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Ciclofficina e riferimenti politici


FAGGIO
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Ciao a tutti,questo è il mio primo topic ma è da più di un anno che vi seguo giornalmente (sono consapevole di esordire con una frase tipica da forum e newbie e me ne pento ). Non mi sono mai iscritto perché ho sempre trovato risposta alla mie semplici domande solo leggendo messaggi altrui e perché ho sempre dubitato di poter dare un contributo significativo a questa community data la mia mediocre preparazione tecnica.

Presentazione a parte, ho deciso di creare questa discussione per chiedervi come funzionano le ciclofficine nelle vostre città, specie quelle nelle città più densamente popolate.

Cerco di spiegarvi meglio, ieri è stata inaugurata una ciclofficina nella mia città (neanche 80.000 abitanti).

E' stata aperta in un'ala di un ex ospedale nel centro città, questo ospedale è da circa 2 anni occupato in modo civile e responsabile da famiglie che hanno problemi a trovare dimora in case popolari per carenza delle stesse in città. L'occupazione dell'ex ospedale e di altri stabili in città è stato promosso da partiti o comunque comunità di persone vicine a temi sociali e con ideali politici chiaramente di sinistra.

Come potete immaginare l'occupazione, specie in uno stabile in centro città, non è ben visto da tutti i cittadini e viene consentito dall'amministrazione comunale (di centro sinistra), consapevole dei problemi di fruibilità di case popolari in città, in modo non oppositivo tant'è che le varie famiglie hanno accesso alla corrente energetica e all'acqua potabile.

Nel tempo sono stati organizzati concerti, cinemaforum e dibattiti nell'ex ospedale per sensibilizzare la gente al tema.

La mia città ciclisticamente parlando verte in una condizione pessima, le piste ciclabili sono poche e malandate e manca quella fetta consistente di ciclisti urbani che utilizzano la bici per andare al lavoro o scuola, solo nell'ultimo anno si è assistito ad uno scarso ritorno/scoperta dell'utilizzo della bici più che altro dettato dalla crisi e dall'elevato costo della benzina.

Fatte tutte queste premesse, ieri è stato presentata la ciclofficina nell'ex ospedale con un aperitivo di autofinanziamento, c'era musica, da bere e mangiare, venivano proiettate foto e video inerenti alle bici. Sui muri verniciati di candido bianco c'erano striscioni e bandiere tipiche dei centri sociali o scuole occupate: bandiera no tav, noi non paghiamo la crisi, simboli anarchici, denunce a politici leghisti xenofobi...

Dopo aver bevuto una birra me ne sono andato sconsolato per il fatto di aver sperato in una ciclofficina apolitica e stanco degli sguardi che mi sentivo addosso da chi, fumando una nonsigaretta  sotto un cartello vietato fumare, ostentava i suoi rasta.

Dentro non c'erano più di 30 persone compresi gli organizzatori. 

Tutto questo per dire che, secondo me, il loro modo di approcciarsi e apparire va contro l'intento primario di una ciclofficina, ovvero sensibilizzare le persone all'uso della bici e diffondere conoscenze in ambito ciclistico.

Le domanda sono: nelle ciclofficine delle vostre città è percepibile il credo politico dei "gestori" o peggio ci sono bandiere e striscioni di chiaro stampo politico? Se si sono frequentate? Cosa ne pensate voi di ciclofficine di questo genere?

 

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ai racione qst porci sinistronzi cn le l'oro biciclettine e i loro rasta puzzolenti sn proprio da manganellare, i veri italiani (italia a loro!) mica perdono tempo dietro a qst cs.

+è poi la tav serve a tutti è crea tnt tnt posti di lavoro, CAPITO, non cè la carta icienica nelle scuole publiche però i manager vanno in 1 ora da lione ha torino!!!! w la figa!!!


cerino.jpg

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ai racione qst porci sinistronzi cn le l'oro biciclettine e i loro rasta puzzolenti sn proprio da manganellare, i veri italiani (italia a loro!) mica perdono tempo dietro a qst cs.

+è poi la tav serve a tutti è crea tnt tnt posti di lavoro, CAPITO, non cè la carta icienica nelle scuole publiche però i manager vanno in 1 ora da lione ha torino!!!! w la figa!!!

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Spero di non essere frainteso. La bici la uso tutti i giorni per i miei spostamenti, ho da sempre votato a sinistra, non ho pregiudizi verso chi ha i rasta. Il tuo scrivere sgrammatico credo sia fuori luogo e comprendo l'intento di prendermi in giro. 

