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geometrie da pista: sono davvero necessarie?


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La mia bici fissa è una conversione di un vecchio telaio anni 60/70 con forcella moderna in carbonio ma da strada e mi ci trovo super bene per girare su strada e fare qulcosina di città, ma zero trick.

Mi è capitato di provare delle vere bici da pista con geometrie dedicate e non mi sono piaciute 2 cose:

- toe overlap anche su misure grandi

- bici un po' troppo nervosa per i miei gusti

che immagino dipendano dall'angolo di sterzo molto verticale e dalla forcella con pochissimo rake.

Quello che mi chiedo è: per girare in strada è davvero necessario avere una bici così? Considerando che anche in città per andare forte sia meglio cercare la regolarità piuttosto che l'agilità (imho) che senso ha avere geomtrie non da strada?

Non so... continuo ad amare particolarmente le conversioni. Penso che per me il top sarebbe una bici con geometrie da strada, forka da strada, forcellini posteriori con ingresso da dietro e movimento centrale appena un po' più alto. Esiste?

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Per conto mio continuo a credere che la filosofia della fissa si riduca semplicemente al tipo di movimento, applicato poi come si crede.

E' una tesi che va contro tutti i canoni classici, ma secondo me è essenziale capire a cosa ti serve un mezzo e cercare l'applicazione pratica migliore per poi godertelo in pieno.

L'applicazione della fissa più comune è stata a lungo la pista. Trasportata poi in strada ha creato una vera e propria filosofia a sè, che ha unito il gusto della velocità pura ad altri fattori. In tal senso non mi pare logico criticare negativamente un'applicazione diversa da quella di nascita, in quanto porta comunque in sè delle specifiche che risukltano vincenti (vedi la reattività, il nervosismo) in un ambito nuovo, anche se in tal senso credo che non sempre sia quella più efficace nel caso concreto.

Si ritorna sempre a quel concetto che a me piace tanto: libertà individuale. Se uno cerca determinate cose è logico che poi persegua il risultato tecnicamente migliore, senza condizionamenti di sorta esterni. Questo perchè si tenderebbe ad una rigidità che alla fine da solo svantaggi pratici. E secondo me gli svantaggi stanno anche nel cercare per forza di adattarsi ad una determinata filosofia, che sia dominante o meno.

Un esempio pratico: le geometria da pista, per quel poco che ho provato sono molto nervose e reattive, ma, sempre per la mia esperienza, non saranno mai versatili e funzionali come quelle di un cancello citybike convertito. Logicamente se l'utilizzo che vuoi farne è quello tranquillissimo del passeggio scazzato e comodo.

Se questo è il tuo fine allora è inutile avere un telaio tiratissimo tutto montato pista, con cerchi in carbonio e copertoncini da 18, come è inutile voler per forza spararsi in mezzo alle auto brakeless. Ti prendi una citybike SS così com'è e ci metti il pignone fisso. Poi magari puoi puntare a componenti durevoli e di qualità, ma questo è un altro discorso.

Se uno poi fa bikepolo, tricks etc. le esigenze saranno altre, di conseguenza pure le geometrie, i componenti, gli accessori e il modo di vivere la biga in se. Senza escludere che tutte queste cose possono anche far parte di un unicum: ti piace saltare dagli scalini, correre e anche passeggiare tranquillamente. La soluzione più difficile sarà un mezzo solo per tutte queste cose, la più semplice bici dedicate. In mezzo invece ci sta seemplicemente il fatto che è inutile catalogarsi e creare filosofie a tenuta stagna. Ognuno, ripeto, se la vive come crede. I punti rispetto e la semplice pornografia ciclistica fine a se stessa meglio lasciarle stare: complicano troppo la vita e fanno perdere di vista tutto ciò che realmente sta nei due poli che secondo me caratterizzano l'andare in bici, la passione e il divertimento da una parte e il mero utilizzo pratico dall'altra.

Insomma, per risponderti: secondo me le geometrie pista non sono necessarie a livello assoluto, dipende dall'utilizzo che ne fai tu della bici in maniera del tutto specifica.

Alla tua seconda domanda: beh ora è tutto un fiorire di soluzioni ibride che secondo me man mano si cristallizzeranno. Si vedono in giro telai che partendo dal dato "pista" variano sul tema coniugando differenti caratteristiche: tricks, strada, nervosità etc. Probabilmente si specializzeranno sempre di più creando delle categorie ben definite, standardizzate e funzionali allo specifico utilizzo.

Poi alla fine della fiera io non è che ne capisca tanto: queste sono solo mie personalissime opinioni ;)

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la bici da pista è scomoda...ma tantovero non e fatta per essere stracomodi visto che non ci passi ore su...ma bensì per avere il massimo rendimento possibile nella disciplina che pratichi...super reattività,nervosismo...sono le caratteristiche che la contraddistinguono...CI CREDO che con un bici convertita sei piu comodo,le geometrie,sono comunque sia studiate per passarci su ore...e non per spaccarti la schiena!!!

