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  1. giancarlolanni

    Stelbel Cross

    Lo sapevo che tanto ci ricascavo. Portando avanti il progetto economico SAVEMONEYFORTHENINA, sono riuscito a buttare via dei soldi in una bici restaurata che ha tutte le fattezze della Stelbel Cross. Premesso che mi sono autogiustificato col Portafoglio con la scusa "per dovere di cronaca, mi faccio anche la mamma" (il che prende le pieghe del 3some...), l'ho comprata con somma indecisione sul da farsi. Ho già spammato chi di dovere per un corretto agire, ma ora chiedo ad un pubblico più ampio. La bici si presenta in condizioni di irriconoscibilità, di un bianco coi glitter discutibile (dice prima fosse pesca, con adesivi Priori...ma non so se sia vero), con pezzi medio scarsi. Non ho dubbi sulla colorazione che sarà unita e con decal originali (quindi forse grigia con scritte gialle etc etc o verde acqua pastello o beige pastello insomma retro!), ma il discorso si fa arduo sulla componentistica. Affascinato dal neo-retro-vintage potrei azzardare dei pezzi moderni e la scelta cadrebbe su gruppo sram force 1, ma... Qualcuno ha esperienze sul tipo: Se prendo una guarnitura Campagnolo veloce con annesso cambio, posso fare a meno del deragliatore e di una corona e trasformarlo in single chainring? E punto due: se non fosse possibile ci va una corona ed un mozzo di ultima generazione su un telaio con scatola ita e battuta posteriore a 130?
  2. ciao a tutti! qualcuno di voi ha mai percorso la ciclabile del reno - itinerario eurovelo 15, dalla svizzera all'olanda? ci sto facendo più di un pensiero per l'estate, vorrei farne almeno un tratto.... la mia idea è di farmi la parte tedesca. il chilometraggio e il tempo che posso impegnare in questa vacanza devo ancora deciderli. ho letto un po' ovunque che la maggior parte è su sterrato, strada bianca o giù di lì...cerco conferme. io volevo farmela con un corsa. fattibile? ovviamente sto ragionando su come adattare il mezzo...oltre al portapacchi, stavo pensando a copertoni almeno 700x28c, corona singola, manubrio da turismo....poco altro. sono alla ricerca di qualche esperienza su quell'itinerario e qualche consiglio! in realtà punterei a fare solo asfalto, quindi cercherei un percorso alternativo per lo stesso itinerario, oppure cambiando decisamente itinerario e meta....l'importante è pedalare. qualcuno ha dei siti su cui far riferimento? grazie mille!
  3. Wozzeck

    8bar MITTE

    https://www.kickstarter.com/projects/8barbikes/the-8bar-mitte-the-1st-convertible-all-road-bike che ne pensate ? è molto vicino alla bici che mi piacerebbe avere alternative in acciaio ?
  4. ciao rigà, sto organizzando un viaggio "leggero" da Padova a Napoli in bdc per la settimana prima di pasqua con un paio di borse da bikepacking arrangiate. Pensavo di dividere il percorso in 4 o 5 tappe, più o meno obbligate e tutte sui 150 km. la prima è Bologna, 120 km circa di riscaldamento, la seconda scollinare fino a Colle Val d'elsa, altri 150 km, poi fino a Grosseto, poi Roma e da là dopo un giorno di pausa decidere se fare Napoli in giornata (anche se mi sembra parecchio impegnativo superare i 200 km) o con una tappa intermedia. volevo chiedervi qualche consiglio per l'itinerario: Bologna e colle sono le tappe obbligate perché verrò ospitato e ho letto da qualche parte nel forum (non ricordo dove) che la porretana è la strada più dolce per passare gli Appennini, altri suggerimenti per continuare la mia strada in toscana e poi in seguito raggiungere la costa? tenete presente che non ho problemi a fare strada ma quello che mi frega sono le salite visto che non sono un grande scalatore.. quindi il traffico e l'effetto scenico li lascio volentieri da parte se riesco a evitare di arrivare con la lingua a leccare l'asfalto. P.S. se qualcuno vuole unirsi ben venga, sarò da solo fino a roma poi si unisce un mio amico in fissa! grazie per la disponibilità.
