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il naso sul tubolare ... la storia del più grande seigiornista


riky76
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avrebbe dovuto scriverlo Dane un pezzo del genere, diciamo che io al momento mi limito a copiare link e storia di questo grande campione, poco famoso, ma con una storia da raccontare di quelle che vorresti non finissero mai.

qui le fonti:

http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/03/Terruzzi_uomo_che_allungava_naso_co_0_9412039256.shtml

http://www.vigorelli.org/storia/stnoiterruzzi.html

e qui un paio di estratti, buona lettura

Portava il caschetto sulle ventitre' e il naso fin sopra il tubolare . quando si sporgeva nelle volate . tanto da usarlo come un freno innaturale, arrotino di se stesso tra il raccapriccio e la stupita ammirazione della gente: "Lo facevo per lo spettacolo, dopo uno sprint di rimonta, quando ero sicuro d' essere primo. Qualche volta il naso sanguinava, ma era diventato quasi un gioco. Poi e' venuto un foruncolo e mi sono dovuto operare. Show o competizione, mi prendevo tutti i rischi, perche' la pista e' cosi' : se ti vedono spericolato ti temono e ti lasciano passare. Eravamo come cani che sentono quando uno ha paura".

Portava il caschetto sulle ventitre' , il naso fin sopra al tubolare torrido di sfrigolii ed era l' acrobata della bici: un uomo "che poteva pedalare perfino sui bordi della vasca da bagno", parola di Coppi.
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Ciao,

un Grande!!

ho letto il libro su Ferdinando Terruzzi, te ne consiglio la lettura:

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lo trovi quasi sicuro alla libreria dello sport :

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max

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avrebbe dovuto scriverlo Dane un pezzo del genere, diciamo che io al momento mi limito a copiare link e storia di questo grande campione, poco famoso, ma con una storia da raccontare di quelle che vorresti non finissero mai.

qui le fonti:

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e qui un paio di estratti, buona lettura

Portava il caschetto sulle ventitre' e il naso fin sopra il tubolare . quando si sporgeva nelle volate . tanto da usarlo come un freno innaturale, arrotino di se stesso tra il raccapriccio e la stupita ammirazione della gente: "Lo facevo per lo spettacolo, dopo uno sprint di rimonta, quando ero sicuro d' essere primo. Qualche volta il naso sanguinava, ma era diventato quasi un gioco. Poi e' venuto un foruncolo e mi sono dovuto operare. Show o competizione, mi prendevo tutti i rischi, perche' la pista e' cosi' : se ti vedono spericolato ti temono e ti lasciano passare. Eravamo come cani che sentono quando uno ha paura".

Portava il caschetto sulle ventitre' , il naso fin sopra al tubolare torrido di sfrigolii ed era l' acrobata della bici: un uomo "che poteva pedalare perfino sui bordi della vasca da bagno", parola di Coppi.

Il Dane dovrebbe scriverne uno su Vanni Pettenella!

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avrebbe dovuto scriverlo Dane un pezzo del genere, diciamo che io al momento mi limito a copiare link e storia di questo grande campione, poco famoso, ma con una storia da raccontare di quelle che vorresti non finissero mai.

qui le fonti:

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e qui un paio di estratti, buona lettura

Portava il caschetto sulle ventitre' e il naso fin sopra il tubolare . quando si sporgeva nelle volate . tanto da usarlo come un freno innaturale, arrotino di se stesso tra il raccapriccio e la stupita ammirazione della gente: "Lo facevo per lo spettacolo, dopo uno sprint di rimonta, quando ero sicuro d' essere primo. Qualche volta il naso sanguinava, ma era diventato quasi un gioco. Poi e' venuto un foruncolo e mi sono dovuto operare. Show o competizione, mi prendevo tutti i rischi, perche' la pista e' cosi' : se ti vedono spericolato ti temono e ti lasciano passare. Eravamo come cani che sentono quando uno ha paura".

Portava il caschetto sulle ventitre' , il naso fin sopra al tubolare torrido di sfrigolii ed era l' acrobata della bici: un uomo "che poteva pedalare perfino sui bordi della vasca da bagno", parola di Coppi.

Il Dane dovrebbe scriverne uno su Vanni Pettenella!

eh, ma lo ha fatto!

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  • 1 month later...

Eh, Terruzzi.....fenomeno vero, uno di quei personaggi su cui Hollywood dovrebbe fare un film, altro che le fiction della Rai sul Bartali trasformato da Ginettaccio in abate di campagna......l'equilibrismo incosciente di De Vlaeminck, lo scatto bruciante di Nakano, il patriottismo innato di Girardengo, il coraggio di Maertens, la completezza di Sercu e la sfiga personale di Bettini......specialista della pista dove poteva sfruttare al meglio tutte le sue qualità, si dice fosse capace di metter gli zigomi dove gli altri avevano paura di metter le ruote.....inventore dell'uncino, la finta con cui mandava fuori giri l'avversario poco prima della volata (poi vietata dal regolamento), partì dalla proletaria Sesto e conquistò l'intero mondo.