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Per conto mio continuo a credere che la filosofia della fissa si riduca semplicemente al tipo di movimento, applicato poi come si crede.

E' una tesi che va contro tutti i canoni classici, ma secondo me è essenziale capire a cosa ti serve un mezzo e cercare l'applicazione pratica migliore per poi godertelo in pieno.

L'applicazione della fissa più comune è stata a lungo la pista. Trasportata poi in strada ha creato una vera e propria filosofia a sè, che ha unito il gusto della velocità pura ad altri fattori. In tal senso non mi pare logico criticare negativamente un'applicazione diversa da quella di nascita, in quanto porta comunque in sè delle specifiche che risukltano vincenti (vedi la reattività, il nervosismo) in un ambito nuovo, anche se in tal senso credo che non sempre sia quella più efficace nel caso concreto.

Si ritorna sempre a quel concetto che a me piace tanto: libertà individuale. Se uno cerca determinate cose è logico che poi persegua il risultato tecnicamente migliore, senza condizionamenti di sorta esterni. Questo perchè si tenderebbe ad una rigidità che alla fine da solo svantaggi pratici. E secondo me gli svantaggi stanno anche nel cercare per forza di adattarsi ad una determinata filosofia, che sia dominante o meno.

Un esempio pratico: le geometria da pista, per quel poco che ho provato sono molto nervose e reattive, ma, sempre per la mia esperienza, non saranno mai versatili e funzionali come quelle di un cancello citybike convertito. Logicamente se l'utilizzo che vuoi farne è quello tranquillissimo del passeggio scazzato e comodo.

Se questo è il tuo fine allora è inutile avere un telaio tiratissimo tutto montato pista, con cerchi in carbonio e copertoncini da 18, come è inutile voler per forza spararsi in mezzo alle auto brakeless. Ti prendi una citybike SS così com'è e ci metti il pignone fisso. Poi magari puoi puntare a componenti durevoli e di qualità, ma questo è un altro discorso.

Se uno poi fa bikepolo, tricks etc. le esigenze saranno altre, di conseguenza pure le geometrie, i componenti, gli accessori e il modo di vivere la biga in se. Senza escludere che tutte queste cose possono anche far parte di un unicum: ti piace saltare dagli scalini, correre e anche passeggiare tranquillamente. La soluzione più difficile sarà un mezzo solo per tutte queste cose, la più semplice bici dedicate. In mezzo invece ci sta seemplicemente il fatto che è inutile catalogarsi e creare filosofie a tenuta stagna. Ognuno, ripeto, se la vive come crede. I punti rispetto e la semplice pornografia ciclistica fine a se stessa meglio lasciarle stare: complicano troppo la vita e fanno perdere di vista tutto ciò che realmente sta nei due poli che secondo me caratterizzano l'andare in bici, la passione e il divertimento da una parte e il mero utilizzo pratico dall'altra.

Insomma, per risponderti: secondo me le geometrie pista non sono necessarie a livello assoluto, dipende dall'utilizzo che ne fai tu della bici in maniera del tutto specifica.

Alla tua seconda domanda: beh ora è tutto un fiorire di soluzioni ibride che secondo me man mano si cristallizzeranno. Si vedono in giro telai che partendo dal dato "pista" variano sul tema coniugando differenti caratteristiche: tricks, strada, nervosità etc. Probabilmente si specializzeranno sempre di più creando delle categorie ben definite, standardizzate e funzionali allo specifico utilizzo.

Poi alla fine della fiera io non è che ne capisca tanto: queste sono solo mie personalissime opinioni ;)

Sono d'accordo in pieno su tutto! Le mie bici sono tutte piuttosto tirate e con tolleranze "al limite", quindi piuttosto nervose e reattive. Io sono più per il "pedalare" non tanto parcheggi, bowl e tricks, anche perché i telai appunto non mi permettono di fare molto ma va benissimo così!

Ragazzi fate quello che vi piace e che meglio riuscite a fare, cercando di farvi influenzare il meno possibile da mode e tendenze...anche se non è facile ;-)

Midnight Ridazz Italy RIDE OOON!!!

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Io sono per le geo da pista, ma come dico io, perchè quella da corsa pure sono troppo poco tirate

faccio fatica ad accettare un overlap seppur minimo su un telaio pista puro 60x58, come il mio Dazzan, meglio le geometria pista-stradalizzata del Vigorelli, decisamente più versatile dalle lunghe distanze ai tricks

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  • 9 months later...

Io sono per le geo da pista, ma come dico io, perchè quella da corsa pure sono troppo poco tirate

faccio fatica ad accettare un overlap seppur minimo su un telaio pista puro 60x58, come il mio Dazzan, meglio le geometria pista-stradalizzata del Vigorelli, decisamente più versatile dalle lunghe distanze ai tricks

Che lunghezza di pedivelle usi sul Vigorelli?

La pedivella di 170 potrebbe avere overlap o toccare a terra sul 56?

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oggi si riescono ad avere telai da strada con tutti i particolari del telaio da pista.

ovvio che se si prendono telai di marca ma standar ti devi adattare.

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