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Ciao Pirata! Son passati vent'anni, ma nessuno ti ha dimenticato.


robben
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Salite, vittorie.. Questo veramente mi lascia un gran sorriso sulle labbra.

:)

Modificato da NappiaGufo (visualizza cornologia modifica)
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Mah,non so se e' stato mai ipotizzato,ma io penso che nello stop ci sia lo zampino degli americani e dell' organizzazione del tour.

Ormai era tutto deciso x l' epopea dell' amerikano,e Pantani,qualora si fosse presentato al via anche lì,gli avrebbe rovinato tutto.

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Pochi nomi sollecitano stucchevole retorica come Pantani, uomo e campione ambiguo e non certo per il doping (sicuramente meno di Deschamps e Busquets), visto che tra l’altro non è mai stato fermato per quello (bensì per ematocrito, meno dei giocatori del Parma: eeehhh, ma la tecnica…).
Ambiguo come il pantanismo, che faceva passare per rosicone quel Tonkov che urlò la nudità del re che a noi umili praticanti era parsa evidente in una crono-farsa finta come un arbitraggio di Germania-Argentina.
Ambiguo come la condotta nel post-Campiglio, in cui ondeggiò a tratti tra la volontà di ripartire e il “se potessi parlare” non si sa per giustificare la mancata ripartenza o per spaventare qualcuno.
Ambiguo come la corte dei miracoli di cui si circondò suo malgrado, tanto da far stringere il cuore al pensiero della madre che con tanto ardore si è sempre prodigata nella difesa della memoria del figlio senza accorgersi invece dei buffoni di corte che le giravano per casa.
Ambiguo come le attribuzioni di eredità, perchè Pantani può essere erede solo di Coppi, altro campione di plastilina, la cui deriva cominciò alla perdita dell’estroverso fratello Serse, vero “Capitano dello Spogliatoio” che a Pantani è sempre mancato ed è sempre stato mal sostituito.
Ambiguo come il ruolo e la figura della manager, forse più agente da star-business, o forse troppo moderna per un mondo conservatore come quello del ciclismo. Una manager di cui ricordiamo gli eleganti uffici in una signorile via della Milano bene della società di cui fu titolare nel dopo-Pantani, una società che si prefiggeva di fare business organizzando eventi che diffondessero tra i giovani i veri valori dello sport, come lo spirito sportivo, la lealtà e la lotta al doping. Eventi organizzati grazie a fondi stanziati da sponsor, dove gli sponsor erano i fornitori che avrebbero dovuto prestare la propria opera gratuitamente.
Cosa resta di Pantani?! La figurina, che va oltre il risultato o gli scandali, e si staglia al sole come la sua sagoma in salita, in piedi sui pedali, tic-toc tic-toc, col corpo che agile ondeggiava elegante come Luciana Savignano da una parte all’altra di quella Bianchi, staticamente perpendicolare e ieraticamente ortogonale al terreno come un cancello.
Una figurina che sarebbe inutile spiegare dal punto di vista tecnico, sparando numeri a cazzo come i wikipediani o elaborando supercazzole come i lovers di Lebron James. Per una volta è l’irrazionale, l’impalpabile, il metafisico, l’aleatorio che fa da metro di misura. Chiunque nel ciclismo cresce coi vecchi che ti raccontano le imprese dei campioni del passato, coi tempi che fatalmente vengono coniugati al passato, all’imperfetto: Tizio era un grande, Caio prediligeva il carro corto, Sempronio usava poco furoisella, etc… Solo dei più grandi si usa il presente: fatto sta che Coppi arriva al Vigorelli, Merckx è il miglior purosague della storia, etc.
Ecco, Pantani è uno di cui, ancora oggi – all’aperitivo, durante la pedalata della domenica, in negozio, quando si racconta ai giovin virgulti etc. –, si parla coniugando i verbi al presente.

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io avevo 4-5 anni quando pantani correva. Mi è rimasto nel cuore. Lo imitavo sempre nel cortile sotto casa.

 

E come ho scritto nel blog nella firma sotto, esattamente come potrò dire ai miei nipoti "Ho visto giocare Del Piero" potrò anche dire "Ho visto un Pirata scalare montagne come nessuno ha mai fatto"

 

magico pirata.

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pero quella roba di Vallanzasca dalla prigione...che ne pensi Dane?Cioni?

 

Le dichiarazioni di certi nomi van sempre prese con le pinze, io so però che il Saggio (!!!)diceva sempre "se muoio, indagate sul primo che manda la corona di fiori", Sherlock Holmes diceva "una volta che hai escluso tutto l'impossibile, quel che resta per quanto improbabile non può che essere la verità" e Monsieur de La Rochefoucault diceva che "quando una donna strilla in mezzo alla folla è interessante osservare quello che si allontana indifferente".

