.

La simoncini forniva le biciclette a delle squadre, arrivo' 20ma ai campionati del mondo con 

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Ritorno d'immagine secondo me zero.

 

Richard Sachs corre nel Cx. Ma ha un'approccio di marketing diverso, di riferimento.

 

Vedo che il ritorno, senza i grandi numeri (che non puoi fare se li fai da solo) non c'e'.

Ci sono dei marchi piccoli che si impegnano, anche a livello alto, guardate Ancillotti, ma non credo sia un buon investimento, e neanche me lo posso permettere.

Ho parlato di recente con un'amica ex pro Canadese (strada) , per una squadra femminile, ma mi sembra ancora molto lontano.

 

 

Ho proprio ciò che ho detto. Non c'è la possibilità di correre, e ancor meno proponendo bici in acciaio

 

C'e'. e anche in acciaio.

 

Ancora no pero'.

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@Leonida @luc 

chiarisco bene il mio concetto:

non voglio dire che la piccola realtà artigianale debba per forza

diventare un colosso industriale. 

Riflettevo semplicemente sul fatto come oggi non sia più

possibile ripetere quel tipo di esperienza. 

Non avendo quindi la possibilità di fare numeri "importanti".

non va tralasciata l'alternativa del lavoro conto terzi, che

può aiutare a far quadrare i conti. 

un cliente non e' conto terzi. E' uno che vuole farsi fare una bicicletta.

Comunque, non ho i numeri per fare il terzista. 

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