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  1. J-Jack

    Rosie!

    Prima uscita in salita con la fissa! Progetto iniziato ad ottobre, bloccato si s dicembre per un incidente che mi ha costretto a cambiare la forcella e arrestato si poi di nuovo a gennaio per via di un operazione all'occhio. Ma finalmente nulla mi ferma più e oggi sono salito su a Superga per testarla in salita e discesa! Quindi vi presento la bimba: Telaio ereditato da @Cigolio; Anteriore Roval; Posteriore Halo Aerotrack pista-libero, 16-18; MC Sram GXP, guarnitura Omnium da 165, corona Miche Advanced 49t; Manubrio flip and chop da una vecchia piega, nastrato selle italia; Rapporto: 49-16. Ovviamente in discesa, per inaugurare, ho bucato due volte per colpa di sassi che erano in mezzo di strada e che ho centrato con il posteriore pinzando la camera d'aria. Fortunatamente avevo il kit dietro e l'ho riparata. Giornata spettacolosa!! Un saluto a tutti! P.S: Si accettano commenti, suggerimenti e anche nuovi adesivi!
  2. Yohoho

    Che ne pensate?

    Ciao a tutti che ne pensate se la convertissi a fissa? Me lo consigliate? Che componenti montereste?
  3. Ecco l´ennesima convertita. Telaio OLMO Grand Prix (Conservato, non restaurato) SS = Campagnolo Record MC / Guarna / Corona / Catena = Miche Primato Pipa e piega Cinelli (Nastro Deda) Reggisella Ritchey Sella Brooks Quoio Ruote Gipiemme Pista Coperture Lugano Schwalbe Pedali Shimano Da aperitivo in centro ci sta di brutto
  4. Seekerrow

    54-17

    Ciao a tutti, ho la possibilità di comprare una corona da 54 denti, qualcuno sa dirmi se è una scelta sensata o meno? Al momento monto un 49-17 che non è malaccio, ma sui rettilinei non mi soddisfa del tutto. Grazie in anticipo :) (Se esiste già la sezione apposita siete autorizzati a dirmi su parole)
  5. Un mio amico ha scoperto questa mattina che durante il diluvio universale che ha colpito Torino negli ultimi giorni, gli hanno aperto il garage e rubato le bici. In caso le vediate online o in giro eccole: bianca è una Santacruz nomad 2010-2011, dalla foto cambia solo il manubrio che è un 80cm nero. la blu è una Specialized demo 8 e l'azzurrina verde acqua è una commeçal furious. Queste ultime due sono montate come in foto/di serie. manca la foto di una fissa Desegenà in acciaio verde, taglia intorno alla 54. montate con ruote bianche, guarna biance, gabbiette, catena colorata e bullhorn. Qualunque INFORMAZIONE abbiate a riguardo scrivetemi o CONTATTATE il proprietario PAOLO al 3480501909. Furto avvenuto in zona Sassi a Torino.
  6. Cosa vi dicono gli altri ciclisti quando vi vedono girare in fissa? Il più delle volte mi prendono per matto oppure per eccentrico. Il sorriso è sempre sarcastico quasi a presa di culo. Porca vacca, sono ormai un pò in su con l' età, ma come posso gli tiro il collo di brutto. Voi che fate? M
  7. EdoVR

    Mozzo "convertito"

    "Che post del piffero!" diranno molti di voi leggendo il titolo che gli ho attribuito. Ho spulciato nel forum ma non ho trovato risposta ai miei interrogativi. Un paio di settimane fa, porto la bdc di tutti i giorni dal ciclista da cui solitamente mi appoggio per una riparazione; garantendomi che l'avrebbe eseguita nell'arco di una mezz'ora, do un'occhio al reparto dell'usato e scorgo a prezzo interessante una bici, verosimilmente degli anni '70 convertita fissa. Il ciclista mi spiega che si tratta di un lavoro del telaista Terruzzi, di cui il fratello- corridore questo- faceva uso in pista. Telaio corsa nudo e crudo senza passacavi e senza supporti per manettini del cambio sull'orizzontale, coi fori per allestire i freni sigillati molto elegantemente; così bella da sembrare un vero telaio pista, non fosse per i porcellini posteriori. Do un'occhiata alla componentistica e rimango un po' stupito vedendo la ruota posteriore. Non ho scattato una foto ma provo a descrivervela. La ruota posteriore era raggiata e spaziata sul mozzo, esattamente come una ruota da corsa. Provo a spiegarmi meglio. Dovendo il mozzo ospitare una cassetta pignoni (non so quanti), la raggiatura era identica a quella di una ruota per bdc: se si considera l'asse della ruota, i raggi sul lato sx risultavano più sporgenti verso l'esterno, mentre quello sul lato dx r (quello che ospiterebbe la cassetta pignoni) risultavano meno sporgenti e con angolo di uscita dei raggi inferiore. Sulla parte filettata (che normalmente ospitava/ospiterebbe i rapporti) era montato pignone fisso. Qualcuno, nella conversione di una bdc ha mai adottato una soluzione simile, al posto di montare direttamente ruota pista/fissa? In termini di sicurezza o di prestazioni (mi interessa più la prima), o semplicemente tecnici, qualcuno più illuminato di me, o che abbia adottato questa soluzione, potrebbe spiegarmi cosa comporta? Mi accingo a decidermi sul suo acquisto, ma non so se valga la pena interrogarmi sulla sua affidabilità. Nel dubbio chiedo a voi attraverso questo post. Grazie.
  8. Caccione