  5. Ciao a tutti, si sta formulando un'idea nella mia testa (e del mio socio) per quanto riguarda una eco-causa. L'idea prevede un viaggio bello lungo in bicicletta (circa 3.400km). Senza discutere sulle prestazioni fisiche che sono ok, ho fatto un viaggio di circa 1000km in passato con una rr 5.3 (bici decathlon) mi sono trovato molto bene nel complesso, una roccia di bicicletta, mangiava km senza distruggersi,peso ottimo, male per la forca ammortizzata, i freni a disco e le ruote da 26. Qui la mia domanda: Corsa o mtb (29)? Il range del prezzo dev'essere basso, (non più di 500€). Non porto molto peso (all'andata, al ritorno ho 1.000km con 5kg in più circa), mi adatto molto facilmente (1 anno in australia con 10kg di zaino). Secondo voi ha senso una corsa base base (o usata) montando copertoni 32? Al momento idea ibrida ma comincio a raccogliore informazioni, voi esperti?
  6. sinceramente non ricordo di aver visto 3d simili (ma al massimo unisco) Ultimamente mi appassiono a vedere "diari" di persone che hanno affrontato viaggi in Europa o in Italia. Viaggi fattibili per chiunque e a mio avviso possono essere ottimi spunti, oltre che interessanti passatempo, per future imprese e viaggi. Chi più ne ha più ne metta https://carichicomelemolle.wordpress.com/%CE%B4allungamento/milano-amsterdam/ https://randonneepercaso.wordpress.com/2014/01/06/coast-to-coast-2014-no-stop-in-graziella/
  7. Astok91

    Video

    Girando sul tubo mi sono battuto in questi due video spero Vi sia d'inspirazione come lo e stato per me. Buona visione
  8. ciao, ho un grosso dubbio da un po'. dato che volevo cambiare la mia specialized in acciaio da viaggio, perchè purtroppo mi è piccola, volevo approfittare per provare un telaio in alluminio per curiosità. il dubbio mi sorge quando sento o leggo che l' alluminio nel cicloturismo non va bene perchè facilmente deperibile. personalmente mi è capitato che un mio telaio Rauler del 2000 (quindi con i suoi annetti direi) montato corsa quest' anno abbia cominciato a creparsi sul tubo sterzo. la cosa che mi chiedo, è cosi facile che un telaio in alluminio nuovo o con anche solo 2/3 anni non vada gia più bene per il cicloturismo?
  9. Astok91

    Itinerari

    Buonasera come da titolo sto cercando degli itinerari da 2-4 giorni dormendo fuori con la tenda. Sono di Milano e alcune delle ciclabili qui attorno le ho percorse (Ticino, Adda, Lambro,Olona). Cercavo qualcosa di più "selvaggio" anche nei dintorni Piemonte e Veneto. Grazie e buone pedalate a tutti.
  10. Massi~

    My new commuter

    Ciao a tutti, sono nuovo del forum e scrivo per chiedere consigli per realizzare la mia commuter, sto cercando un portapacchi anteriore, qualcosa che si possa montare su un telaio da corsa quindi sprovvisto di appositi occhielli, qualcuno mi può aiutare?? Possibilmente non una cinesata ? Grazie!!
  11. Buongiorno! [DISCLAIMER: ci sono alte possibilità che i miei messaggi in questa discussione contengano incredibili sproloqui e foto di qualità imbarazzante, proseguite nella lettura a vostro rischio e pericolo, assumendovi tutte le responsabilità del caso] Essendomi da poco trasferito nella penisola iberica, più precisamente a Huelva (o "la Biella del sud della Spagna", come mi piace definirla), ho pensato che potrei radunare in questa discussione-rubrica aperiodica una serie di foto, divagazioni e considerazioni su quello che vedrò pedalando nel corso di questi mesi foraggiati dall'Unione Europea. Sì, magari suona un po' autocelebrativo, però la volontà è anche quella di far buttare un occhio su una parte di Spagna diversa da quella a cui si è normalmente portati a pensare quando si sente nominare questa monarchia cattolica. Sto parecchio lontano dalle conosciutissime Barcellona, Madrid e isole dello sballo, mentre disto giusto cento chilometri da Siviglia e potenzialmente da Cadice, anche se una cronica mancanza di infrastrutture e un enorme parco nazionale (che presto visiterò) mi obbligano a percorrere circa il doppio della distanza per raggiungere la meta dei surfisti. Insomma, vivo in una zona dell'Andalusia non troppo interessata dal turismo, se non da quello interno, che però ha una serie di posti (spotz) interessanti che cercherò di raggiungere con giri più o meno lunghi e qualche pernottamento randagio in giro. Viaggerò accompagnato dalla mia Olmo in versione fissa e talvolta da alcuni amici Erasmici, meno adusi all'utilizzo del velocipede, che però sto deviando gradualmente. Non si tratterà sempre né di medie inarrivabili né di distanze incredibili, sicuramente gente qui dentro copre chilometraggi maggiori allenandosi, ma