Come Girardengo era la bandiera per ogni emigrante che ripagò meglio ancora di Costante: mentre il piemontese infatti fuori dal suolo italico faticava a vincere (la differenza tra carnet nazionale e internazionale è evidente) Terruzzi rappresentò per ogni italiano all'estero un concentrato tra l'orgoglio Ferrari e le beffe rifilate ai tedeschi dalla nazionale azzurra di calcio, lui che non si accontentava di vincere ma pretendeva di stravincere per ripagare il pubblico del seguito. Lui, che mezzo secolo prima dei fissati urbani per festeggiare la vittoria in volata si sparava un giro di pista in piedi su un pedale solo, con quel sali scendi che solo lo scatto fisso ti permette, con una gamba a penzoloni e le mani una a guidare il manubrio e l'altra a salutare il pubblico in delirio. Lui, che all'Olimpade del 48 nella semifinale del tandem in coppia con Perona si sparò un surplace che ribaltò l'Herne Hill per poi permettere a Perona di fare il gradasso con gli inglesi che gli intimarono di non far cazzate in finale: "Tranquilli, chiederò a Terruzzi di non prolungare oltremodo la vostra agonia..."

S'era dato alla pista perchè troppo pigro per le tappe di strada, terrorizzato dal sudore delle salite di montagna, nemmeno l'idea di una carriera da velocista (che oggi lo rapirebbe oltre la sua volontà) lo smosse, si accontentò di sdraiare il mondo ai suoi piedi anche se la mafia mediatica dello stradismo era già in atto fin da allora e i titoli andavano sempre ai Coppi (che senza Terruzzi avrebbe vinto l'inseguimento ma mai una 6 giorni...).

Furbo come un banchiere, era capace di anticipare la volata nel penultimo rettilineo; poi all'ultima curva, quando l'avversario sparava al massimo per prendergli la scia lui con un colpo di manubrio fulmineo si allargava sulla parabolica e faceva passare lo stupito avversario per poi prendergli la scia e sodomizzargli il diamante in volata. E i rosiconi a commentare "sì, ma fa sempre lo stesso giochetto, se uno lo sa..." Certo, se uno lo sa......come no?!...

Mentalmente una roccia a confronto con l'instabile Coppi o l'impulsivo Bartali, era capace di subire una tragedia personale e poi andare in gara battendo tutto e tutti concentrato come un cecchino sull'obiettivo, capace di scherzare con l'avversario fino ad 1 secondo prima dello start e poi subito dopo la vittoria in volata correre negli spogliatoi a trombarsi una tifosa prima del turno eliminatorio successivo.

Alla 6 Giorni di Buenos Ayres fece dimenticare la fame per una settimana alla folla italiana, vincendo tutte le volate e poi lamentandosi alla fine per la brutta gara (!!!) sostenendo di aver corso con le gomme sgonfie che faceva finta di palpare con le mani mentre faceva il giro di rilascio. In gara era capace di numeri assurdi, come ad esempio abbandonare la scia dell'avversario per zigzagargli dietro e poi passarlo da una parte mentre l'avversario per cercarlo si voltava dall'altra.

Criticato dagli avversari per il suo modo di approfittare dell'elasticità del regolamento, come quando tagliava la strada agli avversari per prender la traiettoria migliore, si difendeva con teoremi e postulati da lui creati negli spogliatoio e retaggio dei pochi studi dell'infanzia: "La strada più breve tra A e B è la distanza tra A e B..."

Uno dei tanti fenomeni ingiustamente dimenticati da questo paese senza memoria, in cui si prende una nevicata a pretesto per indirizzare i propri affari: sono troppo monotematico?!...

Sono stato a fargli visita a Sarteano del quale è Cittadino Onorario. Metto una foto che vale per tutto!

Tra poco è il suo compleanno. Potete fargli gli auguri sul gruppo a lui dedicato su FB. Se volete farglieli di persona chiedete a Giordano Cioli il numero di telefono. E' un amico giornalista ex ciclista che abita li vicino e che ha scritto il libro su Terruzzi. Cioli è su FB.

