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Come ti stresso il Mash....


farfilo
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Factory Stress Test pescato su Youtube....

con questa descrizione:

it is a test done at the cinelli factory to insure quality

Guardate cosa diavolo riesce a sopportare il canotto dello sterzo....

Cj9EgS2pCkM

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Non c'è niente di straordinario in quella sollecitazione, prova a montare la bici sui rulli (o guardare da vicino un gold sprint) e noterai che il telaio, per quanto rigido, frette da paura! Con la ruota anteriore bloccata e da fermi si nota come flette sottosforzo, se guardi in corsa non si vede niente perchè si è in movimento...

Per di più il tubo potrebbe resistere ad una sollecitazione ben superiore, tuttavia si fanno prove come quella nel video, in cui il carico è impulsivo e ripetuto: si testa cioè la vita a fatica. La "fatica" (che è un termine tecnico completamente diverso dal concetto che conosciamo noi) è la causa di rottura della maggioranza dei componenti.

Per avvivinarci a questo concetto possiamo pensare ad una sedia su cui ci sediamo migliaia di volte: alla fine sarà più o meno sgangherata. Tuttavia ci siamo sempre seduti noi, un carico "leggero": per sfondare una sedia ci vorranno magari 200kg tutti in un botto, se non di più. Tuttavia con migliaia di cicli di un carico ben inferiore si ottiene un risultato analogo.

Le prove a fatica sono molto costose perchè portano via molto tempo (in laboratorio, su provini standard di un certo materiale, mi pare si vada a milioni di cicli... anche a farne uno a secondo ci vogliono giorni e giorni!), perciò si fa spesso riferimento ai dati in letteratura altrimenti si ricava una curva approssimata di rottura a fatica (a Y milioni di cicli basta un carico X, a Y+3 milioni di cicli basta un carico X-5 ecc.) da quella di rottura per trazione.

Nel caso di oggetti complessi come i telai per bici capirete che è un bel casino con queste prove, e non tutte le aziende riescono a farle!

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Bello il paragone della sedia :).

LA fatica è il più bastardo di tutti i modi di rompersi di un pezzo...per il semplice motivo che la rottura avviene di schiaanto e non da preavviso ed appunto, a carichi bassi per cui non ti aspetteresti aver rotture...

In relatà le prove si fanno a qualche decina di Hz di frequenza (anche di più, dipende), ma comunque sono, si , prove lunghe, in generale il limite è 10 milioni di cicli, ma nel caso dell'alluminio (come il Vigorelli delle immagini), le cose si complicano...

P.S. se ti fa paura questa flessione, la prossima volta che sali in aereo e c'è brutto tempo ti consiglio vivamente di nno gurdare le ali...

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Vero, la frequenza delle prove è quella, ora qualcosa riaffiora in merito :D

Fra l'altro è bello andare a guardare come sia differente la sezione di una rottura a fatica: di solito c'è una parte in cui la crepa si è aperta lentamente, ed un'altra in cui la rottura è avvenuta di schianto. (oddio, dubbio atroce: è a fatica che avviene così, no?)

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Si.

Generalmente inizia a propagarsi la cricca, la bastarda, appena porta la sezione ad una dimensione critica fa schiattare tutto di colpo...noti i tipici segni a "spiaggia" nella zona di propagazione. Se preferisci vedi una zona un pò plasticizzata e poi una zona di rottura fragile..

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Diciamo che per mia formazione il concetto di rottura a fatica lo padroneggio piuttosto bene: la sorpresa è che non mi aspettavo flessioni così visibili, proprio perchè come dice Lanerossi la bici l'ho vista sempre in movimento e mai sui rulli.

Ma in questo caso, la differenza di modulo elastico tra acciaio ed alluminio (il columbus airplane in questo caso) fa la vera differenza?

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No, non credo.

Sebbene l'alluminio abbia modulo elastico di 70.000 MPa contro i 210.000 dell'acciaio (un terzo insomma), si raggiunge la stessa rigidezza lavorando su spessori dei tubi e sulle loro sezioni.

Tanto per dire se parli con il ciclista medio, ti dirà che l'alluminio è più rigido dell'acciaio...

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