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Ciclofficina e riferimenti politici


FAGGIO
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Argomento succoso giustamente portato alla luce. Io invito sempre a valutare le cose in maniera obiettiva e senza farsi trascinare dalla fazione a cui si appartiene, cosa che anche qui vedo sta succedendo. Spiego.

 

1) La questione del cicloattivismo odierno di cui le ciclofficine sono un'espressione pratica ricorda un po' quella dei sindacati di sinistra (quelli "veri", quelli di una volta, non quella congrega di parassiti difensori di scaldascrivanie e privilegi vari...): nessun lavoratore di destra può negare come molti dei propri diritti di lavoratore siano stati ottenuti grazie alle battaglie dei sindacati di sinistra, a cui dovrebbe essere eternamente grato.

Allo stesso modo è indubbio che in Italia la questione del ciclismo urbano sia stato smosso da alcune aree di sinistra, un po' perchè vagamente affine ad una certa filosofia politica e non solo, e un po' perchè a destra certi temi siano sempre stati di poco interesse (qualcuno dirà "ma perchè, quali sono gli argomenti di interesse del cdx italiano oltre a via i negri e difendiamo le tv?!" ma cerchiamo di non andare OT...).

 

2) Attenzione, però, perchè dove tali temi sono nati (cioè all'estero) la cosa non ha mai avuto connotazione politica. Al di là dei Provos olandesi (che discendono dai figli dei fiori) e rari altri casi, sebbene i movimenti non siano certo nati presso aree repubblicane statunitensi vicine a lobby petrolifere per ovvi motivi, l'appartenenza politica (intesa come partitica) non ha mai caratterizzato il movimento in maniera diretta come in Italia dove poi è arrivato (Critical Mass non è di sinistra, forzando il cocnetto potremmo dire che nacque perchè dei ciclisti pretesero diritto d'accesso al ponte di San Francisco, punto). Perchè?! Per due motivi:

a) Il primo è quello che ho detto, e cioè che in Italia certi temi sono stati più di interesse di una certa parte politica e abitualmente snobbati da una certa altra parte politica.

b) un certo vizio della sinistra italiana che spesso si appropria di battaglie, movimenti e filosofie straniere e le importa cercando più o meno strumentalmente di metterle sopra un marchio. Successe anche negli anni 90, quando gli ambienti dei centri sociali si appropriarono del movimento hip-hop cercando di spacciarlo come un movimento di sinistra e dando origini all'epoca delle Posse, quando negli USA dove nacque il movimento aveva sì caratterizzazione politica (come ha detto qualcuno "politica" non è solo "partito") ma non schieramento partitico (molte frange hip-hop avevano una connotaizone di destra, per quanto destra particolare: clamoroso il caso di Eazy-E, in cui la rabbia verso i bianchi sfociò in vero e proprio odio ad un certo punto da farlo bollare dai colleghi come "nazista nero", tano che gli NWA (Niggers With Attitude) ad un certo punto litigarono e cullarono l'idea di rifondarsi col nome di NWE (Niggers Without Easy-E).

 

3) Al di là di tutto credo che molto stia nella coscienza di ognuno e nel scelgiere come vivere la questione. La cosa che a me personalmente dà fastidio è una certa ipocrisia con cui si strumentalizzano certi temi. Una volta litigai con una blogger che scrisse "la bici è di sinistra", una puttanata che non vorrei mai leggere e con cui Marinetti si rivolta nella tomba (anche senza andare così indietro nel tempo potrei star qua 2 giorni a spiegare provocatoriamente perchè la bici è più destra che di sinistra, sia perchè giocando con le parole si può dire tutto, sia perchè ci sono esempi pratici). Ma ancora più rabbia mi fanno quei politici che come documentato da qualcuno si fanno belli sulla bici in campagna elettorale per blandire un certo elettorato vicino alla loro area politica e poi (eletti o non eletti) per il resto della vita non se la cagano di pezza.

 

4) In sostanza quindi che le ciclofficine siano animate da una certa area politica in Italia non è un problema, a me frega neinte del marchio, se una cosa è buona è buona, se è negativa è negativa. Quello che certi attivisti però dovrebbero evitare è il marchio così forzato e quell'atteggiamento così sprezzante nei confronti degli "altri", e qui torniamo ai discorsi fatti per le elezioni: finchè continuerai a sputare sull'altro, come farai a convincerlo ad avvicinarsi?!...finchè insisterai nel far credere che andare in bici significa avere i dreadlocks, piercing, tatuaggi (che a proposito di strumentalizzazioni una volta eran di destra, oggi son considerati di sinistra, da morir dal ridere...) ascoltare i 99 posse, andare in giro coi pantaloni che sembra che ti sei cagato addosso, sedersi per terra col cane pulcioso, votare Democrazia Proletaria, disprezzando tutti i "diversi" bollati inequivocabilmente come fighetti, etc., quando mai riuscirai ad avvicinare alla bicicletta chi legittimamente preferisce uno stile di vita differente e fargli capire determinate cose su ciclabilità urbana, mobilità sostenibile, etc.?!...

