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Trovato 21 risultati

  1. Ciao a tutti, cdt chiedo consiglio per l'acquisto di una giacca da commuting, con le seguenti caratteristiche: water resistant (non per forza waterproof) wind proof fasce catarinfrangenti ma non colori fluo maniche asportabili tasche da ciclismo esente da materiali che possano assorbire il sudore ma che rimanga traspirante Spesa sui 200 / 250 euro, la ricerca è per un prodotto buono e che duri nel tempo. Se qualcuno di voi utilizza una cosa che possa rispondere alle mie esigenze si faccia sentire! Grazie!
  2. Andre123

    Scarpe+Pioggia=?

    Buondì a tutti, (premessa, sto parlando di una fixed da città con straps) avete qualche consiglio su cosa poter usare come scarpe per far sì che nn si torni a casa con le scarpe zuppe? una marca, un modello, un materiale? Grazie! :)
  3. L'estate è finita! Dobbiamo farcene una ragione. A questo punto dell'anno, il rischio di prendere acqua in una delle nostre molteplici uscite in bici sale vertiginosamente. Detto questo, vi chiedo (ho già cercato la risposta da Aranzulla, ma non mi ha soddisfatto) quale sito ritenete migliore per le previsioni meteo? Per mia esperienza 3b Meteo, mi ha fregato diverse volte, cambiando previsione ogni 10 minuti e quindi rendendo inutile la previsione stessa. Adesso sono alla ricerca di qualcosa di affidabile e testato sulla vostra pelle. Un abbraccio.
  4. Volevo intitolare questo topic "Giacca pioggia. Dove mettersela?", ma vi avrei servito una gag su un piatto d'argento :D Nei miei ultimi giri in bici mi è stato fondamentale aver portato con me una buona giacca da pioggia. Il mio vizio, vuoi l'inesperienza in materia, è di legarmela arrotolata alla cinta, ma mi chiedevo se qualcuno di voi hai delle idee migliori e meno ingombranti. Su internet ho letto che, borse a parte, qualcuno consiglia di inserirla arrotolata nel secondo portaborraccia (per chi ce l'ha) o addirittura dentro il tubo piantone (!) Ad ogni modo, uscendo leggermente dal tema, vi linko questa figata che ho trovato scorazzando per la rete:
  5. Jombe

