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A.A.A. Commessi cercasi


Maurando
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Io nel weekend lavoro al servizio clienti dell'IKEA e sono laureato in disegno industriale al Politecnico. So che purtroppo non ho fatto un percorso di studi come quello di un ingegnere ma di sicuro per la formazione, la cultura, l'esperienze e le capacità che ho non mi merito un lavoro così. Un lavoro triste e alienante, che avrei potuto fare anche 10 anni fa.

Ah che poi ho anche un contratto a termine naturalmente.

Io lo faccio solo perché ho le pezze al culo e questo lavoretto mi serve, altrimenti li avrei mandati affanculo dopo tre minuti.

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Ma per guidare l'autobus che laurea serve? Per sbancalare frutta e verdura che laurea serve? Per fare il pane? Per insaccare insaccati? Per badare ai vecchi? Per rifare i letti negli hotel che laurea serve? Per fare il formaggio che laurea serve? Laurea in voglia di mettere le mani nel caglio bollente?

@giorgibe le aziende a spazzare le strade e rifare lenzuola e asciugamani la mattina negli hotel uno ben istruito nemmeno lo prendono, secondo il ragionamento "appena trova di meglio questo ci molla". Forse non è il caso a monte di formare decine di migliaia di superprofessionisti di questo e quello....

non servono lauree, infatti io ho parlato di livelli di istruzione, poi le aziende per semplificarsi la vita ed avere un metro più o meno affidabile cercano quello con il titolo, ovvero il laureato, breve o lungo che sia.

i datori di lavoro sono consapevoli che adesso o mangi la minestra o salti la finestra, quello c'è quindi cercano il meglio o il supposto tale, tanto alternative nisba, ed un paese di sicuro non ci perde ad avere un livello culturale e di istruzione alto, certo che poi bisognerebbe definire meglio cos'è, a cosa serve e fino a che punto ne vale la pena ( per me serve se sei laureato  e fuori dai piedi da casa dei tuoi verso i 24 anni max ). io non sono laureato, fatta solo mezza scienze politiche, poi visto le prospettive mi sono impiegato.

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il problema di base in Italia ,è che la maggior parte dei giovani prende indirizzi universitari senza senso. Vuoi perchè nn sa bene cosa fare, vuoi che voglia perdere del tempo.. vuoi che nn sappia bene che tipo di lavoro voglia poi effettivamente fare..

L'altro lato della medaglia è che nn ci sono più molti giovani disposti a fare i falegnami, i carpentieri, o un qualsiasi lavoro manuale.. così lo fanno gli extracomunitari (nn c'è nulla di male eh) 

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bha, secondo me il discorso è molto differente...

 

un laureato, chiunque esso sia, se ha portato a termine un determinato percorso di studi lo ha fatto perchè bene o male gli piaceva quello che studiava, e come sempre, uno cercherà di fare nella vita quello che gli piace. Io stesso neolaureato da 4 mesi in cerca di un lavoro, spero di riuscire a trovare qualcosa nel mio ambito di studi, il perchè è semplice, è quello ceh mi piace. Se poi proprio non trovassi nulla, tra un paio di mesi inizierò a cercare quasiasi altro lavoro, ma per il momento spero di poter trovare un lavoro che davvero mi possa piacere!

 

Poi, sia chiaro, all'ikea sapevo di laureti triennali e laureandi della magistrale che venivano assunti per lavorare solo nei fine settimana e venivano stra pagati, tipo 10 euro all'ora per 10 ore al giorno per 8 giorni al mese...ossia 800 euro netti per 8 giorni, quando in fabbrica (super rispetto ) prendi 800 euro per lavorare 8 ore al giorno...se poi quando ti laurei vuoi continuare perchè magari ti ritoccano il contratto ben veng, li dipende da quanto volevi effettivamente lavorare nel tuo ambito di studio!! (Stesso discorso per decatlhon dove ho lavorato 3 mesi, 20 ore a settimana e guadagnavo 600 euro netti).

 

Ultima cosa, sinceramente, se un negozio come ikea, ha 100 dipendenti, il fatto che 45 siano laureati mi sembra anche abbastanza ""normale"" nel senso che magari quelle 45 persone possono avere un impiego di maggior responsabilità...(ma tutto ciò è ipotetico)

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L'altro lato della medaglia è che nn ci sono più molti giovani disposti a fare i falegnami, i carpentieri, o un qualsiasi lavoro manuale.. così lo fanno gli extracomunitari (nn c'è nulla di male eh) 

ci sarebbero pure, ma un artigiano fatica ad assumere, sia perchè non c'è giro di lavoro, sia perchè comunque in questi periodi prima vengono parenti e conoscenti. poi c'è un' altra cosa, che andare a lavorare quasi gratis senza prospettive non è il massimo, può avere invece un senso per uno che magari tra 2/3 anni se ne torna al paese suo e impianta una bottega

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L'altro lato della medaglia è che nn ci sono più molti giovani disposti a fare i falegnami, i carpentieri, o un qualsiasi lavoro manuale.. così lo fanno gli extracomunitari (nn c'è nulla di male eh) 

ci sarebbero pure, ma un artigiano fatica ad assumere, sia perchè non c'è giro di lavoro, sia perchè comunque in questi periodi prima vengono parenti e conoscenti. poi c'è un' altra cosa, che andare a lavorare quasi gratis senza prospettive non è il massimo, può avere invece un senso per uno che magari tra 2/3 anni se ne torna al paese suo e impianta una bottega

 

anche questo è vero, assolutamente. 