    La mia Bighetta

    Buonasera! Vi presento la mia Bighetta in versione 3.0(finita finalmente,aggiorno il post) in 2.0 avevamo Telaio Dodici Gara taglia 61 rosso Forcella Carbonio senza marca Cerchi Miche Pistard con vittoria rubino slick 3 anteriore ed un cst ultraspeed posteriore Attacco manubrio ITM Piega Deda rhm 01 EL 440 mm Cannoto sella Deda RS-02 Sella SLR denudata in carbonio e slitta titanio SS Ritchey MC miche Pedali spd Shimano M-502 Guarnitura Prowheel da 46(purtroppo c'è il noioso problema della larghezza del carro post.) Slitta pignone e pignone Miche da 15 Catena Miche pista ora in 3.0 abbiamo come sopra eccetto Ruote alu Carbon Gipiemme 20 fori su mozzo Miche nero Guanitura Sugino rd2 corona track 48 denti MC Tange da 103 mm jis (scorre una bomba) Sella Supra by Selle Royale Nastro Cinelli Mike Giant qui sotto un prima e dopo fotografico A Voi i commenti e le critiche,sempre ben accette!
  9. Garik

    Nitro-Corvlex

    Ciao a tutti, sono nuovo del forum (anche se vi leggo da un po') ed apro questa discussione per presentarvi la mia fissa! Il telaio e la forca li ho presi da Corvlex, che penso molti di voi conosceranno, e sono davvero soddisfatto dell'acquisto. Il resto dei componenti: attacco manubrio e manubrio cinelli, reggisella sempre cinelli, guarnitura lasco, ruote profilo basso ambrosio... ed il resto non ricordo sinceramente. Comunque eccola qui; fatemi sapere che ve ne pare! Ps: So che molti di voi non approveranno il freno anteriore ma l'ho dovuto mettere per problemi di salute ed inoltre fino ad un mese fa vivevo a Palermo e per un "ciclista urbano" come me era una garanzia in più per non finire sotto a qualche macchina. Adesso vivo a Reggio Emilia dove mi sono da poco trasferito per studi universitari, quindi ciclisti di Reggio fatevi avanti ;)
  10. Scalatoretop92

    La mia Legnano ibrida

    Come da titolo, ecco la mia Legnano anni '80 ibrida: ho sostituito manubrio, sella, cerchi e catena (ma devo ancora completarla). Ora sono alla ricerca di una buona guarnitura per utilizzo urbano, ma anche per qualche sgambata. Cosa mi consigliate?
  11. greeso