    Scarpe invernali

    Eccomi ad aprire l'ennesima discussione riguardante le scarpe, come sempre per un uso misto cittadino (bici + piccole passeggiate), nulla di pretenzioso o competitivo, ma sta volta con la variante inverno, freddo e pioggia. Dopo essermi comperato un paio di Mavic Alpine Shoes 2014 per la stagione estiva di cui son felicissimo e pienamente soddisfatto son alla ricerca di qualcosa di simile ma per l'inverno e pensavo a qualcosa di questo genere (avrei voluto mettere la foto ma é già la seconda discussione che apro in cui se metto una immagine tramite link non mi invia la discussione @ciaba) Non son bellissime ma han l'idea di fare il loro lavoro in ambito cittadino. Qualcuno le ha o le ha provate? Avete altre idee? Sotto con le proposte!
  6. Ciao a tutti, ho visto questi parafanghi su una bdc (importunando un ciclista a Milano) e vorrei un vostro parere a riguardo. http://www.crudproducts.com/products/roadracer (spero si possa mettere il link) Le particolarità (imho) sono: utilizzo anche con tolleranze molto ridotte peso che se sembra essere irrisorio sono completi (coprono tutta la ruota) costano meno degli sks (per quanto ho trovato io) Il prezzo su internet sembra variare tra i 25 e i 56 euro. Cosa ne pensate? Ne vale la pena o meglio puntare sul vestiario piuttosto che sui parafanghi? Ciao
  7. Un pò di consigli su che farafanghi per la pioggia. Certo di avere dei buoni consigli. CIAO
  8. Cari utenti e carissime utentesse del foro più baffuto dell'etere, sono tornato dalla mia scampagnata di una ventina di giorni nell'Africa Occidentale. "Embé?", direte voi; embé mò vi cuccate uno sproloquio sui primi tre giorni, quelli che da Dakar, capitale del Senegal, mi hanno portato in bici fino a Bissau, capitale dell'omonima Guinea. Per chi non avesse intenzione di leggere, popolo sfaticato a me caro, ho preparato una versione ridotta che comunque racchiude tutti i concetti essenziali. Per chi volesse dedicare un po' della propria retina alle mie parole, invece, il racconto parte dopo la versione succinta, che si trova qui: Anche questo, come la maggior parte dei miei viaggi, inizia all'arrembaggio, nel dilettantismo più becero, con l'imballaggio della bici effettuato con l'insostituibile sostegno di mio fratello e del mio vicino di casa a poche ore dalla partenza. A inscatolamento concluso, mi rendo conto di non aver inserito i distanziali per preservare i forcellini e sgrano un rosario invocando pietà per il mio telaio. All'aeroporto di Malpensa, in attesa di imbarcarmi, passo in rassegna l'aspetto burocratico della spedizione e ricontrollo l'itinerario per l'ultima volta. Qualche ora, sonnellino, film d'azione e cibo d'aereo dopo, sbarco a Dakar. E' quasi notte, mi affretto a cambiare qualche soldo e a scartare la bici, trepidante, nel piazzale antistante l'aeroporto respingendo le richieste dei tassisti e guadagnandomi un piccolo pubblico entusiasta. Rimontando la bici mi rendo conto che il telaio e le ruote sono intatti, mentre il cambio ha subito qualche danno: un comando bar-end è traballante e ho perso un rinvio per il deragliatore anteriore. Non mi perdo d'animo e monto in sella percorrendo i venti chilometri che mi separano dalla casa di Rémi, il ragazzo svizzero che mi ha ospitato nel cuore di Dakar con la sua gentilissima ragazza, spingendo il 34 senza poter ricorrere alla corona estarna. Costeggio l'oceano al buio, risalgo il monticello con il maestoso monumento al Rinascimento Africano illuminato a giorno e scrocco qualche telefonata in giro per mettermi in contatto con il mio neutrale ospite alpino. Trascorro una piacevole serata bevendo karkadé e informandomi su tariffe e rischi di richieste folli di denaro alla frontiera con la Gambia, poi mi concedo qualche ora di sonno obnubilato dal clima caldo e dall'aria immobile. La mattina del 29 inizia alle 6:37, Rémi mi scatta qualche foto compromettente e poi parto in direzione Sud, sfrecciando sulla tangenziale tra vecchi furgoni Mercedes e strombazzanti taxi francesi di qualche decennio fa. La città si sta ancora svegliando