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Lingue straniere e internazionalità


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Prendo spunto da questa discussione "

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", in particolare dal commento di s3p che appoggio in pieno, e da un articolo de "il mattino di padova", il cui titolo recitava: "come si fa a essere internazionali solo in lingua italiana?", per capire la vostra posizione riguardo alla conoscenza di lingue diverse dalla propria madrelingua(che poi qui ci sarebbe da aprire un discorso a parte, ché ci sono tanti italiani che parlano l'italiano peggio degli stranieri e che ragionano ancora solo in dialetto...).

E' questo un pensiero che mi frulla in testa da un po' e che si è accentuato con la proposta di legge contro il burqa: in italia noto tristemente una scarsissima apertura a culture diverse dalla nostra, il diverso è visto come nemico, la sua cultura come sbagliata; fra i ragazzi della mia età l'inglese è una lingua ancora a tanti (troppi!) sconosciuta e quasi osteggiata, atteggiamento, questo, che mi lascia basito specialmente nell'ambito universitario (studio ingegneria e non conoscere l'inglese in un campo in cui anche in italia spesso si usano più termini inglesi che italiani è piuttosto grave), mentre fra i più giovani, fra i ragazzi delle superiori, noto che la lingua straniera è vista semplicemente come una delle tante materie di studio da fare più o meno forzatamente a scuola.

Io ho studiato per diversi anni l'inglese, ho imparato a conoscere e ad apprezzare un briciolo della loro cultura, è una lingua che mi piace sentir parlare e che mi piace parlare e trovo quasi inaccettabile che in un Paese che dovrebbe essere uno dei più sviluppati del mondo (???) ci sia un tale atteggiamento di chiusura.

Aspetto la vostra, sono molto curioso.

A.

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Io sono bilingue,ed abbastanza d accordo con te,nel viaggiare e anche grazie al web ho imparato abb bn inglese e francese in più,e tutte queste lingue mi sono servite spesso...e' un peccato che la cultura del belpaese a volte sia ancora provinciale rispetto a molti altri paesi...amare o odiare l Italia sembra spesso un gioco infinito a carta-forbice-sasso...tra i lati positivi e negativi ci si perde...

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Anche io riconosco questa mancanza di interesse dell'italiano medio per le altre culture. Mi sembra che ci sia in generale una chiusura soprattutto verso i nostri vicini europei (vedi francesi e tedeschi).

Io vengo fortunatamente da una famiglia dove si parla spesso inglese perchè i miei genitori lavorano prevalentemente in questa lingua ed hanno spesso amici che vengono a casa a trovarci. io stesso sono nato negli USA. da questa mia fortuna, però, mi rendo conto che per parlare una lingua la scuola serve a pochissimo, l'unico modo per impararla ed essere un minimo a proprio agio è fare un periodo di lavoro/studio all'estero. questo tuttavia è difficilissimo, visto che le nostre scuole permettono poche occasioni di scambio, quindi andare a studiare all'estero è molto difficile: lo devi organizzare con le tue forze, andando contro a mille difficoltà riguardo a riconoscimento di corsi etc.

Io, che ho appena finito la triennale in italia, sto per partire per un master in inghilterra. fra le mie opzioni c'erano anche la francia, la spagna e la germani, ma purtroppo le ho scartate per paura di non riuscire ad imparare la lingua a sufficienza per seguire i corsi. forse me ne pentirò.

Nel frattempo quest'anno i miei ospitano a casa un ragazzo ungherese che viene a fare il suo terzo anno di liceo in italia. penso che sarà una fantastica occasione per lui, ma anche per i suoi futuri compagni italiani, che forse impareranno qualcosa su una cultura di cui, personalemtne, non so nulla.

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Io sono di sangue bastardo, quindi per vari motivi parlo 6 lingue. Una peggio dell'altra, perchè poche le ho studiate e molte le ho solamente imparate parlandole. Sono utili a vivere il mondo, trincerarsi dietro la propria lingua è ignorante ed anacronistico.