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ai racione qst porci sinistronzi cn le l'oro biciclettine e i loro rasta puzzolenti sn proprio da manganellare, i veri italiani (italia a loro!) mica perdono tempo dietro a qst cs.

+è poi la tav serve a tutti è crea tnt tnt posti di lavoro, CAPITO, non cè la carta icienica nelle scuole publiche però i manager vanno in 1 ora da lione ha torino!!!! w la figa!!!

cerino.jpg

Spero di non essere frainteso. La bici la uso tutti i giorni per i miei spostamenti, ho da sempre votato a sinistra, non ho pregiudizi verso chi ha i rasta. Il tuo scrivere sgrammatico credo sia fuori luogo e comprendo l'intento di prendermi in giro. 

eh eh eh faggio non ti devi giustificare! extra è un ragazzo con un cuore e un cervello grandi così... ma usa la provocazione in modo socratico/artistico/comunicativo....   ;)

Modificato da carlomarrone (visualizza cornologia modifica)
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Quella della mia città è ospitata da una associazione vicina a Sel. Nessuno striscione o bandiera, io trovo giusto che sia così. Purtroppo non è molto frequentata, ci capito di rado perché apre solo il sabato.

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le ciclofficine in italia e nel mondo nascono e crescono con l'intento di non essere esplicitamente politiche e ovviamente di essere apartitiche.

detto questo, specifichiamo subito che una cosa è essere apartitici una cosa apolitici. oggi (complici anche alcuni "movimenti") si parla sempre più di superamento di destra e sinistra, apoliticità, apartiticità etc... facendo di tutta l'erba un fascio e creando parecchia confusione.

Le ciclofficine non sono partitiche ma sono indissolubilmente legate ad una cultura ed a un orientamento che non può non essere politico. tutto è politico, anche il qualunquismo, ad esempio.

le ciclofficine popolari sono nate e cresciute in un ambiente di rivalutazione della bici, decrescita, ridiscussione degli spazi urbani come ce li hanno imposti, riappropriazione degli spazi e del tempo libero e non, ambientalismo, partecipazione attiva e dal basso, rifiuto della delega, rivalutazione delle periferie e quindi mutuo aiuto delle categorie sociali più in difficoltà, ghettizzate, discriminate, collaborazione etc... etc...

tutte queste cose (e tante altre ad esse connesse) volenti o nolenti sono cose squisitamente Politiche, e di un certo tipo di politica.

detto questo tutte le ciclofficine che conosco cercano di tenere la politica più spicciola fuori, cercano di non caratterizzarsi troppo e in modo mai protagonistico, ma allo stesso tempo (coerentemente) vivono e convivono con spazi chiaramente connotati Politicamente... dove dovrebbero stare? nei centri commerciali? o essere negozi? ma ci sono già i negozi ed è un'altra cosa... come fai a fare una ciclofficina popolare in un posto in cui c'è da pagare l'affitto come in un negozio? chi lo pagherebbe? visto che nessuno viene pagato per il lavoro che fa? etc...

p.s.

la crescita delle ciclofficine è legata alla storia di critical mass, per la quale vale lo stesso discorso e (cosa che nel forum potrebbe interessare) anche delle Velocity, alleycats e goldsprint. a tal proposito suggerisco il libro "noi siamo il traffico" appena tradotto in italia e uscito per celebrare i 20 anni di critical mass nel mondo, è una raccolta completa e interessante di disparate testimonianze sparse per il mondo

Comprendo che dietro un'idea, anche la più banale, c'è una persona con un chiaro credo politico e pertanto la sua idea sarà orientata dal suo credo politico. 

Comprendo anche che la ciclofficina non si possa fare in un centro commerciale o nella zona borghese della città ma chiaramente in luogo dove il disagio è percepibile, in zone periferiche al centro di rivalutazione urbanistiche ecc...

Comprendo ancora che chi partecipa attivamente in una ciclofficina non lo fa per ritorni, monetari e non, ma che anzi ha a cuore valori nobili.

So bene che le ciclofficine nascono e continueranno probabilmente a nascere tramite persone che sono vicine ad una idea politica piuttosto che ad un'altra.

Credo di non sbagliarmi a pensare che se la ciclofficina espone con fierezza bandiere di ABC chi vota diverso da ABC non entrerà mai nella ciclofficina o se ci entrerà ne uscirà probabilmente disgustato e quindi tutto il processo di rivalutazione e rieducazione se ne va a farsi benedire.

Ci tengo a precisare che la ciclofficina in questione aprirà i battenti tra un mese e questo era solo un aperitivo di conoscenza e autofinanziamento.

Devo però dire che in tutta la ciclofficina una bici, neanche la più scassata passeggiona della nonna o pezzi di essa, non era visibile.