qui si tratta di rifocillarsi di spirito (deviazione fricchettona) più che di consolidare i miei eternamente assenti quadricipiti. E passiamo ai fatti: dopo la prima scampagnata di una quarantina di chilometri in compagnia verso la costa atlantica e ritorno, ieri mi sono fatto il vuoto intorno proponendo una sgambata fino al Santuario de Nuestra Señora del Rocío, o la San Giovanni Rotondo spagnola, per mantenere sempre dei punti di riferimento culturali. Trattasi di un paesino che sembra stato strappato al FarWest, con strade in terra battuta, edifici bianchi e cavalli e calessi un po' ovunque, situato al limitare del Parque de Doñana, a quindici chilometri dalla costa e a sessantacinque chilometri da Huelva. A inizio estate si celebra una enorme processione con circa un milione di fedeli sudati che affollano le strade polverose del piccolo pueblito; mi è sembrato pertanto opportuno recarmi ai piedi della Vergine in un periodo religiosamente calmo dell'anno. All'andata sono uscito da Huelva attraversando la mostruosa zona lunare della raffineria, costeggiando virtualmente l'Oceano, tra pini marittimi e eucalipti, sulla tranquilla e sabbiosa A494 che attraversa Mazagón e Matalascañas. I paesi che si trovano lungo la strada, due appunto, e a venti chilometri l'uno dall'altro, sono rinomati per le spiagge e per aver dato i natali a dei miei amici, per cui l'enorme rettilineo che conduce ad una curva di novanta gradi verso l'interno è stato dominato essenzialmente dal profumo di eucalipto e dal sole a perpendicolo. Viro verso l'interno costeggiando il Parco di Doñana e all'improvviso dalla prateria emerge questa visione: Circumnavigo l'acquitrino antistante il santuario, coi cavalli al pascolo e le canne mosse dal vento (elemento che mi avrebbe dovuto far riflettere sulla scelta della strada per il ritorno), fino ad arrivare alla piazza centrale, in cui scatto un'immancabile foto di rito per rendere omaggio al mio fedele telaio ligure (e altre che vi risparmio) Il paese è pervaso dal profumo di carne grigliata e pesce fritto, per cui do una rapida occhiata alle taverne prima di appartarmi per mangiare banane e cereali Risolte le questioni turistico-burocratiche, è giunto il momento di pensare al rientro: posso affrontare la pianeggiante strada dell'andata, con un rassicurante vento a favore per almeno i primi quindici chilometri, o addentrarmi nell'interno, verso un minimo dislivello e con un vento contrario almeno all'inizio, anche se su un percorso di otto chilometri più corto rispetto alla prima parte. Senza dubbio decido di lanciarmi verso le colline con vigne, ulivi e paesini bianchi abbarbicati sui dolci declivi andalusi, e imbocco la A483 verso nord, lasciandomi alle spalle il paese di Zorro. Il vento si rivela un compagno di viaggio per circa quaranta dei cinquantotto chilometri del ritorno, obbligandomi a mantenere i quindici all'ora anche in discesa e parandomisi proprio dinnanzi quando ad Almonte svolto ad ovest sulla A484. Ciononostante passo Almonte, Rociana del Condado e Bonares canticchiando, e giungo a San Juan del Puerto, ormai ad una decina di chilometri da Huelva, all'imbrunire. Poi il vento cessa e gli ultimi chilometri sulla risicata e buia A5000 sono solo una sonora galoppata verso un'abbondante cena tra amici. A presto! Dati tecnici: Rapporto: 39-14 Km: 123 Dislivello: 358mt Media: circa 22km/h, nonostante i 28 all'andata Strava (che fa fine e non impegna)
  12. Buongiorno a tutti! Vi scrivo per chiedervi un consiglio, tra qualche mese io e alcuni amici vorremo fare una vacanza in bici direzione nord europa. I miei dubbi sorgono sulle borse da usare per il viaggio, tenendo conto che abbiamo tutti biciclette da corsa in full carbonio. Mio padre un anno fa ha comprato per la sua mtb da tursimo le borse posteriori con il portapacchi, ma è una soluzione che non posso utilizzare su una bici da corsa. Ho notato che la KTM produce un sotto-sella che porta 5- 7 kg e mi chiedevo se poteva essere una soluzione. Oltre il sotto-sella ho pensato di comprare anche un borsotto da mettere sotto la canna e uno piccolo sul manubrio. Siamo tutti atleti quindi il problema non sono i pesi ma cosa si può montare su una bici in carbonio. Chiedo a voi esperti qualche consiglio o dritta che mi posso aiutare a non commettere errori. Enrico
  13. Trovato in rete per caso...mi sono preso gli 11 minuti per vederlo ed è finito prima di quanto immaginassi...Che tenerezza vederlo armeggiare vicino alla sua bici noncurante degli anni (e di un probabile Parkinson) ed ascoltare i suoi racconti...Insomma a me è piaciuto :)
  14. ma7

    new zealand tour.