Però, anche sta moda di parlare per forza tutti e solo in inglese anche tra connazionali fa un po' ridere e ricorda un po' il Dogui (un minuto di silenzio........................................................................................).

Dicevo, dopodichè al giorno d'oggi soprattutto per un adolescente è più frequente (anche grazie e soprattutto ad Internet) praticare l'inglese quindi ogni persona della generazione successiva alla mia avrebbe il dovere di parlarlo fluentemente. Mio fratello ad esempio ha studiato francese a scuola e l'inglese lo ha imparato girando per turismo e su internet e lo parla fluentemente (l'altro giorno ad esempio si è sottoposto ad un test online superato brillantemente...).

All'estero è così, vai in Croazia, Grecia, Spagna, ogni giovane di 20 anni parla correttamente inglese, poi vai in spiaggia e vieni fermato da uno che all'ingresso ti chiede "iz pràivat?!..." e capisci che è italiano...

Modificato da Dane (visualizza cornologia modifica)
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Anche io riconosco questa mancanza di interesse dell'italiano medio per le altre culture. Mi sembra che ci sia in generale una chiusura soprattutto verso i nostri vicini europei (vedi francesi e tedeschi).

Io vengo fortunatamente da una famiglia dove si parla spesso inglese perchè i miei genitori lavorano prevalentemente in questa lingua ed hanno spesso amici che vengono a casa a trovarci. io stesso sono nato negli USA. da questa mia fortuna, però, mi rendo conto che per parlare una lingua la scuola serve a pochissimo, l'unico modo per impararla ed essere un minimo a proprio agio è fare un periodo di lavoro/studio all'estero. questo tuttavia è difficilissimo, visto che le nostre scuole permettono poche occasioni di scambio, quindi andare a studiare all'estero è molto difficile: lo devi organizzare con le tue forze, andando contro a mille difficoltà riguardo a riconoscimento di corsi etc.

Io, che ho appena finito la triennale in italia, sto per partire per un master in inghilterra. fra le mie opzioni c'erano anche la francia, la spagna e la germani, ma purtroppo le ho scartate per paura di non riuscire ad imparare la lingua a sufficienza per seguire i corsi. forse me ne pentirò.

Nel frattempo quest'anno i miei ospitano a casa un ragazzo ungherese che viene a fare il suo terzo anno di liceo in italia. penso che sarà una fantastica occasione per lui, ma anche per i suoi futuri compagni italiani, che forse impareranno qualcosa su una cultura di cui, personalemtne, non so nulla.

Io ho avuto la fortuna che i miei mi abbiano "costretto", alle scuole elementari, a frequentare dei corsi di inglese all'ih che ho portato poi avanti fino all'ultimo anno di liceo, con esami dell'università di cambridge valevoli come riconoscimenti di conoscenza della lingua in ambito lavorativo e universitario; concordo tuttavia sul fatto che la lingua si impara "sul campo", viaggiando ed essendo costretti a esprimersi in modo appropriato (e possibilmente non all'italiana, con il linguaggio dei segni) per farsi capire da chi, magari, non è neanche troppo disposto a sforzarsi per farlo.

Anche io sono a pochi esami dalla fine delle triennale e sto guardando un po' cosa offre l'europa per quello che mi piacerebbe fare, però con un pizzico di disappunto ho notato che molti master sono in germania e in svizzera e, sebbene la lingua principale dei corsi sia quasi in tutti l'inglese e in altri in cui è presente anche il tedesco o il francese siano messi a disposizione degli studenti dei corsi prima dell'inizio delle lezioni, avverto come un limite il fatto di conoscere una sola lingua straniera, per quanto essa sia abbastanza universale.

Per quanto riguarda il ragazzo ungherese, fossi un suo compagno di scuola lo sommergei di domande, trovo la conoscenza di culture diverse, dai cibi al modo di pensare, dalle credenze religiose alla situazione politica una delle cose più affascinanti e, insieme, potenzialmente edificanti che ci possano essere di questi tempi, ma vedo anche che una xenofobia più o meno marcata è ancora ben presente e spesso troppo ostacolante...

