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Brakeless: che rapporti usate?


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Io tento una domanda tecnica.

(in bocca al lupo e complimenti se riuscirete a capirla).

Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

Scusatemi se ho scritto cazzate o non ho saputo spiegarmi!

quello che hai detto dal punto di fista fisico-meccanico non fa una piega.

come nei motori il concetto è di lavorare al regime ideale di funzionamento, questo in condizioni al contorno precise ed immutabili, ovvero da laboratorio (o da banco di prova per un motore)

passando a noi bipedi, la cadenza ideale è già soggettiva per ognuno di noi, diciamo che mediamente da 85 a 105 rpm c'è la maggioranza... a quel punto diciamo che in piano una ragionevole velocità di crociera dei 30km/h la puoi ottenere con un tot di combinazioni di rapporto, ora sto usando il 43-16 che proprio a 90rpm ti da quei 31km/h che sembra essere abbastanza ideale.

a questo sommaci quella che tu tratteggiavi come "spinta attiva" ovvero l'inerzia (cioè il restare nella condizione di moto costante) della ruota posteriore che di conseguenza trasmette energia ai pedali....ma conta che dai 30km/h in poi la resistenza dell'aria (che viaggia con il quadrato della velocità) inizia a farsi sentire pesantemente...

quindi?

boh, quindi sticazzi, ma il ragionamento iniziava a piacermi ;)

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Io tento una domanda tecnica.

(in bocca al lupo e complimenti se riuscirete a capirla).

Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

Scusatemi se ho scritto cazzate o non ho saputo spiegarmi!

quello che hai detto dal punto di fista fisico-meccanico non fa una piega.

come nei motori il concetto è di lavorare al regime ideale di funzionamento, questo in condizioni al contorno precise ed immutabili, ovvero da laboratorio (o da banco di prova per un motore)

passando a noi bipedi, la cadenza ideale è già soggettiva per ognuno di noi, diciamo che mediamente da 85 a 105 rpm c'è la maggioranza... a quel punto diciamo che in piano una ragionevole velocità di crociera dei 30km/h la puoi ottenere con un tot di combinazioni di rapporto, ora sto usando il 43-16 che proprio a 90rpm ti da quei 31km/h che sembra essere abbastanza ideale.

a questo sommaci quella che tu tratteggiavi come "spinta attiva" ovvero l'inerzia (cioè il restare nella condizione di moto costante) della ruota posteriore che di conseguenza trasmette energia ai pedali....ma conta che dai 30km/h in poi la resistenza dell'aria (che viaggia con il quadrato della velocità) inizia a farsi sentire pesantemente...

quindi?

boh, quindi sticazzi, ma il ragionamento iniziava a piacermi ;)

L'obbiettivo era partire da una discesa abbastanza alta (piattaforma dal balcone) per arrivare in università senza fare fatica!

La domanda l'ho fatta perchè ora monto un 48-16 e, nel traffico, ho la sensazione di fare una fatica boia ad ogni pedalata.

In più, senza freni, dopo la parentesi di vuoto urbano estiva, non mi sento per niente sicuro.

Quindi pensavo di desumere il gear ratio dalla "velocità di crocera" e dagli rpm fisiologici!

(ingegneria fa male, eh?)

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47 - 16 con copertoni da 23

Io tento una domanda tecnica.

(in bocca al lupo e complimenti se riuscirete a capirla).

Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

Scusatemi se ho scritto cazzate o non ho saputo spiegarmi!

io ti rispondo così' sull'unghia.. secondo me sugli 80-90 rpm

Modificato da Fresh420 (visualizza cornologia modifica)
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(in bocca al lupo e complimenti se riuscirete a capirla).

Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

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quello che hai detto dal punto di fista fisico-meccanico non fa una piega.

come nei motori il concetto è di lavorare al regime ideale di funzionamento, questo in condizioni al contorno precise ed immutabili, ovvero da laboratorio (o da banco di prova per un motore)

passando a noi bipedi, la cadenza ideale è già soggettiva per ognuno di noi, diciamo che mediamente da 85 a 105 rpm c'è la maggioranza... a quel punto diciamo che in piano una ragionevole velocità di crociera dei 30km/h la puoi ottenere con un tot di combinazioni di rapporto, ora sto usando il 43-16 che proprio a 90rpm ti da quei 31km/h che sembra essere abbastanza ideale.

a questo sommaci quella che tu tratteggiavi come "spinta attiva" ovvero l'inerzia (cioè il restare nella condizione di moto costante) della ruota posteriore che di conseguenza trasmette energia ai pedali....ma conta che dai 30km/h in poi la resistenza dell'aria (che viaggia con il quadrato della velocità) inizia a farsi sentire pesantemente...

quindi?

boh, quindi sticazzi, ma il ragionamento iniziava a piacermi ;)

L'obbiettivo era partire da una discesa abbastanza alta (piattaforma dal balcone) per arrivare in università senza fare fatica!

La domanda l'ho fatta perchè ora monto un 48-16 e, nel traffico, ho la sensazione di fare una fatica boia ad ogni pedalata.

In più, senza freni, dopo la parentesi di vuoto urbano estiva, non mi sento per niente sicuro.

Quindi pensavo di desumere il gear ratio dalla "velocità di crocera" e dagli rpm fisiologici!

(ingegneria fa male, eh?)

ti marchia a fuoco, e sei fottuto a vita... menomale che qualcuno nell'1989 mi passava le cassette dei clash altrimenti sarei del tutto perso.

PS: monta un freno

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Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

Scusatemi se ho scritto cazzate o non ho saputo spiegarmi!

quello che hai detto dal punto di fista fisico-meccanico non fa una piega.

come nei motori il concetto è di lavorare al regime ideale di funzionamento, questo in condizioni al contorno precise ed immutabili, ovvero da laboratorio (o da banco di prova per un motore)

passando a noi bipedi, la cadenza ideale è già soggettiva per ognuno di noi, diciamo che mediamente da 85 a 105 rpm c'è la maggioranza... a quel punto diciamo che in piano una ragionevole velocità di crociera dei 30km/h la puoi ottenere con un tot di combinazioni di rapporto, ora sto usando il 43-16 che proprio a 90rpm ti da quei 31km/h che sembra essere abbastanza ideale.

a questo sommaci quella che tu tratteggiavi come "spinta attiva" ovvero l'inerzia (cioè il restare nella condizione di moto costante) della ruota posteriore che di conseguenza trasmette energia ai pedali....ma conta che dai 30km/h in poi la resistenza dell'aria (che viaggia con il quadrato della velocità) inizia a farsi sentire pesantemente...

quindi?

boh, quindi sticazzi, ma il ragionamento iniziava a piacermi ;)

L'obbiettivo era partire da una discesa abbastanza alta (piattaforma dal balcone) per arrivare in università senza fare fatica!

La domanda l'ho fatta perchè ora monto un 48-16 e, nel traffico, ho la sensazione di fare una fatica boia ad ogni pedalata.

In più, senza freni, dopo la parentesi di vuoto urbano estiva, non mi sento per niente sicuro.

Quindi pensavo di desumere il gear ratio dalla "velocità di crocera" e dagli rpm fisiologici!

(ingegneria fa male, eh?)

ti marchia a fuoco, e sei fottuto a vita... menomale che qualcuno nell'1989 mi passava le cassette dei clash altrimenti sarei del tutto perso.

PS: monta un freno

Io mi sono perso, ma spero di trovare la luce in fondo al tunnel a fine anno.

Il freno non l'ho preso subito perchè con l'inizo dell'anno accademico (=ciclismo urbano) ho valutato un po' di spese varie, sempre settore sicurezza e affidabilità. (posteriore coi 6 fori iso, fibre flare)

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(in bocca al lupo e complimenti se riuscirete a capirla).

Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

Scusatemi se ho scritto cazzate o non ho saputo spiegarmi!

quello che hai detto dal punto di fista fisico-meccanico non fa una piega.

come nei motori il concetto è di lavorare al regime ideale di funzionamento, questo in condizioni al contorno precise ed immutabili, ovvero da laboratorio (o da banco di prova per un motore)

passando a noi bipedi, la cadenza ideale è già soggettiva per ognuno di noi, diciamo che mediamente da 85 a 105 rpm c'è la maggioranza... a quel punto diciamo che in piano una ragionevole velocità di crociera dei 30km/h la puoi ottenere con un tot di combinazioni di rapporto, ora sto usando il 43-16 che proprio a 90rpm ti da quei 31km/h che sembra essere abbastanza ideale.

a questo sommaci quella che tu tratteggiavi come "spinta attiva" ovvero l'inerzia (cioè il restare nella condizione di moto costante) della ruota posteriore che di conseguenza trasmette energia ai pedali....ma conta che dai 30km/h in poi la resistenza dell'aria (che viaggia con il quadrato della velocità) inizia a farsi sentire pesantemente...

quindi?

boh, quindi sticazzi, ma il ragionamento iniziava a piacermi ;)

L'obbiettivo era partire da una discesa abbastanza alta (piattaforma dal balcone) per arrivare in università senza fare fatica!