quando lascio alle mie spalle l'ultimo ponte pedonale divelto, con le scalinate che portano verso il cielo, per attraversare le baracche di chi si è insediato da poco nella capitale e dirigermi verso la zona brulla dell'interno. Una volta superata Rufisque e evitato il bivio per Thiès il traffico si dirada. Mi infilo in una pompa di benzina e ottengo una fascetta per sistemare il deragliatore anteriore: posizione la catena sul 50 e, sotto un sole sempre meno timido, proseguo per M'bour. E' subito chiaro che la mia borraccia da 900ml servirà giusto a lavarmi le mani, per cui mi doto di una bottiglia da un litro e mezzo e di una mezza dozzina di banane e mi godo i baobab a perdita d'occhio e l'ambiente polveroso che circonda la strada, sempre asfaltata e in ottime condizioni, che conduce a Fatick. Qui compro un'altra bottiglia, affronto i primi chilometri di sterrato e prendo un'altro litro e mezzo d'acqua a Gandiaye, una ventina di chilometri più in là dove sciolgo anche del sale nella mia borraccia, per poi arrivare finalmente ad avvistare il fatidico cartello, mentre sfrutto la scia di un carretto. Passata Kaolack, proseguo verso il confine con il Gambia e ottengo anche un assaggino di pioggia, inaspettata. Sta ormai facendo buio, trovo ospitalità presso il marabout del villaggio di Touba Samokho. Mi offre un piattone di riso con salsa di cipolle (pesce rifiutato per non approfittare fino in fondo), una doccia e una camera per la notte; trascorro la serata in compagnia sua, di suo figlio Seidou e di una corte eterogenea di parenti, abitanti del villaggio, amici e bambini che studiano presso di lui. Dormo interrotto dalle litanie notturne del muezzin e riparto di buon'ora, verso le 5:30, dopo aver salutato Seidou e gli altri ragazzi che si stavano preparando per la giornata nei campi. Dopo poco l'alba esplode alle mie spalle: Dopo l'alba, anche il cielo esplode sopra la mia testa e inizia a piovere, a secchiate, senza nessun margine di miglioramento promesso dall'orizzonte grigio. Inizio a cantare Johnny Cash ed esplode anche la strada, senza preavviso, portandomi in Gambia su una settantina di chilometri di sterrato leggero, su terra battuta. Avvicinandomi al paese anglofono all'interno del Senegal mi accorgo, dal cambiamento della vegetazione, che la pioggia non smetterà mai: l'ambiente semi desetrico della regione di Kaolack ha definitivamente lasciato spazio ad un verde brillante e lussureggiante che cerca di sporgersi verso la strada. Il traffico è decisamente scemato, ad eccezione di qualche sept-place (vecchie stationwagon Peugeot o Renault convertite a taxi) solitario che mi supera sferragliando di tanto in tanto. Mentre mi chiedo se davvero sono sulla strada giusta, dopo Toubakouta una coppia di scimmie mi attraversa la strada e mi dà il benvenuto a Karang, al confine con il Gambia. Dribblo i cambiavalute e ammansisco i poliziotti di frontiera, inizio a fischiettare Guccini e, sotto una pioggia più clemente ma sempre incessante, copro la distanza tra la frontiera e Barra, dove faccio il rifornimento di arachidi, cambio qualche franco CFA in Dalasi, la valuta della Gambia, e mi imbarco sul traghetto per Banjul, la capitale di quarantamila abitanti del paese che si sviluppa attorno all'omonimo fiume. Sull'altra sponda, dopo aver chiacchierato con un signore il cui figlio sta lavorando ad Alba, attraverso una città caratterizzata da voragini piene d'acqua nella zona centrale, vecchi taxi Mercedes ovunque, ville curatissime e nuove auto fuoriserie da centinaia di migliaia di euro che sfrecciano sulla statale che porta a Sud. Chiaramente sulle corsie libere, ché quella di sinistra è intasata dalla fanghiglia e quindi riservata a bici, carretti e arditi pedoni. Compro un altro piccolo casco di banane e attraverso questo stato in cui tutte le strade sembrano essere diventate dei torrenti, completamente inondate e perse nella boscaglia. Nel pomeriggio riguadagno il Senegal, entrando nella regione della Casamance, e mi faccio consigliare da un ciclista con un aratro chilometrico in spalla per cercare un posto per