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Eh, Terruzzi.....fenomeno vero, uno di quei personaggi su cui Hollywood dovrebbe fare un film, altro che le fiction della Rai sul Bartali trasformato da Ginettaccio in abate di campagna......l'equilibrismo incosciente di De Vlaeminck, lo scatto bruciante di Nakano, il patriottismo innato di Girardengo, il coraggio di Maertens, la completezza di Sercu e la sfiga personale di Bettini......specialista della pista dove poteva sfruttare al meglio tutte le sue qualità, si dice fosse capace di metter gli zigomi dove gli altri avevano paura di metter le ruote.....inventore dell'uncino, la finta con cui mandava fuori giri l'avversario poco prima della volata (poi vietata dal regolamento), partì dalla proletaria Sesto e conquistò l'intero mondo.

Come Girardengo era la bandiera per ogni emigrante che ripagò meglio ancora di Costante: mentre il piemontese infatti fuori dal suolo italico faticava a vincere (la differenza tra carnet nazionale e internazionale è evidente) Terruzzi rappresentò per ogni italiano all'estero un concentrato tra l'orgoglio Ferrari e le beffe rifilate ai tedeschi dalla nazionale azzurra di calcio, lui che non si accontentava di vincere ma pretendeva di stravincere per ripagare il pubblico del seguito. Lui, che mezzo secolo prima dei fissati urbani per festeggiare la vittoria in volata si sparava un giro di pista in piedi su un pedale solo, con quel sali scendi che solo lo scatto fisso ti permette, con una gamba a penzoloni e le mani una a guidare il manubrio e l'altra a salutare il pubblico in delirio. Lui, che all'Olimpade del 48 nella semifinale del tandem in coppia con Perona si sparò un surplace che ribaltò l'Herne Hill per poi permettere a Perona di fare il gradasso con gli inglesi che gli intimarono di non far cazzate in finale: "Tranquilli, chiederò a Terruzzi di non prolungare oltremodo la vostra agonia..."

S'era dato alla pista perchè troppo pigro per le tappe di strada, terrorizzato dal sudore delle salite di montagna, nemmeno l'idea di una carriera da velocista (che oggi lo rapirebbe oltre la sua volontà) lo smosse, si accontentò di sdraiare il mondo ai suoi piedi anche se la mafia mediatica dello stradismo era già in atto fin da allora e i titoli andavano sempre ai Coppi (che senza Terruzzi avrebbe vinto l'inseguimento ma mai una 6 giorni...).

Furbo come un banchiere, era capace di anticipare la volata nel penultimo rettilineo; poi all'ultima curva, quando l'avversario sparava al massimo per prendergli la scia lui con un colpo di manubrio fulmineo si allargava sulla parabolica e faceva passare lo stupito avversario per poi prendergli la scia e sodomizzargli il diamante in volata. E i rosiconi a commentare "sì, ma fa sempre lo stesso giochetto, se uno lo sa..." Certo, se uno lo sa......come no?!...

Mentalmente una roccia a confronto con l'instabile Coppi o l'impulsivo Bartali, era capace di subire una tragedia personale e poi andare in gara battendo tutto e tutti concentrato come un cecchino sull'obiettivo, capace di scherzare con l'avversario fino ad 1 secondo prima dello start e poi subito dopo la vittoria in volata correre negli spogliatoi a trombarsi una tifosa prima del turno eliminatorio successivo.

Alla 6 Giorni di Buenos Ayres fece dimenticare la fame per una settimana alla folla italiana, vincendo tutte le volate e poi lamentandosi alla fine per la brutta gara (!!!) sostenendo di aver corso con le gomme sgonfie che faceva finta di palpare con le mani mentre faceva il giro di rilascio. In gara era capace di numeri assurdi, come ad esempio abbandonare la scia dell'avversario per zigzagargli dietro e poi passarlo da una parte mentre l'avversario per cercarlo si voltava dall'altra.

Criticato dagli avversari per il suo modo di approfittare dell'elasticità del regolamento, come quando tagliava la strada agli avversari per prender la traiettoria migliore, si difendeva con teoremi e postulati da lui creati negli spogliatoio e retaggio dei pochi studi dell'infanzia: "La strada più breve tra A e B è la distanza tra A e B..."

Uno dei tanti fenomeni ingiustamente dimenticati da questo paese senza memoria, in cui si prende una nevicata a pretesto per indirizzare i propri affari: sono troppo monotematico?!...

Sono stato a fargli visita a Sarteano del quale è Cittadino Onorario. Metto una foto che vale per tutto!

Tra poco è il suo compleanno. Potete fargli gli auguri sul gruppo a lui dedicato su FB. Se volete farglieli di persona chiedete a Giordano Cioli il numero di telefono. E' un amico giornalista ex ciclista che abita li vicino e che ha scritto il libro su Terruzzi. Cioli è su FB.