Le bandiere si. 

La mia città è davvero piccola, tra giovani ci si conosce quasi tutti di vista e purtroppo si ragiona molto per sterotipi. 

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+è poi la tav serve a tutti è crea tnt tnt posti di lavoro, CAPITO, non cè la carta icienica nelle scuole publiche però i manager vanno in 1 ora da lione ha torino!!!! w la figa!!!

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Spero di non essere frainteso. La bici la uso tutti i giorni per i miei spostamenti, ho da sempre votato a sinistra, non ho pregiudizi verso chi ha i rasta. Il tuo scrivere sgrammatico credo sia fuori luogo e comprendo l'intento di prendermi in giro. 

eh eh eh faggio non ti devi giustificare! extra è un ragazzo con un cuore e un cervello grandi così... ma usa la provocazione in modo socratico/artistico/comunicativo....   ;)

ti chiedo scusa, ammetto di essere un poco permaloso e in modo troppo impulsivo ti ho risposto. Chissà come reagirò se frabike verrà a scrivere in questa discussione :)

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le ciclofficine in italia e nel mondo nascono e crescono con l'intento di non essere esplicitamente politiche e ovviamente di essere apartitiche.

detto questo, specifichiamo subito che una cosa è essere apartitici una cosa apolitici. oggi (complici anche alcuni "movimenti") si parla sempre più di superamento di destra e sinistra, apoliticità, apartiticità etc... facendo di tutta l'erba un fascio e creando parecchia confusione.

Le ciclofficine non sono partitiche ma sono indissolubilmente legate ad una cultura ed a un orientamento che non può non essere politico. tutto è politico, anche il qualunquismo, ad esempio.

le ciclofficine popolari sono nate e cresciute in un ambiente di rivalutazione della bici, decrescita, ridiscussione degli spazi urbani come ce li hanno imposti, riappropriazione degli spazi e del tempo libero e non, ambientalismo, partecipazione attiva e dal basso, rifiuto della delega, rivalutazione delle periferie e quindi mutuo aiuto delle categorie sociali più in difficoltà, ghettizzate, discriminate, collaborazione etc... etc...

tutte queste cose (e tante altre ad esse connesse) volenti o nolenti sono cose squisitamente Politiche, e di un certo tipo di politica.

detto questo tutte le ciclofficine che conosco cercano di tenere la politica più spicciola fuori, cercano di non caratterizzarsi troppo e in modo mai protagonistico, ma allo stesso tempo (coerentemente) vivono e convivono con spazi chiaramente connotati Politicamente... dove dovrebbero stare? nei centri commerciali? o essere negozi? ma ci sono già i negozi ed è un'altra cosa... come fai a fare una ciclofficina popolare in un posto in cui c'è da pagare l'affitto come in un negozio? chi lo pagherebbe? visto che nessuno viene pagato per il lavoro che fa? etc...

p.s.

la crescita delle ciclofficine è legata alla storia di critical mass, per la quale vale lo stesso discorso e (cosa che nel forum potrebbe interessare) anche delle Velocity, alleycats e goldsprint. a tal proposito suggerisco il libro "noi siamo il traffico" appena tradotto in italia e uscito per celebrare i 20 anni di critical mass nel mondo, è una raccolta completa e interessante di disparate testimonianze sparse per il mondo

Comprendo che dietro un'idea, anche la più banale, c'è una persona con un chiaro credo politico e pertanto la sua idea sarà orientata dal suo credo politico. 

Comprendo anche che la ciclofficina non si possa fare in un centro commerciale o nella zona borghese della città ma chiaramente in luogo dove il disagio è percepibile, in zone periferiche al centro di rivalutazione urbanistiche ecc...

Comprendo ancora che chi partecipa attivamente in una ciclofficina non lo fa per ritorni, monetari e non, ma che anzi ha a cuore valori nobili.

So bene che le ciclofficine nascono e continueranno probabilmente a nascere tramite persone che sono vicine ad una idea politica piuttosto che ad un'altra.

Credo di non sbagliarmi a pensare che se la ciclofficina espone con fierezza bandiere di ABC chi vota diverso da ABC non entrerà mai nella ciclofficina o se ci entrerà ne uscirà probabilmente disgustato e quindi tutto il processo di rivalutazione e rieducazione se ne va a farsi benedire.

Ci tengo a precisare che la ciclofficina in questione aprirà i battenti tra un mese e questo era solo un aperitivo di conoscenza e autofinanziamento.

Devo però dire che in tutta la ciclofficina una bici, neanche la più scassata passeggiona della nonna o pezzi di essa, non era visibile.