la notte. Dormo a Diouloulou in una sorta di resort che intacca sensibilmente le mie finanze ma che mi offre una buona cena, un buon letto e qualche ottima chiacchiera prima di ripartire di nuovo la mattina del 31 di primissimo mattino. Buona parte del bagaglio è bagnato dal giorno precedente e anche i vestiti che ho addosso non sono propriamente asciutti, ma parto comunque schivando i tronchi che mi si parano dinnanzi all'ingresso di ogni paese per rallentare la corsa dei bus e dei taxi. A Bignona compro dell'olio per lubrificare un po' la mia catena, sofferente dopo un giorno di pioggia, sabbia, terra e sporcizia varia. Entrando a Ziguinchor, città più popolosa della regione circondata da risaie, mi ritrovo a percorrere dieci chilometri di una strada composta interamente di autobloccanti. Ogni mia articolazione inizia a ballare il tuca-tuca, io canto Raffaella Carrà mentra una colonna di mezzi dell'esercito continua a farsi superare e a superarmi spruzzandomi ogni volta addosso decine di litri dell'acqua calda delle pozzanghere a centro strada. Inveisco in italiano ai militari che mi salutano sorridendo; inizio a sibilare "Che brutto affare" di Joe Chiarello. Una volta raggiunta Ziguinchor atttraverso il suo enorme ponte, poco manca all'una di pomeriggio e poco manca a Mpack, alla frontiera con la Guinea. Mercanteggio il visto con gli odiosi ufficiali alla frontiera, gli unici personaggi davvero fastidiosi nel viaggio d'andata (esclusi i militari dispensatori d'acqua), e inizio a pedalare in mezzo alla foresta della Guinea. La pioggia non cessa nemmeno un secondo, anzi si fa più intensa. Mi compro una baguette e un sacco di arachidi e continuo a pedalare, tra la gente che mi incita e diversi mezzi ribaltati tra gli alberi a bordo strada, tra gli enormi termitai. Quasi non incontro mezzi, ad eccezione di un motociclista senegalese che aiuto a ripartire perché è rimasto fermo sotto il diluvio al riparo di un enorme baobab. Iniziano i sali e scendi, o mangia e bevi se preferite, e inizia anche un fastidioso vento contrario. Continuo, sgranocchiando noccioline e pane e salutando i localz che mi incitano dalla protezione delle proprie verande. Raggiungo finalmente Bula, a soli trentacinque chilometri dalla destinazione finale. Ormai mi sento arrivato, pregusto i capelli della mia adorata, un pasto caldo, lo scroscio della doccia, la morbidezza del materasso. Ed è pendanso alla morbidezza del materasso che mi accorgo di aver ammorbidito la gomma anteriore. Rallento e accosto, effettuando la riparazione sotto ad un capanno di paglia che si è materializzato alla mia sinistra, come d'incanto. Riparto in fretta (relativa) e, dopo i trentacinque chilometri più sofferti della mia risibile carriera ciclistica, entro trionfante a Bissau, accolto da una partita di calcio giocata nel mezzo dell'enorme rotonda d'accesso alla città. Dopo il lungo rettilineo che mi conduce, tra pericolosi pulmini gialloblu e taxi Mercedes biancoblu, tra le braccia della mia bella, non ho più molto da raccontarvi. Mi permetto solo di aggiungere una foto scattata dopo aver pedalato cinque minuti per le vie di Bissau in un giorno senza pioggia: Baci, e grazie a chi s'è sorbito tutto, testo e foto monotematiche! Il ritorno in bus (benché più avventuroso) ve lo risparmio.
  9. Non so voi, ma a me ha preso un'incazzatura generalizzata contro la pioggia. A dispetto insisto ad andare in bici sopratutto sotto il diluvio. Cosi' la pioggia impara.... Il primo viaggio in macchina me lo faro' a fine diluvio accertato e confermato.......se mai lo vedremo.
  10. Ciao sono di milano e spesso devo affrontare tratti dove è necessario andare sul pavé. Siccome ho due bici una da cx con ruote da 26x1.75 e una bdc con montati i 700x23C. Sia per una che per l'altro caso che copertoni usate? Dovendo affrontare anche la stagione invernale quindi neve ghiaccio e pioggia come fare? Tutt'ora ho sulla cx li swalbe(o come si scrive) road cruiser e sulla bdc vredenstein fiammante. Dovendo acquistare due paia di copertoni nuovi su quali puntare? Thank you
  11. saimonfvg

