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IN BICI A LAVORO LA LEGGE AVANZA (forse)


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Buone notizie (all’orizzonte) per i ciclisti-lavoratori. La proposta di legge che chiede il riconoscimento dell’infortunio in caso di incidente in bici  durante il tragitto casa-lavoro è stata approvata dalla Commissione Ambiente del Senato e adesso deve essere discussa in Aula.

A farsi promotore di questo emendamento è il deputato Diego Zardini (Pd) che spiega come la proposta sia stata approvata con larghissimo consenso e che lo stesso Ministro dell’Ambiente,Gian Luca Galletti, assicura che presto sarà calendarizzata tra i lavori del Senato. “L’obiettivo della legge – chiarisce Zardini – è quello di capovolgere la legislazione attuale che riconosce l’infortunio in itinere (nel tragitto casa-lavoro e viceversa)  solo in caso di assenza dei mezzi pubblici di trasporto, non percorribilità a piedi del tragitto casa lavoro e comunque solo per incidenti avvenuti all’interno di piste ciclabili. È evidente che si tratta di una norma anacronistica e per questo chiediamo che venga estesa la copertura assicurativa e quindi il pagamento dell’indennizzo per l’uso quotidiano della bici e non solo per un uso ‘necessitato’ come prevede la legge attuale”.

La proposta di legge è stata presentata in parlamento nel 2014 dopo una raccolta firme promossa dalla Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che con la campagna  "In itinere"sin dal 2007 si batte per vedere riconosciuta la tutela, legale ed assicurativa, di chi subisce un infortunio in bicicletta durante il tragitto casa-lavoro. 

“L’emendamento con cui di fatto si chiede l’equiparazione della bicicletta al trasporto pubblico ha un profilo ampio – commenta il deputato Zardini - perché pone l’attenzione nei confronti dell’ambiente, della salute dei cittadini, dei centri urbani e dei lavoratori”.

La mobilità sostenibile su bici riduce l’uso di trasporti pubblici su ruote e rotaie, moderando così il consumo di carburanti e la produzione di anidride carbonica ed è quindi in grado di migliorare la qualità della vita delle persone e delle città.

Ad avvalorare questa tesi ci pensa il nuovo documento della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (scaricabile integralmente dall'allegato Pdf) secondo il quale andare in bicicletta al lavoro salverebbe ogni anno milioni di vite umane perché ridimensionerebbe le malattie cardiache, l’obesità ed il diabete.

In Europa – stima l’Oms – il 50% degli spostamenti urbani in automobile è su distanze inferiori a 5 km, tratti che potrebbero agevolmente essere percorsi in circa 20 minuti di pedalata. Già solo questi tragitti quotidiani soddisferebbero la quantità di attività fisica giornaliera raccomandata per restare in salute. In più, l’agenzia specializzata dell’Onu per la salute manifesta che un terzo degli adulti europei passa dal letto al sedile dell’auto (o del treno) alla sedia dell’ufficio e quest’abitudine si traduce in un milione di morti all’anno nella sola Europea (il 10% del totale), e 8,3 milioni di anni di vita persi all’anno.

Utilizzare la bicicletta non solo ridurrebbe i costi della sanità ma lo studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che se le 56 città europee e statunitensi, più grandi, avessero una rete ciclabile come quella di Copenhagen, una delle migliori al mondo, creerebbero circa 76 mila posti di lavoro ogni anno. Il beneficio economico è stato stimato con uno speciale 

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 in grado di trasformare le ore pedalate o camminate in anni di vita guadagnati, e pertanto in minori spese mediche.

Il tema è di grande interesse anche tra i banchi del Parlamento europeo e il prossimo 7 ottobre, in Lussemburgo, i Ministri dei Trasporti dei paesi aderenti all’Unione Europea si riuniranno per la prima volta in un incontro dedicato esclusivamente alla bicicletta come mezzo di trasporto. L’idea, assunta nel semestre di presidenza lussemburghese dell’Unione Europea, è del Ministro dei Trasporti del Lussemburgo,François Bausch, ciclista convinto che usa lui per primo la bicicletta come mezzo per andare a lavoro e per muoversi in città. Ad annunciare la novità è l’

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, l’organizzazione federativa con sede a Bruxelles che raggruppa tutte le associazioni che si occupano di mobilità in bicicletta.

