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La prima volta in pista.


stez
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Venerdì.

Il buon @tatranky mi raccoglie sotto casa alle 16:30, buonumore dilagante, siamo ancora ignari di quello che ci aspetta. Svicoliamo nel traffico della circonvallazione per raccattare sulla strada @dariota, @RudeRider ed infine @severinodigiovanni, nessuno ha comprato il braulio, ne sentiremo la necessità, ma ora va bene così.

La BreBeMi sembra fatta apposta per noi, A35 direzione Silent Hill accoglie una solitaria 206 e ci accompagna a destinazione. @tatranky inizia a mostrare alcune delle sue skill da driver, ci perdiamo un paio di volte a Montichiari e anche dentro il parcheggio del velodromo.

Autocertificando la nostra perfetta forma fisica ci avviamo a scegliere le bici: "tanto lo sapevo che avremmo fatto i tamarri con le bici in carbonio" (ndr. io avevo un macigno in carbonio da 9kg con le extra+).

Superiamo l'imbarazzo di fare le scale con le tacchette da corsa e ci troviamo nel parterre: pista semivuota, si sentono solo sei ruote scorrere con regolarità attorno a noi,le paraboliche sono davvero ripide.

Il mio inizio non è dei migliori, un paio di giri per prendere confidenza col rapporto e con il parquet, mi alzo sui pedali e vado subito a vuoto. Controghiera svitata e pignone che scivola.

Mi toccano ancora le scale, andata e ritorno, ma poi riparto più convinto di prima.

Striscia azzurra, striscia rossa, si inizia a menare. Intanto si è formato un bel trenino, assaporo la scia, lo scorrere delle ruote e l'adrenalina di scatti, sorpassi e curve.

Giriamo tutti per tutto il tempo disponibile, andando sempre più in alto, a surfare le transenne e poi scendere in picchiata.

E ti ritrovi lì, pedalando  in tondo senza accorgertene, senza mollare un istante, per non cedere nemmeno un centimetro alla gravità , sentendo la magia del posto direttamente attraverso le ruote.

Alle dieci finisce la festa, ci fermiamo a bordo pista e allora accade l'inimmaginabile: @RudeRider tenta un front-flip da fermo, l'esito non è dei migliori. Nessuno ha visto in diretta la dinamica (scopriremo poi che si è sganciato un pedale mentre frenava), le cose sicure sono poche, Teo si stava divertendo, gli fa male la faccia e non si ricorda nulla, cosa che ci ricorderà più volte, con cadenza pressochè istantanea.

Siamo solo a metà serat"a. Non siamo familiari (qualcuno dirà "potevi farti male tu Ste che almeno non eri minorenne") e quindi abbandoniamo Teo in Pronto soccorso, a farsi mettere punti e infondere un po' di sane radiazioni nel corpo. Un kebab lurido con morettoni da 66 accompagna gli ultimi istanti di attesa, arrivato il padre di Rude è il momento di far rotta verso casa. Chiacchierando di bici che non potremo mai permetterci ci addentriamo in un banco di nebbia, la parte responsabile del gruppo si addormenta, ma noi proseguiamo imperterriti. Gli sporadici lampioni disegnano la sagoma di un @tatranky/autista in posa da 70' col cappello, la sua domanda riecheggia nell'auto silenziosa: "ragazzi, per Torino va bene no?" - "........".

L'Emilia Romagna ci accoglie a braccia aperte e sirene spiegate, colpevoli di essere gli unici folli in questa landa desolata siamo vittime dei controlli di routine. Il centinaio di km aggiuntivo avrà il merito di farci arrivare a Milano da Sud, sarò il primo ad andare a letto!

Sono le 4 quando rientriamo, la mattina successiva avrei lavorato, ma è bello così.

Scappiamo di casa un'altra volta.

 

 

Grazie a @joetarna :)

e il cazzo di un metro dov'e???

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Grande @stez.

 

Hai descritto parte delle sensazioni che ho provato la prima (e al momento unica volta) al velodromo di Silla.

Quella sensazione di essere fuori posto, fuori momento, con un ferro da stiro sotto al culo ma dannatamente felice.