    bene. volevo farvi sapere che tra qualche giorno iniziero' la mia piu' grande sfida. girero' la nuova zelanda in bici, distanza ~5000km, elevazione ~58000mt. come 7 everest messi uno sopra all'altro per intenderci. il mio programma e' di mantenere una media di 100km al giorno, cosi' da fare tutto in due mesi, considerando anche qualche giorno di sosta nei maggiori centri. cerchero' di mettere una foto al giorno su questo blog: http://ohnoakiwi.tumblr.com/ e potete seguire i miei spostamenti anche su strava, dove provero' a caricare ogni giorno la strada fatta https://www.strava.com/athletes/3866636 per quanto riguarda il tragitto, qui' c'e' tutto diviso in tre parti: - prima parte, nord dell'isola del nord https://www.strava.com/routes/3126162 - seconda parte, da auckland a wellington, isola del nord https://www.strava.com/routes/3220534 - terza parte, isola del sud https://www.strava.com/routes/3328350 ovviamente se qualcuno gia' c'e' stato (bici o vacanza), e ha qualche consiglio su posti da visitare o strade/percorsi da seguire, sono tutt'orecchie. usero' una bici da ciclocross, focus mares ax, con borse varie. qui' ci sono delle foto fatte (senza accessori) da zolt http://www.pedalroom.com/bike/focus-mares-ax-25203 ovviamente e' sottointeso che questo viaggio lo faccio per me, e non per mettere due foto sui social. detto questo, spero che condividendo quello che vedro' vi renda un po' partecipi della mia avventura nella terra dei kiwi. magari spingendo qualcuno ad intraprendere un viaggio simile. quindi condividete se vi piace l'idea. in conclusione, ci vedremo in italia, dato che dopo il viaggio in nuova zelanda, tornero' quasi immediatamente in europa. a presto!
  15. Cari utenti e carissime utentesse del foro più baffuto dell'etere, sono tornato dalla mia scampagnata di una ventina di giorni nell'Africa Occidentale. "Embé?", direte voi; embé mò vi cuccate uno sproloquio sui primi tre giorni, quelli che da Dakar, capitale del Senegal, mi hanno portato in bici fino a Bissau, capitale dell'omonima Guinea. Per chi non avesse intenzione di leggere, popolo sfaticato a me caro, ho preparato una versione ridotta che comunque racchiude tutti i concetti essenziali. Per chi volesse dedicare un po' della propria retina alle mie parole, invece, il racconto parte dopo la versione succinta, che si trova qui: Anche questo, come la maggior parte dei miei viaggi, inizia all'arrembaggio, nel dilettantismo più becero, con l'imballaggio della bici effettuato con l'insostituibile sostegno di mio fratello e del mio vicino di casa a poche ore dalla partenza. A inscatolamento concluso, mi rendo conto di non aver inserito i distanziali per preservare i forcellini e sgrano un rosario invocando pietà per il mio telaio. All'aeroporto di Malpensa, in attesa di imbarcarmi, passo in rassegna l'aspetto burocratico della spedizione e ricontrollo l'itinerario per l'ultima volta. Qualche ora, sonnellino, film d'azione e cibo d'aereo dopo, sbarco a Dakar. E' quasi notte, mi affretto a cambiare qualche soldo e a scartare la bici, trepidante, nel piazzale antistante l'aeroporto respingendo le richieste dei tassisti e guadagnandomi un piccolo pubblico entusiasta. Rimontando la bici mi rendo conto che il telaio e le ruote sono intatti, mentre il cambio ha subito qualche danno: un comando bar-end è traballante e ho perso un rinvio per il deragliatore anteriore. Non mi perdo d'animo e monto in sella percorrendo i venti chilometri che mi separano dalla casa di Rémi, il ragazzo svizzero che mi ha ospitato nel cuore di Dakar con la sua gentilissima ragazza, spingendo il 34 senza poter ricorrere alla corona estarna. Costeggio l'oceano al buio, risalgo il monticello con il maestoso monumento al Rinascimento Africano illuminato a giorno e scrocco qualche telefonata in giro per mettermi in contatto con il mio neutrale ospite alpino. Trascorro una piacevole serata bevendo karkadé e informandomi su tariffe e rischi di richieste folli di denaro alla frontiera con la Gambia, poi mi concedo qualche ora di sonno obnubilato dal clima caldo e dall'aria immobile. La