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Luci di giorno?


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Sigh! Ragazzi mi sembra stiamo generalizzando, come al solito. Ma sicuramente si sta esagerando con certi termini in alcuni post.

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se non mi conosci non ti permetto

eh, la rete, quanti fenomeni cazzo

mi sembra quelli che se "lo scemo del villaggio" mena la moglie è un delinquente mentre se A mio cugino mena la moglie forse qualche motivo lo aveva, sta soccola. che se fermano "aziz" con tre etti di eroina è un delinquente mentre se fermano A un mio amico con tre etti di eroina "eh cè la crisi bisona pure inventarsi qualcosa".

"conoscersi" non conta un cazzo nella vita, figuriamoci in rete. Tutti a piangere quando a guidare gli autobus e al goVeRnO kattivo ci mettono figli nipoti amici e amanti varie, poi tutti nella loro miserabile e acida vita quotidiana tutti anche loroa creare scorciatoie per gli amici e decidere da chi possono ricevere critiche e da chi no. "Questi magistrati stanno conducendo una vera e propria campagna diffamatoria contro la mia persona" aaa berluscone de noantri ma nun te ne vai?

"Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente."

comunque w l'itaglia e amici come prima (cioè estranei perchè nun avemo mica mai magnato assieme quindi non mi devi neanche rivolgere la parola o giudikarmi scs ma ki ti conosce ma cm ti xmetti?)

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BRAVO!
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Se avete qualcosa da dire in merito all'uso delle luci di giorno fatelo.

Se dovete giocare a chi ce l'ha più lungo lasciate perdere.

L'unica cosa sensata detta finora, oltre al chiarimento del codice della strada è che ognuno è responsabile delle proprie azioni e magari provate ad immaginare di essere dall'altra parte del semaforo, magari in quell'unico giorno l'anno in cui usate la macchina.

Lascio aperto nella speranza che esca ancora qualcosa di sensato, se continua il butiferio chiudo. Grazie.

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Se avete qualcosa da dire in merito all'uso delle luci di giorno fatelo.

Se dovete giocare a chi ce l'ha più lungo lasciate perdere.

L'unica cosa sensata detta finora, oltre al chiarimento del codice della strada è che ognuno è responsabile delle proprie azioni e magari provate ad immaginare di essere dall'altra parte del semaforo, magari in quell'unico giorno l'anno in cui usate la macchina.

Lascio aperto nella speranza che esca ancora qualcosa di sensato, se continua il butiferio chiudo. Grazie.

Sottoscrivo...

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Credo sia un discorso attinente, l'abolizione del codice stradale.

Se ne parla da tempo, potrebbe essere una (ottima) soluzione.

Senza regole l'utente si trova ad essere responsabilizzato, più attento; in questo modo tutto l'occorrente oggi necessario per farsi 'notare' diventerebbe superfluo.

;-)

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La città senza segnali stradalicartelli01g.jpg

La tedesca Bohmte inaugura

il traffico autogestito

“Cartelli e semafori fanno aumentare gli incidenti”

ALESSANDRO ALVIANI

Cercare le prossime strisce pedonali per attraversare la trafficatissima statale 51, che taglia in due il paesino di Bohmte, nell'ovest della Germania, è del tutto inutile. Qui gli abitanti ne fanno a meno e avviano ogni volta una trattativa a distanza con gli automobilisti, fatta di gesti e sguardi veloci. Le strisce pedonali, infatti, non esistono. Come non esistono i semafori, i divieti di sosta e i segnali di stop.

Persino il marciapiede è scomparso, risucchiato allo stesso livello della carreggiata e della pista ciclabile. Bohmte è la prima città tedesca ad aver abolito i cartelli stradali in centro. E, anche se può suonare folle, l'esperimento, inaugurato nel fine settimana, sembra funzionare.