 

 

@RudeRider direi di correggere la denuncia all'automobilista sclerotico con qualche nuovo particolare medico/sanitario.

P.s. ma trauma cranico con il casco pure?

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@Alb Grazie! :)

Rude è caduto di faccia precisa, avrebbe avuto bisogno del casco integrale!

 

ho cercato su gugol front flip e ho immaginato come diavolo si può f... e poi mi sono detto... aveva solo 17 anni.

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Prima uscita(ufficiale?) Del ciclo club scappati di casa e abbiamo fatto di tutto, anche pedalare!

E comunque girare in pista è stato come andare alle giostre... ho girato più di 2 ore come un matto partendo timoroso e rispettoso dalla striscia azzurra per finire su su su in parabolica a godersi il "panorama" e la velocità della discesa!

Da andare almeno una volta al mese ;-)

Ps

grazie @joetarna per la piccola "dimostrazione"

Modificato da severinodigiovanni (visualizza cornologia modifica)
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Grande @stez.

 

Hai descritto parte delle sensazioni che ho provato la prima (e al momento unica volta) al velodromo di Silla.

Quella sensazione di essere fuori posto, fuori momento, con un ferro da stiro sotto al culo ma dannatamente felice.

 

 

@RudeRider direi di correggere la denuncia all'automobilista sclerotico con qualche nuovo particolare medico/sanitario.

P.s. ma trauma cranico con il casco pure?

si con tutto il casco perchè principalmente ho sbattuto di faccia

e per fortuna che ce l'avevo il casco sennò oltre la faccia mi sarei aperto la testa

 

 

 

Il mio primo trauma cranico

#comenacatapulta

 

La foto dell'avatar l'hai scattata dopo la visita al ps?

 

yess sono messo cosi anche ora

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non so tecnicamente come sono le paraboliche di Montichiari....ma vi è capitato dopo il primo giro quando entrate in curva di avere lo scagotto?

 

Io dopo il primo mi sono fermato e ho detto...cazzo ho paura, non fa per me e se poi cado? (Silla è velodromo all'aperto in cemento :O).

 

Poi ci ho riprovato e non vedo l'ora sia marzo per tornarci.

 

 

Altra paura e quella è ancora abbastanza presente è quella di cadere e far cadere altra gente...quello veramente mi farebbe troppo dispiacere.

Modificato da Alb (visualizza cornologia modifica)
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@Alb
Le paraboliche son quasi verticali, quindi scagottene vero, soprattutto all'inzio.
Poi quando vedi che spingendo stai su ci si prende gusto e si sale.
Devo dire che verso fine sera ho provato anche quanche uscita oltre la riga nera in piedi sui pedali.

 

Per quanto riguarda lo stare in gruppo noi siamo stati molto fortunati, saremo stati circa una dozzina in pista e alla fine ci siamo organizzati in un treno regolare nel quale si tirava a turno e da spompi bastava aprirsi per farsi passare ed avere tempo per tornare in corsia blu a rifiatare.

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@Alb

Le paraboliche son quasi verticali, quindi scagottene vero, soprattutto all'inzio.

Poi quando vedi che spingendo stai su ci si prende gusto e si sale.

Devo dire che verso fine sera ho provato anche quanche uscita oltre la riga nera in piedi sui pedali.

 

Per quanto riguarda lo stare in gruppo noi siamo stati molto fortunati, saremo stati circa una dozzina in pista e alla fine ci siamo organizzati in un treno regolare nel quale si tirava a turno e da spompi bastava aprirsi per farsi passare ed avere tempo per tornare in corsia blu a rifiatare.

 

Già la coordinazione è tutto.

Quando siamo stati, eravamo in 8, la metà era già istruita.

Ci siamo detti quali cenni si usano, come gestire il treno, le linee.

Cmq non c'è da prendere un cazzo sotto gamba perchè spaccarsi è un attimo. Non credo legno o cemento ci sia molta distinzione.

E forse il velodromo e la pista è la coordinazione della velocità, quello che da gesto animale si trasforma in razionale, pur mantenendo intatto tutta la sua poesia.

 

 

Che frase da gay.

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