    The Seacat - 26/09/2015 - Caorle

    IN SINTESI Siccome ho amici che organizzano belle cose ma non usano altro al di fuori di facebook (merda), in ritardo spammo qua. Nome evento: The Seacat Dove: parcheggio Stadio, Via Aldo Moro, Caorle (VE) Data: Domani aka 26/09/2015 Orario di ritrovo: 17.00 Orario di partenza: 17.30 Tipo di evento: alleycat Tipo di bici: fissa / brakeless / corsa / cx / qualsiasi bici tranne elettriche Costo iscrizione e Cosa portare: 5 n€uri + birretta, CASCO, TESTA E LUCI Link evento FB: https://www.facebook.com/events/1614495958812781/
  12. Salve gente, torno con una breve recensione. Stavolta di questa giacca. - Prezzo: 79.95 Euro da Decathlon - Descrizione: Giacca impermeabile in tessuto un po plasticoso ma tutto sommato gradevole. (Novadry) Colori un po' imbrazzanti. - Periodo di utilizzo: Da Dicembre fino ad ora prevalentemente in città anche la mattina con 2-4° C anche se per tratte brevi. - Pregi: La giacca è leggera. Comoda da vestire con un maglioncino in lana leggero sotto. Il tessuto esterno sembra di buona qualità. Le rifiniture sono ottime, le cuciture anche. Dal punto di vista dell'impermeabilità devo dire che tiene molto bene, anche in condizioni di pioggia moderato/intensa. Non intendo sotto il monsone. Le zip delle tasche sono siliconate e ben sigillate quando chiuse. Ha anche due grandi aperture sotto le ascelle da aprire con zip per far defluire il profumo di bestia bagnata. Tiene piuttosto caldo, soprattutto per la traspirazione che non è proprio eccelsa, ma potrebbe essere un difetto da trasformare in vantaggio. - Difetti: Fondamentalmente la traspirazione. Non è esattamente un tessuto traspirante, ma diciamo che essendo interessato più alla impermeabilità alla fine ci si può stare. Nei giorni anche abbastanza freschi con 8-9 gradi l'ho portata solo con la maglietta a maniche corte sotto (io c'ho sempre caldo). La circolazione dell'aria migliora molto grazie alle due lunghe zip sotto le braccia, nel caso vi ci faccia caldo le aprite per buona parte e il problema si dovrebbe attenuare. Naturalmente se si spinge molto si suda come arista al forno. Hai voglia ad aprire le zip sotto le braccia. - Rapporto qualità prezzo: Il prezzo non è malvagio. Alla fine la marca è nota per fare sia roba accessibile anche ai poser dello sport (come me) sia roba di pregio. In questo caso direi che il prodotto ha una buona finitura e per ora anche una buona tenuta. Se fosse costata 10 euro in meno sarebbe stata sicuramente un affare migliore. - Prodotti simili provati e relativi paragoni: non ho esperienza con altri prodotti. Lascio a voi il dibattito. - Lo ricomprerei SI /no , perchè per ora ha svolto la sua funzione egregiamente. Sono sempre arrivato a destinazione, asciutto, a volte un po' accaldato ma asciutto. Anche se l'ho comprata azzurro puffo nano, non è così orripilante all'occhio e ci sono anche uscito un paio di volte la sera, soprattutto quando pioveva parecchio. Credo che con l'arrivo del caldo dovro rinunciare in favore di un k-way tascabile in caso di pioggia, ma diciamo che ha svolto la sua funzione nei mesi invernali. La prossima recensione sarà sugli Endura Gridlock sopra-pantaloni da pioggia che sono con la giacca la mia accoppiata salva acqua. Stay tuned.
  13. Dal titolo si intuisce abbastanza che sto chiedendo pareri riguardo pantaloni da utilizzo urbano (no alley eccetera) che tengano molto bene l'acqua fondamentalmente; magari che tengano anche vento (mi pare logico) ed eventualmente una scelta per il periodo autunnale ed una per quella invernale (quindi anche caldi se possibile). Non ho mai avuto materiale di questo genere quindi sarò ben felice di ricevere consigli. Utilizzo la bici al posto della macchina da parecchio ora, ma l'acqua che sta cadendo ultimamente mi dice che farei bene a trovarmi qualcosa di adatto, da indossare, per la parte inferiore. Grazie mille.
  14. Santo

    Mi si è indurita....