mattina del 29 inizia alle 6:37, Rémi mi scatta qualche foto compromettente e poi parto in direzione Sud, sfrecciando sulla tangenziale tra vecchi furgoni Mercedes e strombazzanti taxi francesi di qualche decennio fa. La città si sta ancora svegliando quando lascio alle mie spalle l'ultimo ponte pedonale divelto, con le scalinate che portano verso il cielo, per attraversare le baracche di chi si è insediato da poco nella capitale e dirigermi verso la zona brulla dell'interno. Una volta superata Rufisque e evitato il bivio per Thiès il traffico si dirada. Mi infilo in una pompa di benzina e ottengo una fascetta per sistemare il deragliatore anteriore: posizione la catena sul 50 e, sotto un sole sempre meno timido, proseguo per M'bour. E' subito chiaro che la mia borraccia da 900ml servirà giusto a lavarmi le mani, per cui mi doto di una bottiglia da un litro e mezzo e di una mezza dozzina di banane e mi godo i baobab a perdita d'occhio e l'ambiente polveroso che circonda la strada, sempre asfaltata e in ottime condizioni, che conduce a Fatick. Qui compro un'altra bottiglia, affronto i primi chilometri di sterrato e prendo un'altro litro e mezzo d'acqua a Gandiaye, una ventina di chilometri più in là dove sciolgo anche del sale nella mia borraccia, per poi arrivare finalmente ad avvistare il fatidico cartello, mentre sfrutto la scia di un carretto. Passata Kaolack, proseguo verso il confine con il Gambia e ottengo anche un assaggino di pioggia, inaspettata. Sta ormai facendo buio, trovo ospitalità presso il marabout del villaggio di Touba Samokho. Mi offre un piattone di riso con salsa di cipolle (pesce rifiutato per non approfittare fino in fondo), una doccia e una camera per la notte; trascorro la serata in compagnia sua, di suo figlio Seidou e di una corte eterogenea di parenti, abitanti del villaggio, amici e bambini che studiano presso di lui. Dormo interrotto dalle litanie notturne del muezzin e riparto di buon'ora, verso le 5:30, dopo aver salutato Seidou e gli altri ragazzi che si stavano preparando per la giornata nei campi. Dopo poco l'alba esplode alle mie spalle: Dopo l'alba, anche il cielo esplode sopra la mia testa e inizia a piovere, a secchiate, senza nessun margine di miglioramento promesso dall'orizzonte grigio. Inizio a cantare Johnny Cash ed esplode anche la strada, senza preavviso, portandomi in Gambia su una settantina di chilometri di sterrato leggero, su terra battuta. Avvicinandomi al paese anglofono all'interno del Senegal mi accorgo, dal cambiamento della vegetazione, che la pioggia non smetterà mai: l'ambiente semi desetrico della regione di Kaolack ha definitivamente lasciato spazio ad un verde brillante e lussureggiante che cerca di sporgersi verso la strada. Il traffico è decisamente scemato, ad eccezione di qualche sept-place (vecchie stationwagon Peugeot o Renault convertite a taxi) solitario che mi supera sferragliando di tanto in tanto. Mentre mi chiedo se davvero sono sulla strada giusta, dopo Toubakouta una coppia di scimmie mi attraversa la strada e mi dà il benvenuto a Karang, al confine con il Gambia. Dribblo i cambiavalute e ammansisco i poliziotti di frontiera, inizio a fischiettare Guccini e, sotto una pioggia più clemente ma sempre incessante, copro la distanza tra la frontiera e Barra, dove faccio il rifornimento di arachidi, cambio qualche franco CFA in Dalasi, la valuta della Gambia, e mi imbarco sul traghetto per Banjul, la capitale di quarantamila abitanti del paese che si sviluppa attorno all'omonimo fiume. Sull'altra sponda, dopo aver chiacchierato con un signore il cui figlio sta lavorando ad Alba, attraverso una città caratterizzata da voragini piene d'acqua nella zona centrale, vecchi taxi Mercedes ovunque, ville curatissime e nuove auto fuoriserie da centinaia di migliaia di euro che sfrecciano sulla statale che porta a Sud. Chiaramente sulle corsie libere, ché quella di sinistra è intasata dalla fanghiglia e quindi riservata a bici, carretti e arditi pedoni. Compro un altro piccolo casco di banane e attraverso questo stato in cui tutte le strade sembrano