Come sottolineato dal Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker 

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sullo stato dell'Unione la lotta contro i cambiamenti climatici è una partita che verrà vinta o persa nelle città, dove vive il 75% degli europei. E nella lotta ai cambiamenti climatici, ai consumi energetici e all’inquinamento da traffico, incrementare gli spostamenti in bicicletta contribuirebbe direttamente a vincere questa sfida.(fonte terranuova.it)

Fonte:

 

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Quest' articolo mi ha spronato a cercare concretamente un disperato ma possibile percorso da affrontare finalmente in bicicletta da casa a lavoro.

#SEPOFFFFA'!

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E' un qualcosa ... E' un qualcosa ... Ma siamo ancora troppo a livello "Africa" rispetto alla ciclabilità europea. Rischio la vita ogni giorno tra Roma e provincia, me so rotto il cazzo!

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A me non cambia un cazzo, vita con il lock in mano pronto a sfondare finestrini e mozzare specchietti... Ogni giorno recarsi al lavoro in bici è un'avventura e in Italia non sarà questa legge a cambiare le cose, bisogna cambiare la testa dei motorizzati e farli capire che hanno comprato la macchina, non la strada!

Adesso mi riconoscono i danni se mi faccio male in bici recandomi al lavoro? Tanto meglio, ma come detto prima, non cambia niente...

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A me non cambia un cazzo, vita con il lock in mano pronto a sfondare finestrini e mozzare specchietti... Ogni giorno recarsi al lavoro in bici è un'avventura e in Italia non sarà questa legge a cambiare le cose, bisogna cambiare la testa dei motorizzati e farli capire che hanno comprato la macchina, non la strada!

Adesso mi riconoscono i danni se mi faccio male in bici recandomi al lavoro? Tanto meglio, ma come detto prima, non cambia niente...

E vabbe...è arrivato il paladino dei ciclisti.

Certamente siamo ancora lontani da una reale soluzione...ma comportamenti del genere non credo facciano bene all immagine del "ciclista".

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A me non cambia un cazzo, vita con il lock in mano pronto a sfondare finestrini e mozzare specchietti... Ogni giorno recarsi al lavoro in bici è un'avventura e in Italia non sarà questa legge a cambiare le cose, bisogna cambiare la testa dei motorizzati e farli capire che hanno comprato la macchina, non la strada!

Adesso mi riconoscono i danni se mi faccio male in bici recandomi al lavoro? Tanto meglio, ma come detto prima, non cambia niente...

La differenza è che, rispetto a quello che è successo a me, non ci si dovrebbe più sentir dire dal datore di lavoro che la bici non è un mezzo riconosciuto per gli spostamenti casa-lavoro-casa e quindi anche le logiche di rimborso dovrebbero cambiare un pochino.

Poi, concordo con te, all'automobilista sta roba non fa cambiare proprio nulla!

Mi permetto di dire che se ti stirano e vieni portato via in ambulanza, come successo a me, l'unica roba che ti girano sono i coglioni, non il U-Lock!

giphy.gifpeace

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A me non cambia un cazzo, vita con il lock in mano pronto a sfondare finestrini e mozzare specchietti... Ogni giorno recarsi al lavoro in bici è un'avventura e in Italia non sarà questa legge a cambiare le cose, bisogna cambiare la testa dei motorizzati e farli capire che hanno comprato la macchina, non la strada!

Adesso mi riconoscono i danni se mi faccio male in bici recandomi al lavoro? Tanto meglio, ma come detto prima, non cambia niente...

E vabbe...è arrivato il paladino dei ciclisti.

Certamente siamo ancora lontani da una reale soluzione...ma comportamenti del genere non credo facciano bene all immagine del "ciclista".

Stai sereno che non sono il paladino di nessuno, cerco solo di sopravvivere in mezzo alla giungla, quella del lock è ovviamente una presa in giro (se non si fosse capito), ma mi sento in dovere ogni tanto di far sentire la mia voce quando cercano di tirarmi sotto (come stamattina, e tutte le volte ti rispondono "non ti avevo visto").

Quando poi vi sarete recati tutti i giorni al lavoro in bici come me, vediamo se fate i fenomeni della calma e dell'altruismo... Anche io sono partito con tanta pazienza all'inizio, ma poi tutte le volte sono gli altri a non portarti rispetto, e di conseguenza uno impara a difendersi, ovviamente a parole, prima cercando di far capire le proprie ragioni, ma poche volte ho avuto ascolto.

Infine, io mi ritengo anche fortunato che sono di Bologna, dove si sta facendo molto sulla ciclabilità, non oso pensare cosa possa essere Roma.

