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Il merito è anche un pò suo...


blueice
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non sento di essere patetico; quell'uomo insieme a paolo borsellino per me è veramente un modello. Ogni tanto li ricordo come se fossero miei cari defunti. Due perle che la Sicilia ci ha donato e che non abbiamo saputo proteggere. Maledetti infami, la pagherete.

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Nel '92 ero piccolo piccolo, non ero cosciente di nulla che non riguardasse cartoni animati, calcio, cortile, compiti etc etc.

Questo fu il primo fatto serio ad aver lasciato un ricordo indelebile nella mia testa.

Ricordo nitidamente lo sconcerto e lo sconforto negli occhi dei miei genitori: entrambi meridionali, così affezionati alle loro terre d'origine da detestare con tutte le forze qualsiasi forma di criminalità organizzata.

Ora, dopo vent'anni, quel ricordo è ancora una pugnalata allo stomaco.

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Nel '92 ero piccolo piccolo, non ero cosciente di nulla che non riguardasse cartoni animati, calcio, cortile, compiti etc etc.

Questo fu il primo fatto serio ad aver lasciato un ricordo indelebile nella mia testa.

Ricordo nitidamente lo sconcerto e lo sconforto negli occhi dei miei genitori: entrambi meridionali, così affezionati alle loro terre d'origine da detestare con tutte le forze qualsiasi forma di criminalità organizzata.

Ora, dopo vent'anni, quel ricordo è ancora una pugnalata allo stomaco.

Io invece provengo da una di quelle famiglie Piemontesi di vecchio stampo, una di quelle poche che a Torino parla ancora in Piemontese appunto. All'epoca ero piccino anche io, ma ricordo candidamente di aver visto mio padre preoccupato come non mai, in un silenzio che mi fece paura. Capii che era qualcosa di davvero enorme (per la mia concezione dell'epoca) quando poco dopo, il 19 luglio non festeggiammo il mio compleanno perchè ci fu la seconda strage. Tutt'ora quando festeggio con gli amici mi è impossibile non pensarci.

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Beh io quando è accaduto avevo 6 mesi, quindi per me è storia, io l'ho studiato semplicemente come storia, così come tanti altri avvenimenti, momenti cruciali per la storia dell'uomo, però questo per me rimane diverso, rispetto a tutti gli altri. Anche a scuola, ma non solo, ho sempre speso fiumi e fiumi di parole su ogni capitolo di storia, mi piaceva e riflettevo ed approfondivo con gli amici e i professori, ma su quello no, non sono mai riuscito a dire una parola.

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Credo che lo sgomento dei vostri genitori che raccontate fu dovuto al fatto che a tutti in quel momento ci fu chiaro quello che Antonino Caponnetto sintetizzò brutalmente con poche parole una volta giunto sul luogo dell'attentato di Borsellino: "E' finita, non c'è più speranza..."

E non ce n'è più stata...

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Credo che lo sgomento dei vostri genitori che raccontate fu dovuto al fatto che a tutti in quel momento ci fu chiaro quello che Antonino Caponnetto sintetizzò brutalmente con poche parole una volta giunto sul luogo dell'attentato di Borsellino: "E' finita, non c'è più speranza..."

E non ce n'è più stata...

Tristemente vero, negli anni ho visto in mia madre questa progressiva perdita di speranza...giusto l'altra sera stavo guardando con lei su raitre un docufilm sulla strage di Capaci.

A un certo punto ha cambiato canale scusandosi con me perchè non ce la fa più a rivedere quelle immagini.

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Credo che lo sgomento dei vostri genitori che raccontate fu dovuto al fatto che a tutti in quel momento ci fu chiaro quello che Antonino Caponnetto sintetizzò brutalmente con poche parole una volta giunto sul luogo dell'attentato di Borsellino: "E' finita, non c'è più speranza..."

E non ce n'è più stata...

è vero

avevo sedici anni, e ciò che ricordo nei volti dei miei e nella mia prima coscienza sociale è proprio un profondo senso di disperazione, di sconfitta

nello stesso periodo ci fu tangentopoli, l'italia sull'orlo del crak finanziario (più o meno come ora), e da li a poco l'ascesa di Nanoset.

da li in poi, amici miei, sabbie mobili

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Leggere queste cose, per me che non ero ancora nato, è davvero strano, fa capire la vera portata delle cose che i prof a scuola non sono in grado di raccontare

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