essere diventate dei torrenti, completamente inondate e perse nella boscaglia. Nel pomeriggio riguadagno il Senegal, entrando nella regione della Casamance, e mi faccio consigliare da un ciclista con un aratro chilometrico in spalla per cercare un posto per la notte. Dormo a Diouloulou in una sorta di resort che intacca sensibilmente le mie finanze ma che mi offre una buona cena, un buon letto e qualche ottima chiacchiera prima di ripartire di nuovo la mattina del 31 di primissimo mattino. Buona parte del bagaglio è bagnato dal giorno precedente e anche i vestiti che ho addosso non sono propriamente asciutti, ma parto comunque schivando i tronchi che mi si parano dinnanzi all'ingresso di ogni paese per rallentare la corsa dei bus e dei taxi. A Bignona compro dell'olio per lubrificare un po' la mia catena, sofferente dopo un giorno di pioggia, sabbia, terra e sporcizia varia. Entrando a Ziguinchor, città più popolosa della regione circondata da risaie, mi ritrovo a percorrere dieci chilometri di una strada composta interamente di autobloccanti. Ogni mia articolazione inizia a ballare il tuca-tuca, io canto Raffaella Carrà mentra una colonna di mezzi dell'esercito continua a farsi superare e a superarmi spruzzandomi ogni volta addosso decine di litri dell'acqua calda delle pozzanghere a centro strada. Inveisco in italiano ai militari che mi salutano sorridendo; inizio a sibilare "Che brutto affare" di Joe Chiarello. Una volta raggiunta Ziguinchor atttraverso il suo enorme ponte, poco manca all'una di pomeriggio e poco manca a Mpack, alla frontiera con la Guinea. Mercanteggio il visto con gli odiosi ufficiali alla frontiera, gli unici personaggi davvero fastidiosi nel viaggio d'andata (esclusi i militari dispensatori d'acqua), e inizio a pedalare in mezzo alla foresta della Guinea. La pioggia non cessa nemmeno un secondo, anzi si fa più intensa. Mi compro una baguette e un sacco di arachidi e continuo a pedalare, tra la gente che mi incita e diversi mezzi ribaltati tra gli alberi a bordo strada, tra gli enormi termitai. Quasi non incontro mezzi, ad eccezione di un motociclista senegalese che aiuto a ripartire perché è rimasto fermo sotto il diluvio al riparo di un enorme baobab. Iniziano i sali e scendi, o mangia e bevi se preferite, e inizia anche un fastidioso vento contrario. Continuo, sgranocchiando noccioline e pane e salutando i localz che mi incitano dalla protezione delle proprie verande. Raggiungo finalmente Bula, a soli trentacinque chilometri dalla destinazione finale. Ormai mi sento arrivato, pregusto i capelli della mia adorata, un pasto caldo, lo scroscio della doccia, la morbidezza del materasso. Ed è pendanso alla morbidezza del materasso che mi accorgo di aver ammorbidito la gomma anteriore. Rallento e accosto, effettuando la riparazione sotto ad un capanno di paglia che si è materializzato alla mia sinistra, come d'incanto. Riparto in fretta (relativa) e, dopo i trentacinque chilometri più sofferti della mia risibile carriera ciclistica, entro trionfante a Bissau, accolto da una partita di calcio giocata nel mezzo dell'enorme rotonda d'accesso alla città. Dopo il lungo rettilineo che mi conduce, tra pericolosi pulmini gialloblu e taxi Mercedes biancoblu, tra le braccia della mia bella, non ho più molto da raccontarvi. Mi permetto solo di aggiungere una foto scattata dopo aver pedalato cinque minuti per le vie di Bissau in un giorno senza pioggia: Baci, e grazie a chi s'è sorbito tutto, testo e foto monotematiche! Il ritorno in bus (benché più avventuroso) ve lo risparmio.
  16. ciao. chi ha percorso tanti km in sella ad una bici, viaggi lunghi e roba del genere, saprebbe dirmi cosa ne pensa sul prendere una bici da ciclocross per un bel viaggio? portapacchi dietro, leggera, montata con piega, gruppo affidabile, resistente e addatta a tutti i terreni. cosa potrebbe non andare bene? ho gia' fatto melbourne-sydney in bici, ma era una scatto fisso e, nonostante sia stato grandioso, non voglio ripetere gli stessi errori, soprattutto quello di non avere freni. grazie a chi mi dara' la sua idea a proposito.