    Roma Fixed

    Ciao a tutti, sono Marco, vent'enne con una voglia di pedalare rimasta sopita troppo a lungo. Mi son ri-trasferito a Roma da poco meno di un anno per frequentare l'Università e son riuscito a convincere i miei a comprarmi una bici sia per consentire il commute mattutino che per fare un minimo di attività fisica, che a causa delle lezioni ero stato costretto a mettere in un primo momento da parte. Che dire, dopo un primo periodo per abituarsi al traffico, mi ha preso parecchio e alla fine mi sono come tutti voi innamorato del mezzo. Ora son qui, dopo un anno di pedalate (che mi rendo conto non siano un cazzo) a cercare qualcosa che sembro vedere solo nelle fisse (fin'ora ho usato una BDC pesantuccia). Il percorso che dovrei fare (per chi conosce Roma): Rampa Salaria, Po, Veneto, Tritone, Corso, Venezia(Sampietrini), Marcello e arrivo a Testaccio. Le mie domande sono: Grado di fattibilità? (non sono nessuno, ma mi piace morire in salita e fare a gara con le macchine) Proposte per il telaio? (ne ho trovati che mi garbano, ma son scelte dettate da quanto è figa una cosa e non è un ottimo criterio) Non son stato buono a trovare una comunità con cui farsi dei giri, mi date una mano? Costo accettabile moralmente? Grazie tutti in anticipo, spero che questo sia il primo di tanti messaggi sul questo forum.
  12. Saluti a tutti, Con il gruppo Zapier di Pontedera ho partecipato alla crono-scalata del Casone di Profecchia/ passo delle Radici. La partenza era da Pontedera, i km non son pochi, la salita è tanta. Comunque l' onor del Forum è stato salvato perché sul podio ci son rientrato Un terzo posto onorevole lo ho ottenuto. Il primo è un fuoriclasse, il secondo mi ha superato perchè mi son fermato a far pipì. Su una ventina di persone ero solo io con il fisso. Saluti a tutti e buone pedalate. M
  13. Grande doppietta a Bassano! Al costo di una notte fuori, (ma anche no!) vi beccate due gironi!! Nel pomeriggio/sera di sabato 10 settembre CicloAzione propone la prima traversata della parte meridionale dell'Altopiano di Asiago dedicata alle bici da strada senza marce! Una ottima occasione per farsi na epica sgambata pomeridiana e poi scaricare il giorno dopo a "El Santo gravel"! Traversata dell'Altipiano in single speed, a ruota fissa o libera. Nome evento: MELTED ASIEGO Dove: Bassano d.G. Parco "Ragazzi del '99" Data: 10 settembre 2016 Orario di ritrovo: 14.30' Orario di partenza: 15.00' Tipo di evento:A-B-C alleycat Tipo di bici: Single Speed, fixed or free Costo iscrizione: gratuito Cosa portare: bici senza marce, TELEFONINO CHE FA FOTO, CHE SI COLLEGA AL WEB E CON 2 EURO DI TRAFFICO PER POTERLE INVIARE E GUADAGNARE COSÌ I BONUS TRACK! Mappa consigliata: nessuna, seguire le indicazioni stradali e le istruzioni CHE VI VERRANNO DATE A VOCE AL VIA! Link evento FB:https://www.facebook.com/events/1091729890914159/ Hashtag: cicloazione#
  14. ciao a tutti, sono nuovo del forum anche se è una vita che pedalo, inizio 2014 mi han tirato dentro con il giro delle scattofisso degli amici, cosi ho restaurato la vecchia bici di mio padre dell'84, facendola diventare una fixed con questo risultato: prima volta che ci son salito in sella mi son detto...questi son matti, mai piu! settimana dopo , seconda volta chela usavo mi son buttato dentro a una gara notturna in circuito :-) e ho macinato veramente parecchi km, tutto ovviamente pure fixed, senza freni. Siccome lavoro nel settore e siccome mi affascina il titanio l'anno scorso mi son detto, me la costruisco da solo la fissa nuova! tutto con questo risultato: morale l'anno scorso su 15.000 km fatti, neanche 500 li ho fatti con questa... e quest'anno ne ho fatti forse 200...qui la crisi mistica... la bici per me è riuscitissima, si guida bene, è leggera e molto bella, ma con il freno ha perso totalmente il gusto rispetto all'altra, poi forse, detto fra noi, era meglio una bici da battaglia che una come questa, troppo curata e da fighetto :-) abituato come sono con la mtb immaginatevi.....boh Il consiglio che volevo chiedere alla fine è questo: pensavo di venderla e rimettere insieme la vecchia bici col telaio in acciaio con pochi soldi, sia per il valore affettivo, che per il discorso "gusto" no brakes,ecc... e comprarmi una 29" nuova che alla fine, arrivando dalla mtb, userei molto di piu, avendo in parallelo ancora la vecchia fissa da usare, oppure la tengo?? Voi che fareste? Grazie anticipatamente dei consigli.
  15. Ciao a tutti è la prima volta che entro in un forum quindi perdonatemi se sbaglio qualcosa. La mia domanda è qualcuno di voi ha provato a costruire una fissa con i cambi ?
  16. Una gara mai partita diventa giro amichevole di 60 km circa con pranzo in riva al fiume Oglio, bagordi e bagno, seguendo le ciclabili dei navigli e i sentieri del Parco Oglio Nord. 80% asfaltato - 20% sterrato - copertoni da 25 più che sufficienti - rapporto consigliato 47/16 o similari NON E' UNA GARA , ANDIAMO A FARE IL BAGNO IN SINTESI Nome evento: STRADA VECIA Country Ride Dove: Via Damiano Chiesa 11 - Cremona Data: 9 LUGLIO 2016 Orario di ritrovo: 11 Orario di partenza: 11.01 Tipo di evento: Giro da pensionati con pranzo e bagno - NO RACING - APERTO A TUTTI Tipo di bici: fissa / brakeless / in caso qualsiasi bici Cosa portare: bici fissa, cibo, acqua, birra, musica e fiori - il bagno si fa anche nudi :-) Mappa consigliata: ve la do io alla partenza Hashtag: #SVCR riverside rolling , #trail vibez foto del percorso : https://www.flickr.com/photos/delta9offcrit/albums/72157659370642309 DOPENESS IS COMING