La domanda l'ho fatta perchè ora monto un 48-16 e, nel traffico, ho la sensazione di fare una fatica boia ad ogni pedalata.

In più, senza freni, dopo la parentesi di vuoto urbano estiva, non mi sento per niente sicuro.

Quindi pensavo di desumere il gear ratio dalla "velocità di crocera" e dagli rpm fisiologici!

(ingegneria fa male, eh?)

ti marchia a fuoco, e sei fottuto a vita... menomale che qualcuno nell'1989 mi passava le cassette dei clash altrimenti sarei del tutto perso.

PS: monta un freno

Io mi sono perso, ma spero di trovare la luce in fondo al tunnel a fine anno.

Il freno non l'ho preso subito perchè con l'inizo dell'anno accademico (=ciclismo urbano) ho valutato un po' di spese varie, sempre settore sicurezza e affidabilità. (posteriore coi 6 fori iso, fibre flare)

ot questo forum è pieno di ingegneri.

comunque per la città secondo me son meglio rapporti corti, soprattutto se giri breakless, gestisci meglio le frenate e le ripartenze, paradossalmente riesci ad avere anche una velocità media più alta. certo rischi di frullare spesso, ma a livello di allenamento fa solo che bene, impari a far girare le gambe e a spingere, cosa che quando passi a rapporti più lunghi aiuta e non poco

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Io tento una domanda tecnica.

(in bocca al lupo e complimenti se riuscirete a capirla).

Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

Scusatemi se ho scritto cazzate o non ho saputo spiegarmi!

Penso che sia molto individuale, posso dirti che personalmente sulla bdc (dove ho il sensore cadenza) vado bene sui 75/85 mentre sulla bici da viaggio 70/80, sulle fisse non ho il ciclocomputer ma direi simile alla bdc.

grazie al sensore cadenza a cambiare giusto e lo consiglio a chi si avvicina alle bici

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(in bocca al lupo e complimenti se riuscirete a capirla).

Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

Scusatemi se ho scritto cazzate o non ho saputo spiegarmi!

Penso che sia molto individuale, posso dirti che personalmente sulla bdc (dove ho il sensore cadenza) vado bene sui 75/85 mentre sulla bici da viaggio 70/80, sulle fisse non ho il ciclocomputer ma direi simile alla bdc.

grazie al sensore cadenza a cambiare giusto e lo consiglio a chi si avvicina alle bici

Esiste un test ma non è semplicissimo, avevo visto un video su internet ma non lo trovo più. In pratica servono rulli, cardio e misuratore di potenza; si pedala ad una certa percentuale della propria potenza massima, si parte da 80 rpm e si incrementa di 10 rpm alla volta fino ad arrivare a 110. Si fa un bel grafico dove si segnano i rilievi del cardio, gli RPM ideali corrispondono alla frequenza cardiaca più bassa a parità di potenza erogata.

Io non ho ne cardio ne rulli ne misuratore di potenza, vado agile e vivo felice.

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La cadenza non si calcola, si sente! Io, ad esempio, sono un fottuto frullino... la velocità di crociera di circa 35km/h la tengo col 44/17 a circa 105 pedalate al minuto... in tutta tranquillità!

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52/17 ..ma le mie ginocchia mi mandano affanculo....superveloce ma il rilancio e' ...si e' tosto...cambiero' a breve che a quasi 50 anni mi sento un po' sbroccolato

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La cadenza non si calcola, si sente! Io, ad esempio, sono un fottuto frullino... la velocità di crociera di circa 35km/h la tengo col 44/17 a circa 105 pedalate al minuto... in tutta tranquillità!