    ....la trasmissione Guru delle fisse risolvetemi l'arcano: la trasmissione si è indurita di un bel po (facendomi perdere preziosissimi watt). Ha cominciato a diventare dura con l'arrivo della pioggia. Ho pensato fosse tutto zozzo e ho provato a pulire catena, corona e pignone con lo sgrassatore. Dopo di chè ho messo il grasso spray, ma fa sempre e comunque resistenza.... Il MC gira come prima. Il mozzo gira benone. La catena è pulita. l'olio c'è.... e che devo fa?
  15. Gigi_123

    Misura copertoncini

    Ciao ragazzi, inizio questa discussione qui perchè muovendovi a Roma mi saprete sicuramente aiutare meglio. Devo preparare la bici per l'inverno, in fretta dopo le secchiate d'acqua che ho preso ieri. Per i parafanghi mi sto orientando sui Crud che sono in offerta su wiggle. Per i copertoncini ora monto i 23/23 e non so proprio dove raccapezzarmi con queste opzioni per l'inverno: piano a) 25/25 piano b) 25/28 piano c) 28/28 Contando che i crud dovrebbero andare bene fino a 25, la scelta più semplice sarebbe la a, ma si sente la differenza con i 23/23 o sarebbe inutile? La b è quella che mi stuzzica di più, però il 25 all'anteriore non sarebbe troppo "scivoloso"? (alla fine sul bagnato è l'anteriore che scivola) La c deriva dal fatto che ho letto che si riesce a montare i 28 sui crud ma ho paura di rovinarli... Qualche tipo di copertoncino senza spendere una fortuna? Ah contate che tutti i giorni per andare all'uni mi faccio tutto il centro e fori imperiali, con milioni di sanpietrini sotto il culetto... Ho letto tonnelate di discussioni su questo ma non mi riesco proprio a decidere, grazie in anticipo! Saluti!
  16. ...per quelli che usano la bici per andare a lavoro... Le sto provando più o meno tutte, e volevo sentire voi come vi regolate. Come minchia vi vestite?? Lasciamo un attimo da parte il discorso pioggia, ma per il freddo?!!? Io non riesco a trovare il giusto equilibrio: o arrivo sudato marcio e a metà strada rischio l'asfissia, oppure muoio di freddo e passo i successivi 10 giorni a letto con la febbrA. Consigli?
  17. bruz

    Scarpe specifiche da CX

    ciao a tutti,sapete se ci sono dei modelli di scarpe specifici per il ciclocross? per specifici intendo magari un pelo resistenti all'acqua... attualmento ho delle sidi da mtb,solo che hanno la parte superiore ricca di traforature (utili in estate) e quindi quando devi scendere dalla bici e sei nel fango/acqua/neve alle caviglie il piede è zuppo in un attimo...
  18. taldeital

    tubolari "invernali"