  17. Buondì, ritorno con uno dei miei messaggi chilometrici per raccontarvi una scampagnata che mi sono fatto qui in Spagna un paio di settimane fa. Avevo aperto la discussione sulle mie scorribande iberiche che alla fine non ho mai aggiornato, ma qui vorrei aprire un topic apposito. Visto che prevedo uno sproloquio immane, lascio subito il riassunto a disegni per i più pigri (o privi di tempo); tutti gli altri sono avvertiti, dopo la foto ha inizio il racconto. È da quando mi sono trasferito quaggiù, nell'estremo Sud della penisola iberica, che mi frullava per la testa l'idea di tornare in Italia in bici ad agosto, poi ho realizzato che sarò sommerso di lavoro in quel mese e, complice che segnalò qualche mese fa la Pantumacona, critical mass interplanetaria barcellonese, ho partorito un piano alternativo. Finito il periodo più accademicamente caldo, esaurite le ore di tirocinio, compro un biglietto, impacchetto la Olmo e intraprendo un viaggio in bus apocalittico di venti ore verso la capitale catalana, attraversando luoghi sperduti a velocità Stravabili. Arrivo nella città delle ramblas all'alba di un giorno qualunque, reincontro vecchi amici e conosco nuova gente, girovago per festicciuole e cascine, partecipo alla tanto agognata Pantumacona e, all'alba di un altro giorno qualunque, abbandono la città delle ramblas diretto verso la comunità autonoma di Aragona. Questo è il giorno zero del viaggio, la cartina tornasole della validità della mia idea malsana, ovvero quella di percorrere la Spagna in fissa, senza freni e con un po' di bagaglio. Ho fatto qualche viaggetto, ma mai con la bici montata così, e ho ritenuto che i tempi fossero maturi per lanciarsi nell'impresa. Come dicevo, partenza alle cinque da Barcellona e 280 chilometri, da coprire in giornata, tra me e la meta. Con le strade pressoché deserte, mi impossesso dei vialoni cantando Eskimo, mi divoro i saliscendi in uscita dalla città e mi indirizzo verso Martorell. Il sole spunta e le gambe girano bene, non cesso di mangiucchiare, mungere acqua dalla borraccia e canticchiare. Il diavolo, però, è dietro l'angolo e si manifesta sotto forma del malefico GoogleMaps che, non avendo io preparato la lista di paesi da attraversare da appiccicare sull'orizzontale come sempre faccio, si burla di me e organizza una Google Gravel®. Pur in mezzo a paesaggi collinari magnifici, mi ritrovo a pedalare su una strada bianca in mezzo al nulla, che poi si stringe, si deteriora e finisce in un borghetto medievale senza via d'uscita. Riguadagno la civiltà e, in mezzo alle salite pedemontane nei dintorni di Igualada, percorro qualche chilometro con un arzillo quanto anziano ciclista locale che mi indica la retta via. Procedo quindi sulla strada nazionale verso Tárrega quando la mia catena, provata da nove mesi di abusi, decide di abbandonarmi distruggendo due piastre interne contemporaneamente. Ho solo una maglia di ricambio, per cui mi obbligo a pedalare lentissimamente fino al primo negozio di bici di Tárrega, dove il ruvido ma disponibile meccanico, che tratta soprattutto motozappe e decespugliatori, mi instrada verso l'uscita dalla Catalogna. Con le gomme alla pressione giusta e una catena nuova, parto rinvigorito, mi fermo a mangiare uno dei migliori falafel della mia vita ad Alfarrás e supero il confine tra Catalogna e Aragón passando sotto alle arcate di un monumentale acquedotto romano. La comunità di Aragona mi rapisce da subito: strada dritta che asseconda i saliescendi dei campi sinuosi e una linea di pali della luce di legno a suo lato che si perde all'orizzonte; campagna costellata di minuscoli paesini, ognuno provvisto di castello regolamentare. Passo Monzón, sono straordinariamente solo di poco in ritardo sull'ambiziosa tabella di marcia che mi ero prefissato e avverto chi mi ospiterà del mio quasi imminente arrivo. Mi pedalo anche Barbastro, ultimo centro urbano di una dimensione considerevole prima di Huesca, a cui mancano ormai solo sessanta chilometri. Sono rincuorato e mi spazzolo in piedi sui pedali una salita di cinque chilometri al dieci per cento, mi sento nel pieno delle forze e non mi spiego come possa veder doppio e avvistare due figure apparentemente uguali con una giacchettina color giallo Stabilo Boss in cima alla collina. Approssimandomi, mi rendo conto che si tratta di due strani individui vestiti uguali che mi offrono di fermarmi e di lasciargli duecento euro per l'assenza di un elmo di polistirolo sulla mia nuca. Mi offro di ridiscendere la collina e di comprare il suddetto elemento di protezione nel freddo centro commerciale della summenzionata Barbastro. Accettano di buon grado, con anche una malcelata soddisfazione, e mi scrutano mentre mi lancio giù per la discesa. Compro casco e una baguette con tanti semini, risalgo la salita, ora con meno slancio, e arrivo a Huesca in serata. 