Anche io sono un frullino ma me ne sono accorto solo quando tanti anni fa uscendo con i vecchietti del gruppo ciclistico ad inizio stagione mi impedivano di mettere il "padellone" prima di aver fatto i canonici 1000 km in agilità. Poi mi sono anche accorto che se sai far salire mooolto in alto e mooolto velocemente le rpm le volate diventano una figata. Adesso di volate non ne faccio più ma la buona abitudine di andare agile è rimasta.

E poi suvvia un po' di rispetto per questo pignone fisso, il pignone lo usa il pistard e il pistard frulla.

Le 75 rpm lasciatele ai triatleti che si allenano con il metodo di Shutton loro sono grossi, forti, matti e devono correre la maratona dopo la crono di 180km.

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(in bocca al lupo e complimenti se riuscirete a capirla).

Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

Scusatemi se ho scritto cazzate o non ho saputo spiegarmi!

quello che hai detto dal punto di fista fisico-meccanico non fa una piega.

come nei motori il concetto è di lavorare al regime ideale di funzionamento, questo in condizioni al contorno precise ed immutabili, ovvero da laboratorio (o da banco di prova per un motore)

passando a noi bipedi, la cadenza ideale è già soggettiva per ognuno di noi, diciamo che mediamente da 85 a 105 rpm c'è la maggioranza... a quel punto diciamo che in piano una ragionevole velocità di crociera dei 30km/h la puoi ottenere con un tot di combinazioni di rapporto, ora sto usando il 43-16 che proprio a 90rpm ti da quei 31km/h che sembra essere abbastanza ideale.

a questo sommaci quella che tu tratteggiavi come "spinta attiva" ovvero l'inerzia (cioè il restare nella condizione di moto costante) della ruota posteriore che di conseguenza trasmette energia ai pedali....ma conta che dai 30km/h in poi la resistenza dell'aria (che viaggia con il quadrato della velocità) inizia a farsi sentire pesantemente...

quindi?

boh, quindi sticazzi, ma il ragionamento iniziava a piacermi ;)

L'obbiettivo era partire da una discesa abbastanza alta (piattaforma dal balcone) per arrivare in università senza fare fatica!

La domanda l'ho fatta perchè ora monto un 48-16 e, nel traffico, ho la sensazione di fare una fatica boia ad ogni pedalata.

In più, senza freni, dopo la parentesi di vuoto urbano estiva, non mi sento per niente sicuro.

Quindi pensavo di desumere il gear ratio dalla "velocità di crocera" e dagli rpm fisiologici!

(ingegneria fa male, eh?)

ti marchia a fuoco, e sei fottuto a vita... menomale che qualcuno nell'1989 mi passava le cassette dei clash altrimenti sarei del tutto perso.

PS: monta un freno

Io mi sono perso, ma spero di trovare la luce in fondo al tunnel a fine anno.

Il freno non l'ho preso subito perchè con l'inizo dell'anno accademico (=ciclismo urbano) ho valutato un po' di spese varie, sempre settore sicurezza e affidabilità. (posteriore coi 6 fori iso, fibre flare)

ot questo forum è pieno di ingegneri.

comunque per la città secondo me son meglio rapporti corti, soprattutto se giri breakless, gestisci meglio le frenate e le ripartenze, paradossalmente riesci ad avere anche una velocità media più alta. certo rischi di frullare spesso, ma a livello di allenamento fa solo che bene, impari a far girare le gambe e a spingere, cosa che quando passi a rapporti più lunghi aiuta e non poco

Qalche ingegnere che vuole andare a fare al posto mio elettronica?

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La cadenza non si calcola, si sente! Io, ad esempio, sono un fottuto frullino... la velocità di crociera di circa 35km/h la tengo col 44/17 a circa 105 pedalate al minuto... in tutta tranquillità!

Anche io sono un frullino ma me ne sono accorto solo quando tanti anni fa uscendo con i vecchietti del gruppo ciclistico ad inizio stagione mi impedivano di mettere il "padellone" prima di aver fatto i canonici 1000 km in agilità. Poi mi sono anche accorto che se sai far salire mooolto in alto e mooolto velocemente le rpm le volate diventano una figata. Adesso di volate non ne faccio più ma la buona abitudine di andare agile è rimasta.

E poi suvvia un po' di rispetto per questo pignone fisso, il pignone lo usa il pistard e il pistard frulla.