  17. Bella, appena registrato ma seguo il forum da mesi, cerco dritte per il mio primo viaggio in bici. Col mio socio avremmo optato per la tratta Parigi-Amsterdam: qualcuno lo ha fatto? percorso da consigliare? volevamo fare un percorso diverso dalla ciclabile Bruxelles-Amsterdam poichè la hanno già fatto nostri amici, mi attraeva la ciclabile Berlino-Copenaghen, ma raggiungere Berlino in bus o comunque spendendo poco è difficilissimo (qualcuno conosce bus Milano-Berlino? pure blablacar zero). Mentre cercavamo sul sito di bus low cost troviamo due biglietti Milano-Parigi a 12 euro l'uno..... e ci viene in mente Parigi-Amsterdam (anche se Berlin-Copenaghen rimane una valida alternativa). Detto ciò, per l'attrezzatura pensavamo di rifornirci alla decathlon, poichè il viaggio è stato improvvisato e non vorrei essere di vittima di spedizioni troppo in ritardo (partiremo i primi di agosto), che ne dite? Mi servono portapacchi a fascetta e borse da montare su telai corsa in acciaio anni '80 spero di aver azzeccato sezione e ripeto è il mio primo viaggio in bici accetto qualsiasi tipo di consiglio!
  18. Ciao Amici, possiedo una Kona Rove in alluminio, vorrei montare una forcella in carbonio ma la vorrei con tutti gli occhielli del caso, soprattutto quelli a metà stelo. Conoscete qualche modello 1e1/8 per freni a disco in commercio?
  19. Dirtboarder

    dove dormire a ferrara

    ciao a tutti avrei una mezza idea di farmi un paio di giorni in giro in bici quest'estate, probabilmente fra il 18 e il 21 luglio che la mia morosa se ne va al mare dai suoi in quei giorni parto dalla zona del basso garda bresciano, una delle opzioni che sto valutando sarebbe fare la ciclabile del mincio ed arrivare fino a ferrara e mi chiedevo: qualcuno ha qualche dritta su dove dormire in modo veramente veramente economico? tipo buttare un sacco a pelo per terra e barboneggiare per una notte? zone free camping consentito? (so che non sono molte ma qui dalle mie parti qualcuna ce n'è) o al limite un divano da scroccare? ovviamente a buon rendere, anzi, se qualcuno volesse fare il ritorno con me lo potrei poi ospitare e portare un po' a pedalare qui in zona lago ps: astenersi fixinazi :) che io ho una biciaccia con cambio e tutto, per di più decathlon pps: vi segnalo questo ottimo sito della pronvincia che riporta tante informazioni utili per il cicloturismo, mi hanno pure spedito a casa cartina e roadbook, aggratis, basta mandare una mail e chiedere http://www.ferraraterraeacqua.it/it/cicloturismo/bike-maps http://www.ferraraterraeacqua.it/it/news/dal-garda-alladriatico-in-bicicletta-1
  20. Dopo milel dubbi, incertezze e notti passate a confrontare i prezzi sui maggiori siti ciclettari, finalmente ho montato la mia bici da turismo/commuting. Si, lo so, mancano portapacchi, borse e tutte quelle cose per le quali una bici rientra nella categoria di cui questa sezione del foro. Ma la dato il parto che è stato montarla avevo voglia di condividerla...e poi avrò bisogno di consigli sul resto, quindi...ecco a voi... Una piccola introduzione: ho comprato questo telaio a dicembre 2013, in pieno periodo di boom del cx, ma non ho mai pensato dseriamete di farci del cx, in effetti la mia idea è sempre stata di renderla una bici da viaggio, solo facendole fare un piccolo periodo da cxss prima. Alla fine, cxss propriamente non lo è mai stata, ma ha finito per arrivare qui in lux prima di me, dove è stata usata sporadicamente durante le mie trasferte in loco. Ora che mi sono trasferito, finalmente ho avuto tempo di dedicarmici (e ancora ne avrò...). Il telaio è un ibrido che non capisco bene, tipo che ha fori portaborraccia e passaccavi in basso come una bdc, ma ha tolleranze da cx e overlappa pure, ha i fori per i parafanghi ma non quelli per i portapacchi...ma io ci voglio bene lo stesso <3 Ma si diceva... Frame: tubi tange triplo spessore, marchiato "Butterfield&Robinson" Gruppo: Shimano Sora 2x9 Crankset: 46-34 + chainguard Cassette: 11-32 Brakes: Dia Compe Wheels: Ambrosio Varo Stem: Promax 90mm Handlebar: Deda RHM01 42cm Tyres: Schwalbe Marathon Plus 28mm Pedals: Shimano PD M520 Saddle and seatpost: really dunno