Diciamo che se un dipendente nn costasse come due alla fine del mese uno sarebbe più disposto ad assumere. 

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c'è da dire che probabilmente quel 45% di laureati citati in quell'articolo sono andati a lavorare all'ikea per avere un posto li lavoro di "parcheggio" post laurea giusto per non stare a casa senza fare un cazzo in attesa di un'altro posto

Potrebbe darsi ma suona strano se consideri che per i 200 posti disponibili all'IKEA di Pisa sono pervenute più di 28000 domande; o forse sì, il parcheggio è la prospettiva lavorativa di buona parte dei disoccupati italiani.

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L'altro lato della medaglia è che nn ci sono più molti giovani disposti a fare i falegnami, i carpentieri, o un qualsiasi lavoro manuale.. così lo fanno gli extracomunitari (nn c'è nulla di male eh) 

ci sarebbero pure, ma un artigiano fatica ad assumere, sia perchè non c'è giro di lavoro, sia perchè comunque in questi periodi prima vengono parenti e conoscenti. poi c'è un' altra cosa, che andare a lavorare quasi gratis senza prospettive non è il massimo, può avere invece un senso per uno che magari tra 2/3 anni se ne torna al paese suo e impianta una bottega

 

anche questo è vero, assolutamente. 

Diciamo che se un dipendente nn costasse come due alla fine del mese uno sarebbe più disposto ad assumere. 

 

mio fratello è partito per l'australia (un anno) in cerca di lavoretti qualsiasi.

li è pieno di fattorie più o meno piccole che assumono dando vitto e alloggio e magari una piccola "ricompensa", peccato che gli australiani non ci vadano a lavorare, ma ci vanno gli extracomunitari (in questo caso mio fratello). quindi non è che siamo noi italiani che non vogliamo fare certi lavori, è proprio il discorso che se te sei a casa tua magari puoi puntare a trovare qualcosa che ti possa piacere di più...

 

inoltre, quando io 3 anni fa ho chiesto a un mio conoscente che produice vino, se potevo alvorare per lui a fare la vendemmia, la risposta è stata che se mi fossi fatto male sarebbero andati nei casini perchè io volevo andare anche in "nero" peccato che non si possa fare e di conseguenza gli sarei costato il triplo e quindi non poteva permettersi una persona in più... (cosa che in australia a quanto pare se ne fottono e vai e inizi a lavorare dopo 5 minuti) 

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precisiamo una cosa :

gli Italiani non vogliono fare alcuni lavori , non per la tipologia del lavoro , ma per il rapporto tra le mansioni da svolgere , il compenso percepito e il costo della vita.

se per pulire le strade mi offri 900 euro al mese in una città dove affittare un bilocale costa 750 euro è logico che cerco altro.

ma se vivo in nordafrica , nelle filippine , nell'est europa etc. e scopro che c'è un paese dove arrangiandomi a dividere una stanza con alcuni connazionali posso andare a vivere e a lavorare anche duramente , ma dove in 5-6 anni magari mi metto da parte 30.000 euro con i quali nel mio paese mi faccio la villa... il discorso cambia.

esiste la stessa cosa tra Svezia e Norvegia. gli svedesi andavano nelle fabbriche Nokia norvegesi e beccavano una retribuzione che gli consentiva di tornare in Svezia con il gruzzolo.

prendiamo un cittadino rumeno ad esempio : viene qui , lavora , mette da parte due lire , beneficia di assistenza sanitaria come si deve e servizi affini , può rimanere indietro con le spese condominiali tanto si trova in un paese dove esigere i crediti è quasi impossibile , impara una lingua , torna in Romania , si compra la casa e poichè conosce la lingua va a lavorare in un call center Vodafone italiano che è stato trasferito in Romania perchè all'azienda costa meno.

lo pagheranno poco? almeno la casa se l'è comprata...

un Italiano invece come ne viene fuori dai 900 euro di retribuzione in una città cara come il fuoco come Milano? al massimo si compra una fissa per non dover pagare l'abbonamento ai mezzi pubblici...

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io mi trovo estremamente d'accordo con lui, certo alcune cose sono lievemente iperboliche, ma il senso è quello.

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