Le 75 rpm lasciatele ai triatleti che si allenano con il metodo di Shutton loro sono grossi, forti, matti e devono correre la maratona dopo la crono di 180km.

Infatti chiedevo dalla mia beata ignoranza! ;)

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Io uso un 53-16 brakeless

Ho una graziella da 20'' ahaha

In città mi trovo bene, frullo a 40km/h... adesso che mi faccio un pò la gamba (nel mio paese se voglio fare qualche giretto lungo ci sono delle salite da affrontare) valuto se scendere ad un 15 o 14

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(in bocca al lupo e complimenti se riuscirete a capirla).

Parto dal presupposto che nel ciclismo, come in ogni altra attività, esista una frequenza d'azione, in questo caso gli rpm, in cui il rapporto lavoro/fatica è massimo.

Qual'è quindi il numero di rpm da mantenere mediamente su un percorso di "X" km, per andare ad una velocità "Y", in modo che l'organismo lavori in condizione ottimale?

Continuando con le mie ipotesi di dubbia intelligenza, ho pensato che, siccome con il rapporto fisso il movimento dei pedali è solidale con quello della ruota posteriore, in teoria, oltre a spingere dovremmo anche ricevere anche una spinta.

Esiste una frequenza di crocera in cui lo sforzo per mantere costante la velocità è minimo?

Scusatemi se ho scritto cazzate o non ho saputo spiegarmi!

quello che hai detto dal punto di fista fisico-meccanico non fa una piega.

come nei motori il concetto è di lavorare al regime ideale di funzionamento, questo in condizioni al contorno precise ed immutabili, ovvero da laboratorio (o da banco di prova per un motore)

passando a noi bipedi, la cadenza ideale è già soggettiva per ognuno di noi, diciamo che mediamente da 85 a 105 rpm c'è la maggioranza... a quel punto diciamo che in piano una ragionevole velocità di crociera dei 30km/h la puoi ottenere con un tot di combinazioni di rapporto, ora sto usando il 43-16 che proprio a 90rpm ti da quei 31km/h che sembra essere abbastanza ideale.

a questo sommaci quella che tu tratteggiavi come "spinta attiva" ovvero l'inerzia (cioè il restare nella condizione di moto costante) della ruota posteriore che di conseguenza trasmette energia ai pedali....ma conta che dai 30km/h in poi la resistenza dell'aria (che viaggia con il quadrato della velocità) inizia a farsi sentire pesantemente...

quindi?

boh, quindi sticazzi, ma il ragionamento iniziava a piacermi ;)

L'obbiettivo era partire da una discesa abbastanza alta (piattaforma dal balcone) per arrivare in università senza fare fatica!

La domanda l'ho fatta perchè ora monto un 48-16 e, nel traffico, ho la sensazione di fare una fatica boia ad ogni pedalata.

In più, senza freni, dopo la parentesi di vuoto urbano estiva, non mi sento per niente sicuro.

Quindi pensavo di desumere il gear ratio dalla "velocità di crocera" e dagli rpm fisiologici!

(ingegneria fa male, eh?)

ti marchia a fuoco, e sei fottuto a vita... menomale che qualcuno nell'1989 mi passava le cassette dei clash altrimenti sarei del tutto perso.

PS: monta un freno

Io mi sono perso, ma spero di trovare la luce in fondo al tunnel a fine anno.

Il freno non l'ho preso subito perchè con l'inizo dell'anno accademico (=ciclismo urbano) ho valutato un po' di spese varie, sempre settore sicurezza e affidabilità. (posteriore coi 6 fori iso, fibre flare)

ot questo forum è pieno di ingegneri.

comunque per la città secondo me son meglio rapporti corti, soprattutto se giri breakless, gestisci meglio le frenate e le ripartenze, paradossalmente riesci ad avere anche una velocità media più alta. certo rischi di frullare spesso, ma a livello di allenamento fa solo che bene, impari a far girare le gambe e a spingere, cosa che quando passi a rapporti più lunghi aiuta e non poco

Qalche ingegnere che vuole andare a fare al posto mio elettronica?

se fossi un ingegnere di quelli seri pure pure, ma sono un pataccaro quindi non to conviene. io sto cercando qualcuno che vada a farmi infrastrutture idrauliche

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