Le bandiere si. 

La mia città è davvero piccola, tra giovani ci si conosce quasi tutti di vista e purtroppo si ragiona molto per sterotipi. 

diamo tempo ai ragazzi...  (poi magari mi smentirai) forse gestiranno la cosa con sobrietà, le bandiere staranno tutto attorno e la dentro si lavorerà soltanto, di solito è così

 

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le ciclofficine in italia e nel mondo nascono e crescono con l'intento di non essere esplicitamente politiche e ovviamente di essere apartitiche.

detto questo, specifichiamo subito che una cosa è essere apartitici una cosa apolitici. oggi (complici anche alcuni "movimenti") si parla sempre più di superamento di destra e sinistra, apoliticità, apartiticità etc... facendo di tutta l'erba un fascio e creando parecchia confusione.

Le ciclofficine non sono partitiche ma sono indissolubilmente legate ad una cultura ed a un orientamento che non può non essere politico. tutto è politico, anche il qualunquismo, ad esempio.

le ciclofficine popolari sono nate e cresciute in un ambiente di rivalutazione della bici, decrescita, ridiscussione degli spazi urbani come ce li hanno imposti, riappropriazione degli spazi e del tempo libero e non, ambientalismo, partecipazione attiva e dal basso, rifiuto della delega, rivalutazione delle periferie e quindi mutuo aiuto delle categorie sociali più in difficoltà, ghettizzate, discriminate, collaborazione etc... etc...

tutte queste cose (e tante altre ad esse connesse) volenti o nolenti sono cose squisitamente Politiche, e di un certo tipo di politica.

detto questo tutte le ciclofficine che conosco cercano di tenere la politica più spicciola fuori, cercano di non caratterizzarsi troppo e in modo mai protagonistico, ma allo stesso tempo (coerentemente) vivono e convivono con spazi chiaramente connotati Politicamente... dove dovrebbero stare? nei centri commerciali? o essere negozi? ma ci sono già i negozi ed è un'altra cosa... come fai a fare una ciclofficina popolare in un posto in cui c'è da pagare l'affitto come in un negozio? chi lo pagherebbe? visto che nessuno viene pagato per il lavoro che fa? etc...

p.s.

la crescita delle ciclofficine è legata alla storia di critical mass, per la quale vale lo stesso discorso e (cosa che nel forum potrebbe interessare) anche delle Velocity, alleycats e goldsprint. a tal proposito suggerisco il libro "noi siamo il traffico" appena tradotto in italia e uscito per celebrare i 20 anni di critical mass nel mondo, è una raccolta completa e interessante di disparate testimonianze sparse per il mondo

Comprendo che dietro un'idea, anche la più banale, c'è una persona con un chiaro credo politico e pertanto la sua idea sarà orientata dal suo credo politico. 

Comprendo anche che la ciclofficina non si possa fare in un centro commerciale o nella zona borghese della città ma chiaramente in luogo dove il disagio è percepibile, in zone periferiche al centro di rivalutazione urbanistiche ecc...

Comprendo ancora che chi partecipa attivamente in una ciclofficina non lo fa per ritorni, monetari e non, ma che anzi ha a cuore valori nobili.

So bene che le ciclofficine nascono e continueranno probabilmente a nascere tramite persone che sono vicine ad una idea politica piuttosto che ad un'altra.

Credo di non sbagliarmi a pensare che se la ciclofficina espone con fierezza bandiere di ABC chi vota diverso da ABC non entrerà mai nella ciclofficina o se ci entrerà ne uscirà probabilmente disgustato e quindi tutto il processo di rivalutazione e rieducazione se ne va a farsi benedire.

Ci tengo a precisare che la ciclofficina in questione aprirà i battenti tra un mese e questo era solo un aperitivo di conoscenza e autofinanziamento.

Devo però dire che in tutta la ciclofficina una bici, neanche la più scassata passeggiona della nonna o pezzi di essa, non era visibile.

Le bandiere si. 

La mia città è davvero piccola, tra giovani ci si conosce quasi tutti di vista e purtroppo si ragiona molto per sterotipi. 

diamo tempo ai ragazzi...  (poi magari mi smentirai) forse gestiranno la cosa con sobrietà, le bandiere staranno tutto attorno e la dentro si lavorerà soltanto, di solito è così

 

spero di non doverti smentire!

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ho visto un sacco di ciclofficine presso gli spazi sociali occupati.

l'idea è che nel centro sociale si condivide e non si lucra.