L'idea arriva da un esperto del traffico olandese, Hans Monderman, che vent'anni fa ha dichiarato guerra alla segnaletica stradale. «Un villaggio dovrebbe apparire come un villaggio e non come il circuito del Nürburgring», ha spiegato. Il paradosso di Monderman è semplice: occorre rendere le strade più pericolose per aumentarne la sicurezza. Privati dei cartelli e disorientati dall'assenza della segnaletica a terra, gli automobilisti tendono ad alzare il piede dall'acceleratore e a guardarsi intorno. Un principio che Monderman, scomparso a inizio anno, ha sperimentato con successo in numerose cittadine dei Paesi Bassi sin dalla metà degli Anni Ottanta e che è stato ripreso per il progetto europeo «Shared Space», cui partecipano sette Comuni in Germania, Belgio, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna. Automobilisti, pedoni e ciclisti condividono uno spazio e sta alla loro responsabilità evitare il caos. Un'idea che a Bohmte sembra farsi sempre più largo, dopo lo scetticismo degli inizi.

Addio marciapiede

Nei mesi scorsi lungo un tratto di 450 metri della statale 51, l'arteria principale in questo paesino di 13 mila abitanti, sono stati prima eliminati i semafori in centro e rimosse le isole pedonali e la segnaletica a terra, poi sono scomparsi tutti i cartelli e infine i marciapiedi sono stati abbassati per portarli al livello della strada. L'unica concessione: ai bordi della carreggiata è stata inserita una serie di pietre bianche scanalate, per aiutare i non vedenti. Per il resto la strada fa ormai tutt'uno col marciapiede e la pista ciclabile. L'unico cartello rimasto è un segnale blu e rosso che indica l'inizio dello spazio condiviso.

Il disorientamento iniziale continua ancora oggi a provocare i suoi effetti, soprattutto tra i più anziani o tra le madri, preoccupate per via della presenza di diverse scuole nei pressi della statale 51. Per non parlare di quanti arrivano qui dalla vicina Osnabrück e, ignari della novità, dimenticano di togliere il piede dall'acceleratore. Eppure i cittadini iniziano lentamente ad abituarsi, tanto che il sindaco, Klaus Goedejohann, è entusiasta. «Non ho mai visto automobilisti così attenti», spiega. I numeri sono dalla sua parte: dal 19 maggio (giorno dell'avvio ufficioso del progetto) non è stato registrato neanche un incidente, contro i 40-45 segnalati in media ogni anno a Bohmte. Statistiche che sembrano far svanire i dubbi di quanti avrebbero preferito investire altrove i 2,35 milioni di euro necessari per abbattere la segnaletica (di cui 576 mila dall'Unione europea). Le uniche regole ancora in piedi sono due: precedenza a destra e obbligo per tutti di prestare attenzione. E così non è insolito imbattersi in automobilisti e pedoni che si bloccano in mezzo alla strada, indecisi sul da farsi. Un breve scambio di gesti e si riparte. O in clienti che, uscendo da uno dei negozi che sorgono lungo la statale, si ritrovano letteralmente in mezzo alla strada, senza rischiare per questo la vita. Un successo per Hans Monderman. Intervenendo all'inaugurazione, il presidente dell'Europarlamento, Pöttering, si è sbilanciato: «Shared Space è un modello per il futuro».

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Credo sia un discorso attinente, l'abolizione del codice stradale.

Se ne parla da tempo, portebbe essere una (ottima) soluzione.

Senza regole l'utente si trova ad essere responsabilizzato, più attento; in questo modo tutto l'occorrente oggi necessario per farsi notare diventerebbe superfluo.

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La tedesca Bohmte inaugura

il traffico autogestito

“Cartelli e semafori fanno aumentare gli incidenti”

ALESSANDRO ALVIANI

Cercare le prossime strisce pedonali per attraversare la trafficatissima statale 51, che taglia in due il paesino di Bohmte, nell'ovest della Germania, è del tutto inutile. Qui gli abitanti ne fanno a meno e avviano ogni volta una trattativa a distanza con gli automobilisti, fatta di gesti e sguardi veloci. Le strisce pedonali, infatti, non esistono. Come non esistono i semafori, i divieti di sosta e i segnali di stop.

Persino il marciapiede è scomparso, risucchiato allo stesso livello della carreggiata e della pista ciclabile. Bohmte è la prima città tedesca ad aver abolito i cartelli stradali in centro. E, anche se può suonare folle, l'esperimento, inaugurato nel fine settimana, sembra funzionare.