Quando succedono scandali sportivi (vedi anche calciopoli-Juve, etc...) ed affiorano le ipotesi di (vero o presunto) gombloddo, solitamente non viene mai sviscerato l'ambito delle scommesse (soprattutto clandestine). In fondo ci sarebbero già dei precedenti ad indicare almeno teoricamente una certa pista da vagliare, pista che stranamente non interessa mai gli inquirenti (già, ma ci sono gli inquirenti?!).

Non vado oltre perchè poi arriva il cretino tintobrassofilo a trollare su scie chimiche e 11 settembre, però è un fatto che certi movimenti erano sembrati piuttosto strani già prima dei fatti e molto immodestamente posso dire che alcuni di noi dai propri megafoni li avevano segnalati in tempi non sospetti.

Come ha detto Olivari "da noi ogni dubbio viene derubricato di solito a lesa maestà ("er Gapidano nun se descute, se ama!"), sia in positivo che in negativo, e la logica tifosa nel paese dei Guelfi&Ghibellini tende a dividere il popolino in colpevolisti ed innocentisti, in lovers ed haters, etc.

A volte sarebbe il caso di mettere in fila i fatti, che tra l'altro non sempre sono per forza in contraddizione tra loro...

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Averti visto sulla Bocchetta,scalare con la leggerezza della farfalla e la potenza di toro mi ha fatto capire l'essenza e il miracolo di questo sport

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Pochi nomi sollecitano stucchevole retorica come Pantani, uomo e campione ambiguo e non certo per il doping (sicuramente meno di Deschamps e Busquets), visto che tra l’altro non è mai stato fermato per quello (bensì per ematocrito, meno dei giocatori del Parma: eeehhh, ma la tecnica…).

Ambiguo come il pantanismo, che faceva passare per rosicone quel Tonkov che urlò la nudità del re che a noi umili praticanti era parsa evidente in una crono-farsa finta come un arbitraggio di Germania-Argentina.

Ambiguo come la condotta nel post-Campiglio, in cui ondeggiò a tratti tra la volontà di ripartire e il “se potessi parlare” non si sa per giustificare la mancata ripartenza o per spaventare qualcuno.

Ambiguo come la corte dei miracoli di cui si circondò suo malgrado, tanto da far stringere il cuore al pensiero della madre che con tanto ardore si è sempre prodigata nella difesa della memoria del figlio senza accorgersi invece dei buffoni di corte che le giravano per casa.

Ambiguo come le attribuzioni di eredità, perchè Pantani può essere erede solo di Coppi, altro campione di plastilina, la cui deriva cominciò alla perdita dell’estroverso fratello Serse, vero “Capitano dello Spogliatoio” che a Pantani è sempre mancato ed è sempre stato mal sostituito.

Ambiguo come il ruolo e la figura della manager, forse più agente da star-business, o forse troppo moderna per un mondo conservatore come quello del ciclismo. Una manager di cui ricordiamo gli eleganti uffici in una signorile via della Milano bene della società di cui fu titolare nel dopo-Pantani, una società che si prefiggeva di fare business organizzando eventi che diffondessero tra i giovani i veri valori dello sport, come lo spirito sportivo, la lealtà e la lotta al doping. Eventi organizzati grazie a fondi stanziati da sponsor, dove gli sponsor erano i fornitori che avrebbero dovuto prestare la propria opera gratuitamente.

Cosa resta di Pantani?! La figurina, che va oltre il risultato o gli scandali, e si staglia al sole come la sua sagoma in salita, in piedi sui pedali, tic-toc tic-toc, col corpo che agile ondeggiava elegante come Luciana Savignano da una parte all’altra di quella Bianchi, staticamente perpendicolare e ieraticamente ortogonale al terreno come un cancello.

Una figurina che sarebbe inutile spiegare dal punto di vista tecnico, sparando numeri a cazzo come i wikipediani o elaborando supercazzole come i lovers di Lebron James. Per una volta è l’irrazionale, l’impalpabile, il metafisico, l’aleatorio che fa da metro di misura. Chiunque nel ciclismo cresce coi vecchi che ti raccontano le imprese dei campioni del passato, coi tempi che fatalmente vengono coniugati al passato, all’imperfetto: Tizio era un grande, Caio prediligeva il carro corto, Sempronio usava poco furoisella, etc… Solo dei più grandi si usa il presente: fatto sta che Coppi arriva al Vigorelli, Merckx è il miglior purosague della storia, etc.

Ecco, Pantani è uno di cui, ancora oggi – all’aperitivo, durante la pedalata della domenica, in negozio, quando si racconta ai giovin virgulti etc. –, si parla coniugando i verbi al presente.

scrivi per indiscreto?

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  • 11 months later...

Sono già passati 11 anni ........... voglio ricordarti così assieme a FixedForum

Oggi a Cesena hanno inaugurato un giardino in tuo nome .......

C'ho il "Magone" costante... :(

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  • riky76 changed the title to Ciao Pirata! Son passati vent'anni, ma nessuno ti ha dimenticato.

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