Non facciamo l'errore di certi partiti di chiudersi nella propria torre d'avorio rifiutando e spaventando i diversi per poi piangere e lamentarsi perchè il mondo non cambia: la filosofia va veicolata, non è la figa che più si nega e più viene rincorsa...

 

5) Al di là di tutto, che è solo un discorso generale, devo dire che io nelle ciclofficine milanesi non ho mai vissuto il problema. Conoscendo la gente capisci che l'orientamento politico è quello (ma forse più anarchico" che "comunista", tanto per capirci...) ma sinceramente non ho mai sofferto il problema. Io che non amo molto determinati ambienti devo dire che non mi son mai sentito a disagio e mai nessuno mi ha dato modo di sentirmene. Non ho mai visto cartelli o manifesti partitici, ne tentativi di propaganda o strumentalizzazioni politiche, ho sempre visto solo l'applicazione pratica della filosofia descritta.

Non ho mai visto nessuno che facesse l'esame a chi entrava, nè ho visto rifiutare l'accesso a qualcuno che non appartenesse alla fauna dread&piercing, tantomeno qualcuno mi ha interrogato sulle mie simpatie politiche (e meno male, dato che non avrei avuto la risposta...). Una volta addirittura è capitato che chiacchierassimo di politica ed io spiegassi perchè per mie vicende familiari mi dico anti-fascista quanto anti-comunista, senza che nessuno si scandalizzasse di ciò o mi facesse capire di essere indesiderato.

 

In conclusione: io spero solo che tutti possano trovare ciclofficine come quelle che ho frequentato io, e mi spiace per chi non ne trovi di eguali e per chi ne gestisca di differenti, perchè è un vero peccato.

 

Quelli del punto 4 si chiamano fashion victim. Stanno ovunque. Ricordo ancora qua da me l'affannosa ricerca del furgone più marcio, del cane da trattare come un deficiente (in realtà i cani di certa gente sono molto più intelligenti dei padroni), il muro di casse o le macchinette per suonare da gente che cambia subcultura così come si cambiano le mutande (che forse loro cambiavano una volta all'anno). Nel giro di pochi anni sono spariti tutti. Ma ci credevano, oh se ci credevano. 

Purtroppo la vera intolleranza sta a mio avviso in certa sinistra.

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Caspita si va sul pesante a quanto pare.......

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-Dov’è il problema?

Le bandiere sono un problema?

La faccia di #cheguevara, o il drappo di @narchia disturbano la pubblica quiete?

Sono sintesi anche quelle, che piaccia o no, vanno rispettate.

Siempre!:-DDD

 

Infatti, rispettiamole tutte.

 

casapound_italia2.jpg

Righe non hai capito un cazzo e non mi fai ridere.:/

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Beh, se in Italia, le ciclofficine sono gestite da personaggi con cultura "di sinistra" dove sta il

problema? Non c'è lucro, non c'è trucco e non c'è inganno. Ben vengano le ciclofficine e chiunque

abbia piacere di spartire una conoscenza con altri. 

 

Se poi esistessero anche calzolai/sarti/idraulici/muratori "popolari" io sarei ancora più contento

 

Lele a me la sinistra (non tutta eh) ha fatto scappare la pazienza. E anche se non sembra ne ho veramente tanta.

: )

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-Dov’è il problema?

Le bandiere sono un problema?

La faccia di #cheguevara, o il drappo di @narchia disturbano la pubblica quiete?

Sono sintesi anche quelle, che piaccia o no, vanno rispettate.

Siempre!:-DDD

 

Infatti, rispettiamole tutte.

 

casapound_italia2.jpg

Righe non hai capito un cazzo e non mi fai ridere.:/

A me sembra miope negare il significato di certe bandiere.

Fai bene a non ridere perché quella non è una battuta.

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Beh, se in Italia, le ciclofficine sono gestite da personaggi con cultura "di sinistra" dove sta il

problema? Non c'è lucro, non c'è trucco e non c'è inganno. Ben vengano le ciclofficine e chiunque

abbia piacere di spartire una conoscenza con altri. 

 

Se poi esistessero anche calzolai/sarti/idraulici/muratori "popolari" io sarei ancora più contento

 

Lele a me la sinistra (non tutta eh) ha fatto scappare la pazienza. E anche se non sembra ne ho veramente tanta.

: )

 

Beh, come sai ho già espresso la mia opinione in merito a certa sinistra sul post riferito al "profeta con

la barba".  Per quanto riguarda le ciclofficine, o comunque ambienti dove si offre un aiuto gratuito, a me

poco importa che sia esposta la bandiera del Che oppure la croce uncinata. L'importante è che quando ci

si entra si venga ben accolti, ascoltati e non ghettizzati. Poi so benissimo che non sempre funziona così, però

mi piace ancora sperare che da qualche parte sia possibile :)

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