280 chilometri nella bisaccia, un casco da cui non mi separerò e la certezza che il piano è fattibile. Rimango una settimana in questa fantastica cittadina vivissima ai piedi del Pireneo Aragonese e a fianco del deserto de Los Monegros, culla di un habitat che più si addice a qualche steppa asiatica che al nord della Spagna. Poi giunge il giorno della partenza, spedisco a Huelva zaino e cose non necessarie che mi ero portato da Barcellona e do il via alla galoppata. Sulla via per Zaragoza incontro un giovine che si sta allenando su una mountain bike anni '80 con medie superiori ai trenta all'ora. Facciamo qualche chilometro insieme e poi torna indietro per chiudere il suo anello. Alle porte di Zaragoza un anziano mountain biker tecnicissimo si complimenta e cerca di farmi desistere, ma proseguo e, seguendo la linea del tram, attraverso la città in tempo record lasciandomi alle spalle la basilica del Pilar, le sue innumerevoli cupole colorate e i suoi enormi campanili. Dopo chilometri di vento contrario, raggiungo lo spettacolare paesino medievale di Daroca, mi concedo una merenda a base di churros e cioccolata calda e riparto con questa botta di zuccheri dopo aver parlato con un ottuagenario su una panchina di come andava a ballare a rimorchiare da giovane nei paesini che sto per attraversare. Riguadagno la campagna e con essa entro nella comunità di Castiglia La Mancia, che da subito si dimostra deserta e collinare. Arrivato con orgoglio al centro di Embid, meta sentimentale del vecchio di cui sopra, mi rendo conto che tutti i nomi che porto sul tubo orizzontale non sono nient'altro che punti sulla mappa. Embid, che sulla cartina sembrava un grande centro, è un castello sproporzionato, un nucleo di 44 abitanti e 36 chilometri quadrati ci campagna. Mi metto in marcia e raggiungo Molina de Aragón (nonostante sia in Castiglia La Mancia), dove dormo il sonno dei giusti dopo un sano panino e una tisana calda. Il giorno successivo vola: tra le colline e i mulini a vento di don Chisciotte, le ripidissime salite e le impegnative discese, che riesco ad affrontare con una certa disinvoltura nonostante i ricorrenti venti gradi di pendenza, mi sbrano circa duecentoventi chilometri. Pranzo con Armando, simpatico cicloturista basco con decine di viaggi alle spalle che sta andando a BurgosA fine giornata, mentre filo sulla nazionale a lato di Villanueva de Alcardete, un sibilo mi rende partecipe della morte del mio Vittoria Zaffiro posteriore, stanco degli abusi in discesa. Impreco al vedere il taglio nel battistrada, le tele non hanno opposto resistenza e tutta la gomma è poco più di un'ostia. Inserisco l'unica camera d'aria di ricambio, non prima di aver posizionato all'interno del copertoncino una camera d'aria tagliata che porto per le emergenze e che spero offra un po' di resistenza extra. Nel piccolo paesino i negozi sono ormai chiusi, e tutti mi avvertono che lo rimarrano anche il giorno successivo, essendo la festa della provincia, decido di avanzare fino a Quintanar de la Orden, dieci chilometri più avanti, sperando di trovare una soluzione il giorno successivo. Entro in una taverna in cui l'oste non mi toglie gli occhi da dosso e tutti parlano con un accento ridicolo da Benvenuti al Nord. Ci do dentro con mandorle salate e infusioni di menta. Trovo un buon posto per la notte e mi addormento come un sasso. Il terzo giorno parte con una lenta pedalata di venticinque chilometri che termina ad Alcázar de San Juan: sono le nove del mattino e cerco soluzioni. Tutti mi avvertono che non è semplicemente la festa della provincia, bensì dell'intera comunità autonoma, essendo il giorno delle celebrazioni del Corpus Christi. Fortunatamente i cinesi erano lontani da Betlemme 2016 anni fa e tengono i negozi aperti anche il 26 di maggio. Compro del robusto nastro americano e avvolgo il copertone perché non possa deformarsi ulteriormente. Il retro della mia bici è ormai un'opera cyber punk, ma sembra reggere. Pedalo con la ruota che offre una sensibile resistenza aggiuntiva rispetto a prima dell'intervento e patisco il sole e il vento fino a Manzanares. Lì, in un bar frequentato da un avventore strillone sotto l'effetto di qualche strana sostanza stupefacente, decido di non proseguire, come da programma, direttamente verso Ovest, ma di costeggiare l'autostrada lungo la via di servizio. Mi assicurano che le condizioni sono ottime e così mi evito discesone con inclinazioni del 23% in mezzo al nulla con una ruota scotchata. Ci metto un'ora a capire come uscire da Manzanares, una signora mi insulta perché non vuole darmi indicazioni stradali, ma alla fine raggiungo l'asfaltatissima via di servizio. Purtroppo il sogno dura poco e il manto stradale si ritrasforma in una strada bianca, per altro piuttosto dissestata. Mi succede di tutto: attraverso un campo di patate, una ferrovia, scendo per un tratturo in mezzo ad un uliveto, corro per un (molto corto) ponte ferroviario con il culo strettissimo, scavalco una recinzione con tutta la bici e alla fine arrivo alle porte del parco nazionale di Despeñaperros. È buio, davanti a me una strada che si inerpica su per una montagna e poi ridiscende con tornanti interessanti, ma ormai il dado è tratto, ho fatto pochi chilometri e la voglia di arrivare in Andalusia è tanta. Mi lancio, la sensazione è stupenda; io sono parecchio stanco, ma l'aria è cristallina, qualche animale ulula in continuazione e ogni tanto sento movimenti nel bosco, a pochi passi da me. Una famiglia di cinghiali mi taglia la strada, e ogni tanto qualche cinghiale single fugge alla mia vista. Quando arrivo al paesino di Santa Elena sono spremutissimo. Mi bevo la tisana di rito e mi addormento in un luogo peculiare. Riparto di buon'ora, attraverso gli uliveti della provincia di Jaén e, dopo varie vicissitudini nella sempre pietosa via di servizio dell'autostrada, trovo finalmente a Bailén un negozio di bici. Getto il vecchio Zaffiro impataccato di nastro americano e ne compro un altro identico (che adesso che scrivo è già arrivato alla frutta e sostituito, ndr). Ancora via di servizio fino ad Andujar, dove decido di prendere