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Io sono di sangue bastardo, quindi per vari motivi parlo 6 lingue. Una peggio dell'altra, perchè poche le ho studiate e molte le ho solamente imparate parlandole. Sono utili a vivere il mondo, trincerarsi dietro la propria lingua è ignorante ed anacronistico.

Però, anche sta moda di parlare per forza tutti e solo in inglese anche tra connazionali fa un po' ridere e ricorda un po' il Dogui (un minuto di silenzio........................................................................................).

Dicevo, dopodichè al giorno d'oggi soprattutto per un adolescente è più frequente (anche grazie e soprattutto ad Internet) praticare l'inglese quindi ogni persona della generazione successiva alla mia avrebbe il dovere di parlarlo fluentemente. Mio fratello ad esempio ha studiato francese a scuola e l'inglese lo ha imparato girando per turismo e su internet e lo parla fluentemente (l'altro giorno ad esempio si è sottoposto ad un test online superato brillantemente...).

All'estero è così, vai in Croazia, Grecia, Spagna, ogni giovane di 20 anni parla correttamente inglese, poi vai in spiaggia e vieni fermato da uno che all'ingresso ti chiede "iz pràivat?!..." e capisci che è italiano...

hahahahahah, tristemente vero il fatto della spiaggia :D. Per quanto riguarda il parlare tutti e solo in inglese anche fra connazionali, non potrei che esser più d'accordo, essendo abbastanza contrario alle contaminazioni di termini perlopiù inglesi, spesso a sostituire parole italiane che epsrimono altrettanto bene il medesimo concetto.

Poi c'è anche chi oltre a non sapere l'inglese non sa neanche l'italiano...

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ne parlavo proprio in questi giorni con degli amici, il fatto secondo mè, come si è già detto, è che in italia la lingua inglese a scuola è subita come una qualunque altra materia, molti quindi la studiano solamente perchè sono obbligati, senza interesse nel farlo e senza che nessuno li motivi veramente...

e di certo, tutti i tagli che stanno facendo al sistema scolastico non possono che peggiorare la situazione, io ad esempio al liceo, parlo di più di 5 anni fà,facevo solamente 2 ore di inglese a settimana(liceo artistico), mia sorella, quest'anno, iscritta al liceo linguistico ne farà solamente 3 a settimana, il che, per un liceo linguistico credo veramente che sia scandaloso...

poi credo che sia anche dovere dei genitori motivare i figli ad imparare altre lingue, vedi lezioni private e periodi di studio all'estero, io personalmente ho iniziato a 4 anni alla scuola materna a fare corsi di inglese, ed ora posso ritenerla la mia seconda lingua,

Poi se vai all'estero, ti rendi conto di come le cose dovrebbero funzionare, di recente ho passato 5 mesi in germania, e tutti, ma dico tutti, dai 5 aglio 80 anni parlano inglese, dalla persona con il lavoro più umile, al professore universitario, (mi sono capitati professori universitari in italia che l'inglese non sapevano minimamente che cacchio fosse).. e credo sia importantissimo, e per relazionarsi con le persone di altri paesi, e per cultura personale, per non parlare che essendo nel 2011, con internet, la cazzo di unione europea, e la globalizzazione, non capire l'inglese è una cosa ridicola...

non oso immaginare un turista qualsiasi che venendo in italia si trova in un posto dove può comunicare veramente con poche persone...

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@End: "hahahahahah, tristemente vero il fatto della spiaggia :D.

Poi c'è anche chi oltre a non sapere l'inglese non sa neanche l'italiano... "

Ancor più bello l'aneddoto del pilota romano che facendo la tratta Roma-New York arrivato in prossimità dell'aeroporto si mette in contatto con la torre di controllo e parlando inglese (come si fa nell'ambiente) si sente rispondere "scusi, riesce a ripetermelo in inglese?!..."