Quest'estate dopo aver stortato un cerchio a Lubljana son entrato nello squat fichissimo in centro alla città cercando una ruota a prezzo modico.Ho trovato un ragazzo super disponibile che mi ha portato in soffitta piena di pezzi di bici e mi ha cambiato cerchio smontandola dalla sua bici e copertone.

un cs e' un ambiente politico,non per forza schierata coi partiti di sinistra..anzi.

il movimento notav centra con le ciclofficine e con l'idea che insieme si puo'cambiare e contrstare ció che ci viene imposto.

vado in bici per tanti motivi.

uno di questi è il fatto che non voglio vivere per il petrolio,alimentare un mercato che non condivido che crea povertà e guerre.

anche questa e' politica e etica

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 Chissà come reagirò se frabike verrà a scrivere in questa discussione :)

 

amico camerata sei stato coraggioso ad andare in ciclofficine piene di tossici coi rasta

che smanettano bici rubbate per poi rivenderle

quindi per te alcun insulto

La prossima volta pero' annamo a casapound a fa gli aperitivi e a gonfia le rote

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le ciclofficine in italia e nel mondo nascono e crescono con l'intento di non essere esplicitamente politiche e ovviamente di essere apartitiche.

detto questo, specifichiamo subito che una cosa è essere apartitici una cosa apolitici. oggi (complici anche alcuni "movimenti") si parla sempre più di superamento di destra e sinistra, apoliticità, apartiticità etc... facendo di tutta l'erba un fascio e creando parecchia confusione.

Le ciclofficine non sono partitiche ma sono indissolubilmente legate ad una cultura ed a un orientamento che non può non essere politico. tutto è politico, anche il qualunquismo, ad esempio.

le ciclofficine popolari sono nate e cresciute in un ambiente di rivalutazione della bici, decrescita, ridiscussione degli spazi urbani come ce li hanno imposti, riappropriazione degli spazi e del tempo libero e non, ambientalismo, partecipazione attiva e dal basso, rifiuto della delega, rivalutazione delle periferie e quindi mutuo aiuto delle categorie sociali più in difficoltà, ghettizzate, discriminate, collaborazione etc... etc...

tutte queste cose (e tante altre ad esse connesse) volenti o nolenti sono cose squisitamente Politiche, e di un certo tipo di politica.

detto questo tutte le ciclofficine che conosco cercano di tenere la politica più spicciola fuori, cercano di non caratterizzarsi troppo e in modo mai protagonistico, ma allo stesso tempo (coerentemente) vivono e convivono con spazi chiaramente connotati Politicamente... dove dovrebbero stare? nei centri commerciali? o essere negozi? ma ci sono già i negozi ed è un'altra cosa... come fai a fare una ciclofficina popolare in un posto in cui c'è da pagare l'affitto come in un negozio? chi lo pagherebbe? visto che nessuno viene pagato per il lavoro che fa? etc...

p.s.

la crescita delle ciclofficine è legata alla storia di critical mass, per la quale vale lo stesso discorso e (cosa che nel forum potrebbe interessare) anche delle Velocity, alleycats e goldsprint. a tal proposito suggerisco il libro "noi siamo il traffico" appena tradotto in italia e uscito per celebrare i 20 anni di critical mass nel mondo, è una raccolta completa e interessante di disparate testimonianze sparse per il mondo

grande Carlo non si poteva dare risposta migliore

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Nella mia città le ciclofficine sono 2:

 

- una è stata aperta dal Comune dopo aver portato avanti un laboratorio per istruire un po' di gente sul mestiere, alla fine è rimasto ad occuparsene un ragazzo che la gestisce da solo, è aperta tutti i giorni ma in realtà non è proprio il posto dove puoi andare a farti i lavori e farti prestare gli attrezzi, diciamo che fa tutto lui e si fa pagare... oltretutto se vai a chiedergli dei pezzi, qualsiasi cosa, stranamente non ce l'ha, non ti da mai niente... io la evito abbastanza

 

- l'altra invece è attiva dal 2012, ed è di quelle che piacciono a noi: belle ignoranti (forse anche troppo) ed è presso il Csa Kavarna.

questo è il manifesto di presentazione: mi sembra abbastanza apartitico :-P

 

RiCiclofficina-La-Scatenata.jpg

 

EDIT :

e poi ci siamo noi, ma non siamo esattamente una ciclofficina.

Diciamo che è il garage dei soci: mettiamo a disposizione lo spazio e gli attrezzi e la nostra poca conoscenza

per i nostri lavori e per tutti gli amici e conoscenti che hanno bisogno di piccole riparazioni, ricambi, o di una nuova bici.

Chissà che più avanti non ci si possa spostare e creare qualcosa di più quadro.

Modificato da Fresh420 (visualizza cornologia modifica)
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