Una volta gli sportivi erano uomini stilosi ed eleganti, Terruzzi e altri come lui, scesi dalla bici con la loro tenuta li avrei visti bene anche in occasioni importanti. Ora con 'ste tutine e bici cafone non li farei manco entrare da Gigi lo Scoreggione.

Auguri!

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  • 2 weeks later...

Eh, Terruzzi.....fenomeno vero, uno di quei personaggi su cui Hollywood dovrebbe fare un film, altro che le fiction della Rai sul Bartali trasformato da Ginettaccio in abate di campagna......l'equilibrismo incosciente di De Vlaeminck, lo scatto bruciante di Nakano, il patriottismo innato di Girardengo, il coraggio di Maertens, la completezza di Sercu e la determinazione nel superare anche la sfiga personale di Bettini......specialista della pista dove poteva sfruttare al meglio tutte le sue qualità, si dice fosse capace di metter gli zigomi dove gli altri avevano paura di metter le ruote.....inventore dell'uncino, la finta con cui mandava fuori giri l'avversario poco prima della volata (poi vietata dal regolamento), partì dalla proletaria Sesto e conquistò l'intero mondo.

Come Girardengo era la bandiera per ogni emigrante che ripagò meglio ancora di Costante: mentre il piemontese infatti fuori dal suolo italico faticava a vincere (la differenza tra carnet nazionale e internazionale è evidente) Terruzzi rappresentò per ogni italiano all'estero un concentrato tra l'orgoglio Ferrari e le beffe rifilate ai tedeschi dalla nazionale azzurra di calcio, lui che non si accontentava di vincere ma pretendeva di stravincere per ripagare il pubblico del seguito. Lui, che mezzo secolo prima dei fissati urbani per festeggiare la vittoria in volata si sparava un giro di pista in piedi su un pedale solo, con quel sali scendi che solo lo scatto fisso ti permette, con una gamba a penzoloni e le mani una a guidare il manubrio e l'altra a salutare il pubblico in delirio. Lui, che all'Olimpade del 48 nella semifinale del tandem in coppia con Perona si sparò un surplace che ribaltò l'Herne Hill per poi permettere a Perona di fare il gradasso con gli inglesi che gli intimarono di non far cazzate in finale: "Tranquilli, chiederò a Terruzzi di non prolungare oltremodo la vostra agonia..."

S'era dato alla pista perchè troppo pigro per le tappe di strada, terrorizzato dal sudore delle salite di montagna, nemmeno l'idea di una carriera da velocista (che oggi lo rapirebbe oltre la sua volontà) lo smosse, si accontentò di sdraiare il mondo ai suoi piedi anche se la mafia mediatica dello stradismo era già in atto fin da allora e i titoli andavano sempre ai Coppi (che senza Terruzzi avrebbe vinto l'inseguimento ma mai una 6 giorni...).

Furbo come un banchiere, era capace di anticipare la volata nel penultimo rettilineo; poi all'ultima curva, quando l'avversario sparava al massimo per prendergli la scia lui con un colpo di manubrio fulmineo si allargava sulla parabolica e faceva passare lo stupito avversario per poi prendergli la scia e sodomizzargli il diamante in volata. E i rosiconi a commentare "sì, ma fa sempre lo stesso giochetto, se uno lo sa..." Certo, se uno lo sa......come no?!...

Mentalmente una roccia a confronto con l'instabile Coppi o l'impulsivo Bartali, era capace di subire una tragedia personale e poi andare in gara battendo tutto e tutti concentrato come un cecchino sull'obiettivo, capace di scherzare con l'avversario fino ad 1 secondo prima dello start e poi subito dopo la vittoria in volata correre negli spogliatoi a trombarsi una tifosa prima del turno eliminatorio successivo.

Alla 6 Giorni di Buenos Ayres fece dimenticare la fame per una settimana alla folla italiana, vincendo tutte le volate e poi lamentandosi alla fine per la brutta gara (!!!) sostenendo di aver corso con le gomme sgonfie che faceva finta di palpare con le mani mentre faceva il giro di rilascio. In gara era capace di numeri assurdi, come ad esempio abbandonare la scia dell'avversario per zigzagargli dietro e poi passarlo da una parte mentre l'avversario per cercarlo si voltava dall'altra.

Criticato dagli avversari per il suo modo di approfittare dell'elasticità del regolamento, come quando tagliava la strada agli avversari per prender la traiettoria migliore, si difendeva con teoremi e postulati da lui creati negli spogliatoio e retaggio dei pochi studi dell'infanzia: "La strada più breve tra A e B è la distanza tra A e B..."

Uno dei tanti fenomeni ingiustamente dimenticati da questo paese senza memoria, in cui si prende una nevicata a pretesto per indirizzare i propri affari: sono troppo monotematico?!...

qualcuno mi spiega in cosa consiste l'uncino?

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