Poi ci sono anche quelli che parlano in inglese perchè non sanno l'italiano, e quindi infarciscono il discorso di frasi e parole straniere per occultare la propria ignoranza nella lingua madre...

@Morbo: "Poi se vai all'estero, ti rendi conto di come le cose dovrebbero funzionare, di recente ho passato 5 mesi in germania, e tutti, ma dico tutti, dai 5 aglio 80 anni parlano inglese, dalla persona con il lavoro più umile, al professore universitario"

In Italia ho conosciuto un vecchio professore d'Università (non vi dico la facoltà, sennò non mi credete...) che faticava a scaricarsi le mail, figurati parlare inglese. Non sto scherzando, giuro....

Modificato da Dane (visualizza cornologia modifica)
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Ricordo una frase, che potrebbe essere di Don Bosco, che recita "meglio tante lingue male che una sola bene", con la quale mi trovo pienamente d'accordo. Poi se hai problemi anche con la lingua madre è un altro discorso...

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In Italia ho conosciuto un vecchio professore d'Università (non vi dico la facoltà, sennò non mi credete...) che faticava a scaricarsi le mail, figurati parlare inglese. Non sto scherzando, giuro....

questo è niente...

[OT] il mio capo "sarebbe" un architetto, sbaglia i congiuntivi, ecc, non ha mai toccato un computer in vita sua, e per fargli leggere le mail gliele dobbiamo stampare... abbiamo una cantina piena di cartaccia... è il suo archivio delle email...[/OT]

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Le lingue straniere non si imparano a lezione. Si imparano a letto. Anzi: si imparano per arrivare al letto.... ;-)

mai affermazione fu più vera:D

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Le lingue straniere non si imparano a lezione. Si imparano a letto. Anzi: si imparano per arrivare al letto.... ;-)

Verissimo, io il francese l'ho imparato così... :-)

In Italia ho conosciuto un vecchio professore d'Università (non vi dico la facoltà, sennò non mi credete...) che faticava a scaricarsi le mail, figurati parlare inglese. Non sto scherzando, giuro....

questo è niente...

[OT] il mio capo "sarebbe" un architetto, sbaglia i congiuntivi, ecc, non ha mai toccato un computer in vita sua, e per fargli leggere le mail gliele dobbiamo stampare... abbiamo una cantina piena di cartaccia... è il suo archivio delle email...[/OT]

Ma fa l'architetto, non insegna italiano o informatica!... :-D

Ricordo una frase, che potrebbe essere di Don Bosco, che recita "meglio tante lingue male che una sola bene", con la quale mi trovo pienamente d'accordo. Poi se hai problemi anche con la lingua madre è un altro discorso...

Minchia, è la prima volta che mi sento orgoglioso!... :-P

E io che parlo sempre male dei preti... :-/

Laku noć!...

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Tanto per fare l'avvocato del Diavolo, non é che nei paesi di lingua Anglosassone brillino per "Internazionalità"

Negli Stati Uniti, e direi anche in Inghilterra, la maggior parte delle persone parla l'Inglese e basta... capisco che dal loro punto di vista siano favoriti, ma almeno noi facciamo lo sforzo di parlare nella loro lingua quando siamo a casa loro ;-)

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In Italia ho conosciuto un vecchio professore d'Università (non vi dico la facoltà, sennò non mi credete...) che faticava a scaricarsi le mail, figurati parlare inglese. Non sto scherzando, giuro....

questo è niente...

[OT] il mio capo "sarebbe" un architetto, sbaglia i congiuntivi, ecc, non ha mai toccato un computer in vita sua, e per fargli leggere le mail gliele dobbiamo stampare... abbiamo una cantina piena di cartaccia... è il suo archivio delle email...[/OT]

Ma fa l'architetto, non insegna italiano o informatica!... :-D

ma sono io che il sabato devo "fare una scappata in ufficio" ad accendergli il computer e stampargli quell'importantissima email...

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