    sono un copertoncinista passato per forza di cose ai tubolari per la mia troietta da pista che mi sto costruendo. sulle ruotazze nuove ho dei vittoria pista cs, mi sembrano un tantinello lisci per affrontare l'imminente e piovoso autunno della bassa padana. cosa usate voi per fronteggiare il maltempo e pedalare sicuri?
  19. beh, c'è voluto del tempo, ma finalmente mi presento anch'io sono il melo da una vita, per tutti gli amici, quindi la bici non poteva che essere "il melocipede". la storia è breve, il progetto è semplice: un telaio, raccattato ai bidoni da mio fratello, spogliato di tutto e convertito a fissa. la realizzazione a risparmio totale ha richiesto un po' di tempo, tra: - un paio di spedizioni andate male, poi aggiustate - un pezzo che era disponibile e poi è scomparso, - due ruote di marca Ghianda © arrivate al fornitore con un imballo fatto con la cacca e conseguentemente graffiate - la trattazione sul prezzo già irrisorio, ulteriormente calato a scapito dell'estetica, della quale francamente mimportauntubo (è un graffietto... mi basta che giri) - capire come montarla senza perdere le dita poi le ruote di marca Ghianda© ci hanno messo del loro: all'anteriore s'è storto il perno su una buca (il mozzo era allentato, il perno era di gomma, le strade fanno schifo) e l'ho portato a cambiare. la configurazione finale: telaio aquila albatross sverniciato con olio di gomito™ sverniciatore e carta (e incerato) che per ora regge alla ruggine, più o meno ruote di marca Ghianda ©, mozzi shunfeng (flip/flop al posteriore), pignone da 17 mc miche da due lire guarnitura prowheel urban 46 che costava pochino catena sunrace freno anteriore miche pipa economica piega raccattata dal biciclettajo, così gentile da regalarmela invece di buttarla via nastro deda bianco leva freno passante regalata sella charge perché era a offerta copertoni vittoria zaffiro da 23, che mezzo millimetro in più e mi strusciano sul ponticello pedali della MTB praticamente nuovi, ché sulla MTB ho i crank da una vita molletta di bambù per i pantaloni l'unica cosa che non mi son fatto mancare sono le luci, sfilate e sottratte alla MTB con cui ormai non andrò granché a lavoro. mi sarebbe piaciuto mettere i crank anche qui, ma varrebbero da soli un quarto di bici, più o meno, e ho il terrore di spetasciarmi. forse un giorno metterò due strap. per ora mela sto godendo: frullo un po' in discesa (soluzione: vado piano e uso il freno, anche se così non so' per niente fèscion) per non morire in salita. e solo con le ruote grandi e i copertoni stretti le gambe e i tempi di percorrenza ringraziano: a confronto con la mtb che usavo per gli spostamenti casa-lavoro pare di avere il motore! le ginocchia ringraziano un po' meno: ogni tanto ci fatico, ma sto cercando di regolare come si deve manubrio, altezza sella e avanzamento. con qualche ritocco è già migliorato molto. per il lento declino fisico inevece non c'è ritocco che tenga... dovrei smettere di bere la birra, ma a quel punto piuttosto mi compro il SUV: va bene la passione, ma c'è un limite a tutto! intanto grazie a tutti quelli che non sapendolo hanno dato spunti, suggerimenti, informazioni e istruzioni, anche se le ho seguite male. grazie a chi anima il forum e a chi anche col freddo e il gelo mi metto voglia di continuare a spostarmi in bici. grazie a ale che dopo aver trovato il telaio Peloso (sempre ai bidoni) m'ha regalato il primo reduce dell'immondizia, grazie a Zboong che m'ha spedito dal biciclettajo giusto e grazie al Lancioni (il biciclettajo) che m'ha regalato una piega che avrebbe potuto farmi pagare e m'ha aggiustato il mozzo davanti come si deve, pur coi limiti intrinseci del mozzo, ché ora la bici va, e è quello che conta. ah, magari metto anche due foto in croce. fatte col telefono, fanno schifo, ma per ora so' queste, economy mode come per la configurazione :D : ciao m.
  20. Richard

    THE FALL alleycat - Bologna 27/10

    The Fall, decima alleycat bolognese. Nessuno sponsor, nessuna magliettina, nessun cappellino in regalo. I vincitori si portano a casa i soldi dell'iscrizione. quindi: Ritrovo e iscrizione ore 15:00 presso il parcheggio di Via della Certosa, davanti al cimitero della Certosa appunto (parcheggi gratuiti in zona Via Emilia Ponente di fronte all'Ospedale Maggiore, o nelle traverse di Via Marzabotto). Partenza ore 16:00 Il luogo della partenza verrà comunicato all'iscrizione. 3 ore per completare il percorso. Casco, Lock, Borsa, Mappa, 4 euro. Aperta a tutti i tipi di bici. CONSIGLIATISSIMO CAMERE D'ARIA DI RICAMBIO & LUCI certe cose dovrebbe essere superfluo dirle ma con voi non si sa mai. Il percorso prevede vari tipi di terreno e condizioni di traffico. -- After Party come sempre la balotta bolognese vi trascinerà nei peggio bar, un po' come l'anno scorso che siamo finiti al trashissimo bar dei cinesi e poi a fare lo schifo da Ciaky al Lime. After-After Party al PUMP THIS @ KINDERGARTEN, lista aperta tutta la notte, ingresso euro 8 (necessita di tessera "V", lo so che è una rottura di coglioni ma qui a Bologna tutti i locali sono così, comunque tranquillo che la puoi fare in loco) -- Volontari per i checkpoint, fatevi vivi! qui il checkpoint dedicato
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