the hard way e perdermi tra le colline che ospitano la diga del fiume Yeguas. Sempre sole, vento contrario, strade deserte e sudore versato. Raggiungo Montoro, mangio un paio di gelati confezionati che non toccavo da anni e, dopo aver constatato che il cellulare mi ha abbandonato, decido di spingere fino a Cordoba, che sta vivendo il suo settimo giorno consecutivo di festa e mi accoglie con miriadi di donne in abiti da gitana e uomini con coppola, camicia e gilet. Dormo nei pressi della stazione dei bus, preparandomi all'ultimo giorno e augurandomi di non dover percorrere i 140km che mi separano da Siviglia su un'altra via di servizio. Fortunatamente la strada che passa per Palma del Río è una bella statale da pianura Padana, noiosa e scorrevole. Alle porte di Siviglia il cielo si stanca di vedermi sudato e, appena riparata la foratura della gomma anteriore, si scatena il diluvio universale che dura un paio d'ore. Non mi proibisce di raggiungere il capoluogo dell'Andalusia, nei cui sobborghi (Santiponce) mangio il miglior serranito (no, non è vegetariano) della mia vita e attaccare gli ottanta chilometri finali col coltello tra i denti. Un vento impressionante mi rallenta anche nella temutissima discesa in uscita da Sanlucar La Mayor. In una serie di saliscendi infinita mi ritrovo a percorrere venti chilometri in due ore. Decido di non mollare, l'obiettivo è vicino e tutto mi sembra più chiaro quando avvisto le mura di Niebla, paese-testimonianza di tutti i popoli che hanno conquistato questa parte della penisola Iberica nelle ultime migliaia di anni. Mancano trenta chilometri, ce l'ho fatta! Volo a casa e, dopo una doccia ristoratrice, spazzolo una ciotola enorme di ceci e spinaci soto gli occhi attoniti del mio coinquilino. Sonno, morte e mare il giorno dopo, oltre ad una certa dose di soddisfazione. Angolo banalità: -Viaggiare in fissa mi ha fatto capire l'importanza di valutare il vento durante la pianificazione dei tempi di percorrenza, non mi sono mai sentito così rallentato dal vento come in questo viaggio. -I Vittoria Zaffiro sono dei copertoni di gomma pane ma continuerò a comprarli in momenti di ristrettezza di budget. -Sempre portarsi dietro il necessario per riparare i danni più ricorrenti e per cibarsi in qualsiasi situazione. Nel mezzo di Castiglia La Mancia mi è capitato di pedalare anche per due ore su una strada statale senza incrociare un'auto o un essere vivente, in pieno giorno. -I parafanghi rosa avvicinano le persone più dei cani al guinzaglio e delle bici da viaggio Durante il secondo giorno di viaggio ho pranzato con Alfredo, cicloturista basco che da Valencia stava andando a Burgos in bici. Questo è il suo blog, dateci un'occhiata, ha vari viaggi all'attivo, soprattutto nel continente asiatico. Se qualcuno si è letto tutto ciò, i miei complimenti, cercherò di caricare più foto quanto prima. E se qualcuno proprio non ne ha avuto abbastanza, quii link a Strava dei primi tre giorni e tre quarti (poi si è scaricato il telefono e l'ultimo giorno e un quarto l'ho pedalato all'antico modo, così come il giorno zero). Giorno 1 Giorno 2 Giorno 3 Giorno 4
  18. salve a tutti. Scrivo per chiedere se esiste un modo per rimuovere (senza rovinare eccessivamente la vernice) i supporti per le leve del cambio e del deragliatore. So che son saldati, ma non c'è proprio nulla da fare? Grazie in anticipo, Davide
  19. Ciao ragazzi, un po' di tempo fa avevo visto una bici splendida sulla gallery, era una bici sul grigio e le foto erano fatte in mezzo a palazzi moderni. Mi piacerebbe rivederla ma non riesco a trovarla. Se qualcuno ritrova la descrizione e sa di chi è la bici mi manderebbe il link? Grazie
  20. Terzo pursuit che schiaffo in gallery, vorrei poter dire che mi accompagna nelle mie mille pedalate ma viste le geometrie delicate e rilassate è abbastanza palo in culo da essere usato solo per fare l'hipster in paese. Nessun commento del tipo "come fate a portare queste bestie" bhe molto semplice parti col presupposto che torni con la schiena bloccata. Storia in breve: Telaio presumibilmente Messina, riverniciato e brandizzato dazzan, ex pistard nonché ciclista della mia "illustre" città, credo prima metà anni 80, con un bel fazzoletto per contrastare i raffreddori che questa pazza primavera porta, tolleranze abbastanza strette,il 700x25 dietro tocca il verticale, geometrie tese tese con un verticale che è veramente verticale,i soliti tubi storti dalì mode ed a quanto pare un amico è riuscito ad overlappare col tallone. Telaietto trovato on line una mattina, deciso a non comprarlo perché non sapevo dove metterlo, il pomeriggio stesso lo stavo portando a casa. Ora si presenta in modalità city rage e crono dell'aperitivo. C'è anche La versione con montaggio tutto coerente campy dell'epoca, ma zero sbatti di rimontarla per le foto... Uppero più avanti. Lista componenti: -Telaio: Messina brandizzato dazzan Tg53 per 28/26 -movimento centrale: campy record pista -serie sterzo: campy record pista -reggisella: campy aero -sella selle: Italia turbo (si lo so non è in bolla ) -guarnitura: campy strada 170 fresata con corona gpm 52t -catena: miche pista -pedali: gpm dual sprint pista con gabbiette cristophe -ruota posteriore: Miche pistard 17t/ campy record su cerchio nisi 18t -ruota anteriore: shimano 105 sufir ae60/campagnolo zonda 650c -pipa manubrio: 3t pro chrome da 125/no brand -manubrio: riser no brand/ bull syntace fluo con prolunghe Ora foto, insulti e tutto il resto as usual...
  21. boiler