L'idea arriva da un esperto del traffico olandese, Hans Monderman, che vent'anni fa ha dichiarato guerra alla segnaletica stradale. «Un villaggio dovrebbe apparire come un villaggio e non come il circuito del Nürburgring», ha spiegato. Il paradosso di Monderman è semplice: occorre rendere le strade più pericolose per aumentarne la sicurezza. Privati dei cartelli e disorientati dall'assenza della segnaletica a terra, gli automobilisti tendono ad alzare il piede dall'acceleratore e a guardarsi intorno. Un principio che Monderman, scomparso a inizio anno, ha sperimentato con successo in numerose cittadine dei Paesi Bassi sin dalla metà degli Anni Ottanta e che è stato ripreso per il progetto europeo «Shared Space», cui partecipano sette Comuni in Germania, Belgio, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna. Automobilisti, pedoni e ciclisti condividono uno spazio e sta alla loro responsabilità evitare il caos. Un'idea che a Bohmte sembra farsi sempre più largo, dopo lo scetticismo degli inizi.

Addio marciapiede

Nei mesi scorsi lungo un tratto di 450 metri della statale 51, l'arteria principale in questo paesino di 13 mila abitanti, sono stati prima eliminati i semafori in centro e rimosse le isole pedonali e la segnaletica a terra, poi sono scomparsi tutti i cartelli e infine i marciapiedi sono stati abbassati per portarli al livello della strada. L'unica concessione: ai bordi della carreggiata è stata inserita una serie di pietre bianche scanalate, per aiutare i non vedenti. Per il resto la strada fa ormai tutt'uno col marciapiede e la pista ciclabile. L'unico cartello rimasto è un segnale blu e rosso che indica l'inizio dello spazio condiviso.

Il disorientamento iniziale continua ancora oggi a provocare i suoi effetti, soprattutto tra i più anziani o tra le madri, preoccupate per via della presenza di diverse scuole nei pressi della statale 51. Per non parlare di quanti arrivano qui dalla vicina Osnabrück e, ignari della novità, dimenticano di togliere il piede dall'acceleratore. Eppure i cittadini iniziano lentamente ad abituarsi, tanto che il sindaco, Klaus Goedejohann, è entusiasta. «Non ho mai visto automobilisti così attenti», spiega. I numeri sono dalla sua parte: dal 19 maggio (giorno dell'avvio ufficioso del progetto) non è stato registrato neanche un incidente, contro i 40-45 segnalati in media ogni anno a Bohmte. Statistiche che sembrano far svanire i dubbi di quanti avrebbero preferito investire altrove i 2,35 milioni di euro necessari per abbattere la segnaletica (di cui 576 mila dall'Unione europea). Le uniche regole ancora in piedi sono due: precedenza a destra e obbligo per tutti di prestare attenzione. E così non è insolito imbattersi in automobilisti e pedoni che si bloccano in mezzo alla strada, indecisi sul da farsi. Un breve scambio di gesti e si riparte. O in clienti che, uscendo da uno dei negozi che sorgono lungo la statale, si ritrovano letteralmente in mezzo alla strada, senza rischiare per questo la vita. Un successo per Hans Monderman. Intervenendo all'inaugurazione, il presidente dell'Europarlamento, Pöttering, si è sbilanciato: «Shared Space è un modello per il futuro».

Guardando il filmato e pensando alla situazione italiana mi è subito venuta in mente una battuta di Nanni Moretti nel film Aprile, quando il medico, accortosi di trovarsi davanti ad un ipocondriaco gli dice che tutto sarebbe dipeso da lui, al chè lui esclama "il medico ha detto che tutto dipende da me e se dipende tutto da me so già che non ce la farò"....speriamo bene.

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Caro Alan dobbiamo trovare il modo di fidarci più in noi stessi, questa sarebbe una bella ipotesi per annullare il rischio di incidenti stradali, dove la velocità e la distrazione sono le prime cause di morte.

Se continuiamo ad accontentarci del male minore, potremmo anche girare con le luci natalizie attorcigliate addosso, che l'automobilista continuerebbe ad esordire dicendo" uh, non ti avevo mica visto!" oppure "beh, guarda che è pericoloso girare in bicicletta, sai?".