  21. qualcuno conosce il sito / marchio in questione? http://www.edinburghbicycle.com ci sono capitato per caso cercando bici da gravel/turismo e mi pare che i prezzi siano buoni, specie per il loro marchio (revolution cycles) ad esempio la fissa in acciaio a 254 sterline (ad ogg​i 350€ circa + spedizione ovviamente) http://www.edinburghbicycle.com/products/revolution-track-14?bct=browse%2frevolution-products%2frevolution-bikes o questa cx in alu con dischi meccanici e occhielli vari, a 550, sempre sterline http://www.edinburghbicycle.com/products/revolution-cross-sport-disc-15?bct=browse%2frevolution-products%2frevolution-bikes
  22. ciao a tutti, apro questa discussione perchè questa estate, insieme ad amici, faccio la mia prima vacanza in bici. 500 km di costa tra spagna e francia. il problema è che siamo un gruppo di sbandati senza soldi e volevamo risparmiare sui campeggi. qualcuno di voi sa se esistono siti e forum dove gente comune ospita ciclo viaggiatori nei propri giardini o mette a disposizione delle aree anche solo per una notte? thanks
  23. Ciao ciclotournerds. Io ho questo portapacchi: http://www.thule.com/it-it/it/products/sport-and-travel-bags/bike-bags-and-racks/racks/portapacchi-thule-pack-n-pedal-tour-_-pp_100016 L'ho sempre montato dove volevo con risultati ottimi ma sempre su telai/forcelle in acciaio/alluminio. E se ora provassi a montarlo su una forcella in carbonio? Loro assicurano che si può fare ma vorrei sapere cosa ne pensate, visto che il carbonio suscita sempre mille paranoie. Naturalmente ci andrei un leggero col carico... Grazie
  24. Ciao, con un amico stiamo pensando di farci la Parenzana in fissa questa domenica. L'idea sarebbe di prendere il bus a Trieste, arrivare a Porec il sabato pomeriggio, farci qualche birretta, dormire e poi tornare a Trieste domenica pedalando. Ecco le domande: Come sono le strade? Mi pare di capire che ci sono dei tratti di sterrato, considerati i relativamente pochi km complessivi, dite che è possibile farla in fissa, magari con copertoni un po' cicci? Il discorso rapporto provo a lasciarlo da parte, metto un 48X17 e non mi faccio troppi problemi. Dove dormire a Porec? Ci piacerebbe campeggiare ma stiamo valutando se vale la pena portarsi dietro tenda e altro per un "giro" che alla fine è di un giorno più pernotto (impegni ci impediscono di fare più giorni). Caricare le bici sul bus? Sapete se si possono caricare le bici nella tratta Trieste -> Porec? C'è un'altra discussione simile ma vorrei avere info su questo percorso specifico. Grazie @drago67 @TAD @ciqz e magari @Dens @alvuz
  25. Ciao a tutti, a voi che amate la bicicletta e le escursioni sulle due ruote abbiamo il piacere di presentare un nuovo materiale interamente dedicato al mondo del cicloturismo nella provincia di Ferrara…e non solo! Stiamo parlando del nuovo “Bike Book”, la migliore guida agli itinerari in bicicletta attorno a Ferrara ed al Parco del Delta del Po, scaricabile gratuitamente in versione PDF dal portale turistico ufficiale www.ferrarabike.com, che vi si presenterà in veste grafica completamente rinnovata e dove troverete descrizioni dettagliate, materiale promozionale, guide, elenchi di strutture ricettive bike friendly con tutti i servizi dedicati ai cicloturisti, noleggi e tante altre informazioni. All’interno del Bike Book sono ventinove i percorsi mappati e descritti, di differenti lunghezze, dai più facili a quelli impegnativi di collegamento con altre città o addirittura internazionali, per ognuno dei quali sono riportate la mappa d’insieme delle tavole numerate (in scala 1:50.000) che compongono l’itinerario, un breve suggerimento turistico sulle eccellenze dei luoghi e tutte le informazioni tecniche necessarie. Potreste, ad esempio, cimentarvi con i nostri percorsi sportivi, mettendo alla prova la vostra resistenza fisica e tentando di battere il tempo record di percorrenza indicato. Per avere un assaggio di tutti questi percorsi è anche possibile richiedere gratuitamente la By Bike Map, uno strumento agile e sintetico che riporta i percorsi del Bike Book in un mappa complessiva. Inviate una mail all’indirizzo [email protected] oppure chiamate il numero 0532/299303 e in pochi giorni la By Bike Map arriverà a casa vostra! Speriamo di avervi dato nuovi spunti per poter organizzare le vostre uscite! Siamo a vostra disposizione con i nostri uffici per qualunque necessità: vi aspettiamo numerosi!!!!
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