    Bumble Bee

    Ciao gente...son qui senza troppe pretese a farvi vedere la mia prima fissa semiseria... la uso tutti i giorni e ci faccio un po di strada.... ringrazio @Matt91x per il telaio, @BobsHaero per l'asse e @FixKin per il pignone e tutti quelli a cui ho rotto i maroni in pm... telaio breda taglia 56 forca carboncina ss fsa datami col telaio attacco manubrio e reggisella unotec,presi dalla mtb sulla quale ho messo i dedazero2 per questioni di misure riser carbonio raceface cina tagliato a 53cm sella smp hybrid mc miche primato 107 guarna sturmey archer 46 denti (per ora) catena miche pista anteriore corsa presa usata e tolta da una bdc whistle con mozzo a cuscinetti sigillati posteriore ambrosio evolution,mozzo novatec,asse Bobshaero e pignone 17 fixkin due fotine adesso,se ho scordato qualcosa chiedete
  22. Ciao a tutti, vi presento la mia prima conversione. La bici è stata recuperata in un vecchio garage, ho mantenuto solo il telaio la pipa e la piega. Ho sostituito la forcella originale e ho riverniciato. La lista dei pezzi è: Telaio: Corsa marca ignota, regalato insieme a pipa e piega Forcella: Dritta unicrown Ruota anteriore: Cerchio mavic cxp33, mozzo miche primato raggiata radiale. Copertoncino michelin dynamic sport Ruota posteriore: Cerchio mavic cxp33, mozzo miche primato pista/strada. Copertoncino michelin dynamic sport Corona/Guarnitura: BLB super pista 48d Movimento centrale: VP components Catena: KMC 1/8" Pedali/straps: economici belli larghi con straps BRN (non presenti in foto) Pipa/Piega: Pipa 3T record e piega 3T Freno/Leva: Leva Tektro e pinza Logan Sella: Byte uride Fatemi sapere cosa ne pensate!
  23. fra1993