;-)

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  • 2 months later...

Credo sia un discorso attinente, l'abolizione del codice stradale.

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“Cartelli e semafori fanno aumentare gli incidenti”

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Cercare le prossime strisce pedonali per attraversare la trafficatissima statale 51, che taglia in due il paesino di Bohmte, nell'ovest della Germania, è del tutto inutile. Qui gli abitanti ne fanno a meno e avviano ogni volta una trattativa a distanza con gli automobilisti, fatta di gesti e sguardi veloci. Le strisce pedonali, infatti, non esistono. Come non esistono i semafori, i divieti di sosta e i segnali di stop.

Persino il marciapiede è scomparso, risucchiato allo stesso livello della carreggiata e della pista ciclabile. Bohmte è la prima città tedesca ad aver abolito i cartelli stradali in centro. E, anche se può suonare folle, l'esperimento, inaugurato nel fine settimana, sembra funzionare.

L'idea arriva da un esperto del traffico olandese, Hans Monderman, che vent'anni fa ha dichiarato guerra alla segnaletica stradale. «Un villaggio dovrebbe apparire come un villaggio e non come il circuito del Nürburgring», ha spiegato. Il paradosso di Monderman è semplice: occorre rendere le strade più pericolose per aumentarne la sicurezza. Privati dei cartelli e disorientati dall'assenza della segnaletica a terra, gli automobilisti tendono ad alzare il piede dall'acceleratore e a guardarsi intorno. Un principio che Monderman, scomparso a inizio anno, ha sperimentato con successo in numerose cittadine dei Paesi Bassi sin dalla metà degli Anni Ottanta e che è stato ripreso per il progetto europeo «Shared Space», cui partecipano sette Comuni in Germania, Belgio, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna. Automobilisti, pedoni e ciclisti condividono uno spazio e sta alla loro responsabilità evitare il caos. Un'idea che a Bohmte sembra farsi sempre più largo, dopo lo scetticismo degli inizi.

Addio marciapiede

Nei mesi scorsi lungo un tratto di 450 metri della statale 51, l'arteria principale in questo paesino di 13 mila abitanti, sono stati prima eliminati i semafori in centro e rimosse le isole pedonali e la segnaletica a terra, poi sono scomparsi tutti i cartelli e infine i marciapiedi sono stati abbassati per portarli al livello della strada. L'unica concessione: ai bordi della carreggiata è stata inserita una serie di pietre bianche scanalate, per aiutare i non vedenti. Per il resto la strada fa ormai tutt'uno col marciapiede e la pista ciclabile. L'unico cartello rimasto è un segnale blu e rosso che indica l'inizio dello spazio condiviso.

Il disorientamento iniziale continua ancora oggi a provocare i suoi effetti, soprattutto tra i più anziani o tra le madri, preoccupate per via della presenza di diverse scuole nei pressi della statale 51. Per non parlare di quanti arrivano qui dalla vicina Osnabrück e, ignari della novità, dimenticano di togliere il piede dall'acceleratore. Eppure i cittadini iniziano lentamente ad abituarsi, tanto che il sindaco, Klaus Goedejohann, è entusiasta. «Non ho mai visto automobilisti così attenti», spiega. I numeri sono dalla sua parte: dal 19 maggio (giorno dell'avvio ufficioso del progetto) non è stato registrato neanche un incidente, contro i 40-45 segnalati in media ogni anno a Bohmte. Statistiche che sembrano far svanire i dubbi di quanti avrebbero preferito investire altrove i 2,35 milioni di euro necessari per abbattere la segnaletica (di cui 576 mila dall'Unione europea). Le uniche regole ancora in piedi sono due: precedenza a destra e obbligo per tutti di prestare attenzione. E così non è insolito imbattersi in automobilisti e pedoni che si bloccano in mezzo alla strada, indecisi sul da farsi. Un breve scambio di gesti e si riparte. O in clienti che, uscendo da uno dei negozi che sorgono lungo la statale, si ritrovano letteralmente in mezzo alla strada, senza rischiare per questo la vita. Un successo per Hans Monderman. Intervenendo all'inaugurazione, il presidente dell'Europarlamento, Pöttering, si è sbilanciato: «Shared Space è un modello per il futuro».