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non mi aspetto un cazzo da "quel tipo" di legiferanti.

io sono come Carlo, every day commute, anche se di KM ne ho molti - e di piste ciclabili di più di quello che ho mai visto in italia.

Spesso quando mi trovo a discutere con qualche automobilista (tipo 3 gg fa con una neopatentata cesso) cerco di citare il mio grande motto: coglione se sbaglio io ti graffio la macchina, se sbagli tu mi ammazzi.

Se detta con la giusta vocalità e la mimica facciale spesso fa restare muto l'altrui interlocutore.

per il resto ho 2 dico 2 ULOCK, che non userei mai, ma fan sempre scena.

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non mi aspetto un cazzo da "quel tipo" di legiferanti.

io sono come Carlo, every day commute, anche se di KM ne ho molti - e di piste ciclabili di più di quello che ho mai visto in italia.

Spesso quando mi trovo a discutere con qualche automobilista (tipo 3 gg fa con una neopatentata cesso) cerco di citare il mio grande motto: coglione se sbaglio io ti graffio la macchina, se sbagli tu mi ammazzi.

Se detta con la giusta vocalità e la mimica facciale spesso fa restare muto l'altrui interlocutore.

per il resto ho 2 dico 2 ULOCK, che non userei mai, ma fa sempre scena.

Coglione se sbaglio io ti graffio la macchina, se sbagli tu mi ammazzi!

ADESIVO SUBITO!

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A me non cambia un cazzo, vita con il lock in mano pronto a sfondare finestrini e mozzare specchietti... Ogni giorno recarsi al lavoro in bici è un'avventura e in Italia non sarà questa legge a cambiare le cose, bisogna cambiare la testa dei motorizzati e farli capire che hanno comprato la macchina, non la strada!

Adesso mi riconoscono i danni se mi faccio male in bici recandomi al lavoro? Tanto meglio, ma come detto prima, non cambia niente...

E vabbe...è arrivato il paladino dei ciclisti.

Certamente siamo ancora lontani da una reale soluzione...ma comportamenti del genere non credo facciano bene all immagine del "ciclista".

Stai sereno che non sono il paladino di nessuno, cerco solo di sopravvivere in mezzo alla giungla, quella del lock è ovviamente una presa in giro (se non si fosse capito), ma mi sento in dovere ogni tanto di far sentire la mia voce quando cercano di tirarmi sotto (come stamattina, e tutte le volte ti rispondono "non ti avevo visto").

Quando poi vi sarete recati tutti i giorni al lavoro in bici come me, vediamo se fate i fenomeni della calma e dell'altruismo... Anche io sono partito con tanta pazienza all'inizio, ma poi tutte le volte sono gli altri a non portarti rispetto, e di conseguenza uno impara a difendersi, ovviamente a parole, prima cercando di far capire le proprie ragioni, ma poche volte ho avuto ascolto.

Infine, io mi ritengo anche fortunato che sono di Bologna, dove si sta facendo molto sulla ciclabilità, non oso pensare cosa possa essere Roma.

Ma immagino Carlo non sto dicendo quello...e ho capito anche che ovviamente la tua era una battuta, come del resto la mia.

Quello che cercavo di dire è che purtroppo prima delle ciclabili, prima di ri-asfaltare le strade, ecc.. bisognerebbe cambiare la mentalità della maggior parte degli utenti stradali.

E non faccio distinzione tra l' automobilista ignorante, o lo scooterista che va sempre troppo di fretta o il ciclista spazientito.

La strada è di tutti e bisogna condividerla con tutti. Si lo sò..oggi sono particolarmente pacifico.

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Da come l'ho capita io.....che capisco poco per definizione, è un'integrazione di una norma che chiarisce che la bici è da annoverare tra i mezzi di locomozione riconosciuti dallo "Stato" per recarsi al lavoro. Punto.

Ma punto nel senso che finisce qui.

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se non lo metti in testa fin da piccoli, alle scuole dell'obbligo, come stare per strada, come scopare, come drogarsi, come tenere pulito il proprio quartiere, è ben difficile aspettarsi una civiltà migliore.

Poi puoi asfaltare tutto quello che vuoi a ciclabile e dipende come lo asfalti ma non cambierà nulla.

Anzi proprio le ciclabili qua a Valencia hanno i peggiori fondi stradali mai visti, nonostante l'immensa capillarità sul suolo urbano.

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