    nuovo del forum

    ciao a tutti! Sono nuovo del forum, ma vado in fissa da un po ;) sono appassionato di bici in generale mi iscrivo ora, nonostante vi segua già da qualche anno! francesco
  24. Finalmente riesco a presentarvi la mia prima fissa, messa insieme nel corso degli ultimi mesi con tanto olio di gomito, sudore della fronte, e pazienza degli utenti del forum che mi sono stati a sentire. A proposito, ne approfitto per ringraziare tutti quelli che hanno contribuito in un modo o in un altro. Se provassi a nominarvi uno per uno sicuramente me ne dimenticherei la meta', per cui accontentatevi di un GRAZIE collettivo, tanto voi lo sapete chi siete. Devo dire che mettere insieme questa bici e' stata davvero una bella esperienza, che mi ha permesso di imparare molto sulla bicicletta, di conoscere persone fantastiche, e di sentirmi parte di una comunita' che e' mossa da una passione molto forte. Per tutto questo vi dico ancora GRAZIE. Passiamo alla bicicletta. Premetto che non ha niente a che vedere con le tante biciclette splendide che si vedono nella gallery, e non ho nessuna intenzione di metterla in competizione con biciclette che sono palesemente di un'altra categoria. Tenete conto del fatto che la mia e' una bicicletta abbastanza economica (costo totale stimato sotto i 300 euro), messa insieme da uno che ci capisce poco (il sottoscritto). Il montaggio sicuramente non e' molto coerente, ma grazie anche a qualche colpo di fortuna sono riuscito a renderla piacevole esteticamente, o almeno credo. Io la amo ma non faccio testo (ogni scarrafone è bello a mamma sua). Per il momento non le cambierei niente (o quasi), ma accetto comunque suggerimenti e critiche costruttive. Basta che non mi dite di montarci un riser. Prima di lasciar parlare le foto metto le mani avanti su una cosa. Noterete che questa bicicletta si differenzia dalla tipica bicicletta fissa sotto due aspetti: il rapporto duro (46 x 14) e la presenza del porta borraccia. Queste due scelte, in apparenza sbagliate, sono a mio parere giustificate dall'utilizzo che intendo fare di questa bicicletta, che e' quello di 1) mezzo di trasporto urbano e 2) bicicletta sportiva per uscite extraurbane. Il rapporto duro mi piace perche' a me interessa andare veloce, soprattutto quando vado a fare giri lunghi fuori citta', mentre di skiddare non mi importa molto. Rallentare con i pedali ok, skiddare no. Amo la fissa per la sua semplicita' meccanica, la sensazione che da di essere tutt'uno con la bicicletta e la strada, e la facilita' di manutenzione. Per frenare invece preferisco il freno. Il porta borraccia e' giustificato dalla necessita' di avere una fonte di idratazione durante le uscite extraurbane. LISTA COMPONENTI Telaio: acciaio pantografato Pitozzi, taglia 56 Forcella: acciaio pantografato Pitozzi Ruote: Miche Express (prese da @terra.dani) Copertoncini: Schwalbe Lugano (prese da @terra.dani) Guarnitura: Urban Prowheel (prese da @terra.dani) Pedali: Miche Monolithic con gabbiette Ale Pipa: 3TTT pantagrafata Pitozzi Piega: Cinelli Nastro: Decathlon nero in cotone Leva Freno: Tektro RL720 Freno: Galli Reggisella: Zoom (preso da @nicolettapony) Sellino: Bassano Mission (preso da @teozeta e riparato con nastro nero)
  25. Gioo

    Sostituzione Tubolari

    Ciao a tutti, ho guardato nel forum, ma non so se l'ho fatto bene, e non ho trovato una discussione su come effettuare un cambio completo di un tubolare. Qualcuno che ha esperienza mi spiegherebbe passo passo il procedimento? Cosi magari poi facciamo una piccola guida da mettere in evidenza... Esempio: -Bisogna grattar via tutta la colla restante sul cerchio del vecchio tubolare o è meglio lasciarla? -Quanto tempo bisogna far asciugare il mastice sul cerchio prima di montare il tubolare nuovo? -Quanto è il tempo di assestamento del tublare nuovo per cui bisogna aspettare prima di andare in bicicletta? Grazie a tutti
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