 

Io credo che una soluzione così potrebbe esistere solo nel momento in cui le persone fossero tutte civili ed intelligenti, no?

Immagina non ci siano regole, io e te che ce ne andiamo in giro con il giusto buon senso, incontriamo il furbo di turno che se ne sbatte di tutto e di tutti perchè tanto non ha limiti o proibizioni e fa qualche danno,

- come fai a punirlo se il c.d.s. non esiste?

- come fai a dire che lui comportandosi in quel modo (parlo di comportamento stradale ovviamente) ha sbagliato?  

 

il buon senso è una regola troppo aleatoria perchè possa funzionare... 

 

o magari una soluzione così può essere provata in una realtà piccola, con poche auto e/o persone in giro, peut-etre!!!

 

Tipo se tu da Spezia andassi a Tellaro e girassi li in bici non avresti problemi, o anche in centro a Lerici dove non ti fanno più entrare... (si mi piace quella zona)

:-)

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entro nel merito delle luci, mi è capitato piu volte anche in questi giorni, di tornare a casa dal alvoro verso le 18 (lavoro a 30 km da casa quindi vado in auto che non ci sono mezzi nei miei orari) ed incrociare ciclisti senza faro posteriore, vestiti di scuro... ragazzi si fa fatica davvero a vederli anche andando piano.. io credo che una lucina posteriore non faccia male e cumunque sia visibile, se poi ci si vuol mettere un giubbetto meglio.. la luce anteriore non serve a na sega, ma sappiamo come sono i vigili, è prevista dal codice della strada se gli gira male multano..

 

poi, secondo me eh sia chiaro, è inutile farsi seghe mentali, la legge cè giusta o sbaglaita che sia, quindi se non si vogliono rischiare sanzioni meglio rispettarla.. altrimenti ognuno si prenda le sue responsabilità porconi per la multa dentro di se ma via andare, oppure facciamo un aprtito dei ciclisti, presentiamoci alle elezioni, vinciamole con oltre il 40% e facciamoci le leggi ad HOC..

e mo che ho sparato al mia me en vado!

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“Cartelli e semafori fanno aumentare gli incidenti”

ALESSANDRO ALVIANI

Cercare le prossime strisce pedonali per attraversare la trafficatissima statale 51, che taglia in due il paesino di Bohmte, nell'ovest della Germania, è del tutto inutile. Qui gli abitanti ne fanno a meno e avviano ogni volta una trattativa a distanza con gli automobilisti, fatta di gesti e sguardi veloci. Le strisce pedonali, infatti, non esistono. Come non esistono i semafori, i divieti di sosta e i segnali di stop.

Persino il marciapiede è scomparso, risucchiato allo stesso livello della carreggiata e della pista ciclabile. Bohmte è la prima città tedesca ad aver abolito i cartelli stradali in centro. E, anche se può suonare folle, l'esperimento, inaugurato nel fine settimana, sembra funzionare.

L'idea arriva da un esperto del traffico olandese, Hans Monderman, che vent'anni fa ha dichiarato guerra alla segnaletica stradale. «Un villaggio dovrebbe apparire come un villaggio e non come il circuito del Nürburgring», ha spiegato. Il paradosso di Monderman è semplice: occorre rendere le strade più pericolose per aumentarne la sicurezza. Privati dei cartelli e disorientati dall'assenza della segnaletica a terra, gli automobilisti tendono ad alzare il piede dall'acceleratore e a guardarsi intorno. Un principio che Monderman, scomparso a inizio anno, ha sperimentato con successo in numerose cittadine dei Paesi Bassi sin dalla metà degli Anni Ottanta e che è stato ripreso per il progetto europeo «Shared Space», cui partecipano sette Comuni in Germania, Belgio, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna. Automobilisti, pedoni e ciclisti condividono uno spazio e sta alla loro responsabilità evitare il caos. Un'idea che a Bohmte sembra farsi sempre più largo, dopo lo scetticismo degli inizi.

Addio marciapiede

Nei mesi scorsi lungo un tratto di 450 metri della statale 51, l'arteria principale in questo paesino di 13 mila abitanti, sono stati prima eliminati i semafori in centro e rimosse le isole pedonali e la segnaletica a terra, poi sono scomparsi tutti i cartelli e infine i marciapiedi sono stati abbassati per portarli al livello della strada. L'unica concessione: ai bordi della carreggiata è stata inserita una serie di pietre bianche scanalate, per aiutare i non vedenti. Per il resto la strada fa ormai tutt'uno col marciapiede e la pista ciclabile. L'unico cartello rimasto è un segnale blu e rosso che indica l'inizio dello spazio condiviso.

Il disorientamento iniziale continua ancora oggi a provocare i suoi effetti, soprattutto tra i più anziani o tra le madri, preoccupate per via della presenza di diverse scuole nei pressi della statale 51. Per non parlare di quanti arrivano qui dalla vicina Osnabrück e, ignari della novità, dimenticano di togliere il piede dall'acceleratore. Eppure i cittadini iniziano lentamente ad abituarsi, tanto che il sindaco, Klaus Goedejohann, è entusiasta. «Non ho mai visto automobilisti così attenti», spiega. I numeri sono dalla sua parte: dal 19 maggio (giorno dell'avvio ufficioso del progetto) non è stato registrato neanche un incidente, contro i 40-45 segnalati in media ogni anno a Bohmte. Statistiche che sembrano far svanire i dubbi di quanti avrebbero preferito investire altrove i 2,35 milioni di euro necessari per abbattere la segnaletica (di cui 576 mila dall'Unione europea). Le uniche regole ancora in piedi sono due: precedenza a destra e obbligo per tutti di prestare attenzione. E così non è insolito imbattersi in automobilisti e pedoni che si bloccano in mezzo alla strada, indecisi sul da farsi. Un breve scambio di gesti e si riparte. O in clienti che, uscendo da uno dei negozi che sorgono lungo la statale, si ritrovano letteralmente in mezzo alla strada, senza rischiare per questo la vita. Un successo per Hans Monderman. Intervenendo all'inaugurazione, il presidente dell'Europarlamento, Pöttering, si è sbilanciato: «Shared Space è un modello per il futuro».

 

Io credo che una soluzione così potrebbe esistere solo nel momento in cui le persone fossero tutte civili ed intelligenti, no?

Immagina non ci siano regole, io e te che ce ne andiamo in giro con il giusto buon senso, incontriamo il furbo di turno che se ne sbatte di tutto e di tutti perchè tanto non ha limiti o proibizioni e fa qualche danno,

- come fai a punirlo se il c.d.s. non esiste?

- come fai a dire che lui comportandosi in quel modo (parlo di comportamento stradale ovviamente) ha sbagliato?  

 

il buon senso è una regola troppo aleatoria perchè possa funzionare... 

 

o magari una soluzione così può essere provata in una realtà piccola, con poche auto e/o persone in giro, peut-etre!!!

 

Tipo se tu da Spezia andassi a Tellaro e girassi li in bici non avresti problemi, o anche in centro a Lerici dove non ti fanno più entrare... (si mi piace quella zona)

:-)

Condivisione, caro, ci vuole condivisione.;-)

Si pensi a come sia 'facile' per quasi ognuno/a di noi, adattarsi a questo sistema sociale vigente, brutto, tortuoso, fatto di regole e restrizioni, per nulla concordate; in assoluta libertà, verrebbe più facile vivere in armonia ed anche quelli meno avvezzi si adatterebbero (senti cosa dice lo sbirro).

IMHO

;-)

 

Si, è tutto sommato una bella zona, lo spezzino.

(Non lo penso affatto quando mi tocca superare certe salite liguri.:-DDD)

 

A Lerici entri. In bici.;-)

Questo inverno, per colpa della crisi, hanno riaperto anche al traffico veicolare.:-(

E' l'unico posto di mia conoscenza, dove la ztl è osteggiata da sempre. Di solito anche i commercianti, da una prima riluttanza ne fanno succesivamente motivo di orgoglio.

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